Insicurezza indecisione problemi nelle relazioni ossessioni malessere
Buongiorno, ho 44 anni. Un anno fa si è conclusa una relazione di quasi 20 anni con una donna, a distanza, ci vedevamo solo 1/2 we al mese, una relazione mai evoluta, non andava ne avanti né indietro. Sono andato subito in ansia, angoscia, paura, fobie, fin quando ho conosciuto un’altra donna, frequentata per qualche mese, storia tormentata e chiusa per sempre. Premetto che sin da adolescente ho sempre avuto paura delle donne, ho sempre avuto corteggiatrici, ma fuggivo al presentarsi delle occasioni, soprattutto intime. Sono in cura da pscicoanalista (credo junghiano) da 8 mesi, ma sono sempre più insicuro su tutto. Ho avuto sempre pensieri misti, idee sessuali ambidestre, uomini e donne, ma non immagino minimamente di abbracciare o camminare mano nella mano con un uomo. Mi invaghisco come un adolescente di alcune donne, ma poi quando capisco che le ottengo scappo. Il dottore mi dice che è il gioco del controllo e poi paura di caderci dentro perché vedo le donne troppo potenti. Lui riporta tutto ai miei genitori, padre assente che non mi ha insegnato a gestire gli impulsi, madre iper protettiva che mi ha abituato ad avere tutto con uno schiocco di dita. Secondo il dottore tendo a riprodurre questo attaccamento alla mamma nei rapporti con le donne. Con questa ultima ragazza mi sono messo alla prova per vedere se riuscivo a fare sesso, all’inizio molte difficoltà, poi piano piano mi sono sciolto. Comunque tendevo sempre ad aver paura di perdere il controllo, sia quando si litigava, sia quando non mi scriveva anche per poche ore. In queste ore di abbandono mi viene angoscia di fare qualsiasi cosa, uscire con amici, ascoltare musica, pulire casa, tutto! Poi appena mi scriveva tiravo sospiro di sollievo e immediatamente tornavo a fare le mie cose quotidiane, ma allo stesso tempo mi sentivo distaccato dalla ragazza, come se non mi interessasse più.. . troppo evidenti questi sbalzi. Vivo di relazioni superficiali con la gente, per essere compiaciuto, ma difficilmente mi lego alle persone. Sono ossessivo nel controllo, anche fisico, controllo sempre accesso wapp di questa ragazza, devo saper dove è, cosa fa, perdendo tempo inutilmente. A volte ho paura che io voglio solo la rassicurazione di essere voluto bene e basta, alla stregua di un rapporto materno, e questa cosa mi preoccupa in futuro perché temo che farò sempre così con le donne e quindi mi brucerò il terreno sotto i piedi. Dopo 8 mesi di analisi non mi sento meglio, chiedo gentilmente a voi consiglio su quale percorso seguire, anche alternativo, non capisco se il mio è un blocco nel mondo affettivo oppure se non riesco, o non voglio ammettere a me stesso che vivo solo di questi sentimenti infantili. Quando riesco a fare sesso con una donna mi sento anche un approfittatore, insensibile, come se la donna fosse solo un oggetto. Non riesco a capire quali sono i miei bisogni forse perché tendo a fare di tutto per essere apprezzato dalla gente. Sono in forte difficoltà. Buona giornata.
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senza nulla togliere all'analisi che sta facendo forse sarebbe tempo di pensare a un percorso più pragmatico, fatto di consigli pratici, strategie comportamentali orientate ad affrontare fisicamente i suoi problemi.
legga questo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
legga questo
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Ex utente
Buonasera dott De Vincentiis e grazie per la disponibilità. È da tempo che rifletto sul tipo di terapia che sto facendo. È vero sì che il dottore che mi segue mi fa riflettere sulle cause probabili che hanno influenzato il mio modo di essere. Probabilmente molti di questi spunti gli ho presi troppo alla lettera e quindi ci rimugino sopra tutto il giorno. Quindi è come se mi stessi convincendo che oramai sono fatto in un modo ed è impossibile cambiare. E quindi semplicemente sto prendendo consapevolezza di me stesso e ho paura ad ammettere a me stesso che sono fatto così. Da un lato c’è la mia voglia di capire perché sono fatto in un certo modo, dall’altro c’è rabbia perché non riesco ad essere diverso. L’insicurezza, l’indecisione, che ho da quando ero bambino, ora sono portate all’estremo. Nei rapporti con le donne tendo sempre a soffrire quando perdo il controllo, ma quando lo riacquisto tiro un sospiro di sollievo e poi mi allontano, come se mi bastasse aver raggiunto lo scopo, cioè quello della rassicurazione di aver riconquistato il bene di una persona. Quando perdi il controllo non vivo più, non mi curo, scappo dagli amici, tra lascio i miei hobby, eccetera. Quando tengo il controllo misteriosamente torno a vivere, E la persona in questione sembra quasi che non mi piaccia più, anzi, tendo poi a cercare altri consensi, ma credo solo per essere compiaciuto, poi di fatto tremo di nuovo se la compagna si allontana, e quando si riavvicina riparte il solito meccanismo. Sono attento a lei solo quando devo farmi perdonare o appunto, ho perso il controllo. Ma appena torna da me la sento estranea dalla mia vita. Ora che lei non c’è più oramai da due mesi, passo le giornate intere a camminare a vuoto nelle zone dove lei potrebbe esserci, ma il più delle volte non c’è e, oppure se c’è mi evita, anzi più mi maltratta e più io vorrei riavvicinarla. In conclusione è come se io volessi cambiare questo atteggiamento che ho perché non mi porta a nulla nella vita, solo autogol. E con la psicoanalisi ho rilevato il problema ma non so se c’è possibilità di soluzione.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 728 visite dal 31/08/2019.
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