Problema con i miei genitori chiusi mentalmente

Sono una ragazza di 21anni, nella mia vita ho subito diversi lutti di parenti a me vicini (tutti e 3 i fratelli di mia madre sono morti compresi i miei nonni materni, mio padre è figlio unico e mia nonna paterna è morta), mio fratello, il quale ha 7 anni in meno di me, soffre di disturbi dell'apprendimento e di iperattività, mio padre ho scoperto avere una relazione extraconiugale che lui ha SEMPRE negato e credo ormai che il matrimonio tra i miei sia giunto al termine ma non accennano minimamente al divorzio cosa che io spererei. Ultimamente i miei mi trattano come se io fossi una bambina piccola, vero è che ho mollato al primo anno di ingegneria perché troppo difficile per le mie capacità, ed ora sto aspettando per effettuare il test di medicina. Durante l'estate non ho lavorato per studiare per il test d'ingresso e i miei continuano a criticare questa mia scelta dicendo che o studio o lavoro ma ogni qual volta io stia studiando loro mi chiedono costantemente aiuto per i lavori in casa non rendendosi conto che mi servirebbe maggiore tranquillità.
Oltretutto ho chiuso una storia durata 6 anni con un ragazzo a loro molto caro e da ormai 6 mesi frequento un ragazzo (media universitaria del 30, educato, di buona famiglia) il quale mi rende molto felice e riesce a farmi stare meglio quando le critiche che i miei genitori mi rivolgono (a detta loro sono inaffidabile, poco matura, frequento questo ragazzo solo per scopi sessuale) creano in me crisi d'ansia. Spesso chiedo di andare a casa di questo ragazzo per una settimana/due con lo scopo di studiare in quanto in casa mi risulta impossibile e loro mi lasciando andare facendomi però pesare il tutto.
Spesso se torno tardi la sera mi sgridando e non posso andare in discoteca in quanto qualcuno potrebbe drogarmi e al rientro a casa potrei morire, ma io sono stanca di troncare amicizie perché spesso ricevo solo no dai miei genitori alle mie richieste di uscire.
Ogni anno vado in vacanza con loro, io vorrei smettere di andare e cominciare ad andare con i miei amici ma so che la risposta sarà sicuramente no perché non ho una fo te di guadagno (mi fanno oltretutto pesare il fatto che loro mi mantengano nonostante non ci siano effettivamente problemi economici). Capisco che il quadro è molto incompleto ma mi trovo davanti ad un dubbio: mollare l'università per andare a lavorare ed andarmene di casa il prima possibile o continuare l'università e cercare di ignorare? Il loro atteggiamento mi provoca ansia e crisi di panico e sentirei il bisogno di avere, come già successo in passato, un consulto psicologico ma questo graverebbe su di loro e vorrei evitarlo. Loro si definiscono Persone aperte quando in realtà non lo sono e, proprio per questo cerco di pesare economicamente il meno possibile su di loro (non uscendo la sera/niente vestiti nuovi) ed io sto veramente impazzendo.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Ragazza,
mollare l'Università non mi pare sia proprio quello che desidera, mentre andare avanti cercando di ignorare le emozioni e gli stati d'animo provati non solo non le riesce, ma probabilmente non sarebbe comunque la cosa migliore da farsi.
Scrive che ha lasciato ingegneria perché troppo difficile e che vuole provare il test per entrare a medicina. Cosa le aveva fatto scegliere la facoltà frequentata fino ad ora? Ritiene che il lungo percorso previsto per chi vuol diventare medico le sia più consono e pertanto più "a sua portata"? E quale sarebbe il suo piano di riserva nel malaugurato caso non superasse il test di ingresso?
Non ha mai pensato ad un lavoretto part time (ad es., lezioni, ricerche di mercato, baby sitter, dog sitter...) o al servizio civile, per allegerire un po' la pressione che avverte, senza sentirsi costretta a rinunciare ai suoi progetti?
Cosa si aspetterebbe da un eventuale percorso psicologico?
Sa se nel suo ateneo è attivo uno sportello di ascolto psicologico per gli studenti a cui rivolgersi per provare a chiarirsi ulteriormente le idee?

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
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