Sensi di colpa
Gentili Dottori,
Sono un ragazzo di 25 anni con una vita piuttosto normale ma un passato un pochettino turbolento a causa di problemi con mio padre e di bullismo. Ho sempre sofferto di sensi di colpa, scarsa autostima e ricerca di approvazione.
Già da bambino ci fu un episodio curioso che forse fu il preavviso del mio disturbo ossessivo: ad una festa rubai un soldatino e il giorno dopo andai piangendo da mio padre supplicandolo di restituirlo al bambino a cui l'avevo rubato perchè i sensi di colpa mi stavano massacrando.
Qualche anno dopo, a seguito di ripetuti eventi di bullismo, ho iniziato ad avere sensi di colpa nei confronti di ragazzi che avevo precedentemente bullizato io alle medie, quando forte del fatto che avevo un bel gruppo di amici a farmi da spalla, avevo più volte agito contro altri ragazzini più indifesi.
Ho iniziato ad avere veri e propri periodi, dalla durata anche di diversi mesi, in cui mi immaginavo questi ragazzini depressi e potenziali suicidi a causa mia, poi però nella realtà vivevano le loro normali vite, avevano voltato pagina, ma io ero rimasto li.
Analogamente all'università, in seguito a forte stress iniziai a sentirmi nuovamente in colpa verso quei ragazzini, ma ormai erano passati 10 anni, decisi allora di scrivergli e chiedergli scusa, la sorpresa fu che loro si sorpresero del mio malessere dicendomi che loro non ci avevano mai più pensato e semmai i loro problemi erano altri, non episodi vecchi di anni che seppur dolorosi avevano superato.
Ora, a distanza di 15 anni dalla fine delle medie, in seguito a forte stress lavorativo ci sono ricascato, mi sento come responsabile delle loro vite, come se loro dovessero suicidarsi da un momento all'altro e io venire incolpato perchè da ragazzino li avevo bullizzati, eppure ho parlato con loro, so che non ci pensano più, certo qualcuno di loro ha attraversato o attraversa periodi difficili ma a causa di altri problemi come lavoro, problemi in famiglia, percorsi sbagliati ma io mi sento come se tutte le loro vite dipendessero da me, come se il loro benessere o malessere dipendesse da me e mi sento in colpa, non posso modificare il passato e il disagio è molto forte.
Il bello è che negli anni ero anche diventato amico di tutti loro. Come ne posso uscire?
Sono un ragazzo di 25 anni con una vita piuttosto normale ma un passato un pochettino turbolento a causa di problemi con mio padre e di bullismo. Ho sempre sofferto di sensi di colpa, scarsa autostima e ricerca di approvazione.
Già da bambino ci fu un episodio curioso che forse fu il preavviso del mio disturbo ossessivo: ad una festa rubai un soldatino e il giorno dopo andai piangendo da mio padre supplicandolo di restituirlo al bambino a cui l'avevo rubato perchè i sensi di colpa mi stavano massacrando.
Qualche anno dopo, a seguito di ripetuti eventi di bullismo, ho iniziato ad avere sensi di colpa nei confronti di ragazzi che avevo precedentemente bullizato io alle medie, quando forte del fatto che avevo un bel gruppo di amici a farmi da spalla, avevo più volte agito contro altri ragazzini più indifesi.
Ho iniziato ad avere veri e propri periodi, dalla durata anche di diversi mesi, in cui mi immaginavo questi ragazzini depressi e potenziali suicidi a causa mia, poi però nella realtà vivevano le loro normali vite, avevano voltato pagina, ma io ero rimasto li.
Analogamente all'università, in seguito a forte stress iniziai a sentirmi nuovamente in colpa verso quei ragazzini, ma ormai erano passati 10 anni, decisi allora di scrivergli e chiedergli scusa, la sorpresa fu che loro si sorpresero del mio malessere dicendomi che loro non ci avevano mai più pensato e semmai i loro problemi erano altri, non episodi vecchi di anni che seppur dolorosi avevano superato.
Ora, a distanza di 15 anni dalla fine delle medie, in seguito a forte stress lavorativo ci sono ricascato, mi sento come responsabile delle loro vite, come se loro dovessero suicidarsi da un momento all'altro e io venire incolpato perchè da ragazzino li avevo bullizzati, eppure ho parlato con loro, so che non ci pensano più, certo qualcuno di loro ha attraversato o attraversa periodi difficili ma a causa di altri problemi come lavoro, problemi in famiglia, percorsi sbagliati ma io mi sento come se tutte le loro vite dipendessero da me, come se il loro benessere o malessere dipendesse da me e mi sento in colpa, non posso modificare il passato e il disagio è molto forte.
Il bello è che negli anni ero anche diventato amico di tutti loro. Come ne posso uscire?
[#1]
Caro Utente,
le fa molto onore riconoscere di aver commesso degli errori in passato, così come i tentativi di rimediare, ma è importante fare attenzione nell'attribuirsi le quote di responsabilità, che nel suo caso sembrano davvero molto elevate.
Mi spiego meglio: se riferisce di aver avuto atteggiamenti di prevaricazione nei confronti di compagni più deboli o soli, è certamente un comportamento sbagliato; ma è importante ricordare non soltanto come ciò sia accaduto alle soglie dell'adolescenza, ovvero in un periodo della vita complesso e turbolento per chiunque, ma anche come questi atti, come per tutti i bulli, non fossero una scelta, ma una manifestazione di disagio; magari più greve, ma sempre un riflesso di altro, che però allo stato attuale non conosciamo.
Ora, non voglio venderle l'assoluzione o la salvezza, ma ritengo possa essere per lei utile comprendere da dove nasca questo senso di responsabilità ipertrofico, così granitico da essere resistente anche alle rassicurazioni dei diretti interessati, i suoi ex compagni di scuola.
Mi permetto di suggerire che non siano gli atti di bullismo a generarle sofferenza, ma il giudizio che lei si sta dando da anni per averli commessi, e una strada percorribile sarebbe quella di capire chi nella sua vita abbia incarnato questo giudice così severo, che però oggi parla con la sua stessa voce interna.
Un caro saluto
le fa molto onore riconoscere di aver commesso degli errori in passato, così come i tentativi di rimediare, ma è importante fare attenzione nell'attribuirsi le quote di responsabilità, che nel suo caso sembrano davvero molto elevate.
Mi spiego meglio: se riferisce di aver avuto atteggiamenti di prevaricazione nei confronti di compagni più deboli o soli, è certamente un comportamento sbagliato; ma è importante ricordare non soltanto come ciò sia accaduto alle soglie dell'adolescenza, ovvero in un periodo della vita complesso e turbolento per chiunque, ma anche come questi atti, come per tutti i bulli, non fossero una scelta, ma una manifestazione di disagio; magari più greve, ma sempre un riflesso di altro, che però allo stato attuale non conosciamo.
Ora, non voglio venderle l'assoluzione o la salvezza, ma ritengo possa essere per lei utile comprendere da dove nasca questo senso di responsabilità ipertrofico, così granitico da essere resistente anche alle rassicurazioni dei diretti interessati, i suoi ex compagni di scuola.
Mi permetto di suggerire che non siano gli atti di bullismo a generarle sofferenza, ma il giudizio che lei si sta dando da anni per averli commessi, e una strada percorribile sarebbe quella di capire chi nella sua vita abbia incarnato questo giudice così severo, che però oggi parla con la sua stessa voce interna.
Un caro saluto
Dr. Alessio Vellucci
www.miodottore.it/alessio-vellucci/psicologo-psicoterapeuta-psicologo-clinico/roma
[#2]
Ex utente
Gentile Dottore, in effetti non capisco come mai la mia mente ritorni sempre a quegli episodi a distanza di così tanto tempo e in modo così invalidante. Pensi che nel 2014 avevo seguito una psicoterapia cognitivo-comportamentale che mi aveva guarito, ora ci sono ricascato e su suggerimento della mia ragazza mi sono rivolto a una psicoterapeuta specializzata in emdr, per provare a superare traumi infantili/adolescenziali forse una volta per tutte, curiosando su internet ho scoperto che anche lei se ne occupa, crede che questa tecnica possa darmi i benefici che cerco lasciandomi queste storie alle spalle una volta per tutte?
[#3]
Caro Lei,
purtroppo non conoscendo la sua storia personale non sono in grado di dirle se l'EMDR sia la soluzione più indicata per le sue difficoltà. Quello che posso dirle è che sia come tecnica, che come approccio terapeutico, l'EMDR ha un'importante efficacia, ma agisce comunque entro i confini di una buona alleanza terapeutica, ovvero un rapporto di fiducia e cooperazione con il proprio/la propria terapeuta. Per questo il mio consiglio è di esprimere dubbi e perplessità alla sua psicoterapeuta, in modo tale da ridefinire, collaborativamente, la direzione del vostro lavoro insieme.
Un caro saluto
purtroppo non conoscendo la sua storia personale non sono in grado di dirle se l'EMDR sia la soluzione più indicata per le sue difficoltà. Quello che posso dirle è che sia come tecnica, che come approccio terapeutico, l'EMDR ha un'importante efficacia, ma agisce comunque entro i confini di una buona alleanza terapeutica, ovvero un rapporto di fiducia e cooperazione con il proprio/la propria terapeuta. Per questo il mio consiglio è di esprimere dubbi e perplessità alla sua psicoterapeuta, in modo tale da ridefinire, collaborativamente, la direzione del vostro lavoro insieme.
Un caro saluto
[#4]
Ex utente
Gentile Dottore,
Con la psicoterapeuta mi sto trovando molto bene, mi fa sentire a mio agio e comprende i miei disturbi, purtroppo ora è in vacanza quindi mi sono un attimo da solo con le mie ansie. Ho però anche il supporto farmacologico che tuttavia al momento non mi ha dato grossi risultati. Per quanto riguarda il mio vissuto, non saprei a cosa far risalire questo mio senso di colpa, mia madre e la sua famiglia mi hanno da sempre inculcato una cultura rigorosamente cattolica, presumo sia da far risalire a quello. Mio padre invece era uno spirito libero, forse fin troppo, ma anche molto restrittivo e se si può dire cattivo. Con la terapeuta stiamo vagliando tutto il mio vissuto e mi ha anche fatto interrogare mia madre per cercare eventuali ricordi da me rimossi, è venuto fuori che mio padre minacciava il suicidio ogni qual volta mia madre cercasse di lasciarlo, forse da li la mia mente ha associato: torto = suicidio = colpa. Ma si figuri che io di questi eventi non avevo ricordi, è stata mia madre a riportarmeli assicurandomi che io ero presente a molte di queste scenate. Potrebbero essere elementi utili?
Con la psicoterapeuta mi sto trovando molto bene, mi fa sentire a mio agio e comprende i miei disturbi, purtroppo ora è in vacanza quindi mi sono un attimo da solo con le mie ansie. Ho però anche il supporto farmacologico che tuttavia al momento non mi ha dato grossi risultati. Per quanto riguarda il mio vissuto, non saprei a cosa far risalire questo mio senso di colpa, mia madre e la sua famiglia mi hanno da sempre inculcato una cultura rigorosamente cattolica, presumo sia da far risalire a quello. Mio padre invece era uno spirito libero, forse fin troppo, ma anche molto restrittivo e se si può dire cattivo. Con la terapeuta stiamo vagliando tutto il mio vissuto e mi ha anche fatto interrogare mia madre per cercare eventuali ricordi da me rimossi, è venuto fuori che mio padre minacciava il suicidio ogni qual volta mia madre cercasse di lasciarlo, forse da li la mia mente ha associato: torto = suicidio = colpa. Ma si figuri che io di questi eventi non avevo ricordi, è stata mia madre a riportarmeli assicurandomi che io ero presente a molte di queste scenate. Potrebbero essere elementi utili?
[#7]
Gentile Utente,
L'EMDR vanta importanti prove di efficacia in una grandissima varietà di problemi, tra cui anche le somatizzazioni. Non appena potrà riprendere gli incontri con la sua terapeuta sono certo pianificherete al meglio il vostro lavoro insieme.
Un caro saluto
L'EMDR vanta importanti prove di efficacia in una grandissima varietà di problemi, tra cui anche le somatizzazioni. Non appena potrà riprendere gli incontri con la sua terapeuta sono certo pianificherete al meglio il vostro lavoro insieme.
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.4k visite dal 21/08/2019.
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Approfondimento su Bullismo
Il bullismo comprende una serie di comportamenti violenti intenzionali di tipo fisico o verbale ripetuti nel tempo nei confronti di una determinata persona. Si può manifestare anche in modo virtuale online e sui social network (cyberbullismo).