I suoi sex toys mi inibiscono?
Ho pensato di scrivere per una questione imbarazzante. Da circa sei mesi sto con una donna che ha venti anni più di me. Ci siamo conosciuti sui campi da tennis e in qualche modo abbiamo subito legato e cominciato a uscire, anche se stiamo scoprendo di essere molto diversi c'è qualcosa che ci unisce con forza. Lei lavora per una multinazionale che la porta a girare il mondo, io lavoro in banca sotto casa e se prendo un aereo sto male. Lei ha tre figli da due diversi mariti e io vivo con i miei, soprattutto per una questione di praticità. Lei fa le immersioni e io non so stare a galla. Lei ha un fisico da urlo, io non sono niente male, ho sempre fatto molta palestra, anche se negli ultimi anni ho mollato un po' e ho qualche chilo in più da smaltire.
Con la racchetta me la cavo molto bene e questo ha fatto scattare la scintilla.
A letto abbiamo iniziato molto forte. Nei primi mesi lo facevamo continuamente e ovunque. Lei poi è stata spesso fuori per lavoro e forzatamente abbiamo dovuto rallentare. Quando è tornata non è più stato come prima, nel senso che i rapporti andavano molto bene ma erano meno frequenti. A giugno ha cominciato a chiedermi di usare dei sex toy di vario genere. All'inizio l'ho trovato divertente poi ho cominciato a essere a disagio quando ha voluto un pene gigante in silicone. Le piace essere penetrata con il pene finto e nel mentre guardarmi mentre mi masturbo. Oppure le piace indossare lei il pene e giocare a penetrarmi come in un rapporto gay.
Non so se siano fantasie comuni, ma sta di fatto che ho cominciato ad avere problemi di erezione, che mai avevo conosciuto. Nelle ultime volte non sono mai riuscito ad arrivare a infilarmi il preservativo. Abbiamo provato a parlarne e anche a eliminare i giochini, ma niente. Quando mi masturbo da solo ho erezioni potenti e durature, come sempre, ma con lei si è rotto qualcosa e non so più come aggiustarlo. Con lei sono bloccato. All'inizio avevo pensato potesse essere una questione di dimensioni, il pene in silicone è gigante rispetto al mio e lei lo preferisce a me. Poi mi sono sentito stupido a essere geloso di un coso in silicone. Non ho mai avuto particolari complessi per le mie dimensioni, non sono certo un superdotato, ma forse persino un po' sopra la media si.
Ho pensato anche che potesse essere legato agli ostacoli che ci creano le nostre famiglie. Mia madre si è messa subito di traverso quando ha saputo dei due mariti e dei tre figli. Da parte sua sono riuscito a conquistare due figli su tre. Il più piccolo non va bene a scuola, è sempre attaccato al cellulare, è in sovrappeso, soffre di attacchi di panico, fa un tic con la faccia e soprattutto non mi può soffrire. È sempre negativo nei miei confronti, quando litighiamo mi dice di andare a casa da mammina. Mi deride perché abito con i miei.
Vorrei risolvere i problemi a letto perché ci tengo a lei e anche se siamo così diversi, quando siamo insieme siamo anime gemelle.
Che cosa mi è successo? Che cosa posso fare?
Con la racchetta me la cavo molto bene e questo ha fatto scattare la scintilla.
A letto abbiamo iniziato molto forte. Nei primi mesi lo facevamo continuamente e ovunque. Lei poi è stata spesso fuori per lavoro e forzatamente abbiamo dovuto rallentare. Quando è tornata non è più stato come prima, nel senso che i rapporti andavano molto bene ma erano meno frequenti. A giugno ha cominciato a chiedermi di usare dei sex toy di vario genere. All'inizio l'ho trovato divertente poi ho cominciato a essere a disagio quando ha voluto un pene gigante in silicone. Le piace essere penetrata con il pene finto e nel mentre guardarmi mentre mi masturbo. Oppure le piace indossare lei il pene e giocare a penetrarmi come in un rapporto gay.
Non so se siano fantasie comuni, ma sta di fatto che ho cominciato ad avere problemi di erezione, che mai avevo conosciuto. Nelle ultime volte non sono mai riuscito ad arrivare a infilarmi il preservativo. Abbiamo provato a parlarne e anche a eliminare i giochini, ma niente. Quando mi masturbo da solo ho erezioni potenti e durature, come sempre, ma con lei si è rotto qualcosa e non so più come aggiustarlo. Con lei sono bloccato. All'inizio avevo pensato potesse essere una questione di dimensioni, il pene in silicone è gigante rispetto al mio e lei lo preferisce a me. Poi mi sono sentito stupido a essere geloso di un coso in silicone. Non ho mai avuto particolari complessi per le mie dimensioni, non sono certo un superdotato, ma forse persino un po' sopra la media si.
Ho pensato anche che potesse essere legato agli ostacoli che ci creano le nostre famiglie. Mia madre si è messa subito di traverso quando ha saputo dei due mariti e dei tre figli. Da parte sua sono riuscito a conquistare due figli su tre. Il più piccolo non va bene a scuola, è sempre attaccato al cellulare, è in sovrappeso, soffre di attacchi di panico, fa un tic con la faccia e soprattutto non mi può soffrire. È sempre negativo nei miei confronti, quando litighiamo mi dice di andare a casa da mammina. Mi deride perché abito con i miei.
Vorrei risolvere i problemi a letto perché ci tengo a lei e anche se siamo così diversi, quando siamo insieme siamo anime gemelle.
Che cosa mi è successo? Che cosa posso fare?
[#1]
"Che cosa mi è successo? Che cosa posso fare?"
Gentile Utente,
nonostante la sua precisa ed ampia descrizione, tramite un consulto on line è chiaramente impossibile rispondere alla sua prima domanda, se non azzardando generiche ipotesi che a poco le servirebbero.
Riguardo a cosa può fare, sarebbe a mio avviso utile un confronto di persona con un nostro collega psicoterapeuta, per poter approfondire meglio quel lavoro introspettivo da Lei già iniziato.
Solitamente (se non ci sono problemi fisici, come parrebbe verosimile dal suo racconto) le difficoltà sotto le lenzuola sono lo specchio di altri tipi di problemi a livello relazionale della coppia, o individuale del singolo. Spesso le difficoltà espresse dai corpi anticipano la consapevolezza emotiva di ciò che sta accadendo.
Una relazione funziona e fa star bene quando passione, intimità e progettualità riecono ad essere sufficientemente in equilibrio: si tratta di analizzare se e in quali termini nel vostro caso tale equilibrio sia andato perduto. Solo così si potrà comprendere quale sia la strada da intraprendere per recuperare la stabilità.
Se le cose non si risolvono prima, a fine settembre potrebbe approfittare delle consulenze sessuologiche gratuite, offerte da tanti specialisti in tutto il Paese, nell'ambito della Settimana del Benessere Sessuale promossa dalla FISS (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica).
Cordialità.
Gentile Utente,
nonostante la sua precisa ed ampia descrizione, tramite un consulto on line è chiaramente impossibile rispondere alla sua prima domanda, se non azzardando generiche ipotesi che a poco le servirebbero.
Riguardo a cosa può fare, sarebbe a mio avviso utile un confronto di persona con un nostro collega psicoterapeuta, per poter approfondire meglio quel lavoro introspettivo da Lei già iniziato.
Solitamente (se non ci sono problemi fisici, come parrebbe verosimile dal suo racconto) le difficoltà sotto le lenzuola sono lo specchio di altri tipi di problemi a livello relazionale della coppia, o individuale del singolo. Spesso le difficoltà espresse dai corpi anticipano la consapevolezza emotiva di ciò che sta accadendo.
Una relazione funziona e fa star bene quando passione, intimità e progettualità riecono ad essere sufficientemente in equilibrio: si tratta di analizzare se e in quali termini nel vostro caso tale equilibrio sia andato perduto. Solo così si potrà comprendere quale sia la strada da intraprendere per recuperare la stabilità.
Se le cose non si risolvono prima, a fine settembre potrebbe approfittare delle consulenze sessuologiche gratuite, offerte da tanti specialisti in tutto il Paese, nell'ambito della Settimana del Benessere Sessuale promossa dalla FISS (Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica).
Cordialità.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Gentile utente,
le problematiche che Lei ci propone sono davvero parecchi:
donna con figli e Lei tuttora figlio,
donna disinibita e Lei in difficoltà,
le performances sportive della Signora che sembrano poco compatibili con una over 60,
un figlio piccolo della signora, contrario,
i Suoi genitori - di Lei che scrive - contrari.
Se nonostante la situazione aggrovigliata Lei ci tiene a questa relazione,
Le consiglio qualche seduta di persona dallo Psicologo per chiarirsi anche rispetto alla situazione sessuale, probabile riflesso di tutto quanto sopra.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
le problematiche che Lei ci propone sono davvero parecchi:
donna con figli e Lei tuttora figlio,
donna disinibita e Lei in difficoltà,
le performances sportive della Signora che sembrano poco compatibili con una over 60,
un figlio piccolo della signora, contrario,
i Suoi genitori - di Lei che scrive - contrari.
Se nonostante la situazione aggrovigliata Lei ci tiene a questa relazione,
Le consiglio qualche seduta di persona dallo Psicologo per chiarirsi anche rispetto alla situazione sessuale, probabile riflesso di tutto quanto sopra.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Ex utente
Ieri sera è andata di nuovo male: un'altra erezione mancata e poi sul più bello rientra a casa suo figlio per rompere.
Ero molto arrabbiato e sono andato a fare una doccia. Mentre mi stavo asciugando ho iniziato a masturbarmi perché non potevo credere di avere fatto ancora cilecca. A quel punto inizia il disastro. Non so se il ragazzino mi stesse spiando dal buco della serratura, ma all'improvviso entra in bagno, si tira giù i pantaloni e inizia a chiamare sua madre, dicendole che io lo avevo costretto a toccarmi. Quando lei arriva ci trova nudi e io con l'erezione. Ho veramente temuto il peggio. Lei con molta freddezza lo ha mandato in camera sua e poi mi ha detto che mi doveva parlare.
Quasi in lacrime mi ha raccontato che non era la prima volta che si trovava in una situazione del genere. Da quando ha lasciato suo padre ha avuto una serie di brevi relazioni a cui lui si è sempre opposto in ogni modo, costringendola a interrompere. Mi ha detto che con me vorrebbe continuare, ma che dobbiamo fare molta attenzione. Abbiamo parlato a lungo di come potrebbe essere il nostro futuro insieme e di come provare a gestire la relazione con suo figlio. Mentre parlavamo lui è tornato e si preparava per uscire di nuovo. Ho notato che faceva molto il tic che ha e che evitava il mio sguardo. Quando si è avvicinato alla porta per uscire io l'ho chiamato per nome e gli ho detto che per me era tutto a posto e che se voleva potevamo parlarne quando si sarebbe sentito pronto. Lui mi ha risposto ok, senza neanche voltarsi. Poi si è voltato all'improvviso e mi ha detto che non capiva perché sua madre volesse stare con uno sfigato come me che vive ancora con mammina e che si caga sotto a prendere l'aereo.
Io ho incassato senza aprire bocca, ma mi sono frullate in testa le sue parole per tutta la sera.
Con lei abbiamo parlato molto un po' di tutto. Mi ha detto di essere stata sorpresa dal vedere una mia erezione così, visto che poco prima non ero riuscito a combinare molto. Io ho cercato di essere molto chiaro e trasparente su tutti gli argomenti, anche le parole di suo figlio e mi sembra che lei abbia apprezzato.
Quando sono tornato a casa mia madre mi ha visto contrariato e ha voluto parlare. Io ero un po' reticente ma poi le ho raccontato l'episodio con il ragazzino. Lei si è imbufalita e mi ha detto che stavo sciupando la mia vita con gente troppo diversa da noi. Mettendomi un po' nell'angolo mi ha fatto parlare anche dei problemi di erezione. Mia madre così ha coinvolto anche mio padre, il quale le ha subito detto di prenotarmi una visita andrologica. Io ho cercato di spiegare che le erezioni ci sono, ma che mi blocco con lei e che quindi forse era più opportuno uno psicoterapeuta. Mio padre mi ha detto che quello no, che nella nostra famiglia nessuno è mai andato dallo psicoterapeuta e che certamente suo figlio non sarebbe stato il primo.
Già prima di questo racconto a lei la situazione sembrava ingrovigliata, chissà adesso!
La ringrazio molto per il suggerimento delle consulenze sessuologiche gratuite.
Francamente spero che la situazione si sistemi prima, anche perché dovrei andarci di nascosto dai miei.
Forse è questo che intende quando mi scrive che io sono ancora figlio. Mi rendo conto che a volte sono trattato dai miei come un ragazzino ma in fondo credo di essermi adattato per comodità. L'immagine dello sfigato che il figlio di lei mi ha sbattuto in faccia mi ha lasciato un bel segno, credo che in qualche modo abbia toccato un nervo sensibile. La mia vita vista con gli occhi degli altri non mi sembra così bella. Anche il discorso dell'aereo mi ha dato fastidio. Non credo di essere l'unica persona che non vola, ma per questo essere un cagasotto.
Immagino che non lo scriverà mai, ma anche lei ha avuto la sensazione di leggere i racconti di uno sfigato?
Altre volte mi era stato rinfacciato il fatto di non saper nuotare o di non avere la patente. Se guidassi una macchina sportiva guadagnerei dei punti?
La serata di ieri ha minato un po' il mio equilibrio generale.
Grazie per avermi risposto.
Ero molto arrabbiato e sono andato a fare una doccia. Mentre mi stavo asciugando ho iniziato a masturbarmi perché non potevo credere di avere fatto ancora cilecca. A quel punto inizia il disastro. Non so se il ragazzino mi stesse spiando dal buco della serratura, ma all'improvviso entra in bagno, si tira giù i pantaloni e inizia a chiamare sua madre, dicendole che io lo avevo costretto a toccarmi. Quando lei arriva ci trova nudi e io con l'erezione. Ho veramente temuto il peggio. Lei con molta freddezza lo ha mandato in camera sua e poi mi ha detto che mi doveva parlare.
Quasi in lacrime mi ha raccontato che non era la prima volta che si trovava in una situazione del genere. Da quando ha lasciato suo padre ha avuto una serie di brevi relazioni a cui lui si è sempre opposto in ogni modo, costringendola a interrompere. Mi ha detto che con me vorrebbe continuare, ma che dobbiamo fare molta attenzione. Abbiamo parlato a lungo di come potrebbe essere il nostro futuro insieme e di come provare a gestire la relazione con suo figlio. Mentre parlavamo lui è tornato e si preparava per uscire di nuovo. Ho notato che faceva molto il tic che ha e che evitava il mio sguardo. Quando si è avvicinato alla porta per uscire io l'ho chiamato per nome e gli ho detto che per me era tutto a posto e che se voleva potevamo parlarne quando si sarebbe sentito pronto. Lui mi ha risposto ok, senza neanche voltarsi. Poi si è voltato all'improvviso e mi ha detto che non capiva perché sua madre volesse stare con uno sfigato come me che vive ancora con mammina e che si caga sotto a prendere l'aereo.
Io ho incassato senza aprire bocca, ma mi sono frullate in testa le sue parole per tutta la sera.
Con lei abbiamo parlato molto un po' di tutto. Mi ha detto di essere stata sorpresa dal vedere una mia erezione così, visto che poco prima non ero riuscito a combinare molto. Io ho cercato di essere molto chiaro e trasparente su tutti gli argomenti, anche le parole di suo figlio e mi sembra che lei abbia apprezzato.
Quando sono tornato a casa mia madre mi ha visto contrariato e ha voluto parlare. Io ero un po' reticente ma poi le ho raccontato l'episodio con il ragazzino. Lei si è imbufalita e mi ha detto che stavo sciupando la mia vita con gente troppo diversa da noi. Mettendomi un po' nell'angolo mi ha fatto parlare anche dei problemi di erezione. Mia madre così ha coinvolto anche mio padre, il quale le ha subito detto di prenotarmi una visita andrologica. Io ho cercato di spiegare che le erezioni ci sono, ma che mi blocco con lei e che quindi forse era più opportuno uno psicoterapeuta. Mio padre mi ha detto che quello no, che nella nostra famiglia nessuno è mai andato dallo psicoterapeuta e che certamente suo figlio non sarebbe stato il primo.
Già prima di questo racconto a lei la situazione sembrava ingrovigliata, chissà adesso!
La ringrazio molto per il suggerimento delle consulenze sessuologiche gratuite.
Francamente spero che la situazione si sistemi prima, anche perché dovrei andarci di nascosto dai miei.
Forse è questo che intende quando mi scrive che io sono ancora figlio. Mi rendo conto che a volte sono trattato dai miei come un ragazzino ma in fondo credo di essermi adattato per comodità. L'immagine dello sfigato che il figlio di lei mi ha sbattuto in faccia mi ha lasciato un bel segno, credo che in qualche modo abbia toccato un nervo sensibile. La mia vita vista con gli occhi degli altri non mi sembra così bella. Anche il discorso dell'aereo mi ha dato fastidio. Non credo di essere l'unica persona che non vola, ma per questo essere un cagasotto.
Immagino che non lo scriverà mai, ma anche lei ha avuto la sensazione di leggere i racconti di uno sfigato?
Altre volte mi era stato rinfacciato il fatto di non saper nuotare o di non avere la patente. Se guidassi una macchina sportiva guadagnerei dei punti?
La serata di ieri ha minato un po' il mio equilibrio generale.
Grazie per avermi risposto.
[#4]
*La mia via vista dagli occhi degli altri non mi sembra essere così bella...*
Gentile utente,
Alcuni punti deboli glieli ho già segnalati in #2, altri ne ha aggiunti Lei sopra...
Qualche passo evolutivo (patente, casa propria, distanziamento adulto dai genitori, ecc.) Le gioverebbe sicuramente e La metterebbe in linea con la Sua età anagrafica.
Ma per farlo forse avrà bisogno di aiuto, non dei genitori come un ragazzino, bensì di un professionista.
Online più di questo è difficile dire.
Buona giornata.
Dott. Brunialti
Gentile utente,
Alcuni punti deboli glieli ho già segnalati in #2, altri ne ha aggiunti Lei sopra...
Qualche passo evolutivo (patente, casa propria, distanziamento adulto dai genitori, ecc.) Le gioverebbe sicuramente e La metterebbe in linea con la Sua età anagrafica.
Ma per farlo forse avrà bisogno di aiuto, non dei genitori come un ragazzino, bensì di un professionista.
Online più di questo è difficile dire.
Buona giornata.
Dott. Brunialti
[#5]
Ex utente
La ringrazio per tutte le sue risposte, anche se quando scrive "qualche passo evolutivo Le gioverebbe sicuramente e La metterebbe in linea con la Sua età anagrafica" mi ha proprio messo ko.
Non me la prendo con lei, sta cercando di capirmi e di aiutarmi, ma mi rendo conto che alcune mie situazioni non mi sono di aiuto. Forse non lo avevo mai realizzato così bene.
Non guido la macchina perché quando avevo 19 anni ho avuto un grave incidente con l'auto, in cui hanno perso la vita entrambi i miei nonni. Ero solo passeggero, ma non ce l'ho mai più fatta a guidare, anche se avevo già superato la parte teorica, non ho mai più dato la pratica.
Non ho una casa propria perché pensavo di fare questo passo per stare con una donna. Anche se ho avuto diverse relazioni, con nessuna siamo mai arrivati a quel punto. In più mio padre ha gravi problemi con la schiena e vivere con loro mi permette di dargli una grossa mano.
Distanziamento adulto dai miei genitori non so bene cosa significhi. Se si riferisce al fatto che dico tutto a mia madre e che le lascio fare cose che potrei fare da solo, dico si, è vero. Per altro con chi dovrei parlarne? Ho degli amici, ma non mi fa piacere condividere dettagli intimi di questo genere. Quanto a un professionista non ci avevo mai pensato. Anche perché a parte questa questione dell'erezione non avevo mai avuto difficoltà particolari.
Mi rendo conto che alcune cose della mia vita non siano del tutto in linea con la media. Potrei essere sposato, avere dei figli e una famiglia a cui badare.
Per altro penso di essermi anche dato abbastanza da fare, mi sono anche divertito, ma non credo di aver trovato una persona con cui impegnarmi.
Solo adesso, per la prima volta, potrebbe essere il momento giusto, anche se la situazione è abbastanza complicata.
Questa sera ci siamo visti è abbiamo ancora parlato tanto.
Le ho chiesto di dirmi una cosa di me che se potesse vorrebbe cambiare.
Lei ha scelto l'aereo. Dice che ci limita molto, che il mondo per noi accessibile diventa molto limitato.
Le ho anche chiesto una sua opinione sul mio rapporto con i miei genitori. Lei lo ha definito opprimente e soffocante. Credo che il suo parere sia condizionato soprattutto da quel che accade nei suoi confronti, non posso certo darle torto.
Le ho parlato anche dei sex toys e delle cose che non mi sono piaciute.
Come Le dicevo ieri l'idea di vedere un professionista non è vista di buon occhio in famiglia, tuttavia potrei anche pensarci.
Mi rendo conto che parlare con lei mi costringe a rivedere le cose che faccio da un punto di vista diverso e a rielaborarle con l'aiuto di un parere professionale.
Non so se sia anche merito di questo, ma alla fine della serata ci siamo salutati con baci appassionati. Mentre me la stringevo tra le braccia e avevo una gran voglia di averla ho avuto una bella erezione, di quelle di un po' di tempo fa. Lo abbiamo fatto in modo molto affettuoso e delicato.
Non so se si sia ristabilito quell'equilibrio che abbiamo perduto, ma solo il fatto che abbiano cercato di ritrovarlo insieme mi conforta.
Un professionista forse mi potrebbe aiutare a fare ancora meglio. Penso però anche una cosa, che dei genitori non abbiano bisogno solo i ragazzini, ma ognuno di noi finché vive, anche se è difficile avere questa fortuna.
Non voglio fare polemica con lei, ma un poco mi sono sentito ferito.
Non me la prendo con lei, sta cercando di capirmi e di aiutarmi, ma mi rendo conto che alcune mie situazioni non mi sono di aiuto. Forse non lo avevo mai realizzato così bene.
Non guido la macchina perché quando avevo 19 anni ho avuto un grave incidente con l'auto, in cui hanno perso la vita entrambi i miei nonni. Ero solo passeggero, ma non ce l'ho mai più fatta a guidare, anche se avevo già superato la parte teorica, non ho mai più dato la pratica.
Non ho una casa propria perché pensavo di fare questo passo per stare con una donna. Anche se ho avuto diverse relazioni, con nessuna siamo mai arrivati a quel punto. In più mio padre ha gravi problemi con la schiena e vivere con loro mi permette di dargli una grossa mano.
Distanziamento adulto dai miei genitori non so bene cosa significhi. Se si riferisce al fatto che dico tutto a mia madre e che le lascio fare cose che potrei fare da solo, dico si, è vero. Per altro con chi dovrei parlarne? Ho degli amici, ma non mi fa piacere condividere dettagli intimi di questo genere. Quanto a un professionista non ci avevo mai pensato. Anche perché a parte questa questione dell'erezione non avevo mai avuto difficoltà particolari.
Mi rendo conto che alcune cose della mia vita non siano del tutto in linea con la media. Potrei essere sposato, avere dei figli e una famiglia a cui badare.
Per altro penso di essermi anche dato abbastanza da fare, mi sono anche divertito, ma non credo di aver trovato una persona con cui impegnarmi.
Solo adesso, per la prima volta, potrebbe essere il momento giusto, anche se la situazione è abbastanza complicata.
Questa sera ci siamo visti è abbiamo ancora parlato tanto.
Le ho chiesto di dirmi una cosa di me che se potesse vorrebbe cambiare.
Lei ha scelto l'aereo. Dice che ci limita molto, che il mondo per noi accessibile diventa molto limitato.
Le ho anche chiesto una sua opinione sul mio rapporto con i miei genitori. Lei lo ha definito opprimente e soffocante. Credo che il suo parere sia condizionato soprattutto da quel che accade nei suoi confronti, non posso certo darle torto.
Le ho parlato anche dei sex toys e delle cose che non mi sono piaciute.
Come Le dicevo ieri l'idea di vedere un professionista non è vista di buon occhio in famiglia, tuttavia potrei anche pensarci.
Mi rendo conto che parlare con lei mi costringe a rivedere le cose che faccio da un punto di vista diverso e a rielaborarle con l'aiuto di un parere professionale.
Non so se sia anche merito di questo, ma alla fine della serata ci siamo salutati con baci appassionati. Mentre me la stringevo tra le braccia e avevo una gran voglia di averla ho avuto una bella erezione, di quelle di un po' di tempo fa. Lo abbiamo fatto in modo molto affettuoso e delicato.
Non so se si sia ristabilito quell'equilibrio che abbiamo perduto, ma solo il fatto che abbiano cercato di ritrovarlo insieme mi conforta.
Un professionista forse mi potrebbe aiutare a fare ancora meglio. Penso però anche una cosa, che dei genitori non abbiano bisogno solo i ragazzini, ma ognuno di noi finché vive, anche se è difficile avere questa fortuna.
Non voglio fare polemica con lei, ma un poco mi sono sentito ferito.
[#6]
Gentile utente,
"..ma un poco mi sono sentito ferito..".
Può succedere quando un professionista getta uno sguardo professionale e osserva delle .. discrepanze. E, essendone stato richiesto, le esprime con la dovuta delicatezza.
Ma mettere il dito su punti 'sospesi' provoca sempre un certo turbamento nella persona che riceve.
Tutto sta a vedere
- cosa una persona si attende scrivendo qui: consolazione o verità?
- cosa intende fare di quel turbamento (o "ferita") che una nostra risposta può provocare:
piangersi addosso, oppure rifletterci?
Parlandone con la signora Lei ha scelto la seconda strada;
e ne ha ricavato eventi positivi,
come accade frequentemente quando si affronta la realtà.
Poi, per carità, per tutto ci sono delle auto-giustificazioni:
patente, aereo, genitori, confidenze a mamma...
Ma - come vede - Le ritornano indietro delle valutazioni di qualche discrepanza esistente,
sia pure espresse da differenti "attori" e da più punti di vista: figlio terribile, signora, psicoterapeuta online.
Veda cosa ne può fare di tutto ciò;
la "ferita" può portare a cercare disinfettante, crema cicatrizzante,
cioè a mettersi in movimento.
Riguardo al rapporto tra figli adulti e genitori
si aprirebbe un capitolo assai corposo
di cui - immagini - si è occupata anche la legge e la Sacra Rota
( https://www.medicitalia.it/news/psicologia/4386-il-mammismo-rende-nullo-il-matrimonio.html )
capitolo troppo ampio da aprire qui.
Un'unica nota: la scelta di farsi seguire da uno Psicoterapeuta non ha bisogno - in un adulto - di essere sottoposta al parere genitoriale;
nei minoreni invece sì.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
"..ma un poco mi sono sentito ferito..".
Può succedere quando un professionista getta uno sguardo professionale e osserva delle .. discrepanze. E, essendone stato richiesto, le esprime con la dovuta delicatezza.
Ma mettere il dito su punti 'sospesi' provoca sempre un certo turbamento nella persona che riceve.
Tutto sta a vedere
- cosa una persona si attende scrivendo qui: consolazione o verità?
- cosa intende fare di quel turbamento (o "ferita") che una nostra risposta può provocare:
piangersi addosso, oppure rifletterci?
Parlandone con la signora Lei ha scelto la seconda strada;
e ne ha ricavato eventi positivi,
come accade frequentemente quando si affronta la realtà.
Poi, per carità, per tutto ci sono delle auto-giustificazioni:
patente, aereo, genitori, confidenze a mamma...
Ma - come vede - Le ritornano indietro delle valutazioni di qualche discrepanza esistente,
sia pure espresse da differenti "attori" e da più punti di vista: figlio terribile, signora, psicoterapeuta online.
Veda cosa ne può fare di tutto ciò;
la "ferita" può portare a cercare disinfettante, crema cicatrizzante,
cioè a mettersi in movimento.
Riguardo al rapporto tra figli adulti e genitori
si aprirebbe un capitolo assai corposo
di cui - immagini - si è occupata anche la legge e la Sacra Rota
( https://www.medicitalia.it/news/psicologia/4386-il-mammismo-rende-nullo-il-matrimonio.html )
capitolo troppo ampio da aprire qui.
Un'unica nota: la scelta di farsi seguire da uno Psicoterapeuta non ha bisogno - in un adulto - di essere sottoposta al parere genitoriale;
nei minoreni invece sì.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#7]
Ex utente
Credo di essermi sentito ferito, ma anche di essermi messo in movimento e per questo la ringrazio.
In effetti le avevo chiesto io di pronunciarsi e la ringrazio per averlo fatto in modo così sincero.
È probabile che lei abbia proprio messo il dito su punti in sospeso.
Oggi credo di aver fatto un bel passo avanti.
Sono andato a casa di lei. Ero un po' in anticipo e lei non era ancora rientrata. Tuttavia ho suonato e suo figlio mi ha aperto, forse credendo fosse lei.
Quando sono entrato non mi ha detto una parola e mi sembrava strano, come non stesse bene.
Dopo poco mi sono accorto che aveva un attacco di panico. Gli sono stato vicino, ho cercato di tranquillizzarlo e di aiutarlo a superarlo. All'inizio mi respingeva, quasi volesse nascondersi, poi si è aggrappato a me. Aveva il battito molto accelerato, era sudato fradicio, ma gelato e agitatissimo. Faceva un sacco anche il tic. Poi ha avuto un cedimento, sono arrivate le lacrime e ha cominciato a tranquillizzarsi. Abbiamo finito abbracciati, in una stretta molto intensa. Mi ha chiesto di accompagnarlo in camera, si è messo a letto. Mentre uscivo dalla stanza mi ha sussurrato: grazie.
Quando lei è rientrata le ho detto che lui non era stato bene. Istintivamente lei mi ha chiesto di andare, temendo che fosse stata la mia presenza a metterlo in agitazione, visto anche l'episodio dell'altro giorno. Lui deve avere sentito e si è alzato apposta per dire che se volevo potevo restare. Ha abbracciato sua madre ed è tornato a letto.
Le si è illuminato il viso e abbiamo fatto una cena piacevolissima. Dopo cena lui ha voluto uscire ugualmente.
Quando siamo rimasti soli abbiamo parlato ancora molto di noi, ci siamo fatti molte tenerezze e abbiamo avuto un rapporto sessuale splendido, che abbiamo ripetuto con estremo successo prima di venire via. Forse i miei intoppi da sex toys sono superati o forse i giochini non centravano proprio nulla. Avevamo solo bisogno di fare un passo in avanti nella nostra relazione.
La cosa che più mi interessa è che forse anche il terzo figlio potrebbe non essere più ostile...sarebbe una bella conquista.
Ho parlato di lei a mio padre. Quando ha saputo che era su internet e tutti lo leggono a momenti gli viene un colpo.
Credo che anche qui il movimento sia cominciato.
Lo so che il permesso serve solo ai minorenni, ma il mio non è proprio un permesso, diciamo che cerco la loro benedizione. Sarà mammismo, un'altra cosa da curare, ma per ora sono fatto così. Ho con mia madre un rapporto estremamente particolare.
Credo sia arrivato il momento di mettere mano a sistemare le discrepanze che ha evidenziato.
Il fatto di aver parlato e di aver superato brillantemente i problemi sessuali mi ha fatto acquistare molta fiducia...forse è una strada possibile.
Secondo lei quale è la discrepanza più urgente da sistemare? Da dove comincerebbe a lavorare?
Grazie ancora e spero non se la sia presa per la mia risposta di ieri...ero molto negativo.
Questa sera, invece, sono particolarmente eccitato. Se lei fosse qui l'avrei fatto per la terza volta. Ho dovuto ricorrere alla masturbazione e non riuscivo a soddisfarmi. Anche questo può essere sintomo di qualcosa?
In effetti le avevo chiesto io di pronunciarsi e la ringrazio per averlo fatto in modo così sincero.
È probabile che lei abbia proprio messo il dito su punti in sospeso.
Oggi credo di aver fatto un bel passo avanti.
Sono andato a casa di lei. Ero un po' in anticipo e lei non era ancora rientrata. Tuttavia ho suonato e suo figlio mi ha aperto, forse credendo fosse lei.
Quando sono entrato non mi ha detto una parola e mi sembrava strano, come non stesse bene.
Dopo poco mi sono accorto che aveva un attacco di panico. Gli sono stato vicino, ho cercato di tranquillizzarlo e di aiutarlo a superarlo. All'inizio mi respingeva, quasi volesse nascondersi, poi si è aggrappato a me. Aveva il battito molto accelerato, era sudato fradicio, ma gelato e agitatissimo. Faceva un sacco anche il tic. Poi ha avuto un cedimento, sono arrivate le lacrime e ha cominciato a tranquillizzarsi. Abbiamo finito abbracciati, in una stretta molto intensa. Mi ha chiesto di accompagnarlo in camera, si è messo a letto. Mentre uscivo dalla stanza mi ha sussurrato: grazie.
Quando lei è rientrata le ho detto che lui non era stato bene. Istintivamente lei mi ha chiesto di andare, temendo che fosse stata la mia presenza a metterlo in agitazione, visto anche l'episodio dell'altro giorno. Lui deve avere sentito e si è alzato apposta per dire che se volevo potevo restare. Ha abbracciato sua madre ed è tornato a letto.
Le si è illuminato il viso e abbiamo fatto una cena piacevolissima. Dopo cena lui ha voluto uscire ugualmente.
Quando siamo rimasti soli abbiamo parlato ancora molto di noi, ci siamo fatti molte tenerezze e abbiamo avuto un rapporto sessuale splendido, che abbiamo ripetuto con estremo successo prima di venire via. Forse i miei intoppi da sex toys sono superati o forse i giochini non centravano proprio nulla. Avevamo solo bisogno di fare un passo in avanti nella nostra relazione.
La cosa che più mi interessa è che forse anche il terzo figlio potrebbe non essere più ostile...sarebbe una bella conquista.
Ho parlato di lei a mio padre. Quando ha saputo che era su internet e tutti lo leggono a momenti gli viene un colpo.
Credo che anche qui il movimento sia cominciato.
Lo so che il permesso serve solo ai minorenni, ma il mio non è proprio un permesso, diciamo che cerco la loro benedizione. Sarà mammismo, un'altra cosa da curare, ma per ora sono fatto così. Ho con mia madre un rapporto estremamente particolare.
Credo sia arrivato il momento di mettere mano a sistemare le discrepanze che ha evidenziato.
Il fatto di aver parlato e di aver superato brillantemente i problemi sessuali mi ha fatto acquistare molta fiducia...forse è una strada possibile.
Secondo lei quale è la discrepanza più urgente da sistemare? Da dove comincerebbe a lavorare?
Grazie ancora e spero non se la sia presa per la mia risposta di ieri...ero molto negativo.
Questa sera, invece, sono particolarmente eccitato. Se lei fosse qui l'avrei fatto per la terza volta. Ho dovuto ricorrere alla masturbazione e non riuscivo a soddisfarmi. Anche questo può essere sintomo di qualcosa?
[#8]
Gentile utente,
sono contenta che Lei sia ... in movimento.
E anche che abbia parlato a Suo padre, anzichè a Sua madre.
Sono vari i passi avanti che ha intrapreso;
e il coraggio è stato premiato con un aumento di intimità emotiva e comunicativa nella coppia
e relativi risvolti sessuali positivi.
Se si accorgesse che sta rallentando,
o che il giudizio dei Suoi sulle cose è in grado di influenzarLa,
o altro,
rammenti l'indicazione di rivolgersi di persona ad uno/a Psicologo/a Psicoterapeuta, ma in completa autonomia:
come ha scritto a noi qui in autonomia e ne ha còlto i frutti,
altrettanto potrà fare in altre circostanze,
Le pare?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
sono contenta che Lei sia ... in movimento.
E anche che abbia parlato a Suo padre, anzichè a Sua madre.
Sono vari i passi avanti che ha intrapreso;
e il coraggio è stato premiato con un aumento di intimità emotiva e comunicativa nella coppia
e relativi risvolti sessuali positivi.
Se si accorgesse che sta rallentando,
o che il giudizio dei Suoi sulle cose è in grado di influenzarLa,
o altro,
rammenti l'indicazione di rivolgersi di persona ad uno/a Psicologo/a Psicoterapeuta, ma in completa autonomia:
come ha scritto a noi qui in autonomia e ne ha còlto i frutti,
altrettanto potrà fare in altre circostanze,
Le pare?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#9]
Ex utente
Le scrivo dopo tanti mesi perché purtroppo le cose non vanno affatto bene.
Purtroppo mia madre si è ammalata gravemente e i medici ci hanno detto che le restano pochi mesi.
Sta perdendo le forze a poco a poco. È in sedia a rotelle perché non riesce a camminare e ha bisogno di aiuto per fare qualsiasi cosa.
Ho il terrore di perderla, non sono ancora pronto.
Ho cominciato ad avere crisi di pianto irrefrenabili, a volte sento lo stomaco che mi trema e appena sveglio sono terrorizzato. Sono stato costretto a chiedere un aiuto di un terapeuta, che oltre agli incontri mi ha prescritto due farmaci, per l'ansia e la depressione.
Purtroppo con i farmaci ho preso molti chili (ora peso 119) e non riesco più ad avere erezioni.
Da Natale la situazione è ancora peggiorata. Non sono più andato a lavorare e non riesco più a vedere il medico perché uscire di casa mi crea panico. Ho paura di uscire e al ritorno ritrovare mia madre morta.
Non riesco a dormire perché ho bisogno di verificare il suo respiro.
Litigo furiosamente con mio padre perché mi sembra che non si prenda abbastanza cura di lei.
Non so come fare e la cosa che mi fa più stare male è che mia madre a vedermi così soffre ed è l'ultima cosa che vorrei.
Ho totalmente abbandonato la relazione che avevo. Lei mi ha cercato per un po' poi mi ha detto che forse era meglio che fossi libero di stare con mia madre, senza altri problemi per la testa.
Sono sfinito e terrorizzato, mi sembra che il mio mondo stia per finire. Non so come fare.
L'ultima volta che sono uscito sono dovuto rientrare di corsa ero sudato fradicio e con il battito molto accelerato, non riuscivo a pensare ad altro se non a tornare a casa.
Tutta la mia giornata e nottata è dedicata a lei, a cercare di farla stare meglio, ma purtroppo peggiora ogni giorno e non so che cosa devo fare.
La volta scorsa mi aveva scritto che fare qualche passo evolutivo per mettermi in linea con la mia età anagrafica mi avrebbe aiutato. Che cosa posso fare in questo momento? Ho paura che quando mia madre morirà mi succederà qualcosa di male, mi ammaleró. Ho sempre avuto con lei un rapporto speciale, che non voglio interrompere.
Appena mio padre esce per andare a lavorare mi infilo nel lettone per starle accanto. Trascorro molte ore a letto accanto a lei. Quando la sera mio padre si infila a letto per dormire e io devo tornare nella mia camera mi sale molto l'ansia, tanto che da un paio di notti dormo anche con lei.
Il medico al telefono ha progressivamente aumentato il farmaco per l'ansia, ma mi crea molta sonnolenza durante la giornata e quindi gli ho chiesto di tornare a una dose più bassa.
Non ce la faccio più a soffrire così tanto.
Non mi sono mai sentito così male. La prego, mi aiuti.
Come posso fare a provare a gestire questa situazione senza essere sopraffatto. I farmaci mi sembra che mi stiano aiutando, ma più di tanto non riescono a fare.
Quando mi agito particolarmente ho iniziato anche a fare una specie di smorfia con tutta la faccia, che non riesco a controllare. Non so se si possa dire un tic, ma sicuramente è un'espressione di sofferenza.
Con mio padre non riesco a parlare, dice che non mi credeva così debole, che devo farmi forza, che piangere continuamente non è da uomini, che mia madre mi ha sempre tenuto nella bambagia e che non sono mai cresciuto e che adesso mi devo dare una mossa.
Più mi parla così e più mi viene voglia di piangere. Mi sembra di essere tornato agli anni in cui avevo provato l'università. Sono stato iscritto un anno e non sono riuscito a dare nessun esame. Mi sembrava di studiare tanto, ma poi durante l'esame non ce la facevo e mollavo. Per un anno mi è stato addosso, facendomi sentire una nullità, poi ho dovuto lasciare tutto perché non ce la facevo più ad andare avanti.
Poi, per fortuna mia madre mi ha aiutato a trovare un buon lavoro ugualmente.
Ora lui mi sta continuamente addosso e mi dice che non mi permetterà di perderlo. Ma io sto male e non riesco ad andare a lavorare.
Se avessi una gamba rotta con lui sarebbe più facile, ma depressione e ansia per lui non esistono.
Anche la smorfia della faccia è faticosa, tutto mi pesa, mi sembra di non farcela, vorrei addormentarmi e smettere di soffrire, ma poi mi sveglio ogni mattina e tutto ricomincia, è devastante.
Purtroppo mia madre si è ammalata gravemente e i medici ci hanno detto che le restano pochi mesi.
Sta perdendo le forze a poco a poco. È in sedia a rotelle perché non riesce a camminare e ha bisogno di aiuto per fare qualsiasi cosa.
Ho il terrore di perderla, non sono ancora pronto.
Ho cominciato ad avere crisi di pianto irrefrenabili, a volte sento lo stomaco che mi trema e appena sveglio sono terrorizzato. Sono stato costretto a chiedere un aiuto di un terapeuta, che oltre agli incontri mi ha prescritto due farmaci, per l'ansia e la depressione.
Purtroppo con i farmaci ho preso molti chili (ora peso 119) e non riesco più ad avere erezioni.
Da Natale la situazione è ancora peggiorata. Non sono più andato a lavorare e non riesco più a vedere il medico perché uscire di casa mi crea panico. Ho paura di uscire e al ritorno ritrovare mia madre morta.
Non riesco a dormire perché ho bisogno di verificare il suo respiro.
Litigo furiosamente con mio padre perché mi sembra che non si prenda abbastanza cura di lei.
Non so come fare e la cosa che mi fa più stare male è che mia madre a vedermi così soffre ed è l'ultima cosa che vorrei.
Ho totalmente abbandonato la relazione che avevo. Lei mi ha cercato per un po' poi mi ha detto che forse era meglio che fossi libero di stare con mia madre, senza altri problemi per la testa.
Sono sfinito e terrorizzato, mi sembra che il mio mondo stia per finire. Non so come fare.
L'ultima volta che sono uscito sono dovuto rientrare di corsa ero sudato fradicio e con il battito molto accelerato, non riuscivo a pensare ad altro se non a tornare a casa.
Tutta la mia giornata e nottata è dedicata a lei, a cercare di farla stare meglio, ma purtroppo peggiora ogni giorno e non so che cosa devo fare.
La volta scorsa mi aveva scritto che fare qualche passo evolutivo per mettermi in linea con la mia età anagrafica mi avrebbe aiutato. Che cosa posso fare in questo momento? Ho paura che quando mia madre morirà mi succederà qualcosa di male, mi ammaleró. Ho sempre avuto con lei un rapporto speciale, che non voglio interrompere.
Appena mio padre esce per andare a lavorare mi infilo nel lettone per starle accanto. Trascorro molte ore a letto accanto a lei. Quando la sera mio padre si infila a letto per dormire e io devo tornare nella mia camera mi sale molto l'ansia, tanto che da un paio di notti dormo anche con lei.
Il medico al telefono ha progressivamente aumentato il farmaco per l'ansia, ma mi crea molta sonnolenza durante la giornata e quindi gli ho chiesto di tornare a una dose più bassa.
Non ce la faccio più a soffrire così tanto.
Non mi sono mai sentito così male. La prego, mi aiuti.
Come posso fare a provare a gestire questa situazione senza essere sopraffatto. I farmaci mi sembra che mi stiano aiutando, ma più di tanto non riescono a fare.
Quando mi agito particolarmente ho iniziato anche a fare una specie di smorfia con tutta la faccia, che non riesco a controllare. Non so se si possa dire un tic, ma sicuramente è un'espressione di sofferenza.
Con mio padre non riesco a parlare, dice che non mi credeva così debole, che devo farmi forza, che piangere continuamente non è da uomini, che mia madre mi ha sempre tenuto nella bambagia e che non sono mai cresciuto e che adesso mi devo dare una mossa.
Più mi parla così e più mi viene voglia di piangere. Mi sembra di essere tornato agli anni in cui avevo provato l'università. Sono stato iscritto un anno e non sono riuscito a dare nessun esame. Mi sembrava di studiare tanto, ma poi durante l'esame non ce la facevo e mollavo. Per un anno mi è stato addosso, facendomi sentire una nullità, poi ho dovuto lasciare tutto perché non ce la facevo più ad andare avanti.
Poi, per fortuna mia madre mi ha aiutato a trovare un buon lavoro ugualmente.
Ora lui mi sta continuamente addosso e mi dice che non mi permetterà di perderlo. Ma io sto male e non riesco ad andare a lavorare.
Se avessi una gamba rotta con lui sarebbe più facile, ma depressione e ansia per lui non esistono.
Anche la smorfia della faccia è faticosa, tutto mi pesa, mi sembra di non farcela, vorrei addormentarmi e smettere di soffrire, ma poi mi sveglio ogni mattina e tutto ricomincia, è devastante.
[#10]
Gentile utente,
è sicuramente una situazione dolorosa e difficile quella che prepara la dipartita della madre.
Sopratutto se il rapporto è sempre stato speciale.
Eppoi la vicinanza con la morte mette ancor più in evidenza tutti gli irrisolti che abbiamo nella vita, mi riferisco a quelli con Suo padre.
Ho qualche perplessità sulla psicoterapia a cui Lei accenna cosi:
"..Sono stato costretto a chiedere un aiuto di un terapeuta, che oltre agli incontri mi ha prescritto due farmaci, per l'ansia e la depressione" senza riprendere poi ulteriormente il discorso.
- Il "Terapeuta" è Medico o Psicologo? Lei ha verificato che sia anche "autorizzato alla psicoterapia", cioè competente per farla?
- Che cadenza hanno le sedute?
- Che obiettivi vi siete posti?
- Quando Lei ha iniziato a disertare le sedute, come si è comportato lui?
- Come mai farmaci per telefono?
Dico tutto ciò perchè senza le adeguate cure Lei è scarsamente in grado di sostenere Sua madre, la quale ha bisogno di vedere che - anche senza di lei -
il figlio potrà farcela.
Solo così potrà andarsene più serena.
In questa fase la protagonista è lei, ed abbisogna di tutti Voi.
Riprendendo gli incontri con lo Psicoterapeuta Lei potrebbe avere maggiore forza.
Che ne pensa di tutto ciò?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
è sicuramente una situazione dolorosa e difficile quella che prepara la dipartita della madre.
Sopratutto se il rapporto è sempre stato speciale.
Eppoi la vicinanza con la morte mette ancor più in evidenza tutti gli irrisolti che abbiamo nella vita, mi riferisco a quelli con Suo padre.
Ho qualche perplessità sulla psicoterapia a cui Lei accenna cosi:
"..Sono stato costretto a chiedere un aiuto di un terapeuta, che oltre agli incontri mi ha prescritto due farmaci, per l'ansia e la depressione" senza riprendere poi ulteriormente il discorso.
- Il "Terapeuta" è Medico o Psicologo? Lei ha verificato che sia anche "autorizzato alla psicoterapia", cioè competente per farla?
- Che cadenza hanno le sedute?
- Che obiettivi vi siete posti?
- Quando Lei ha iniziato a disertare le sedute, come si è comportato lui?
- Come mai farmaci per telefono?
Dico tutto ciò perchè senza le adeguate cure Lei è scarsamente in grado di sostenere Sua madre, la quale ha bisogno di vedere che - anche senza di lei -
il figlio potrà farcela.
Solo così potrà andarsene più serena.
In questa fase la protagonista è lei, ed abbisogna di tutti Voi.
Riprendendo gli incontri con lo Psicoterapeuta Lei potrebbe avere maggiore forza.
Che ne pensa di tutto ciò?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#11]
Ex utente
Ho cominciato ad andare quando sono cominciate le crisi di pianto e mi svegliavo la mattina con la paura.
All'inizio l'obiettivo era di superare queste situazioni, poi ho cominciato ad avere altri problemi. Le smorfie con la faccia, la pancia che trema e soprattutto il panico se esco da casa.
Per questo ho ricevuto alcune indicazioni di variazione del dosaggio delle medicine al telefono.
Non ho verificato il curriculum del medico. È il figlio di una amica di mia madre, non saprei. Perché mi chiede se è competente? Ha fatto qualcosa che giudica strano?
Quando non sono andato agli appuntamenti mi ha chiamato a casa la signora che li segna in agenda per vedere quando recuperare gli incontri saltati. Quando le ho detto che non riuscivo più ad andarci mi ha detto che lo avrebbe detto al dottore. Il giorno dopo mi ha chiamato lui e al telefono mi ha fatto aumentare la dose della medicina.
All'inizio andavo ogni settimana, poi per un periodo ogni 15 giorni e poi di nuovo una a settimana. Adesso è un mese che non ci vado. Le prime volte ci sono andato con mia mamma, poi lei non riusciva più ad accompagnarmi allora ho dovuto prendere il bus perché non guido e poi ho smesso.
Sono sicuro che riprende gli incontri mi potrebbe aiutare, ma non me la sento di allontanarmi da casa.
Questa mattina ho parlato molto con mia madre. Lei vorrebbe che ricominciassi, ma non ce la faccio proprio.
È molto preoccupata anche perché sono molto ingrassato.
Oggi ho riprovato ad aumentare la dose della medicina perché sono agitatissimo, ma per ora non sembra funzionare, in compenso mi sento strano, come se fossi rallentato nei movimenti.
Ha ragione quando dice che sono scarsamente in grado di sostenere mia madre se non mi curo, ma io ci sto provando, ho seguito quello che mi è stato detto.
Come posso fare a riprendere le sedute se non me la sento?
Come faccio a sopravvive a mia madre se non sono neanche più in grado di uscire di casa?
Anche l'idea di rimanere solo con mio padre mi spaventa. Anche oggi è riuscito a farmi sentire un fallito. Questa mattina stavo proprio male, mi tremava tutto lo stomaco, facevo continuamente versi con la faccia e avevo una forte sensazione di paura. Prima di uscire è venuto in camera a salutare la mamma. Quando mi ha visto tutto rannicchiato accanto a lei le ha chiesto se eravamo tornati ai tempi della culla. Si vedeva che stavo male, ma a lui non è importato molto.
Ora che siamo soli in casa va un po' meglio, ma mi sento fragilissimo, sono appeso a un filo, ho il pianto che è sempre lì pronti a venire.
A pranzo mi sono riempito di schifezze. Dopo di solito va meglio.
Mi manca anche la compagna che avevo, non so se si possa dire che ci siamo lasciati, ma in fondo non avevo più nulla da offrirle. Nelle ultime volte non sono mai riuscito ad avere neanche più un'erezione e poi non riuscirei ad andare da lei.
Adesso che sono grassissimo sicuramente non mi vorrà più neanche lei.
Probabilmente ha ragione mio padre quando dice che non valgo nulla.
Forse ho paura della vita.
Come faccio a rialzarmi?
All'inizio l'obiettivo era di superare queste situazioni, poi ho cominciato ad avere altri problemi. Le smorfie con la faccia, la pancia che trema e soprattutto il panico se esco da casa.
Per questo ho ricevuto alcune indicazioni di variazione del dosaggio delle medicine al telefono.
Non ho verificato il curriculum del medico. È il figlio di una amica di mia madre, non saprei. Perché mi chiede se è competente? Ha fatto qualcosa che giudica strano?
Quando non sono andato agli appuntamenti mi ha chiamato a casa la signora che li segna in agenda per vedere quando recuperare gli incontri saltati. Quando le ho detto che non riuscivo più ad andarci mi ha detto che lo avrebbe detto al dottore. Il giorno dopo mi ha chiamato lui e al telefono mi ha fatto aumentare la dose della medicina.
All'inizio andavo ogni settimana, poi per un periodo ogni 15 giorni e poi di nuovo una a settimana. Adesso è un mese che non ci vado. Le prime volte ci sono andato con mia mamma, poi lei non riusciva più ad accompagnarmi allora ho dovuto prendere il bus perché non guido e poi ho smesso.
Sono sicuro che riprende gli incontri mi potrebbe aiutare, ma non me la sento di allontanarmi da casa.
Questa mattina ho parlato molto con mia madre. Lei vorrebbe che ricominciassi, ma non ce la faccio proprio.
È molto preoccupata anche perché sono molto ingrassato.
Oggi ho riprovato ad aumentare la dose della medicina perché sono agitatissimo, ma per ora non sembra funzionare, in compenso mi sento strano, come se fossi rallentato nei movimenti.
Ha ragione quando dice che sono scarsamente in grado di sostenere mia madre se non mi curo, ma io ci sto provando, ho seguito quello che mi è stato detto.
Come posso fare a riprendere le sedute se non me la sento?
Come faccio a sopravvive a mia madre se non sono neanche più in grado di uscire di casa?
Anche l'idea di rimanere solo con mio padre mi spaventa. Anche oggi è riuscito a farmi sentire un fallito. Questa mattina stavo proprio male, mi tremava tutto lo stomaco, facevo continuamente versi con la faccia e avevo una forte sensazione di paura. Prima di uscire è venuto in camera a salutare la mamma. Quando mi ha visto tutto rannicchiato accanto a lei le ha chiesto se eravamo tornati ai tempi della culla. Si vedeva che stavo male, ma a lui non è importato molto.
Ora che siamo soli in casa va un po' meglio, ma mi sento fragilissimo, sono appeso a un filo, ho il pianto che è sempre lì pronti a venire.
A pranzo mi sono riempito di schifezze. Dopo di solito va meglio.
Mi manca anche la compagna che avevo, non so se si possa dire che ci siamo lasciati, ma in fondo non avevo più nulla da offrirle. Nelle ultime volte non sono mai riuscito ad avere neanche più un'erezione e poi non riuscirei ad andare da lei.
Adesso che sono grassissimo sicuramente non mi vorrà più neanche lei.
Probabilmente ha ragione mio padre quando dice che non valgo nulla.
Forse ho paura della vita.
Come faccio a rialzarmi?
[#12]
Ex utente
Oggi mia madre mi ha fatto una specie di discorso di addio. Mi ha chiesto di immaginare il dopo di lei, di progettare un percorso per cavarmela.
È un discorso che non sono ancora in grado di affrontare. Mi è venuto un forte dolore alla bocca dello stomaco che mi ha piegato in due e mi sono dovuto rannicchiare. Sono rimasto a lungo in quella posizione, poi piano piano sono riuscito ad allungarmi.
È una sensazione bruttissima.
Le ho scritto ancora per chiederle una cosa che prima mi sono dimenticato.
C'è la possibilità che un medico venga a casa se io non posso andare nel suo studio per fare le sedute? Oppure è fattibile farlo a distanza per un po'? Non dico qui on line, ma magari al telefono o in video? Lo posso richiedere o proporre? Ha senso quello che dico?
Mi sento di averne bisogno, ma non me la sento di pagare il prezzo di allontanarmi da casa.
Pensa che il problema si possa superare piano piano o sarebbe meglio essere obbligati a uscire e combattere l'ansia che mi verrà?
Le chiedo anche un'altra cosa. Quando ero rannicchiato sentivo come la necessità di proteggermi i genitali. Non avevo un desiderio di toccarmi o ancora meno di stimolarmi sessualmente, ma di tenerli protetti, al riparo. Come se ci fosse qualcosa a minacciarli. Da quando prendo le medicine non ho più avuto rapporti, nessuna erezione, nessuna masturbazione, nessun desiderio, tutto morto, neanche quelle mattutine, niente di niente.
Mi scusi se la presso, ma è tutto ciò che mi rimane.
Grazie ancora
È un discorso che non sono ancora in grado di affrontare. Mi è venuto un forte dolore alla bocca dello stomaco che mi ha piegato in due e mi sono dovuto rannicchiare. Sono rimasto a lungo in quella posizione, poi piano piano sono riuscito ad allungarmi.
È una sensazione bruttissima.
Le ho scritto ancora per chiederle una cosa che prima mi sono dimenticato.
C'è la possibilità che un medico venga a casa se io non posso andare nel suo studio per fare le sedute? Oppure è fattibile farlo a distanza per un po'? Non dico qui on line, ma magari al telefono o in video? Lo posso richiedere o proporre? Ha senso quello che dico?
Mi sento di averne bisogno, ma non me la sento di pagare il prezzo di allontanarmi da casa.
Pensa che il problema si possa superare piano piano o sarebbe meglio essere obbligati a uscire e combattere l'ansia che mi verrà?
Le chiedo anche un'altra cosa. Quando ero rannicchiato sentivo come la necessità di proteggermi i genitali. Non avevo un desiderio di toccarmi o ancora meno di stimolarmi sessualmente, ma di tenerli protetti, al riparo. Come se ci fosse qualcosa a minacciarli. Da quando prendo le medicine non ho più avuto rapporti, nessuna erezione, nessuna masturbazione, nessun desiderio, tutto morto, neanche quelle mattutine, niente di niente.
Mi scusi se la presso, ma è tutto ciò che mi rimane.
Grazie ancora
[#13]
Gentile utente,
Non mi sono sentita affatto pressata, tranquillo; solo che noi scriviamo qui quando l'impegno in Studio ce lo consente.
Ora cerco di rispondere a tutto.
1. Psicoterapia a casa o online.
Non è un problema qualche seduta online per psicoterapie già in corso, come nel caso Suo. Dovrebbe telefonare alla Segretaria o allo specialista e proporlo.
Un mio dubbio: a parte la fatica di uscire di casa, non intende allontanarsi per la paura di non trovarla più in vita al Suo rientro? Se sì, tale motivazione andrebbe comunicata al curante.
2. Sua madre.
E' ammirevole il coraggio di questa donna nell'affrontare il "dopo di lei".
Lei figlio la potrebbe veramente aiutare e tranquillizzare mostrandole che *attualmente* si impegna su:
- la propria autonomia: igiene e cura della propria persona;
- attenzione empatica a lei, e non unicamente a sè e ai propri dolori fisici e esistenziali;
- astensione dai litigi col padre.
3. Vita sessuale.
alcuni tra gli psicofarmaci hanno realmente conseguenze sul funzionamento erettivo e sul desiderio sessuale. Anche questo andrà comunicato al curante. NB.: la vicinanza stessa della morte può deprimere il desiderio.
Qualche SMS alla Sua (ex?) compagna..., perchè no?
4. Suo padre.
Se riesce non giudichi troppo il Suo attuale comportamento; anche lui sarà preoccupato per la moglie, ma anche per Lei. Forse a suo modo (brusco) cerca di scuoterLa risvegliando le Sue energie.
Mi tenga al corrente,
saluti cari.
Dott. Brunialti
Non mi sono sentita affatto pressata, tranquillo; solo che noi scriviamo qui quando l'impegno in Studio ce lo consente.
Ora cerco di rispondere a tutto.
1. Psicoterapia a casa o online.
Non è un problema qualche seduta online per psicoterapie già in corso, come nel caso Suo. Dovrebbe telefonare alla Segretaria o allo specialista e proporlo.
Un mio dubbio: a parte la fatica di uscire di casa, non intende allontanarsi per la paura di non trovarla più in vita al Suo rientro? Se sì, tale motivazione andrebbe comunicata al curante.
2. Sua madre.
E' ammirevole il coraggio di questa donna nell'affrontare il "dopo di lei".
Lei figlio la potrebbe veramente aiutare e tranquillizzare mostrandole che *attualmente* si impegna su:
- la propria autonomia: igiene e cura della propria persona;
- attenzione empatica a lei, e non unicamente a sè e ai propri dolori fisici e esistenziali;
- astensione dai litigi col padre.
3. Vita sessuale.
alcuni tra gli psicofarmaci hanno realmente conseguenze sul funzionamento erettivo e sul desiderio sessuale. Anche questo andrà comunicato al curante. NB.: la vicinanza stessa della morte può deprimere il desiderio.
Qualche SMS alla Sua (ex?) compagna..., perchè no?
4. Suo padre.
Se riesce non giudichi troppo il Suo attuale comportamento; anche lui sarà preoccupato per la moglie, ma anche per Lei. Forse a suo modo (brusco) cerca di scuoterLa risvegliando le Sue energie.
Mi tenga al corrente,
saluti cari.
Dott. Brunialti
[#14]
Ex utente
Grazie per il suo tempo.
1. Si ho paura di non trovarla viva. È l'unico motivo per cui non esco. Proverò subito a chiedere di proseguire le sedute a distanza. Oggi sono stato malissimo. Ho dato solo preoccupazioni a mia madre. Non sono in grado di prendermi cura di lei in queste condizioni. Ho proprio dolori fisici, nausea, la testa che scoppia, intontimento. Ho un forte dolore addominale, che adesso si estende al testicolo destro, che mi sembra anche un po' gonfio. Sono stato praticamente a letto tutto il giorno. Non ho forze, non riesco ad alzarmi. Voglio solo dormire.
Mia madre voleva invece parlare, ma non delle sue paure, ma delle mie, e io non sono stato in grado.
2. Sono tre punti su cui sono stato una frana, mi sono sentito perso e mi sono lasciato andare:
- la propria autonomia: igiene e cura della propria persona; (mia madre è preoccupatissima per il peso che ho preso e per tutti i disturbi di ansia, per la depressione, per gli effetti collaterali dei farmaci, per tutto ciò che non riesco a fare)
- attenzione empatica a lei, e non unicamente a sè e ai propri dolori fisici e esistenziali; (le sono vicino tutto il giorno, ma i dolori esistenziali mi stanno creando dolori fisici difficili da sopportare e mi rendo conto che per lei sono una preoccupazione più che un supporto)
- astensione dai litigi col padre. (Lui mi viene continuamente a cercare e a giudicare, per lui non valgo nulla.)
3. Ho letto su internet dei problemi legati ai farmaci. Adesso sono anche molto in sovrappeso e credo non sia un aiuto.
Un sms alla mia compagna potrebbe essere un'idea, ma se già prima non mi sentivo alla sua altezza e non accettato da suo figlio adesso la situazione è decisamente peggiorata. Sono ancora più fragile e vulnerabile, non credo di poter sopportare un suo rifiuto. Già prima mi accorgevo che alcuni miei limiti erano appena tollerati, nella situazione di difficoltà in cui mi trovo adesso credo di non avere speranza.
4. Se questo è il suo modo di risvegliare le mie energie non funziona per niente, così mi annienta.
Mi sento in trappola. Mia madre mi ha sempre salvato. Come posso fare da solo?
1. Si ho paura di non trovarla viva. È l'unico motivo per cui non esco. Proverò subito a chiedere di proseguire le sedute a distanza. Oggi sono stato malissimo. Ho dato solo preoccupazioni a mia madre. Non sono in grado di prendermi cura di lei in queste condizioni. Ho proprio dolori fisici, nausea, la testa che scoppia, intontimento. Ho un forte dolore addominale, che adesso si estende al testicolo destro, che mi sembra anche un po' gonfio. Sono stato praticamente a letto tutto il giorno. Non ho forze, non riesco ad alzarmi. Voglio solo dormire.
Mia madre voleva invece parlare, ma non delle sue paure, ma delle mie, e io non sono stato in grado.
2. Sono tre punti su cui sono stato una frana, mi sono sentito perso e mi sono lasciato andare:
- la propria autonomia: igiene e cura della propria persona; (mia madre è preoccupatissima per il peso che ho preso e per tutti i disturbi di ansia, per la depressione, per gli effetti collaterali dei farmaci, per tutto ciò che non riesco a fare)
- attenzione empatica a lei, e non unicamente a sè e ai propri dolori fisici e esistenziali; (le sono vicino tutto il giorno, ma i dolori esistenziali mi stanno creando dolori fisici difficili da sopportare e mi rendo conto che per lei sono una preoccupazione più che un supporto)
- astensione dai litigi col padre. (Lui mi viene continuamente a cercare e a giudicare, per lui non valgo nulla.)
3. Ho letto su internet dei problemi legati ai farmaci. Adesso sono anche molto in sovrappeso e credo non sia un aiuto.
Un sms alla mia compagna potrebbe essere un'idea, ma se già prima non mi sentivo alla sua altezza e non accettato da suo figlio adesso la situazione è decisamente peggiorata. Sono ancora più fragile e vulnerabile, non credo di poter sopportare un suo rifiuto. Già prima mi accorgevo che alcuni miei limiti erano appena tollerati, nella situazione di difficoltà in cui mi trovo adesso credo di non avere speranza.
4. Se questo è il suo modo di risvegliare le mie energie non funziona per niente, così mi annienta.
Mi sento in trappola. Mia madre mi ha sempre salvato. Come posso fare da solo?
[#15]
Gentile utente,
"..Mia madre mi ha sempre salvato. Come posso fare da solo?.."
si chiede.
Può iniziare fin da adesso a provarci (v. # 13).
Sarebbe triste se Sua madre se ne dovesse andare con il dubbio d'aver sbagliato tutto
educativamente.
Dott. Brunialti
"..Mia madre mi ha sempre salvato. Come posso fare da solo?.."
si chiede.
Può iniziare fin da adesso a provarci (v. # 13).
Sarebbe triste se Sua madre se ne dovesse andare con il dubbio d'aver sbagliato tutto
educativamente.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 15 risposte e 12k visite dal 14/08/2019.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Disfunzione erettile
La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?