Mio padre vive di cibo

Buonasera
Non so se posso fare qualcosa per modificare questa situazione o perlomeno distaccarmene serenamente.
Mio padre, nonostante sia comunque una persona attiva che fa sport è obesa, lo si ved e non solo visivamente ma anche dagli effetti collaterali: ha spesso il fiatone e dolore alla schiena.
Ha provato varie diete, anche altri problemi sono aggravati dal peso, ha persino frequentato un centro dove c'era anche uno psicoterapeuta. Macché il suo unico pensiero è mangiare: se vai in vacanza con lui parla solo di ristoranti e di quando mangerà. Neanche la morte della suocera per infarto (conseguenza del diabete dovuto all'aumento del peso) l'ha fatto anche solo provare a cambiare.
La cosa che più mi infastidisce è il fatto che lui, dopo cena, quando io e mia madre siamo a letto, lui mangia. Provo irritazione anche solo a sentire un pacchetto che si apre. Vorrei andare li è prenderlo a schiaffi. Tutte le volte che gli diciamo qualcosa si irrita. È chiaro che è un fattore psicologico, perché lo fa di nascosto, quando nessuno lo può vedere (ma noi lo sentiamo benissimo). Vorrei sfogare questa rabbia, ma non posso uscire di sera per fare una passeggiata, ma ciò mi rovina il sonno (via soffro di insonnia) perché si aggiunge alle mie problematiche personali.
Ho paura di finire anche io in questo stato: sono di corporatura normale ma qualche volta sono caduta anche io in questa fame nervosa e molto spesso mi fanno notare che ho molto appetito e che mangio molto (normalmente cerco di controllarmi mangiando porzioni giuste e molto spesso la fame da stress mi passa bevendo qualcosa di caldo). Non ritengo un crimine un sfizio ogni tanto, o se torno dal lavoro tardi ci può stare ogni tanto qualcosina, ma ogni sera, dopo 1-2 ore dalla cena, dopo che comunque hai mangiato un pasto completo, avete così tanta fame da mangiarti un panino, uno yogurt e delle patatine (magari una volta puo succedere a tutti (anche a me è successo) ma ogni giorno come è possibile?) mi sembra assurdo. Non assume nulla quindi non può essere fame indotta da qualche sostanza o farmaci.
Vorrei capirci di più di questo problema (non credo sia solo obesità no?) da cosa può derivare, e se c'è soluzione.
Non è mia intenzione cercare di cambiarlo, ho gia problemi a cambiare io che sono consapevole dei miei problemi, ma vorrei distaccarmene e stare tranquilla quando sento aprirsi una confezione di qualcosa.
Grazie
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

mi sono presa il tempo di rileggere tutti i Suoi consulti qui, a cui avevo risposto proprio io,
in modo da avere un'idea più completa della situazione.

E dunque.
1. Per quanto riguarda Suo padre,
come Lei intuisce i problemi relativi al cibo provengono da aree psichiche profonde, come potrà approfondire qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-come-sconfiggere-i-dca.html .
Ma solo una motivazione personale porta il soggetto a prendere in mano la situazione,
per il resto "..Tutte le volte che gli diciamo qualcosa si irrita."

2. E poi c'è Lei,
con le problematiche di distanziamento dalle figure genitoriali (v. consulto di 6 mesi fa)
che, in questo caso, La portano ad essere eccessivamente invischiata coi problemi alimentari di Suo padre.
Ci sta lavorando, mi pare di capire?
E' in psicoterapia?
Le chiedo questo perche ciò che Lei ci chiede:
"..stare tranquilla quando sento aprirsi una confezione di qualcosa. "
non è ottenibile con qualche consiglio,
ma è frutto di una raggiunta sufficiente autonomia emotiva dai propri genitori.
A che punto è Lei oggi in tale percorso?

Saluti cari.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Buongiorno

Sono e vado regolarmente in terapia. Ho trovato un buon professionista e ci sto investendo ogni energia e soldi. Ci sono miglioramenti mi ha detto, perché non ho crisi d'ansia e depressive costanti se lavoro. Ma ci sono dei momenti, specialmente durante il giorno libero o quando torno a casa (si veda che mio padre mangia quando io dovrei riposarmi) quando sarò di nuovo senza lavoro (tra poco) che ho delle crisi e tutto ciò che mi circonda mi irrita facilmente(Perché d'altronde non è il mio spazio, il mio tempo, nulla è mio davvero). La terapia per quanto funzioni vedo che ha dei limiti, perché ci sono momenti al di fuori che sento di aver bisogno di un sostegno immediato. ma non ho ne tempo, ne energie, ne soldi per crearmi diversivi (che sia un uscita, uno sport, un hobbies ha comunque un costo che non posso permettermi) o vita lontano da casa o obiettivi e anche solo pensare che questa vita è mia e me la posso gestire io (Perché infatti non me la sto gestendo per nulla. Ed è in questi momenti che vedo tutti i limiti della terapia, perché per quanto in quella oretta io mi senta libera, fuori non lo sento affatto,compresa in casa mia.
Quindi sono un po' in un vicolo cieco, la terapia fa effetto (consapevole pure che ci vuole tempo quindi non é qyello che mi preocupa)ma noto che non basta per farmi stare meglio. Ho parlato anche con una psichiatra, stiamo valutando un eventuale farmaco (Ora sto tentando con la melatonina a rilascio lento ma non sta funxuonando) solo per il sonno, ma per altro non ritiene necessario l'uso di farmaci. Quindi non saprei proprio che strade intraprendere per stare meglio.
Grazie o
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Talvolta il percorso interiore giunge a mostrare la necessità di cambiamenti concreti nella propria vita.
La psicoterapia infatti,
- pur essendo in grado di aiutare la persona a cambiare,
e dunque a modificare gli occhi con cui essa guarda il mondo -
non è in grado da *modificare la realtà esterna* naturalmente.
E' la fase in cui può diventare essenziale prendere delle decisioni per "stare meglio".

Dott. Brunialti
[#4]
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Grazie per la risposta
Per prendere decisioni "concrete"non ci vuole solo un buon stato mentale,coraggio, intraprendenza ecc (che sono risorse "mentali" o proprie) a anche altri risorse più concrete. Io di mio ci sto lavorando sulle risorse mentali,ma mancando di risorse concrete, i famosi cambiamenti concreti rimangono li su un piano ideale (e rimarranno a lungo o anche per sempre se va avanti cosi).
Magari bastasse solo buttarsi o tentare. Non basta purtroppo.
[#5]
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
La mia psicologa a questo non ha saputo rispondermi. Ha abbassato lo sguardo e mi ha detto che capisce la situazione è capisce che la maggior parte di ciò che guadagno va a lei e che non mi concedo NULLA (è quando intendo nulla intendo proprio nulla neanche una gita fuori porta, un'uscita o una piccola ricompensa). Vado al lavoro e sto a casa. Pago la terapia e i mezzi per andare al lavoro e il cibo per il pranzo/cena(rigorosamente preparati a casa). Ho rinunciato anche alle visite mediche di routine (e avrei bisogno di farle perche non sto bene anche fisicamente).Quando tra qualche settimana il lavoro finirà non so se potrò permettermi ancora la terapia.
Vediamo se qualcuno di voi riesce a dirmi qualcosa, visto che i cambiamenti concreti sono necessari.
[#6]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Se si è imprigionati dentro una situazione
- è opportuno lavorare sulla mente affinchè si salvi
- e fare di tutto per uscire dalla prigione.

La Psicologia/psicoterapia si rivolge alla persona;
aiuta sul primo punto e fornisce energia per il secondo.

Non riesce a modificare la realtà esterna (opportunità di lavoro, ecc.),
non è suo compito occuparsene.

Il modificare le situazioni concrete, economiche, di opportunità di lavoro dei giovani oggi,
è compito della politica.

Comprendo il Suo malessere,
che è quello di molti giovani d'oggi purtroppo;
ma noi (noi qui online, meglio ancora la Sua Psy) possiamo rispondere ai Suoi bisogni e desideri unicamente nell'ambito di nostra competenza,
fuori da ogni "illusione di onnipotenza" come si dice tecnicamente...

Cari saluti!
Dott. Brunialti
[#7]
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Questo dovrebbe essere un monito a tutti i professionisti.
È giusto cercare di tranqulizzare e creare una visione positiva nel paziente. Ma bisogna anche andare oltre è studiare il contesto sociale on cui viviamo.
Perché il rischio è che la terapia non faccia effetto o si resta pazienti a vita (che è un po' la prospettiva in cui mi vedo. Non avere i mezzi per portarla avanti ms avendone comunque necessita anche nei prossimi anni.) Non sono un caso estremo così mi han detto,ma un cado in cui ci vuole tempo e molte attenzioni. Ma se mamcano i mezxi anche per questo, crefo che sia molto difficile pensare a come migliorare la propria vita (con l'aggravante di avere uno stigma addosso e difficolta oggettive).
Credo che anche chi da consigli online debba riflettere su questo. Io lo prendo come un consiglio online con i suoi limiti e ci sta, ma le parole hanno un forte peso sulle persone fragili...
[#8]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

1. non sono certa di capire bene a cosa si riferisce quando dice:
"..Credo che anche chi da consigli online debba riflettere su questo."
A quali elementi in concreto? Qualcosa La ha colpita?

2. Per quanto riguarda la psicoterapia, non è detto che sempre il Professionista cerchi
"..di tranqulizzare e creare una visione positiva nel paziente...";
talvolta si cerca di creare insieme un certo movimento in uno stagno fermo,
talatra di modificare il punto di vista (non necessariamente in positivo);
altre volte ancora di facilitare il distanziamento emotivo tra persone che per necessità - e non per scelta - devono vivere fisicamente vicine..

La psicoterapia è una faccendo molto complessa, dove la mente e i sentimenti del professionista sono messi alla prova ogni ora, ogni minuto.
Sono certa che anche per la Sua Terapeuta è così.
Però al contempo accompagnata dalla profonda consapevolezza di non possedere la bacchetta magica per modificare il mondo esterno;
ma unicamente il mondo interiore delle persone e delle relazioni, quando gli interessati lo desiderano.

Un caro saluto.
Dott. Brunialti
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