Anestesia emotiva: quando si risveglia un'emozione?
Salve.
Lo scorso febbraio ho conosciuto un ragazzo: cinico, sarcastico, estremamente intelligente, intellettuale, riservato, timido, profondo, saggio, consapevole; una persona intensa e, spesso, difficile da leggere. Eravamo colleghi di lavoro - lui 29 anni, io 20. Da subito è saltata fuori la nostra passione per i libri, la letteratura e la scrittura; io avevo appena iniziato a scrivere un romanzo, lui si è offerto di darmi una mano in quanto editore. Passò un mese, avevamo preso confidenza ed iniziato a flirtare molto - lui però era in una relazione. I suoi messaggi iniziarono a diventare sempre più frequenti, e si mostrava anche abbastanza paranoico. Aveva molta stima in me, gli piaceva la mia scrittura, ed io sapevo che tramite essa lui era arrivato a conoscere una parte molto intima della mia personalità. Mi parlò di come avesse avuto una relazione lunga durata sei anni con ripetuti tradimenti, poi un'altra di due, e di come quella che aveva in quel momento - di circa otto mesi - non stesse andando bene; lui non era innamorato, era attaccato al fatto che lei lo amasse molto anche se fondamentalmente non gli piaceva esserlo così tanto. Una sera, dopo lavoro, andiamo in un locale a bere con nostri colleghi e quando andiamo fuori per fumare lui cerca di baciarmi; inizialmente lo fermo, lui dice che gli piaccio veramente guardandomi negli occhi, ed io lo lascio baciarmi. Pochi giorni dopo lascia la ragazza, mi parla di un'eventuale relazione tra di noi facendomi capire che lui sarebbe stato interessato a ciò. Siamo a maggio e ci frequentiamo per circa un mese, periodo in cui io sentivo che lui non si stesse aprendo tanto quanto me. In quel mese lessi un articolo in cui parlava della sua esperienza di depressione clinica di qualche anno prima: inibizione emotiva, autolesionismo, pensieri suicidi, terapie varie. Ci siamo sentiti poco per circa due mesi in cui lui era fuori città con la famiglia. Un mese fa usciamo come se niente fosse, mi bacia, passiamo una bella serata fino a quando io gli chiedo perché non si fosse fatto sentire. Lui dice di aver pensato di tagliare i rapporti con me, e che tra di noi non può funzionare perché non vuole mai più avere una relazione: lui ferisce sempre le persone, è una persona terribile, che tutto era basato su una bugia, che io non lo conoscevo, che lui non era in grado di capirmi. Mi parlò di quello che scrisse su quell'articolo. Mi lasciò con un bacio sulla fronte ed una lacrima, dicendomi di tenerci e che se mi avesse conosciuta quando aveva 20 anni - prima che si "ammalasse" ho interpretato - mi avrebbe già chiesto di sposarlo. Ha detto di volermi continuare ad aiutare con il libro.
Perché con me si è fermato prima di intraprendere una relazione dicendomi la verità? E' successo qualcosa di diverso con me rispetto che con le altre? E' sempre ingenuo pensare che siamo stati quelli che hanno fatto stare bene e meglio una persona. Ma è possibile che si sia riaccesa qualche emozione?
Grazie in anticipo.
Lo scorso febbraio ho conosciuto un ragazzo: cinico, sarcastico, estremamente intelligente, intellettuale, riservato, timido, profondo, saggio, consapevole; una persona intensa e, spesso, difficile da leggere. Eravamo colleghi di lavoro - lui 29 anni, io 20. Da subito è saltata fuori la nostra passione per i libri, la letteratura e la scrittura; io avevo appena iniziato a scrivere un romanzo, lui si è offerto di darmi una mano in quanto editore. Passò un mese, avevamo preso confidenza ed iniziato a flirtare molto - lui però era in una relazione. I suoi messaggi iniziarono a diventare sempre più frequenti, e si mostrava anche abbastanza paranoico. Aveva molta stima in me, gli piaceva la mia scrittura, ed io sapevo che tramite essa lui era arrivato a conoscere una parte molto intima della mia personalità. Mi parlò di come avesse avuto una relazione lunga durata sei anni con ripetuti tradimenti, poi un'altra di due, e di come quella che aveva in quel momento - di circa otto mesi - non stesse andando bene; lui non era innamorato, era attaccato al fatto che lei lo amasse molto anche se fondamentalmente non gli piaceva esserlo così tanto. Una sera, dopo lavoro, andiamo in un locale a bere con nostri colleghi e quando andiamo fuori per fumare lui cerca di baciarmi; inizialmente lo fermo, lui dice che gli piaccio veramente guardandomi negli occhi, ed io lo lascio baciarmi. Pochi giorni dopo lascia la ragazza, mi parla di un'eventuale relazione tra di noi facendomi capire che lui sarebbe stato interessato a ciò. Siamo a maggio e ci frequentiamo per circa un mese, periodo in cui io sentivo che lui non si stesse aprendo tanto quanto me. In quel mese lessi un articolo in cui parlava della sua esperienza di depressione clinica di qualche anno prima: inibizione emotiva, autolesionismo, pensieri suicidi, terapie varie. Ci siamo sentiti poco per circa due mesi in cui lui era fuori città con la famiglia. Un mese fa usciamo come se niente fosse, mi bacia, passiamo una bella serata fino a quando io gli chiedo perché non si fosse fatto sentire. Lui dice di aver pensato di tagliare i rapporti con me, e che tra di noi non può funzionare perché non vuole mai più avere una relazione: lui ferisce sempre le persone, è una persona terribile, che tutto era basato su una bugia, che io non lo conoscevo, che lui non era in grado di capirmi. Mi parlò di quello che scrisse su quell'articolo. Mi lasciò con un bacio sulla fronte ed una lacrima, dicendomi di tenerci e che se mi avesse conosciuta quando aveva 20 anni - prima che si "ammalasse" ho interpretato - mi avrebbe già chiesto di sposarlo. Ha detto di volermi continuare ad aiutare con il libro.
Perché con me si è fermato prima di intraprendere una relazione dicendomi la verità? E' successo qualcosa di diverso con me rispetto che con le altre? E' sempre ingenuo pensare che siamo stati quelli che hanno fatto stare bene e meglio una persona. Ma è possibile che si sia riaccesa qualche emozione?
Grazie in anticipo.
[#1]
Gentile ragazza,
rileggendo il consulto
e poi nuovamente il titolo:
"Anestesia emotiva: quando si risveglia un'emozione?"
mi sono chiesta a chi si riferiva:
a lui? a sè?
Il fatto è che di lui sappiamo così poco...,
delle sue dinamiche interiori, affettive,
della sua "malattia"
dei disagi che vive o che ha vissuto.
E dunque ancora una volta mi sembra saggio il diktat del sito:
si risponde unicamente alle problematiche di chi ci scrive.
Quali sono le Sue?
Forse aver nutrito delle aspettative inappropriate alla persona che si trovava davanti.
In questo non sottovaluterei la differenza di età,
in altre fasi della vita veramente insignificante;
ma i 10 anni tra i 20 e i 30 contengono una marea di esperienze forse non sempre conciliabili con l'altra/o.
Quali sentimenti sta vivendo ora Lei?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
rileggendo il consulto
e poi nuovamente il titolo:
"Anestesia emotiva: quando si risveglia un'emozione?"
mi sono chiesta a chi si riferiva:
a lui? a sè?
Il fatto è che di lui sappiamo così poco...,
delle sue dinamiche interiori, affettive,
della sua "malattia"
dei disagi che vive o che ha vissuto.
E dunque ancora una volta mi sembra saggio il diktat del sito:
si risponde unicamente alle problematiche di chi ci scrive.
Quali sono le Sue?
Forse aver nutrito delle aspettative inappropriate alla persona che si trovava davanti.
In questo non sottovaluterei la differenza di età,
in altre fasi della vita veramente insignificante;
ma i 10 anni tra i 20 e i 30 contengono una marea di esperienze forse non sempre conciliabili con l'altra/o.
Quali sentimenti sta vivendo ora Lei?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Mi riferivo a lui con quella domanda.
Ora io provo dolore ed un profondo dispiacere per la perdita di questa persona che fondamentalmente mi ha fatta crescere, mi ha fatta arrivare a nuove consapevolezze e conoscere meglio me stessa. E anche tanta impotenza per non poter cambiare la situazione. L'accettazione di questa realtà è molto difficile per me ora. Credo che sto cercando il più possibile una risposta alla domanda: cosa ho dato a questa persona che ha permesso di cambiare le dinamiche? Ma ha perfettamente ragione quando dice che è una domanda sul suo conto e non sul mio. So che la differenza di età è enorme, e a volte non c'entra la maturità, è un fatto di esperienze e se penso a me stessa tra dieci anni posso solo immaginare un mucchio di esperienze da cui imparare e crescere maggiormente. Adesso io vivo un pò nella speranza che lui un giorno possa tornare, ma so che è difficile e quasi sbagliato come pensiero, non posso bloccare la mia vita in funzione di ciò, però forse adesso quei pensieri mi aiutano a superare il dolore, la difficoltà del momento.
Ora io provo dolore ed un profondo dispiacere per la perdita di questa persona che fondamentalmente mi ha fatta crescere, mi ha fatta arrivare a nuove consapevolezze e conoscere meglio me stessa. E anche tanta impotenza per non poter cambiare la situazione. L'accettazione di questa realtà è molto difficile per me ora. Credo che sto cercando il più possibile una risposta alla domanda: cosa ho dato a questa persona che ha permesso di cambiare le dinamiche? Ma ha perfettamente ragione quando dice che è una domanda sul suo conto e non sul mio. So che la differenza di età è enorme, e a volte non c'entra la maturità, è un fatto di esperienze e se penso a me stessa tra dieci anni posso solo immaginare un mucchio di esperienze da cui imparare e crescere maggiormente. Adesso io vivo un pò nella speranza che lui un giorno possa tornare, ma so che è difficile e quasi sbagliato come pensiero, non posso bloccare la mia vita in funzione di ciò, però forse adesso quei pensieri mi aiutano a superare il dolore, la difficoltà del momento.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.9k visite dal 29/08/2019.
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