Mania e ira con disposofobia
Caro dottore,
le scrivo perché da un po di tempo abbiamo notato in famiglia un comportamento anomalo di nostro padre.
Premetto che lui ha avuto una infanzia un po difficile:infatti ha trascorso diversi anni in collegio mentre il fratello minore era con i genitori. Nel collegio non possedeva nulla di suo e quello che gli portavano ogni tanto i genitori lo doveva condividere con i compagni (obbligato dalle suore).
Oggi ha 66 anni.
Non è mai stato una persona di cuore soprattutto con i famigliari.
Oggi vive solo con mia madre(che per non litigare cerca di assecondarlo)e noi figli viviamo in altre città per lavoro; vedendolo di tanto in tanto stiamo notando un peggioramento impressionante.
Ecco alcuni esempi per chiarire un po il problema.
A tavola è impensabile anche proporre di cambiare canale televisivo: la reazione è un improvviso scatto di ira ( si alza spegne con violenza la tv), è geloso se mia madre dà più attenzione a noi figli o ai nipoti di soli 2 anni anzichè a lui (addirittura si innervosisce se si da un biscotto ai bambini e dice che per lui nn ci sono attenzioni di questo genere).
Pur non avendo problemi economici cerca di risparmiare su tutto ( l' acqua calda si apre solo in caso di estrema necessità,infatti per lavare i piatti scalda poche dita di acqua in una pentola e a volte la recupera per conservarla).
In casa fa continui lavoretti lasciando tutto a metà; ha montato 8 condizionatori d'aria, ma ovviamente non posso essere utilizzati in quanto il consumo sarebbe eccessivo e qualora noi li accendessimo diventerebbe intrattabile.
Mia madre non è libera di fare le sue uscite pomeridiane (Chiesa, palestra, corsi di inglese) che lui è con l'orologio alla mano che l'attende anche perchè non bisogna sgarrare con il rigoroso orario di cena.
Ci sono dei periodi dell'anno (quaresima) nei quali decide di saltare il pranzo e passare dalla colazione direttamente alla cena ( nonostante il parere contrario dei medici).
In casa sono in due e hanno ben 4 macchine di cui 2 non possono essere assolutamente toccate da nessuno per nessun motivo.
Una nipotina aveva preso una sua scacchiera (di poco valore e nessun legame affettivo) per fargliela vedere e lui l'ha strattonata buttandola per terra dicendole parolacce.
Ormai ha una tavernetta dove a mala pena esiste un passaggio, è stracolma di oggetti inutili e di ogni genere.
Controlla nella spazzatura ciò che buttiamo ed è capace anche di conservare bottiglie di plastica, buste aperte delle lettere, vestiti vecchi, ect.
Apparentemente, parlandoci di persona, altra gente non sospetterebbe nulla. Come possiamo aiutarlo?
Si tratta di una malattia o solo di un tratto caratteriale?
A chi potremmo rivolgerci considerando che lui non è consapevole di queste sue manie e sarebbe impensabile cercare a parole di farglielo capire?
Grazie per l'interessamento.
Manuel
le scrivo perché da un po di tempo abbiamo notato in famiglia un comportamento anomalo di nostro padre.
Premetto che lui ha avuto una infanzia un po difficile:infatti ha trascorso diversi anni in collegio mentre il fratello minore era con i genitori. Nel collegio non possedeva nulla di suo e quello che gli portavano ogni tanto i genitori lo doveva condividere con i compagni (obbligato dalle suore).
Oggi ha 66 anni.
Non è mai stato una persona di cuore soprattutto con i famigliari.
Oggi vive solo con mia madre(che per non litigare cerca di assecondarlo)e noi figli viviamo in altre città per lavoro; vedendolo di tanto in tanto stiamo notando un peggioramento impressionante.
Ecco alcuni esempi per chiarire un po il problema.
A tavola è impensabile anche proporre di cambiare canale televisivo: la reazione è un improvviso scatto di ira ( si alza spegne con violenza la tv), è geloso se mia madre dà più attenzione a noi figli o ai nipoti di soli 2 anni anzichè a lui (addirittura si innervosisce se si da un biscotto ai bambini e dice che per lui nn ci sono attenzioni di questo genere).
Pur non avendo problemi economici cerca di risparmiare su tutto ( l' acqua calda si apre solo in caso di estrema necessità,infatti per lavare i piatti scalda poche dita di acqua in una pentola e a volte la recupera per conservarla).
In casa fa continui lavoretti lasciando tutto a metà; ha montato 8 condizionatori d'aria, ma ovviamente non posso essere utilizzati in quanto il consumo sarebbe eccessivo e qualora noi li accendessimo diventerebbe intrattabile.
Mia madre non è libera di fare le sue uscite pomeridiane (Chiesa, palestra, corsi di inglese) che lui è con l'orologio alla mano che l'attende anche perchè non bisogna sgarrare con il rigoroso orario di cena.
Ci sono dei periodi dell'anno (quaresima) nei quali decide di saltare il pranzo e passare dalla colazione direttamente alla cena ( nonostante il parere contrario dei medici).
In casa sono in due e hanno ben 4 macchine di cui 2 non possono essere assolutamente toccate da nessuno per nessun motivo.
Una nipotina aveva preso una sua scacchiera (di poco valore e nessun legame affettivo) per fargliela vedere e lui l'ha strattonata buttandola per terra dicendole parolacce.
Ormai ha una tavernetta dove a mala pena esiste un passaggio, è stracolma di oggetti inutili e di ogni genere.
Controlla nella spazzatura ciò che buttiamo ed è capace anche di conservare bottiglie di plastica, buste aperte delle lettere, vestiti vecchi, ect.
Apparentemente, parlandoci di persona, altra gente non sospetterebbe nulla. Come possiamo aiutarlo?
Si tratta di una malattia o solo di un tratto caratteriale?
A chi potremmo rivolgerci considerando che lui non è consapevole di queste sue manie e sarebbe impensabile cercare a parole di farglielo capire?
Grazie per l'interessamento.
Manuel
[#1]
gentilissimi, vista la rigidità del suo comportamento ed il disagio collettivo da esso provocato non credo si possa parlare di tratto caratteriale anche se non necessariamente si debbano considerare le sue reazioni patologiche. Tuttavia se tale atteggiamento crea problemi in ambito famigliare non può e non deve essere preso alla leggera. Una migliore visione per una eventuale diagnosi dovrebbe comunque prendere in considerazione il suo vissuto emotivo che in questa occasione non abbiamo. Una consulenza famigliare sarebbe auspicabile senza necessariamente considerare come paziente designato vostro padre. Potreste evidenziare anche un disagio di sua madre che necessita di un intervento e l'invio ad un terapeuta famigliare potrebbe essere una mossa iniziale.
cordialmente
cordialmente
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile utente
Anche se tutto sommato suo padre non è molto in là con gli anni, credo che sarebbe indicato innanzitutto un parere di tipo psichiatrico o neurologico.
Cordiali saluti
Anche se tutto sommato suo padre non è molto in là con gli anni, credo che sarebbe indicato innanzitutto un parere di tipo psichiatrico o neurologico.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Gentile Utente,
immagino quanto sia difficile trattare con vostro padre, e chissà come reagirà quando gli direte che deve farsi aiutare da qualcuno...
L'unico modo per convincere vostro padre ad effettuare una valutazione psichiatrica (secondo me essenziale) passa attraverso due cose:
1- contattate prima voi famigliari (tutti d'accordo ovviamente) un CPS e andateci la prima volta voi, spiegando allo psichiatra la situazione del papà
2- dovete essere tutti d'accordo su questo passo, e sarà l'unico modo per spronare il papà a farsi aiutare (e in questo senso credo che il vero scoglio sarà vostra madre, abituata a comportarsi in modo passivo)
l'idea del CPS dovrebbe smorzare la prima critica che vostro padre potrebbe farvi ("con quello che costano i dottori!")
Lo psichiatra sarà anche in grado di suggerirvi l'eventuale approfondimento neurologico.
Se siete uniti riuscirete a modificare questa pesante situazione
Vi faccio i miei migliri auguri
immagino quanto sia difficile trattare con vostro padre, e chissà come reagirà quando gli direte che deve farsi aiutare da qualcuno...
L'unico modo per convincere vostro padre ad effettuare una valutazione psichiatrica (secondo me essenziale) passa attraverso due cose:
1- contattate prima voi famigliari (tutti d'accordo ovviamente) un CPS e andateci la prima volta voi, spiegando allo psichiatra la situazione del papà
2- dovete essere tutti d'accordo su questo passo, e sarà l'unico modo per spronare il papà a farsi aiutare (e in questo senso credo che il vero scoglio sarà vostra madre, abituata a comportarsi in modo passivo)
l'idea del CPS dovrebbe smorzare la prima critica che vostro padre potrebbe farvi ("con quello che costano i dottori!")
Lo psichiatra sarà anche in grado di suggerirvi l'eventuale approfondimento neurologico.
Se siete uniti riuscirete a modificare questa pesante situazione
Vi faccio i miei migliri auguri
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#4]
Gentile Utente,
Affidatevi ad uno psicoterapeuta. Il problema sarò quello di convincere il padre ad andarci.
Propendo per uno psicoterapeuta, e privato. Perché in una struttura pubblica suo padre non vorrà metterci piede.
Comunque la situazione non è facile perché suo padre ha 66 anni, non ha, probabilmente, una consapevolezza delle sue manie e delle sue stranezze. Forse la vita in collegio ha provocato tutto questo suo malessere e queste preoccupazioni economiche debordanti da situazioni reali. Infatti 4 auto per 2 soggetti, 8 apparecchi condizionatori: ci vuole danaro per comprarli. Ci vuole una fissazione mentale per non usarli.
Ma tutto questo vostro padre non lo ammetterà mai. Una struttura pubblica sarebbe indicata, ma suo padre la scarterà apriori, perchè sarebbe come ammettere di essere malato e di avere bisogno di interventi da parte di specialisti come psichiatri o neurologi.
Forse se contattate prima uno psichiatra libero professionista, o uno psicologo e poi uno psicoterapeuta, forse, riuscirete a trovare un modo per portarci vostro padre, magari per poche sedute. Sarà lui poi a decidere se continuare.
Sinceramente non è facile. Ma non vi resta altra scelta. Anche e soprattutto per il bene della salute mentale suo padre.
Auguri e cordiali saluti.
Affidatevi ad uno psicoterapeuta. Il problema sarò quello di convincere il padre ad andarci.
Propendo per uno psicoterapeuta, e privato. Perché in una struttura pubblica suo padre non vorrà metterci piede.
Comunque la situazione non è facile perché suo padre ha 66 anni, non ha, probabilmente, una consapevolezza delle sue manie e delle sue stranezze. Forse la vita in collegio ha provocato tutto questo suo malessere e queste preoccupazioni economiche debordanti da situazioni reali. Infatti 4 auto per 2 soggetti, 8 apparecchi condizionatori: ci vuole danaro per comprarli. Ci vuole una fissazione mentale per non usarli.
Ma tutto questo vostro padre non lo ammetterà mai. Una struttura pubblica sarebbe indicata, ma suo padre la scarterà apriori, perchè sarebbe come ammettere di essere malato e di avere bisogno di interventi da parte di specialisti come psichiatri o neurologi.
Forse se contattate prima uno psichiatra libero professionista, o uno psicologo e poi uno psicoterapeuta, forse, riuscirete a trovare un modo per portarci vostro padre, magari per poche sedute. Sarà lui poi a decidere se continuare.
Sinceramente non è facile. Ma non vi resta altra scelta. Anche e soprattutto per il bene della salute mentale suo padre.
Auguri e cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 4.8k visite dal 21/02/2009.
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