Mio figlio di 14 anni vuole vedere il mio pene
Sono in imbarazzo e non so come comportarmi e ho pensato di scrivere.
Mio figlio ha 14 anni e credo che sia in piena fase dello sviluppo. Mi sono accorto spesso che si masturbava e ho fatto finta di nulla perché credo che sia un bisogno normale alla sua età.
In casa abbiamo una piscina e mi capita spesso di vederlo fare il bagno. Quando esce mi accorgo che si tocca molto e a volte gira a lungo nudo prima di vestirsi.
Invita spesso a casa i suoi amici e anche con loro si mostra spesso nudo. Ho pensato che facesse parte dei giochi da maschio, chi non si è mai misurato la lunghezza del pene?
Ieri però mi ha fatto una richiesta che mi ha turbato e mi ha fatto ripensare a tutti questi suoi comportamenti.
Mi ha chiesto se gli facevo vedere il mio pene. Non sapevo che cosa dire e sono letteralmente scappato senza rispondere. Oggi speravo di scamparla e invece è tornato alla carica. Gli ho chiesto perché lo volesse vedere e lui mi ha risposto che ne aveva voglia.
Non sono sicuro di che cosa sia giusto fare.
Mia moglie ha la sensazione che abbia tendenze omosessuali e mi ha chiesto di farlo per cercare di capire di più. Io sinceramente ho più di una perplessità. Intanto il pene di un uomo di 69 anni non so se sia una bellezza, poi sono in sovrappeso, con molto grasso nella zona pubica. Un aspetto che mi mette molto in imbarazzo sono anche le misure. Non riesco più ad avere erezioni da un po' di anni e mi sembra si sia persino ridotto, sia la lunghezza, sia la dimensione dei testicoli. Mio figlio ha, a riposo, un pene che sarà più del doppio del mio in erezione, non ho voglia di farglielo sapere.
Volevo chiedere alcune cose.
La sua è una richiesta che può capitare o è qualcosa di strano?
Può essere un segnale di omosessualità?
Quali altre implicazioni o interessi possono essere nascosti dietro a questa domanda?
Vuole vedere il mio pene perché sono suo padre e significa qualcosa o sono un uomo a cui ha il coraggio di chiederlo?
Se decidessi di rifiutarmi di farlo quale motivazione dovrei fornire?
È normale che ancora alla mia età mi faccia problemi di dimensioni?
Capisco che on line non sia facile, ma vi sarei grato se poteste darmi qualche indicazione.
Grazie
Mio figlio ha 14 anni e credo che sia in piena fase dello sviluppo. Mi sono accorto spesso che si masturbava e ho fatto finta di nulla perché credo che sia un bisogno normale alla sua età.
In casa abbiamo una piscina e mi capita spesso di vederlo fare il bagno. Quando esce mi accorgo che si tocca molto e a volte gira a lungo nudo prima di vestirsi.
Invita spesso a casa i suoi amici e anche con loro si mostra spesso nudo. Ho pensato che facesse parte dei giochi da maschio, chi non si è mai misurato la lunghezza del pene?
Ieri però mi ha fatto una richiesta che mi ha turbato e mi ha fatto ripensare a tutti questi suoi comportamenti.
Mi ha chiesto se gli facevo vedere il mio pene. Non sapevo che cosa dire e sono letteralmente scappato senza rispondere. Oggi speravo di scamparla e invece è tornato alla carica. Gli ho chiesto perché lo volesse vedere e lui mi ha risposto che ne aveva voglia.
Non sono sicuro di che cosa sia giusto fare.
Mia moglie ha la sensazione che abbia tendenze omosessuali e mi ha chiesto di farlo per cercare di capire di più. Io sinceramente ho più di una perplessità. Intanto il pene di un uomo di 69 anni non so se sia una bellezza, poi sono in sovrappeso, con molto grasso nella zona pubica. Un aspetto che mi mette molto in imbarazzo sono anche le misure. Non riesco più ad avere erezioni da un po' di anni e mi sembra si sia persino ridotto, sia la lunghezza, sia la dimensione dei testicoli. Mio figlio ha, a riposo, un pene che sarà più del doppio del mio in erezione, non ho voglia di farglielo sapere.
Volevo chiedere alcune cose.
La sua è una richiesta che può capitare o è qualcosa di strano?
Può essere un segnale di omosessualità?
Quali altre implicazioni o interessi possono essere nascosti dietro a questa domanda?
Vuole vedere il mio pene perché sono suo padre e significa qualcosa o sono un uomo a cui ha il coraggio di chiederlo?
Se decidessi di rifiutarmi di farlo quale motivazione dovrei fornire?
È normale che ancora alla mia età mi faccia problemi di dimensioni?
Capisco che on line non sia facile, ma vi sarei grato se poteste darmi qualche indicazione.
Grazie
[#1]
Gentile utente,
tutto può essere nella normalità statistica
tranne la nudità esibita davanti ai suoi amici.
Riguardo alla richiesta di vedere il Suo, di pene,
ciò significa che non lo ha mai visto?
Che Lei dunque è un tipo riservato al riguardo?
E dunque come mai non gli sono stati forniti input/regole riguardo ad una maggiore riservatezza?
Qui non si tratta di regole morali,
bensì di quel senso del pudore che nella nostra società copre le zone corporee della sessualità
e che anche la legge tutela.
E dunque in nome di tutto quanto ora detto
alla domanda di vedere il Suo pene
la risposta potrebbe essere "No, perchè il pene è privato".
Situazione differente è se accade occasionalmente in età infantile uscendo, ad es. dalla doccia, oppure facendo il bagno insieme.
Ma in età preadolescenziale la richiesta ex-novo ha un contenuto sessuale
che ritengo opportuno non assecondare.
Il fatto che lui "ne abbia voglia" non è una motivazione valida:
e se "avesse voglia" di vedere il pene di un bambino e questi fosse contrario, che succederebbe? si fermerebbe di fronte al NO? accetterebbe un NO alla sua voglia, oppure passerebbe ai fatti?
Come vede la situazione è assai più complessa di quanto una (apparentemente) semplice richiesta fa supporre.
Motivo per cui consiglierei a Voi due genitori un consulto di persona presso una Psicologa/o Psicoterapeuta della Vostra città:
ritenete di poterlo fare?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
tutto può essere nella normalità statistica
tranne la nudità esibita davanti ai suoi amici.
Riguardo alla richiesta di vedere il Suo, di pene,
ciò significa che non lo ha mai visto?
Che Lei dunque è un tipo riservato al riguardo?
E dunque come mai non gli sono stati forniti input/regole riguardo ad una maggiore riservatezza?
Qui non si tratta di regole morali,
bensì di quel senso del pudore che nella nostra società copre le zone corporee della sessualità
e che anche la legge tutela.
E dunque in nome di tutto quanto ora detto
alla domanda di vedere il Suo pene
la risposta potrebbe essere "No, perchè il pene è privato".
Situazione differente è se accade occasionalmente in età infantile uscendo, ad es. dalla doccia, oppure facendo il bagno insieme.
Ma in età preadolescenziale la richiesta ex-novo ha un contenuto sessuale
che ritengo opportuno non assecondare.
Il fatto che lui "ne abbia voglia" non è una motivazione valida:
e se "avesse voglia" di vedere il pene di un bambino e questi fosse contrario, che succederebbe? si fermerebbe di fronte al NO? accetterebbe un NO alla sua voglia, oppure passerebbe ai fatti?
Come vede la situazione è assai più complessa di quanto una (apparentemente) semplice richiesta fa supporre.
Motivo per cui consiglierei a Voi due genitori un consulto di persona presso una Psicologa/o Psicoterapeuta della Vostra città:
ritenete di poterlo fare?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Ex utente
È passato un po' di tempo, ma mi sembrava utile un aggiornamento, soprattutto perché le sue indicazioni sono state preziose.
Seguendo i suoi suggerimenti avevamo agito in due direzioni:
1. Non ho assecondato il desiderio di mio figlio di vedere il mio pene
2. Abbiamo consultato la psicologa della scuola per un parere sulla situazione. Ha fatto alcuni incontri con mio figlio e alla fine non ha evidenziato nulla di particolare.
In poco tempo tutto sembrava tornato alla normalità, fino alla scorsa settimana.
Siamo stati convocati a scuola per un episodio a dir poco spiacevole successo nello spogliatoio durante educazione fisica e per il quale saranno presi provvedimenti disciplinari.
In pratica è successo che mentre i ragazzi si cambiavano mio figlio avrebbe chiesto a un suo compagno se aveva voglia di masturbarsi insieme a lui. Il ragazzo non avrebbe accettato e allora mio figlio avrebbe iniziato a masturbarsi da solo, fino all'eiaculazione, che avrebbe anche sporcato un pantaloncini del ragazzo. Durante il suo atto sarebbe anche stato incitato dai compagni presenti. L'insegnante, attirato dal rumore, avrebbe sorpreso mio figlio nell'intento di rivestirsi, ma con una evidente erezione, di cui sembrava essere più fiero che imbarazzato.
I genitori del ragazzo hanno denunciato il fatto al dirigente scolastico.
Le cose che ci sconvolgono sono parecchie:
1. Al ritorno a casa non ha raccontato nulla, abbiamo appreso tutto solo a scuola
2. Ha voglia di masturbarsi con un ragazzo
3. Non ha problemi a farlo in pubblico, anzi...
4. Ha assecondato la sua voglia, incurante del rifiuto dell'altro
5. Ripreso dall'insegnante era fiero del suo atto
6. Alla nostra richiesta di spiegazioni ci ha detto che ne aveva voglia e non ha voluto fermarsi
7. La psicologa con cui aveva parlato prima di questo episodio non aveva evidenziato nulla (lei aveva visto più lontano...)
8. Ha un ottimo profitto scolastico, ma sembra non essere interessato ai problemi di condotta
9. Ha un pene con dimensioni che stanno diventando significative e sembra avere una gran voglia di ostentarlo e di toccarselo
Mi sembra evidente che abbiamo bisogno di un aiuto, ma mi piacerebbe anche sentire una sua opinione sull'accaduto, per quanto possibile.
Rispondo anche a una domanda che mi aveva fatto. Mio figlio non ha mai visto il mio pene perché è una parte del mio corpo che mi imbarazza molto e che ho sempre avuto difficoltà a mostrare persino a mia moglie. Sono sempre stato molto attento a dimostrarmi riservato. Credo, in qualche modo, di aver alimentato la sua curiosità con questo mio comportamento.
È proprio strano che stia succedendo questo proprio a me. Io ho sempre avuto problemi di accettazione del mio pene e delle sue dimensioni, problemi che sono aumentati in modo esponenziale con il mio aumento di peso e i problemi di erezione...e mio figlio si masturba in pubblico.
Che cosa abbiamo sbagliato?
Seguendo i suoi suggerimenti avevamo agito in due direzioni:
1. Non ho assecondato il desiderio di mio figlio di vedere il mio pene
2. Abbiamo consultato la psicologa della scuola per un parere sulla situazione. Ha fatto alcuni incontri con mio figlio e alla fine non ha evidenziato nulla di particolare.
In poco tempo tutto sembrava tornato alla normalità, fino alla scorsa settimana.
Siamo stati convocati a scuola per un episodio a dir poco spiacevole successo nello spogliatoio durante educazione fisica e per il quale saranno presi provvedimenti disciplinari.
In pratica è successo che mentre i ragazzi si cambiavano mio figlio avrebbe chiesto a un suo compagno se aveva voglia di masturbarsi insieme a lui. Il ragazzo non avrebbe accettato e allora mio figlio avrebbe iniziato a masturbarsi da solo, fino all'eiaculazione, che avrebbe anche sporcato un pantaloncini del ragazzo. Durante il suo atto sarebbe anche stato incitato dai compagni presenti. L'insegnante, attirato dal rumore, avrebbe sorpreso mio figlio nell'intento di rivestirsi, ma con una evidente erezione, di cui sembrava essere più fiero che imbarazzato.
I genitori del ragazzo hanno denunciato il fatto al dirigente scolastico.
Le cose che ci sconvolgono sono parecchie:
1. Al ritorno a casa non ha raccontato nulla, abbiamo appreso tutto solo a scuola
2. Ha voglia di masturbarsi con un ragazzo
3. Non ha problemi a farlo in pubblico, anzi...
4. Ha assecondato la sua voglia, incurante del rifiuto dell'altro
5. Ripreso dall'insegnante era fiero del suo atto
6. Alla nostra richiesta di spiegazioni ci ha detto che ne aveva voglia e non ha voluto fermarsi
7. La psicologa con cui aveva parlato prima di questo episodio non aveva evidenziato nulla (lei aveva visto più lontano...)
8. Ha un ottimo profitto scolastico, ma sembra non essere interessato ai problemi di condotta
9. Ha un pene con dimensioni che stanno diventando significative e sembra avere una gran voglia di ostentarlo e di toccarselo
Mi sembra evidente che abbiamo bisogno di un aiuto, ma mi piacerebbe anche sentire una sua opinione sull'accaduto, per quanto possibile.
Rispondo anche a una domanda che mi aveva fatto. Mio figlio non ha mai visto il mio pene perché è una parte del mio corpo che mi imbarazza molto e che ho sempre avuto difficoltà a mostrare persino a mia moglie. Sono sempre stato molto attento a dimostrarmi riservato. Credo, in qualche modo, di aver alimentato la sua curiosità con questo mio comportamento.
È proprio strano che stia succedendo questo proprio a me. Io ho sempre avuto problemi di accettazione del mio pene e delle sue dimensioni, problemi che sono aumentati in modo esponenziale con il mio aumento di peso e i problemi di erezione...e mio figlio si masturba in pubblico.
Che cosa abbiamo sbagliato?
[#3]
Gentile utente,
episodi come quelli da Lei riferiti non sono rarissimi tra i maschi puberi,
anche se francamente
collegandolo al testo del Consulto
elementi di intervento psicologico ci sono,
soprattutto - direi - per quanto riguarda un punto che Le ho già segnalato:
"Ho voglia e lo faccio",
"ci ha detto che ne aveva voglia e non ha voluto fermarsi".
Questo comportamento di "voglia",
cioè dominato dal "principio del piacere" (Freud),
è proprio dei bambini piccolissimi.
Via via, man mano che il bambino cresce apprende poi norme sociali e etiche (ad es. il rispetto del NO)
le quali mettono paletti allo straripare delle voglie.
La domanda,
sempre imbarazzante da fare ad un genitore, è:
Voi due genitori avete fatto la Vostra parte educativamente nel "contenere" le voglie,
nel porre - negli anni - paletti alle voglie ad es. alimentari, aggressive, egocentriche, ecc.,
oppure il ragazzo ha sempre avuto soddisfatte le sue varie voglie
e dunque ora - nella preadolescenza - quella sessuale?
Gradirei una Sua risposta
per poter dare indicazioni più precise su come agire
e quali interventi poter proporre al ragazzo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
episodi come quelli da Lei riferiti non sono rarissimi tra i maschi puberi,
anche se francamente
collegandolo al testo del Consulto
elementi di intervento psicologico ci sono,
soprattutto - direi - per quanto riguarda un punto che Le ho già segnalato:
"Ho voglia e lo faccio",
"ci ha detto che ne aveva voglia e non ha voluto fermarsi".
Questo comportamento di "voglia",
cioè dominato dal "principio del piacere" (Freud),
è proprio dei bambini piccolissimi.
Via via, man mano che il bambino cresce apprende poi norme sociali e etiche (ad es. il rispetto del NO)
le quali mettono paletti allo straripare delle voglie.
La domanda,
sempre imbarazzante da fare ad un genitore, è:
Voi due genitori avete fatto la Vostra parte educativamente nel "contenere" le voglie,
nel porre - negli anni - paletti alle voglie ad es. alimentari, aggressive, egocentriche, ecc.,
oppure il ragazzo ha sempre avuto soddisfatte le sue varie voglie
e dunque ora - nella preadolescenza - quella sessuale?
Gradirei una Sua risposta
per poter dare indicazioni più precise su come agire
e quali interventi poter proporre al ragazzo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#4]
Ex utente
Forse qualche responsabilità la abbiamo.
Io ho un problema con il cibo, nel quale sfogo le mie frustrazioni e le mie insicurezze...e che ho difficoltà a contenere.
Mia moglie ha 25 anni meno di me e, in un certo senso, sempre per insicurezza, credo di averla conquistata consentendole di soddisfare ogni suo desiderio...per fortuna non abbiamo difficoltà economiche.
Io e mia moglie abbiamo sempre cercato di offre a nostro figlio tutte le opportunità possibili, per cui più che dei no o dei paletti ha sempre avuto un ventaglio di alternative tra cui fare le sue scelte.
Mi rendo conto adesso che questo nostro atteggiamento probabilmente ha danneggiato nostro figlio, che ha avuto troppi pochi no e limitazioni.
Ritiene che questa possa essere una spiegazione possibile?
Siamo ancora in tempo per rimediare? Crede che possiamo essere capaci di introdurre paletti che noi stessi abbiamo difficoltà a rispettare?
Crede che oltre alla voglia sessuale ci sia anche qualche indizio di omosessualità?
Come ci dobbiamo muovere secondo lei?
Io ho un problema con il cibo, nel quale sfogo le mie frustrazioni e le mie insicurezze...e che ho difficoltà a contenere.
Mia moglie ha 25 anni meno di me e, in un certo senso, sempre per insicurezza, credo di averla conquistata consentendole di soddisfare ogni suo desiderio...per fortuna non abbiamo difficoltà economiche.
Io e mia moglie abbiamo sempre cercato di offre a nostro figlio tutte le opportunità possibili, per cui più che dei no o dei paletti ha sempre avuto un ventaglio di alternative tra cui fare le sue scelte.
Mi rendo conto adesso che questo nostro atteggiamento probabilmente ha danneggiato nostro figlio, che ha avuto troppi pochi no e limitazioni.
Ritiene che questa possa essere una spiegazione possibile?
Siamo ancora in tempo per rimediare? Crede che possiamo essere capaci di introdurre paletti che noi stessi abbiamo difficoltà a rispettare?
Crede che oltre alla voglia sessuale ci sia anche qualche indizio di omosessualità?
Come ci dobbiamo muovere secondo lei?
[#5]
Grazie delle indicazioni,
molto oneste e sincere.
"Come ci dobbiamo muovere secondo lei?"
Ritengo che due dovrebbero essere i percorsi psy,
in contemporanea.
* Uno per Suo figlio:
ha da imparare che avere un profitto ottimo a scuola non basta.
Quello che assicura la serenità nella vita personale e il successo nella professione è l' "intelligenza emotiva" (Goleman) cioè un mix tra mente, cuore, empatia, regole sociali.
Con gli adolescenti una psicoterapia non è fatta di vaghe conversazioni, perchè lì sono più abili di noi adulti.
Ma di un "contratto" terapeutico che va rispettato.
* Per i genitori, cioè Voi,
è opportuno un percorso di sostegno alla genitorialità,
che transiti anche attraverso un aiuto alle Vostre due persone, ognuna con le proprie fragilità, a quanto Lei sinceramente afferma.
Tenga conto che occorrono DUE Psicologhe/i differenti che siano però anche Psicoterapeute/i
con esperienza
e preparazione specifica nei settori
- dell'adolescenza
- e della genitorialità.
Con una psico-azione di tal genere si può ipotizzare una crescita dell'intero nucleo famigliare.
Riguardo all'omosessualità,
quanto accaduto non depone nè pro nè contro questa ipotesi.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
molto oneste e sincere.
"Come ci dobbiamo muovere secondo lei?"
Ritengo che due dovrebbero essere i percorsi psy,
in contemporanea.
* Uno per Suo figlio:
ha da imparare che avere un profitto ottimo a scuola non basta.
Quello che assicura la serenità nella vita personale e il successo nella professione è l' "intelligenza emotiva" (Goleman) cioè un mix tra mente, cuore, empatia, regole sociali.
Con gli adolescenti una psicoterapia non è fatta di vaghe conversazioni, perchè lì sono più abili di noi adulti.
Ma di un "contratto" terapeutico che va rispettato.
* Per i genitori, cioè Voi,
è opportuno un percorso di sostegno alla genitorialità,
che transiti anche attraverso un aiuto alle Vostre due persone, ognuna con le proprie fragilità, a quanto Lei sinceramente afferma.
Tenga conto che occorrono DUE Psicologhe/i differenti che siano però anche Psicoterapeute/i
con esperienza
e preparazione specifica nei settori
- dell'adolescenza
- e della genitorialità.
Con una psico-azione di tal genere si può ipotizzare una crescita dell'intero nucleo famigliare.
Riguardo all'omosessualità,
quanto accaduto non depone nè pro nè contro questa ipotesi.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
[#6]
Ex utente
La ringrazio molto e cercheremo sicuramente di seguire i suoi preziosi consigli.
Le scrivo ancora per quanto è successo oggi.
Ho pensato di parlare con mio figlio per cercare di capire che cosa gli stia succedendo. Ho provato a raccontargli qualcosa di personale per cercare di rompere il ghiaccio e sperare di spingerlo ad aprirsi con me.
Gli ho raccontato di quando avevo la sua età e avevo difficoltà a mostrarmi nudo anche in intimità. Lui mi ha sorpreso un po' quando mi ha detto che anche lui sarebbe imbarazzato se avesse il pene piccolo come il mio e mi ha detto che lui, al contrario, visto che ha buone dimensioni, ha piacere a mostrarsi. Mi ha detto che non è la prima volta che accade e che si è già fatto una certa fama tra i suoi amici.
Mi ha detto che ha sempre voglia di toccarsi e che gli capita spesso di avere erezioni che non riesce a controllare.
Ho cercato di spiegargli che non è solo una questione di misure, ma di riservatezza e intimità, valori da tutelare e proteggere.
Gli ho anche chiesto che cosa gli faccia pensare che il mio pene sia piccolo e lui mi ha detto che ne è sicuro perché mi spia dalla serratura mentre sono in bagno, da quando mi sono rifiutato di mostrargli il pene. Confesso che mi sono sentito molto a disagio e quando gli ho chiesto perché lo facesse mi ha detto che aveva bisogno di vederlo.
Gli ho chiesto di spiegarmi che cosa volesse dire e dopo molte reticenze mi ha raccontato questo.
Mi ha detto che si sente a disagio con alcuni ragazzi perché sono molto più vecchio dei loro padri e anche molto grasso e che quando lo vogliono prendere in giro gli dicono che ce l'ha piccolo come me, come tutti quelli grassi.
Da lì dice che è venuto il suo desiderio di vedermi il pene e, in un certo senso, anche di far vedere il suo.
Mi ha proprio fatto male al cuore questa cosa.
Ho sempre avuto mille dubbi e timori per la differenza di età con mia moglie, ma mai avrei pensato a un problema del genere.
Non so se sia proprio questa la verità, ma credo che tutta la storia possa prendere una piega diversa.
Mi spiace anche di essere rimasto lì come un rimbambito e non avere più avuto la forza di continuare. Mio figlio era visibilmente dispiaciuto di avermelo detto e io non ho più saputo aggiungere una parola.
Mio figlio si vergogna di me?
Sono un peso per lui?
Che cosa è giusto fare? Come posso cambiare?
Le scrivo ancora per quanto è successo oggi.
Ho pensato di parlare con mio figlio per cercare di capire che cosa gli stia succedendo. Ho provato a raccontargli qualcosa di personale per cercare di rompere il ghiaccio e sperare di spingerlo ad aprirsi con me.
Gli ho raccontato di quando avevo la sua età e avevo difficoltà a mostrarmi nudo anche in intimità. Lui mi ha sorpreso un po' quando mi ha detto che anche lui sarebbe imbarazzato se avesse il pene piccolo come il mio e mi ha detto che lui, al contrario, visto che ha buone dimensioni, ha piacere a mostrarsi. Mi ha detto che non è la prima volta che accade e che si è già fatto una certa fama tra i suoi amici.
Mi ha detto che ha sempre voglia di toccarsi e che gli capita spesso di avere erezioni che non riesce a controllare.
Ho cercato di spiegargli che non è solo una questione di misure, ma di riservatezza e intimità, valori da tutelare e proteggere.
Gli ho anche chiesto che cosa gli faccia pensare che il mio pene sia piccolo e lui mi ha detto che ne è sicuro perché mi spia dalla serratura mentre sono in bagno, da quando mi sono rifiutato di mostrargli il pene. Confesso che mi sono sentito molto a disagio e quando gli ho chiesto perché lo facesse mi ha detto che aveva bisogno di vederlo.
Gli ho chiesto di spiegarmi che cosa volesse dire e dopo molte reticenze mi ha raccontato questo.
Mi ha detto che si sente a disagio con alcuni ragazzi perché sono molto più vecchio dei loro padri e anche molto grasso e che quando lo vogliono prendere in giro gli dicono che ce l'ha piccolo come me, come tutti quelli grassi.
Da lì dice che è venuto il suo desiderio di vedermi il pene e, in un certo senso, anche di far vedere il suo.
Mi ha proprio fatto male al cuore questa cosa.
Ho sempre avuto mille dubbi e timori per la differenza di età con mia moglie, ma mai avrei pensato a un problema del genere.
Non so se sia proprio questa la verità, ma credo che tutta la storia possa prendere una piega diversa.
Mi spiace anche di essere rimasto lì come un rimbambito e non avere più avuto la forza di continuare. Mio figlio era visibilmente dispiaciuto di avermelo detto e io non ho più saputo aggiungere una parola.
Mio figlio si vergogna di me?
Sono un peso per lui?
Che cosa è giusto fare? Come posso cambiare?
[#7]
Gentile padre,
Lei è stato coraggioso, nel mostrarsi interiormente nudo a Suo figlio,
e Suo figlio ha fatto altrettanto con Lei:
entrambi avete svelato dei Vostri lati nascosti e molto privati
e ciò - ne sono certa - andrà a vantaggio della sincerità della Vostra relazione se ben gestito.
Ben gestito significa che
anche dopo questa "apertura reciproca del cuore"
Lei continua ad *essere* il padre
e a *fare* il padre, cioè a tenere con entrambe le mani il timone
senza scivolare su un piano pseudo-paritario
(che - tra il resto - La porterebbe probabilmente di nuovo alla richiesta di mostrargli il pene..).
Ora Lei si trova in una situazione sicuramente più sincera
ma anche più fragile.
Le Sue domande,
"Mio figlio si vergogna di me?
Sono un peso per lui?
Che cosa è giusto fare? Come posso cambiare?"
sono indice di una Sua "riflessione a mille" in questi giorni,
e di una Sua spinta al cambiamento come forse da tempo non provava:
cambiamento personale e genitoriale.
Non lasci che tale spinta vada a riassorbirsi nel trascorrere dei giorni,
si rivolga velocemente ad una Psicologa che sia anche Psicoterapeuta e con esperienza in queste tematiche,
si lasci aiutare.
Altrimenti sarà Suo figlio a prendere in mano il timone,
come l'esperienza con gli adolescenti quotidianamente insegna.
Avrei piacere di ricevere qualche Vostro aggiornamento,
e anche le migliaia di nostri utenti che nei mesi risultano aver letto la Sua vicenda
forse identificandosi
o cercando anch'essi risposte.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Lei è stato coraggioso, nel mostrarsi interiormente nudo a Suo figlio,
e Suo figlio ha fatto altrettanto con Lei:
entrambi avete svelato dei Vostri lati nascosti e molto privati
e ciò - ne sono certa - andrà a vantaggio della sincerità della Vostra relazione se ben gestito.
Ben gestito significa che
anche dopo questa "apertura reciproca del cuore"
Lei continua ad *essere* il padre
e a *fare* il padre, cioè a tenere con entrambe le mani il timone
senza scivolare su un piano pseudo-paritario
(che - tra il resto - La porterebbe probabilmente di nuovo alla richiesta di mostrargli il pene..).
Ora Lei si trova in una situazione sicuramente più sincera
ma anche più fragile.
Le Sue domande,
"Mio figlio si vergogna di me?
Sono un peso per lui?
Che cosa è giusto fare? Come posso cambiare?"
sono indice di una Sua "riflessione a mille" in questi giorni,
e di una Sua spinta al cambiamento come forse da tempo non provava:
cambiamento personale e genitoriale.
Non lasci che tale spinta vada a riassorbirsi nel trascorrere dei giorni,
si rivolga velocemente ad una Psicologa che sia anche Psicoterapeuta e con esperienza in queste tematiche,
si lasci aiutare.
Altrimenti sarà Suo figlio a prendere in mano il timone,
come l'esperienza con gli adolescenti quotidianamente insegna.
Avrei piacere di ricevere qualche Vostro aggiornamento,
e anche le migliaia di nostri utenti che nei mesi risultano aver letto la Sua vicenda
forse identificandosi
o cercando anch'essi risposte.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#8]
Ex utente
Da qualche mese lo psicoterapeuta cui mi ero inizialmente rivolto per mio figlio mi ha diagnosticato un problema di depressione.
Sono molto preoccupato per questo.
Mi svegliavo la mattina con una sensazione di paura che non so comprendere, che non avevo mai provato prima.
Gli antidepressivi che mi ha somministrato mi stanno aiutando molto a superare questa sensazione.
Malgrado il sonnifero, che sto progressivamente aumentando nelle ultime settimane, non riesco, però proprio a dormire. Mi capita di andare a letto e addormentarmi facilmente, ma poi mi sveglio verso le 2 poi con molta fatica mi riaddormento, mi risveglio verso le 5 e non dormo più in nessun modo.
Sono letteralmente sfinito, ho perso anche diversi chili, che non mi fa male, ma forse non è un buon segno per il modo in cui li sto perdendo.
Pensa che possa essere in qualche modo legato a questo rapporto particolare con mio figlio?
Mi aveva turbato molto il pensiero di essere per lui una fonte di vergogna rispetto ai suoi amici. Ho anche il timore di perdere punti agli occhi di mia moglie per questa situazione. In più non ho mai avuto un rapporto facile con la sessualità per via delle mie dimensioni e la questione, neanche a farlo apposta, riguarda proprio questo tema.
E' possibile che si sia risvegliato in me qualcosa di irrisolto?
Quanto può durare questa situazione?
Per quanto tempo si possono prendere sonniferi senza diventare irrimediabilmente dipendenti da essi?
Un altro aspetto per me pesante è il fatto che antidepressivi e sonnifero hanno totalmente eliminato ogni mia erezione. Prima avevo delle difficoltà ora è una totale calma piatta. Mia moglie è molto più giovane di me e non riuscire più a soddisfarla sessualmente mi preoccupa. Posso intervenire in qualche modo?
Mi perdoni per l'interrogatorio, ma lo psicoterapeuta, che molto mi ha aiutato a uscire dalla morsa della paura, ha tempi troppo lunghi e io ho l'ansia di chiudere questo capitolo difficile al più presto.
La ringrazio molto se vorrà offrirmi le sue impressioni.
Sono molto preoccupato per questo.
Mi svegliavo la mattina con una sensazione di paura che non so comprendere, che non avevo mai provato prima.
Gli antidepressivi che mi ha somministrato mi stanno aiutando molto a superare questa sensazione.
Malgrado il sonnifero, che sto progressivamente aumentando nelle ultime settimane, non riesco, però proprio a dormire. Mi capita di andare a letto e addormentarmi facilmente, ma poi mi sveglio verso le 2 poi con molta fatica mi riaddormento, mi risveglio verso le 5 e non dormo più in nessun modo.
Sono letteralmente sfinito, ho perso anche diversi chili, che non mi fa male, ma forse non è un buon segno per il modo in cui li sto perdendo.
Pensa che possa essere in qualche modo legato a questo rapporto particolare con mio figlio?
Mi aveva turbato molto il pensiero di essere per lui una fonte di vergogna rispetto ai suoi amici. Ho anche il timore di perdere punti agli occhi di mia moglie per questa situazione. In più non ho mai avuto un rapporto facile con la sessualità per via delle mie dimensioni e la questione, neanche a farlo apposta, riguarda proprio questo tema.
E' possibile che si sia risvegliato in me qualcosa di irrisolto?
Quanto può durare questa situazione?
Per quanto tempo si possono prendere sonniferi senza diventare irrimediabilmente dipendenti da essi?
Un altro aspetto per me pesante è il fatto che antidepressivi e sonnifero hanno totalmente eliminato ogni mia erezione. Prima avevo delle difficoltà ora è una totale calma piatta. Mia moglie è molto più giovane di me e non riuscire più a soddisfarla sessualmente mi preoccupa. Posso intervenire in qualche modo?
Mi perdoni per l'interrogatorio, ma lo psicoterapeuta, che molto mi ha aiutato a uscire dalla morsa della paura, ha tempi troppo lunghi e io ho l'ansia di chiudere questo capitolo difficile al più presto.
La ringrazio molto se vorrà offrirmi le sue impressioni.
[#9]
Gentile utente,
ci dice che
"lo psicoterapeuta...ha tempi troppo lunghi..".
Ma se la diagnosi è "depressione" il percorso di psicoterapia deve svolgersi con regolarità almeno settimanale,
con uno Psicologo anche Psicoterapeuta;
terapia farmacologica + psicoterapia sono infatti le modalità di cura di elezione per la depressione, come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html .
Tutte le domande che Lei rivolge a noi troveranno spazio di ascolto e risposte all'interno di un regolare percorso psicoterapeutico
nel quale Lei avrà davanti uno Specialista che La conosce in concreto. Molti sono i nuclei da approfondire riguardanti la Sua vita che emergono dalla prima parte del presente consulto di qualche mese fa.
La fretta di "chiudere questo capitolo difficile al più presto" non è buona consigliera. I disturbi ci parlano delle nostre necessità e bisogni profondi; non ascoltare con rispetto ed attenzione le voci che da essi provengono non facilità certo la guarigione.
Riguardo alle ricadute dei farmaci sulla sessualità,
può sicuramente riferirlo allo Psichiatra,
chiedendo se esistano farmaci alternativi privi di tali conseguenze.
Cordiali saluti.
Dott. Brunialti
ci dice che
"lo psicoterapeuta...ha tempi troppo lunghi..".
Ma se la diagnosi è "depressione" il percorso di psicoterapia deve svolgersi con regolarità almeno settimanale,
con uno Psicologo anche Psicoterapeuta;
terapia farmacologica + psicoterapia sono infatti le modalità di cura di elezione per la depressione, come potrà leggere qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html .
Tutte le domande che Lei rivolge a noi troveranno spazio di ascolto e risposte all'interno di un regolare percorso psicoterapeutico
nel quale Lei avrà davanti uno Specialista che La conosce in concreto. Molti sono i nuclei da approfondire riguardanti la Sua vita che emergono dalla prima parte del presente consulto di qualche mese fa.
La fretta di "chiudere questo capitolo difficile al più presto" non è buona consigliera. I disturbi ci parlano delle nostre necessità e bisogni profondi; non ascoltare con rispetto ed attenzione le voci che da essi provengono non facilità certo la guarigione.
Riguardo alle ricadute dei farmaci sulla sessualità,
può sicuramente riferirlo allo Psichiatra,
chiedendo se esistano farmaci alternativi privi di tali conseguenze.
Cordiali saluti.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 123.9k visite dal 18/08/2019.
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