come affrontare una situazione assurda
Buongiorno,
mio marito per la sua famiglia d'origine si è sempre fatto in quattro. Lui è sempre stato disponibile e ha sempre fatto tutto ciò che gli è stato chiesto. Purtroppo spesso e volentieri per difenderli si arrampica sui vetri e per assecondarli è arrivato ad assumere anche atteggiamenti che hanno danneggiato la sua immagine. Lui è quello che deve contribuire ma è quello che poi viene escluso (a mangiare siamo qui in tanti tu puoi andare a casa dei familiari di tua moglie ecc. questo anche a Natale)
Io non riesco a capire come mai sia così sottomesso: lui non riesce a vedere che viene solo sfruttato, non riesce a vedere che lui è il loro burattino Com'è' possibile tutto questo? Eppure lui non è uno stupido, è molto bravo nel suo lavoro, ha raggiunto un'ottima posizione.
Quando ci siamo sposati pensavo che la situazione cambiasse. Dopo parecchi anni, nonostante abbia una moglie che gli è sempre stata vicina e dei figli adorabili, la sua priorità sono ancora loro. Noi siamo sempre gli ultimi.
Quando io ho avuto bisogno per motivi di salute lui non era disponibile.
Le esigenze di casa nostra non le vede, noi possiamo sempre aspettare.
Cosa posso fare? Che atteggiamento devo assumere? Io ho provato più volte a parlarne con lui. Risultato si è chiuso sempre più in sé stesso, parla sempre meno, la nostra casa è diventata per lui un albergo.
Sono esasperata non so più cosa fare per risolvere questa situazione.
Grazie a chi mi può dare qualche consiglio.
mio marito per la sua famiglia d'origine si è sempre fatto in quattro. Lui è sempre stato disponibile e ha sempre fatto tutto ciò che gli è stato chiesto. Purtroppo spesso e volentieri per difenderli si arrampica sui vetri e per assecondarli è arrivato ad assumere anche atteggiamenti che hanno danneggiato la sua immagine. Lui è quello che deve contribuire ma è quello che poi viene escluso (a mangiare siamo qui in tanti tu puoi andare a casa dei familiari di tua moglie ecc. questo anche a Natale)
Io non riesco a capire come mai sia così sottomesso: lui non riesce a vedere che viene solo sfruttato, non riesce a vedere che lui è il loro burattino Com'è' possibile tutto questo? Eppure lui non è uno stupido, è molto bravo nel suo lavoro, ha raggiunto un'ottima posizione.
Quando ci siamo sposati pensavo che la situazione cambiasse. Dopo parecchi anni, nonostante abbia una moglie che gli è sempre stata vicina e dei figli adorabili, la sua priorità sono ancora loro. Noi siamo sempre gli ultimi.
Quando io ho avuto bisogno per motivi di salute lui non era disponibile.
Le esigenze di casa nostra non le vede, noi possiamo sempre aspettare.
Cosa posso fare? Che atteggiamento devo assumere? Io ho provato più volte a parlarne con lui. Risultato si è chiuso sempre più in sé stesso, parla sempre meno, la nostra casa è diventata per lui un albergo.
Sono esasperata non so più cosa fare per risolvere questa situazione.
Grazie a chi mi può dare qualche consiglio.
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Cara Utente,
la descrizione che fa della sua situazione familiare è molto accorata. Se la presenza, fisica ed emotiva, di suo marito è quella che lei racconta, posso immaginare la sua irritazione ed il suo dolore.
Potremmo provare a dare tante spiegazioni al suo comportamento, ma non sarebbero risolutive; in primis perché, trattandosi di lui e della sua mente, non sappiamo cosa lo muova nelle scelte che prende. Seconda poi, sposterebbe la nostra attenzione da lei a lui, portandoci a sperare che un giorno cambi e finalmente la renda felice, piuttosto che sia lei ad avere il potere di generare questo cambiamento.
Lei sembra desiderare una maggior partecipazione da parte di quest'uomo,vorrebbe sentire che lei e i suoi figli foste presenti nella sua mente, e sente di meritarlo. Ma si scontra con un atteggiamento passivo di lui, distante, che si sottrae, e questo le fa male, facendola sentire forse (mi corregga se sbaglio) trascurata e non amata. A quel punto, come ha detto, ne parla con lui, che però conferma atteggiamenti di chiusura e distanza, lasciandola sola e senza strumenti.
Posso immaginare la sua frustrazione, ma tenga presente che se la disponibilità di suo marito nei confronti della famiglia di origine è così intensa come la descrive, non si scardinerà facilmente perché, per così dire, è un ruolo appreso nella crescita.
Il consiglio che le do è comunque quello di non fermare il dialogo di fronte alla chiusura di suo marito ma, ancor più, di fargli arrivare la parte di lei che soffre per questa assenza, piuttosto che la rabbia, che facilmente in questi casi tende a sovrapporsi.
Un caro saluto
la descrizione che fa della sua situazione familiare è molto accorata. Se la presenza, fisica ed emotiva, di suo marito è quella che lei racconta, posso immaginare la sua irritazione ed il suo dolore.
Potremmo provare a dare tante spiegazioni al suo comportamento, ma non sarebbero risolutive; in primis perché, trattandosi di lui e della sua mente, non sappiamo cosa lo muova nelle scelte che prende. Seconda poi, sposterebbe la nostra attenzione da lei a lui, portandoci a sperare che un giorno cambi e finalmente la renda felice, piuttosto che sia lei ad avere il potere di generare questo cambiamento.
Lei sembra desiderare una maggior partecipazione da parte di quest'uomo,vorrebbe sentire che lei e i suoi figli foste presenti nella sua mente, e sente di meritarlo. Ma si scontra con un atteggiamento passivo di lui, distante, che si sottrae, e questo le fa male, facendola sentire forse (mi corregga se sbaglio) trascurata e non amata. A quel punto, come ha detto, ne parla con lui, che però conferma atteggiamenti di chiusura e distanza, lasciandola sola e senza strumenti.
Posso immaginare la sua frustrazione, ma tenga presente che se la disponibilità di suo marito nei confronti della famiglia di origine è così intensa come la descrive, non si scardinerà facilmente perché, per così dire, è un ruolo appreso nella crescita.
Il consiglio che le do è comunque quello di non fermare il dialogo di fronte alla chiusura di suo marito ma, ancor più, di fargli arrivare la parte di lei che soffre per questa assenza, piuttosto che la rabbia, che facilmente in questi casi tende a sovrapporsi.
Un caro saluto
Dr. Alessio Vellucci
www.miodottore.it/alessio-vellucci/psicologo-psicoterapeuta-psicologo-clinico/roma
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 822 visite dal 22/08/2019.
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