Parere su fine psicoterapia
Buonasera egregi Dottori chiedo un vostro parere sulla situazione che sto vivendo. Ho fatto un percorso ad indirizzo psicodinamico per 5 anni da poco concluso per ansia generalizzata, depressione minore ed attacchi di panico ed ipocondria. Non ho mai assunto nessuna terapia farmacologica. Ormai da più di un anno mi era stato detto dal terapeuta e da suo padre (mi seguiva quando il figlio era assente oppure in ferie) che il percorso era finito e non capivano come mai non me ne volevo andare (anche i sogni che riportavo segnavano comunque una mia difficoltà ad accettare la fine della scuola). Continuo col dire che andavo in certi periodi pure 5 volte settimanali e fino a scorso anno (pure chiamate di soccorso nel week end al terapeuta) e pure nell'ultima settimana di permanenza nello studio andavo ancora 3 volte. Nell'ultimo periodo si era sviluppato in me un sentimento di rabbia e disperazione perché non vedevo la fine. Il terapeuta bonariamente mi diceva nel tempo visto le mie difficoltà ad andare via, decidi tu quando non venire più. Arriviamo a metà luglio alle ferie del terapeuta, abbiamo avuto una litigata per il pagamento del suo compenso, il terapeuta va in ferie ma era convinto che andassi da suo padre e lo saldassi la prima volta che lo vedevo ma in realtà non sono più andato (mi sono sentito come libero dopo quella litigata/chiusura improvvisa) Nel tempo lui mi diceva di staccarmi ma di prendere xanax per 20 gg, che più cose facevo più il malessere sarebbe scomparso, il padre mi aveva indicato circa un mese di tempistica. Ora mi trovo a 44 giorni di astinenza terapeuta e ho del malessere continuo oltre ad una rabbia generale molto forte. Mio zio medico nonche terapeuta (diplomato in psicoterapia nella stessa scuola del mio terapeuta oltre ad essere suo compagno in questa specializzazione) è a conoscenza di tutto è dice che dovrei andare avanti con vita, non pensare al malessere, che più cose faccio più sparisce. Anche nel sogno di questi ultimi giorni "c'è il terapeuta che è in vacanza, mio padre che insiste e si arrabbia perché perché vuole ulteriori soccorsi telefonici e addirittura minaccia azioni legali se non lo ottiene e io che dico a mio padre di lasciare perdere e il discorso che i soldi che gli devo al terapeuta li ho dati a suo padre". Sicuramente in questo sogno c'è una parte di me rabbiosa perché non accetta abbandono/separazione oltre una preoccupazione per il discorso di non averlo saldato. Chiedo un parere perché sono impantanato, mio zio non mi dà pareri esaurienti e sinceramente provo una forte rabbia per il terapeuta oltre a non fiducia per tutte le parole e comportamenti accaduti l'ultima volta che l'ho visto e non ho più intenzione di vederlo. Dimenticavo di dire ho chiesto a mio zio se mi può essere utile fare qualche lezione da un altro terapeuta per aiutarmi ad accettare fine, eliminare rabbia e chiudere in pace con me e col passato ma non mi pare favorevole (comunqie qualcosa di breve perché non riuscirei a sostenere un altro percorso lungo per mancanza di voglia, non saprei cosa raccontare e ho sistemato quasi tutti gli aspetti e le cose che avevo in sospeso nella vita,) Grazie in anticipo per le delucidazioni
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Gentile Utente,
è molto intensa la sua aderenza al percorso di terapia, e sono certo questo le abbia consentito di raggiungere importanti obiettivi. Questo, tipicamente, avviene entro i confini di una relazione forte, e pensare di uscirne ci spaventa. Soprattutto se non è una scelta condivisa, come nel suo caso.
MI permetto di notare, che la difficoltà nel concludere il percorso terapeutico è una parte importante del lavoro tanto quanto l'ansia generalizzata, la depressione minore e il panico.
Lei ha consapevolezza che questa sua sensibilità alle chiusure sia un aspetto sul quale lavorare, e questo è molto importante, ma dovrebbe essere il risultato di un lavoro a due, non singolo (lei che da solo cerca "qualche lezione per accettare la fine") né tanto meno a tre (lei, il suo terapeuta e il padre del suo terapeuta).
Proverei a riprendere contatti con il suo terapeuta allo scopo di riparare, tra voi due, la frattura relazionale che c'è stata oppure, in alternativa, di rivolgersi ad un altro specialista della sua zona per lavorare sui temi che ancora sente caldi.
Ci aggiorni se le fa piacere.
Un caro saluto
è molto intensa la sua aderenza al percorso di terapia, e sono certo questo le abbia consentito di raggiungere importanti obiettivi. Questo, tipicamente, avviene entro i confini di una relazione forte, e pensare di uscirne ci spaventa. Soprattutto se non è una scelta condivisa, come nel suo caso.
MI permetto di notare, che la difficoltà nel concludere il percorso terapeutico è una parte importante del lavoro tanto quanto l'ansia generalizzata, la depressione minore e il panico.
Lei ha consapevolezza che questa sua sensibilità alle chiusure sia un aspetto sul quale lavorare, e questo è molto importante, ma dovrebbe essere il risultato di un lavoro a due, non singolo (lei che da solo cerca "qualche lezione per accettare la fine") né tanto meno a tre (lei, il suo terapeuta e il padre del suo terapeuta).
Proverei a riprendere contatti con il suo terapeuta allo scopo di riparare, tra voi due, la frattura relazionale che c'è stata oppure, in alternativa, di rivolgersi ad un altro specialista della sua zona per lavorare sui temi che ancora sente caldi.
Ci aggiorni se le fa piacere.
Un caro saluto
Dr. Alessio Vellucci
www.miodottore.it/alessio-vellucci/psicologo-psicoterapeuta-psicologo-clinico/roma
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Utente
Dottore la ringrazio della sollecita risposta. Effettivamente il mio problema sono gli addii, io ho subito pure mia perdita di mia madre a 9 anni di conseguenza sono sensibile al tasto abbandoni. C'è da capire come mai nonostante avendo parlato da innumerevole tempo con il terapeuta di chiusira, di abbandoni e lo stesso terapeuta da gennaio diceva che la malattia era finita e non capivo perché andavo ancora da lui ho uno stato di "malessre". Sinceramente sono consapevole del malessere, ma imbattermi in un nuovo percorso di cui si conosce l'inizio ma non la fine mi genera solo rabbia anche perché mi sento preso in giro visto non dovrei avere nulla e quindi non riuscirei ad affrontare un percorso di più di un tot di tempo perché rischierei mi stufo e mollo senza preavviso. La ringrazio che sta seguendo il mio caso. Io pensavo che si trattasse solo di una generica difficoltà di elaborazione di un lutto improvviso
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Gentile Utente,
Mi spiace molto per la dolorosa perdita di sua madre; sicuramente gli eventi di vita hanno contribuito a generare una sensibilità accentuata agli "addii" ed alle chiusure, ma sono certo rappresentino qualcosa sul quale, con il giusto lavoro, avrà potere.
Mi permetto di correggerla in una considerazione: lei può sempre conoscere la fine di un percorso terapeutico, perché la decisione è sempre e comunque sua.
Il terapeuta, in base alla propria esperienza, può suggerirle una modalità di frequenza, può ipotizzare una conclusione o non essere d'accordo se è lei a proporla, ma il tutto in un dialogo costante, con lei, che è in ogni momento libero di accettare o meno.
Le faccio un caro augurio, ha lavorato molto su di sé, si conceda anche quest'ultimo importante passaggio.
Un caro saluto
Mi spiace molto per la dolorosa perdita di sua madre; sicuramente gli eventi di vita hanno contribuito a generare una sensibilità accentuata agli "addii" ed alle chiusure, ma sono certo rappresentino qualcosa sul quale, con il giusto lavoro, avrà potere.
Mi permetto di correggerla in una considerazione: lei può sempre conoscere la fine di un percorso terapeutico, perché la decisione è sempre e comunque sua.
Il terapeuta, in base alla propria esperienza, può suggerirle una modalità di frequenza, può ipotizzare una conclusione o non essere d'accordo se è lei a proporla, ma il tutto in un dialogo costante, con lei, che è in ogni momento libero di accettare o meno.
Le faccio un caro augurio, ha lavorato molto su di sé, si conceda anche quest'ultimo importante passaggio.
Un caro saluto
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Utente
Dottore è molto gentile e disponibile... Le confesso che si c'è del malessere ma tornare da un psicoterapeuta anche se avevo chiesto il parere a mio zio mi crea quasi voglia di piangere. Non è stato un percorso normale ma una guerra quella che ho vissuto, lunga, dolorosa, che non finiva mai... Ho una paura immensa di immettermi in una cosa senza fine ora che mi ero abituato si col malessre ma a stare da solo. Veramente sono incredulo che non è stata affrontata a dovere la tematica della chiusura ed etc, quando erano pure gli stessi terapeuti ad essere stufo di mia rabbia per chiusura, paura di non farcela solo, rabbia per dover riprendere ricominciare vita etc, erano stati elaborati vissuto affettivo, il bisogno affettivo ed etc, sono argomenti le giuro detti, ridetti e straridetti. Se io andassi in terapia ora mi troverei senza argomenti mi verrebbe da raccontare solo ultima seduta come è finita e la varia rabbia per soldi spesi, tempo perso, danni subiti, etc. . Mi trovo veramente indeciso sul da farsi, quasi che speravo in una sua risposta che era tutto ok. Le ripeto che è molto gentile in questo mio momento di disagio personale.
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Utente
Dottore è molto gentile e disponibile... Le confesso che si c'è del malessere ma tornare da un psicoterapeuta anche se avevo chiesto il parere a mio zio mi crea quasi voglia di piangere. Non è stato un percorso normale ma una guerra quella che ho vissuto, lunga, dolorosa, che non finiva mai... Ho una paura immensa di immettermi in una cosa senza fine ora che mi ero abituato si col malessre ma a stare da solo. Veramente sono incredulo che non è stata affrontata a dovere la tematica della chiusura ed etc, quando erano pure gli stessi terapeuti ad essere stufo di mia rabbia per chiusura, paura di non farcela solo, rabbia per dover riprendere ricominciare vita etc, erano stati elaborati vissuto affettivo, il bisogno affettivo ed etc, sono argomenti le giuro detti, ridetti e straridetti. Se io andassi in terapia ora mi troverei senza argomenti mi verrebbe da raccontare solo ultima seduta come è finita e la varia rabbia per soldi spesi, tempo perso, danni subiti, etc. . Mi trovo veramente indeciso sul da farsi, quasi che speravo in una sua risposta che era tutto ok. Le ripeto che è molto gentile in questo mio momento di disagio personale. dimenticavo: ho pure paura di affezionarmi al nuovo eventualmente medico e allora si ricreerebbe lo stesso problema di prima dove non riuscivano a buttarmi fuori da studio e le assicuro che ne hanno fatto svariati di tentativi ma fallivano...l'unico andato bene è stata la chiusura con litigata ma forse è stata pure un bene non è normale avere una dipendenza da 5 volte la settimana l,ultimo periodo.
[#6]
Caro Utente,
Avevo inteso che la sensibilità che sente di avere nei rapporti, e a fronte della conclusione degli stessi, fosse un tema sul quale avesse desiderio di occuparsi ora. E' una zona di lavoro sulla quale è battuta poca luce finora, e comprendo si senta disorientato.
Le difficoltà che avverte all'idea di iniziare un nuovo percorso sono assolutamente comprensibili, ma come le ho detto è una scelta, Sua, che potrà anche decidere di concedersi in futuro. In alternativa, può lasciarsi guidare dalla consapevolezza che le interruzioni nei rapporti, soprattutto se brusche ed improvvise, la toccano in un tema profondo. Poi, cercare una soluzione o una strategia per regolare questo malessere, è un passo che farà se e quando lo riterrà opportuno.
Un caro augurio di buona fortuna
Avevo inteso che la sensibilità che sente di avere nei rapporti, e a fronte della conclusione degli stessi, fosse un tema sul quale avesse desiderio di occuparsi ora. E' una zona di lavoro sulla quale è battuta poca luce finora, e comprendo si senta disorientato.
Le difficoltà che avverte all'idea di iniziare un nuovo percorso sono assolutamente comprensibili, ma come le ho detto è una scelta, Sua, che potrà anche decidere di concedersi in futuro. In alternativa, può lasciarsi guidare dalla consapevolezza che le interruzioni nei rapporti, soprattutto se brusche ed improvvise, la toccano in un tema profondo. Poi, cercare una soluzione o una strategia per regolare questo malessere, è un passo che farà se e quando lo riterrà opportuno.
Un caro augurio di buona fortuna
[#7]
Utente
Dottore come sempre ringraziandola, la informo che mercoledì prossimo ho preso appuntamento con una terapeuta che mi hanno consigliato. Durante il colloquio telefonico ho spiegato la situazione, si è dimostrata molto disponibile e mi ha detto che non sarà una cosa lunga la elaborazione della fine del percorso, aggiungendo che per ogni persona è un passo delicato, nel mio con i miei vissuti ancora di più. Mi ha detto che già nella 3/4 volte conoscitive dovrebbero scaricarsi delle emozioni quali rabbia e organizzarsi i pensieri e col tempo arriverò pure a perdonare il terapeuta. Anche lei mi ha detto che per carità di può convivere col malessre ed affrontare vita che magari tende a sparire, ma inutile al giorno d,oggi con le possibilità che ci sono soffrire se c'è possibilità di accelerare processo elaborare il tutto. Non so il tipo di terapia che pratica ma ha detto che solo pochissime volte sono stati percorsi lunghi da lei. La ringrazio per gli auguri e mi preparo ad affrontare questa nuova avventura.
[#8]
Utente
Continuo la richiesta di consulto per il Dott. Bellucci. La nuova terapeuta oggi ha avuto una disdetta e mi ha chiamato a me proponendoci di incontrarla e così ho fatto: ha detto che ho una buona conoscenza di me stesso, non mi serve un percorso ma qualche consulenza, che ho una forte dipendenza da terapeuta precedente causa di tutte le volte che lo vedevo, che mi incontrerà per una volta a settimana per un breve periodo per evitare mi attacco a lei e che rischio che psicoanalizzo tutto facendo ancora terapia, che devo preparare una lettera in cui esprimo mie opinioni positive e negative su precedente terapeuta e percorso (che è molto importante il perdono e poi valuteremo insieme se mandargliela o no), che il sentimento di abbandoni è stato già molto discusso, si può solo accennare, che i sintomi fisici sono espressione della paura di non farcela, che sono guarito da molto tempo ma devo ancora accorgermi, che sono ho sensazioni di incredulita dovuti alla dipendenza, che devo un po' alla volta riabituarmi a fare cose. Diciamo sono ancora incredulo per quello che ha detto ma mi sento soddisfatto e mi ha fatto una buona impressione. Un caro saluto
[#9]
Gentile Utente,
Sono molto felice per Lei, leggendo le sue parole ho avuto la percezione che sia soddisfatto, anche se comprensibilmente non rinuncia alla cautela.
Mi sembra si sia rivolto ad un’ottima professionista, sono certo trarrà grandi benefici, in ognuna delle dimensioni che ha menzionato.
Le auguro il meglio
Un caro saluto
Sono molto felice per Lei, leggendo le sue parole ho avuto la percezione che sia soddisfatto, anche se comprensibilmente non rinuncia alla cautela.
Mi sembra si sia rivolto ad un’ottima professionista, sono certo trarrà grandi benefici, in ognuna delle dimensioni che ha menzionato.
Le auguro il meglio
Un caro saluto
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Utente
Buonasera Dottor Vellucci spero mi dia un opinione anche in questo caso. L'indomani della lezione ho ricevuto una comunicazione di una mia partenza per Roma a metà settembre (impegno inderogabile in quanto si tratta di lavoro). C'è da fare presente che io abito a Verona e per tutto il precedente percorso non mi sono mai mosso da Verona per 5 anni causa forte malesseri. Io ho da sempre paura aereo causa trauma del passato ma ora ho pure paura a prendere un treno oppure macchina perché non ho più fatto queste attività per anni e dunque di allontanarmi. L Ho fatto partecipe alla terapeuta di questa mia problematica nonche' dell'impegno inderogabile, chiedendole se alla prima disdetta o altro si ricordasse di me di chiamarmi oltre all'appuntamento già fissato di mercoledì. Per carità lei mi aveva detto che ho un problema di dipendenza, che non mi serve psicoterapia, ma 6/7 consulenze a 1 volta alla settimana (addirittura ha detto che forse mi sarebbero bastati i 3/4 incontri conoscitivi) e nel messaggio le ho pure detto che avevo già compilato la lettera assegnata. Al messaggio non ha mai risposto, e l ho trovata una forma di maleducazione, oltre al fatto che mi sono sentito non capito ed abbandonato quando la mia richiesta era seria e mi sono caricato di rabbia (deduco che su di lei si era trasferita la rabbia del mio precedente terapeuta). Lei ha detto che quando inizia un percorso di solito fa solo 2/3 settimane a 2 volte, poi passa subito ad 1 volta a settimana per il resto del percorso per evitare dipendenza. Posso chiederle in maniera decisa di aumentare il percorso a due volte a settimane per terminare prima questa situazione? Devo potermi muovere agevolmente da Verona e non posso sempre affidare agli altri incarichi che mi competono in prima persona ( ho sempre sta tensione/dolori continua, oltre che incredulità di non farcela, rabbia per essere rimasto solo, rabbia varia per ex terapeuta, delusione e tristezza per come è finito, etc) la ringrazio se mi darà un consiglio. Ps: ha fatto scuola cognitiva come lei. Cari saluti
[#11]
Gentile Utente,
Qualsiasi problema, reale o presunto non importa, che riguardi la relazione terapeutica, dovrebbe essere portato con fiducia ed affrontato con la sua terapeuta. Sono certo che saprà fornirle una spiegazione ragionevole del suo silenzio, anche se di primo impatto posso comprendere che lei abbia provato delusione e poi rabbia.
Rispetto all’aumentare la frequenza settimanale degli incontri allo scopo di abbreviare il percorso, dovrebbe parlarne ancora una volta con la sua terapeuta. Gli incontri di terapia, a differenza di altre branche quali la fisioterapia, privilegiano la dimensione qualitativa rispetto a quella quantitativa; ovvero più che il numero di incontri è determinate la qualità di quegli incontri, ma è qualcosa che scoprirete progressivamente insieme. Le stime che le ha offerto la collega sono indicative, ma devono necessariamente tenere conto della qualità del lavoro svolto.
Un caro saluto
Qualsiasi problema, reale o presunto non importa, che riguardi la relazione terapeutica, dovrebbe essere portato con fiducia ed affrontato con la sua terapeuta. Sono certo che saprà fornirle una spiegazione ragionevole del suo silenzio, anche se di primo impatto posso comprendere che lei abbia provato delusione e poi rabbia.
Rispetto all’aumentare la frequenza settimanale degli incontri allo scopo di abbreviare il percorso, dovrebbe parlarne ancora una volta con la sua terapeuta. Gli incontri di terapia, a differenza di altre branche quali la fisioterapia, privilegiano la dimensione qualitativa rispetto a quella quantitativa; ovvero più che il numero di incontri è determinate la qualità di quegli incontri, ma è qualcosa che scoprirete progressivamente insieme. Le stime che le ha offerto la collega sono indicative, ma devono necessariamente tenere conto della qualità del lavoro svolto.
Un caro saluto
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Utente
Grazie Dottore per la sua risposta ai miei quesiti, sicuramente come ho sempre fatto al precedente terapeuta riportero i sentimenti di abbandono, rabbia perché non ha risposto ai messaggi durante seduta (al precedente potevo mandare senza problemi SMS e pure su WhatsApp informarlo nei primi periodi, poi ovviamente ho smesso da solo col tempo). Stamattina ho nuovamente mandato il messaggio alla terapeuta per dire di aumentare volte settimana prossima perché sono a letto con mal di testa, problemi intestinali ed etc causa tensione e che io devo per forza muovermi, pare che ha risposto che farà il possibile. Dopotutto esco da un gran lavoro su me stesso (settembre 2013/luglio 2019) come lei ha pure affermato, anzi sono così entrato in fissa che mi capita di analizzare dal vivo le persone con cui interagisco...pazzesca sta cosa ma può fare pur piacere, tutta sta voglia di permanere in uno studio da voi non ne ho ma voglio proprio terminare e ripeterò con gentilezza il mio pensiero a proposito pure a Dottoressa. D'altra parte Dottore provi a mettersi nei miei panni 5 anni e mezzo, 50/60 Milà (andavo come le ripeto anche 5 volte settimanali), ora non mi sento così motivato di iniziare una cosa senza fine e conto ogni singola cosa, probabilmente con questa terapeuta sta uscendo il mio reale il mio reale carattere, finché prima ero assopito dalla malattia e non avevo forze e pretendo da lei risultati immediati. Scusi le mie parole di sfogo, è sempre molto gentile con me e la ringrazio. PS: dimenticavo di dirle che sono pure fidanzato a distanza con una ragazza del Sud, lei è sempre venuta ma ora ha problemi con il lavoro e da un po' non la vedo (la ragazza sta mostrando già da tempo segni di cedimento e malessre nonostante io le faccio presente situazione e la terapeuta è più che informata pure della mia situazione sentimentale). Se io dovessi perderla perché non riesco ad andare da lei causa malessre che lui non ha sistemato, altro che perdono al prendecedente terapeuta... Lo rovino proprio come mi ha già suggerito uno dei miei avvocati che seguono il mio lavoro causa responsabilità medica, evasione fiscale e quant'altro.
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 2.1k visite dal 26/08/2019.
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