Dubbi esasperati
Gentili Dott. ri,
Volevo chiedervi un consiglio riguardo delle situazioni che accadono frequentemente; mi capita di pensare e ri-pensare come in un circolo infinito ad azioni che ho compiuto, per esempio l'invio di un banale messaggio virtuale, e quindi avere dei dubbi riguardo ad esso, la mente comincia a viaggiare come un treno in corsa, senza purtroppo mai fermarsi, per esempio:
"Avrò scritto la cosa giusta, ah potevo scrivere questo, potevo scrivere quello, ho sbagliato, oddio chissà cosa penserà, eh ma quando risponderà? Forse perché.. . Etc. etc"
Questi pensieri sono legati ad una senzazione d'ansia e costante incertezza.
Ed inoltre ho come il presentimento di non avere mantenuto una mia immagine e scelta perfetta, senza sbavature. Realizzo solo dopo poche ore, ma poi il circolo continua...
Oltre la terapia psicologica già affrontata in precedenza, avete qualche suggerimento? Cosa fare quando cominciano questi dubbi esasperati?
Vi ringrazio,
cordiali saluti.
Volevo chiedervi un consiglio riguardo delle situazioni che accadono frequentemente; mi capita di pensare e ri-pensare come in un circolo infinito ad azioni che ho compiuto, per esempio l'invio di un banale messaggio virtuale, e quindi avere dei dubbi riguardo ad esso, la mente comincia a viaggiare come un treno in corsa, senza purtroppo mai fermarsi, per esempio:
"Avrò scritto la cosa giusta, ah potevo scrivere questo, potevo scrivere quello, ho sbagliato, oddio chissà cosa penserà, eh ma quando risponderà? Forse perché.. . Etc. etc"
Questi pensieri sono legati ad una senzazione d'ansia e costante incertezza.
Ed inoltre ho come il presentimento di non avere mantenuto una mia immagine e scelta perfetta, senza sbavature. Realizzo solo dopo poche ore, ma poi il circolo continua...
Oltre la terapia psicologica già affrontata in precedenza, avete qualche suggerimento? Cosa fare quando cominciano questi dubbi esasperati?
Vi ringrazio,
cordiali saluti.
[#1]
"Oltre la terapia psicologica già affrontata in precedenza, avete qualche suggerimento? Cosa fare quando cominciano questi dubbi esasperati?"
Gentile Utente,
ci può fornire qualche dettaglio in più sul tipo di terapia già effettuata: a quando risale, il numero di sedute svolte, gli obiettivi prefissati e quelli raggiunti, l'eventuale assunzione di farmaci, le strategie apprese e le difficoltà nel metterle in atto, i motivi alla base della sua chiusura...
Saluti cordiali.
Gentile Utente,
ci può fornire qualche dettaglio in più sul tipo di terapia già effettuata: a quando risale, il numero di sedute svolte, gli obiettivi prefissati e quelli raggiunti, l'eventuale assunzione di farmaci, le strategie apprese e le difficoltà nel metterle in atto, i motivi alla base della sua chiusura...
Saluti cordiali.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Utente
Grazie della risposta,
la prima terapia psicologica è stata di due anni circa, ormai tre anni fà, con l'utiluzzo della pratica EMDR per il primo periodo, sebbene ringrazio la terapeuta al secondo anno del nostro percorso non ho visto più visto miglioramenti e così ho deciso di terminare gli incontri.
La seconda terapia "psicodinamica" è durata all'incirca quattro mesi, ho voluto concludere anche'essa poiché non sono mai stati affrontati dei punti precisi sul percorso, ma solamente un dialogare troppo vago, si ride e si scherza ma poi alla fine gli incontri sono sempre uguali, siamo persino arrivati a parlare del più e del meno.
Entrare in terapia per ridere, ascoltare storie personali e consigli vari senza obiettivi lo vedo totalmente inutile.
Ps. Non ho mai utilizzato farmaci.
Ora ho affrontanto mesi fuori casa senza supporto psicologico, devo dire è andata bene, sono queste inutili domande e dubbi con me stesso che purtroppo portano ad un cattivo rapporto con me, oltre che a peggiorare i rapporti con le persone.
Cordiali saluti.
la prima terapia psicologica è stata di due anni circa, ormai tre anni fà, con l'utiluzzo della pratica EMDR per il primo periodo, sebbene ringrazio la terapeuta al secondo anno del nostro percorso non ho visto più visto miglioramenti e così ho deciso di terminare gli incontri.
La seconda terapia "psicodinamica" è durata all'incirca quattro mesi, ho voluto concludere anche'essa poiché non sono mai stati affrontati dei punti precisi sul percorso, ma solamente un dialogare troppo vago, si ride e si scherza ma poi alla fine gli incontri sono sempre uguali, siamo persino arrivati a parlare del più e del meno.
Entrare in terapia per ridere, ascoltare storie personali e consigli vari senza obiettivi lo vedo totalmente inutile.
Ps. Non ho mai utilizzato farmaci.
Ora ho affrontanto mesi fuori casa senza supporto psicologico, devo dire è andata bene, sono queste inutili domande e dubbi con me stesso che purtroppo portano ad un cattivo rapporto con me, oltre che a peggiorare i rapporti con le persone.
Cordiali saluti.
[#3]
Il fatto che le esperienze passate non siano state risolutive non significa doversi rassegnare a subire tali pensieri, che Lei ha correttamente definito inultili (e aggiungerei disfunzionali...).
Un realistico obiettivo potrebbe essere quello di impare a "conviverci" nel modo più indolore possibile. Gli orientamenti psicoterapeutici che vanno in tale direzione sono soprattutto quello cognitivo-comportamentale e quello stategico: se le cose vanno per il giusto verso (a partire dalla costruzione di un'efficace alleanza terapeutica), normalmente in breve tempo si ha modo di vedere i primi risultati.
Le allego alcuni articoli di approfondimento: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2119-quando-il-dubbio-diventa-patologico.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1295-ossessioni-piccolo-trucco-per-tenere-a-bada-dubbi-e-rimuginazioni.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicoterapia/745-buone-norme-in-psichiatria-non-alimentare-la-domanda.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2461-il-dubbio-patologico-il-dilemma-che-paralizza.html
Cordialità.
Un realistico obiettivo potrebbe essere quello di impare a "conviverci" nel modo più indolore possibile. Gli orientamenti psicoterapeutici che vanno in tale direzione sono soprattutto quello cognitivo-comportamentale e quello stategico: se le cose vanno per il giusto verso (a partire dalla costruzione di un'efficace alleanza terapeutica), normalmente in breve tempo si ha modo di vedere i primi risultati.
Le allego alcuni articoli di approfondimento: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2119-quando-il-dubbio-diventa-patologico.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1295-ossessioni-piccolo-trucco-per-tenere-a-bada-dubbi-e-rimuginazioni.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicoterapia/745-buone-norme-in-psichiatria-non-alimentare-la-domanda.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2461-il-dubbio-patologico-il-dilemma-che-paralizza.html
Cordialità.
[#4]
Utente
Grazie per i consigli utili,
È vero l'accettazione prima del migliormaneto è molto importante, ed una buona alleanza terapeutica è fondamentale.
Leggerò gli articoli e prenderò in considerazione la terapia cognitivo comportamentale se dovessi ricominciare un nuovo percoso.
Buona giornata!
È vero l'accettazione prima del migliormaneto è molto importante, ed una buona alleanza terapeutica è fondamentale.
Leggerò gli articoli e prenderò in considerazione la terapia cognitivo comportamentale se dovessi ricominciare un nuovo percoso.
Buona giornata!
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.2k visite dal 12/08/2019.
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