Elaborazione lutto

Salve, 5 mesi fa ho perso mia padre dopo 4 mesi di sofferenze per un cancro.
Tra sofferenze e terapie gli sono stata vicino e dentro avevo la convinzione che l’avrebbe superata. Se n’è andato una mattina, improvvisamente. Vivevo sola con lui, una mattina mi sono svegliata ed era come se dormisse, con viso sereno, in posizione fetale, papà non c’era più.
Ovviamente per me è stato molto traumatico, esser io lì a doverlo trovare così.. . superare i giorni successivi.. . la mancanza, dato che eravamo molto legati.
Eppure, a parte i primi giorni, sono riuscita subito ad andare avanti come lui mi raccomandava sempre.
Mi ha sempre detto che se gli fosse capitato qualcosa non avrei dovuto soffrire troppo ed in effetti è così.
Pensavo che non sarebbe stato facile, ma vivo semplicemente come se lui fosse fuori, come se potesse tornare da un momento all’altro. Ho pianto i primi giorni, ho dormito poco. Oggi, a volte lo sogno, e nel sogno rielaboro tutto ma lui c’è. È come se rivivessi tutto ciò che è successo ma alla fine lui fosse ancora vivo ed io nel sonno mi dico ho vissuto tutto ciò, l’ho visto morto, l’ho visto nella bara ma alla fine è vivo, meglio così! .
Vorrei capire se secondo lei ho bisogno di un aiuto psicologico perché potrei avere ripercussioni in futuro per questo strano stato d’animo, oppure fa parte di un naturale processo di elaborazione del lutto.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

accompagnare un genitore durante il percorso di una grave malattia è coinvolgente, assorbente, intenso.

1. E' durata *solo* quattro mesi, e dunque Lei non ha avuto nemmeno il tempo di digerire la mutazione:
da un padre sano ad uno sofferente e malato, da assistere nelle impegnative cure.
2. E poi è morto *improvvisamente*.
3. E' stata Lei stessa a trovarlo cadavere.
4. Sono trascorsi *solo* 4 mesi.

In questi quattro punti tutta la densità di una esperienza "breve" nel tempo
ma che - concentrata in un nucleo inscalfibile - permane tuttora in Lei.

Potrei dirLe di attendere ancora qualche mese prima di chiedere aiuto, che passi cioè il tempo che noi Psicologi consideriamo nella norma.
Eppure preferisco suggerirLe di farsi aiutare ora,
in modo da mettere in movimento un processo più attivo di elaborazione, considerato anche che ha vissuto il trauma di trovarlo Lei stessa cadavere.

Mi farebbe piacere ricevere un Suo riscontro.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Gentile dottoressa Brunialti,
innanzitutto grazie della gentile risposta.
Quindi, a parte il discorso tempi, attualmente c’è del patologico nel mio modo di vivere il lutto?
Io personalmente non sto male. Non sto soffrendo.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Che Lei NON stia soffrendo risulta un po' anomalo,
come se i due mandati di Suo padre funzionassero veramente impedendoLe di sentire/percepire il dolore:
- ".. Mi ha sempre detto che se gli fosse capitato qualcosa non avrei dovuto soffrire troppo ed in effetti è così."
E ancora:
- "..sono riuscita subito ad andare avanti come lui mi raccomandava sempre."

Ma online è impossibile tecnicamente ed eticamente formulare giudizi,
che equivarrebbero ad una diagnosi.
Chieda un colloquio di persona per verificare tale specifico elemento.
Questa è l'indicazione più seriamente professionale che posso fornirLe.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti