Non mi fido più del mio fidanzato

Gentili Dottori,
Sono fidanzata da due anni e otto mesi con un ragazzo, purtroppo sin dagli inizi della nostra storia ci siam dovuti far forza per superare un mostro che lo opprime: l'ansia. Per tal motivo, gli ho subito suggerito di vedere una psicoterapeuta e ha seguito il mio consiglio. La situazione è nettamente migliorata e ha cominciato a uscire con me più tranquillamente. Abbiamo cominciato a viaggiare assieme, a vedere il mondo e a fare progetti; tuttavia è sorta una condizione che ha scombinato gli equilibri: ho ricevuto un incarico per una supplenza a 1500 km da casa. Inizialmente era fiero di me. Credevo che fosse arrivata la vera felicità, il lavoro dei sogni e il mio fidanzato che seppur lontano mi amava e mi sosteneva. Inizialmente ha preso molto bene la mia partenza e ha cominciato a frequentare una palestra e a vedere gli amici quasi tutte le sere. Io ne ero lieta, non sono mai stata una ragazza gelosa. Fin quando non ha avuto un episodio di diarrea che lo ha fatto stare male. La diarrea è poi diventata cronica e adesso sono quasi 6 mesi che ci combatte. Ho provato a stargli accanto, ma mi ha rifiutato più volte. Ha tirato in ballo anche la sua famiglia, che mi ha cominciato a vedere come la causa di tutto, poiché gli avrei detto che mi sarebbe piaciuto che il nostro futuro fosse lontano dalla nostra città natale. Io volevo sposarmi e scegliere di vivere in una provincia dove ci fosse una succursale dell'azienda per la quale lavora. Alla fine della scuola sono tornata al sud e l'ho trovato cambiato. Non mi cercava come prima, se non per lamentarsi e trovava scuse assurde per evitare troppi incontri settimanali. L'ho affrontato e ho deciso di lasciarlo, perché sta solo subendo la vita anziché viverla; mi sono resa conto che mi mancava e l'ho ricontattato. Al che mi ha chiesto un appuntamento per dirmi in faccia che grazie al mio "abbandono" ha capito che ero la causa della diarrea nervosa e che mi aspettavo troppo da lui. Io sono fuggita via delusa e l'ho eliminato dalla mia vita, però due giorni dopo questa situazione vergognosa si è rifatto vivo. Amandolo ancora, ho deciso di rivederlo e parlarci. Si è scusato e mi ha detto di non volermi perdere, tuttavia ha continuato a ripetermi che suo fratello gli fa notare che sono egoista e che non lo amo abbastanza da "evitare il capriccio del nord". Abbiamo litigato chiaramente, perché sembra che nessuno abbia capito quanto abbia faticato e quanto io ci tenga a fare esperienza. Adesso non riesco più a fidarmi di lui, l'ho perdonato ma qualsiasi parola fuori posto mi distrugge. Piango e temo un altro abbandono, temo che suo fratello lo manipoli di nuovo contro di me. Guardo persino l'orario del suo ultimo accesso su whatsapp e se vedo che non mi scrive mi sento male. Io non sono mai stata così, non ho mai vissuto così. Mi sto ammalando e la sua famiglia crede che lo abbia rovinato io. Scusate per il lungo post ma avevo bisogno di sfogarmi.
Grazie per l'attenzione.
Cordiali Saluti
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente, spero che l'averci scritto l'abbia aiutata almeno in parte a vedere meglio i confini del suo problema.
Le persone, quando s'innamorano, ignorano i segnali delle differenze profonde, irriducibili, che a volte rendono la loro coppia pericolante e il loro rapporto invivibile. I partner non devono pensarla obbligatoriamente nello stesso modo, anzi una certa dialettica alimenta l'interesse reciproco, è una sfida a cercare sempre nuovi equilibri. Tuttavia, c'è un limite alle differenze tra i due.
Dalla sua lettera lei appare desiderosa di esplorare orizzonti ignoti senza la tutela della famiglia d'origine, capace di adattamento ad ambienti nuovi e perfino in grado di sostenere un partner dalla salute incerta. Il suo ragazzo invece sembra totalmente legato al suo mondo e alle relazioni familiari, da cui accetta perfino la diagnosi sulle cause del suo stato di salute psicofisico.
Lei pensa sinceramente che possiate trovare un'intesa che non sia una lacerazione, un sacrificio dell'uno a vantaggio dell'altro? E crede davvero che possa essere il suo ragazzo, così fragile, a dover fare questo sacrificio?
Da quello che scrive, a me pare che lui si stia salvaguardando dalle novità che lo spaventano, col rinunciare a lei. L'allontanamento, gli incontri sempre più rari, cos'altro sono?
Ci rifletta. L'amore non può essere in nessun caso un esercizio di potere su qualcuno più debole.
Infiniti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com