La timidezza possa essere sottovalutata sino
Sono un ragazzo diciannovenne e sin dall'infanzia ho avuto problemi di fobia scolare che si manifestavano con incostanza. Le mie circostanze scolastiche, oggettivamente ostiche, condussero a una chiusura intellettiva, culturale e interpersonale. Se all'inizio della scuola elementare esprimevo vivacità, esuberanza ed apertura, con la crescita c'è stato un annullamento di tali caratteri che ho in parte riacquisito dopo la terza media...
Inevitabile dire che prevalentemente durante l'adolescenza ho avuto difficoltà sia nel rendimento scolastico(accompagnato al non studio)che nei rapporti interpersonali (dimostrando eccessiva timidezza)...
Con la crescita e l'ambiente adeguato sono riuscito ad interessarmi allo studio ma l'unica costante è rimasta la difficoltà nell'avere rapporti interpersonali...
Ritengo che la timidezza possa essere sottovalutata sino a 9-10 anni ma a 19 anni è assurdo parlare ancora di "timidezza".
A causa dello stress scolastico del quinto anno di istituto e della carenza di rapporti interpersonali appaganti ho sofferto di depressione e adesso lentamente stò guarendo...
Adesso frequento l'università (sono al primo anno) e in sei mesi non sono riuscito a socializzare con nessuno, ho fatto parecchie assenze e non ho studiato... Andare all'università è per me motivo esclusivo di ansie anticipatorie e disagi di inadeguatezza...
Nel mio periodo di riflessione ho potuto assumere maggiore consapevolezza dei miei limiti e ho individuato come maggior responsabile delle mie sofferenze l'inibizione nel parlare.
Ho difficoltà nel parlare, non riesco a trovare argomenti idonei con conseguente mutismo, introversione...
(Se possono essere utili delle discussioni che ho svolto su un forum, questo è il mio indirizzo:http://forum.amando.it/members/depressionmode-21540.html)
Vi ringrazio per l'interesse e per le eventuali risposte.
Inevitabile dire che prevalentemente durante l'adolescenza ho avuto difficoltà sia nel rendimento scolastico(accompagnato al non studio)che nei rapporti interpersonali (dimostrando eccessiva timidezza)...
Con la crescita e l'ambiente adeguato sono riuscito ad interessarmi allo studio ma l'unica costante è rimasta la difficoltà nell'avere rapporti interpersonali...
Ritengo che la timidezza possa essere sottovalutata sino a 9-10 anni ma a 19 anni è assurdo parlare ancora di "timidezza".
A causa dello stress scolastico del quinto anno di istituto e della carenza di rapporti interpersonali appaganti ho sofferto di depressione e adesso lentamente stò guarendo...
Adesso frequento l'università (sono al primo anno) e in sei mesi non sono riuscito a socializzare con nessuno, ho fatto parecchie assenze e non ho studiato... Andare all'università è per me motivo esclusivo di ansie anticipatorie e disagi di inadeguatezza...
Nel mio periodo di riflessione ho potuto assumere maggiore consapevolezza dei miei limiti e ho individuato come maggior responsabile delle mie sofferenze l'inibizione nel parlare.
Ho difficoltà nel parlare, non riesco a trovare argomenti idonei con conseguente mutismo, introversione...
(Se possono essere utili delle discussioni che ho svolto su un forum, questo è il mio indirizzo:http://forum.amando.it/members/depressionmode-21540.html)
Vi ringrazio per l'interesse e per le eventuali risposte.
[#1]
Gentile ragazzo
È intorno all'adolescenza che molti tratti della personalità trovano il loro assestamento e si stabilizzano, accompagnandoci verso l'età adulta. E proprio per questo, non è certamente inappropriato parlare di timidezza dopo i 19 anni. Vi sono alcuni che da piccoli sono estroversi ed esuberanti, e da adulti diventano timidi. Oppure il contrario, e non è colpa di nessuno.
Il problema è un altro, di ordine molto più pragmatico. Ovvero, se a lei la sua timidezza causa disagio - e anche questo è tutt'altro che scontato - si tratta di fare in modo di cambiare questo stato di cose.
Ciò può essere ottenuto interpellando prima di tutto uno psicologo, spiegando la propria situazione e chiedendo aiuto per sviluppare le abilità sociali che le mancano. Non è una cosa risaputa, ma il compito dello psicologo è anche questo.
Cordiali saluti
È intorno all'adolescenza che molti tratti della personalità trovano il loro assestamento e si stabilizzano, accompagnandoci verso l'età adulta. E proprio per questo, non è certamente inappropriato parlare di timidezza dopo i 19 anni. Vi sono alcuni che da piccoli sono estroversi ed esuberanti, e da adulti diventano timidi. Oppure il contrario, e non è colpa di nessuno.
Il problema è un altro, di ordine molto più pragmatico. Ovvero, se a lei la sua timidezza causa disagio - e anche questo è tutt'altro che scontato - si tratta di fare in modo di cambiare questo stato di cose.
Ciò può essere ottenuto interpellando prima di tutto uno psicologo, spiegando la propria situazione e chiedendo aiuto per sviluppare le abilità sociali che le mancano. Non è una cosa risaputa, ma il compito dello psicologo è anche questo.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile ragazzo, parla di inibizione, mutismo, introversione e tutte le difficoltà annesse. Da quello che dice sembrerebbe che la consapevolezza di questo nasca da una sua certa capacità di introspezione. Bè forse ci sono delle basi per poter uscire da questa dimensione anche se con l'aiuto di uno specialista, che nel suo caso sarebbe opportuno.
A volte è proprio l'eccesso di sensibiltà che porta ad inibirsi quasi si avesse il timore di perdere qualche controllo emotivo. Capita proprio che con l'aiuto di uno psicologo si riesca a trasformare creativamente i propri limiti in risorse. Rifletta su questo.
cordialmente
A volte è proprio l'eccesso di sensibiltà che porta ad inibirsi quasi si avesse il timore di perdere qualche controllo emotivo. Capita proprio che con l'aiuto di uno psicologo si riesca a trasformare creativamente i propri limiti in risorse. Rifletta su questo.
cordialmente
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
Ex utente
Grazie per i consigli.
La vera sostanza delle vostre risposte è il consiglio di consultare lo psicologo.
E' abbastanza intuibile che non è possibile inquadrare esattamente il mio stato psicologico, tramite questo strumento telematico. Devo dire che avevo considerato di consultare uno specialista già qualche tempo fa, quando soffrivo di depressione, ma praticamente la mia situazione finanziaria non me lo permette.
Per questa ragione apprezzo il vostro consiglio e aspetto una situazione economica ed una autonomia personale che permettano piena libertà nelle mie azioni. Aspetto di trovare qualche lavoretto...
Riconosco che per me, profano, analizzare e riconoscere i miei disturbi è ridicolo per un "sacro"...
Ma dopo tempo sono arrivato alla convinzione di avere un disturbo evitante di personalità...
Anche se così non fosse, ho: inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza,evitazione delle interazioni sociali (le assenze a scuola e in genere), bassa autostima "relativa"(riguardante il comportamento e altre parti della mia persona, ma non tutte)...
Attendendo l'inizio di consulenze da specialisti, terapie, ecc, quali comportamenti devo tenere per previnire altri disturbi...o il cronicizzarsi del mio?
Cordiali saluti
La vera sostanza delle vostre risposte è il consiglio di consultare lo psicologo.
E' abbastanza intuibile che non è possibile inquadrare esattamente il mio stato psicologico, tramite questo strumento telematico. Devo dire che avevo considerato di consultare uno specialista già qualche tempo fa, quando soffrivo di depressione, ma praticamente la mia situazione finanziaria non me lo permette.
Per questa ragione apprezzo il vostro consiglio e aspetto una situazione economica ed una autonomia personale che permettano piena libertà nelle mie azioni. Aspetto di trovare qualche lavoretto...
Riconosco che per me, profano, analizzare e riconoscere i miei disturbi è ridicolo per un "sacro"...
Ma dopo tempo sono arrivato alla convinzione di avere un disturbo evitante di personalità...
Anche se così non fosse, ho: inibizione sociale, sentimenti di inadeguatezza,evitazione delle interazioni sociali (le assenze a scuola e in genere), bassa autostima "relativa"(riguardante il comportamento e altre parti della mia persona, ma non tutte)...
Attendendo l'inizio di consulenze da specialisti, terapie, ecc, quali comportamenti devo tenere per previnire altri disturbi...o il cronicizzarsi del mio?
Cordiali saluti
[#4]
intanto cominci a comportarsi i modo totalmente opposto rispetto a come si è comportato fino ad ora. Smetta di farsi diagnosi che non fanno altro che costruirle delle etichette mentali che la conducono verso profezie che si autoavverano. Provi a fare questo gioco, faccia finta di non essersi mai fatto una diagnosi, faccia finta di non avere quei problemi da lei elencati e si comporti come se fosse l'opposto di come si è raccontato.
Ha chiesto consigli per evitare la cronicizzazione prima della consulenza, eccoli qua pronti. Riuscirà a metterli in pratica?
cordialmente
Ha chiesto consigli per evitare la cronicizzazione prima della consulenza, eccoli qua pronti. Riuscirà a metterli in pratica?
cordialmente
[#6]
Ex utente
Per il Dr. De Vincentiis,
Riuscirò a mettere in pratica i suoi consigli?
Sì, adesso che ho i suoi consigli, riuscirò a metterli in pratica e credo che non avrò bisogno di uno psicologo! XD
Comunque si, aspetto di testarmi andando contro la mie tendenze "naturali" ...Aspetto di affrontare i miei problemi e di risolverli, senza profetizzare il peggio, e quindi ancora per adesso escludendo la visita da uno specialista. Ma il tempo che ho a disposizione è poco, il fallimento non devo considerarlo se non voglio fallire, ma se fallirò correrò urgentemente a rimedi professionali.
Grazie.
Per il Dr. Santonocito,
Grazie per avermi avvisato dell'esistenza di questi servizi pubblici, in effetti non ne conoscevo l'esistenza.
Grazie.
Cordiali saluti
Riuscirò a mettere in pratica i suoi consigli?
Sì, adesso che ho i suoi consigli, riuscirò a metterli in pratica e credo che non avrò bisogno di uno psicologo! XD
Comunque si, aspetto di testarmi andando contro la mie tendenze "naturali" ...Aspetto di affrontare i miei problemi e di risolverli, senza profetizzare il peggio, e quindi ancora per adesso escludendo la visita da uno specialista. Ma il tempo che ho a disposizione è poco, il fallimento non devo considerarlo se non voglio fallire, ma se fallirò correrò urgentemente a rimedi professionali.
Grazie.
Per il Dr. Santonocito,
Grazie per avermi avvisato dell'esistenza di questi servizi pubblici, in effetti non ne conoscevo l'esistenza.
Grazie.
Cordiali saluti
[#7]
Gentile Utente,
Chi le ha parlato di ansia anticipatoria e disagi di inadeguatezza...ed altro? Che scuola fa? CHe facoltà?
La pubertà lo ha inibito, ma non riesco a capire cosa c'è stato oltre a quello che lei ha raccontato.
Ecco perché le è stato suggerito di andare da uno Piscoterapeuta che lo aiuterà ad indagare sul suo presente e sul suo passato.
E forse si sbloccherà.
Perché ci ha invitato a visitare il forum?
Cordiali saluti ed auguri
[#8]
Ex utente
L'ansia anticipatoria è una sensazione che provo quando penso a certe azioni che devo svolgere, tipo: frequentare persone, frequentare le lezioni, ecc.
Il senso di inadeguatezza lo provo frequentemente quando ho delle interazioni sociali...
Frequento il primo anno di università, facoltà:ingegneria, corso:ingegneria edile-architettura.
Lei crede che sia stata solo la pubertà ad inbirmi?
Io credo che questo sia dipeso anche da altri aspetti del mio sviluppo, che sono venuti a mancare, come quello motorio, culturale, sociale...
non sò...
Mi scusi, ma non ho ben capito se devo consultare uno psicologo, uno psichiatra, uno psicoterapeuta...chi?
L'invito al forum non è razionale, ma è stato istintivo allo stato nascente. L'invito potrebbe essere di utilità, a chi interessato, per inquadrare la mia situazione.
Forse in quel momento non riuscivo a riassumere tutto in poche righe, è stato istintivo.
Cordiali saluti
Il senso di inadeguatezza lo provo frequentemente quando ho delle interazioni sociali...
Frequento il primo anno di università, facoltà:ingegneria, corso:ingegneria edile-architettura.
Lei crede che sia stata solo la pubertà ad inbirmi?
Io credo che questo sia dipeso anche da altri aspetti del mio sviluppo, che sono venuti a mancare, come quello motorio, culturale, sociale...
non sò...
Mi scusi, ma non ho ben capito se devo consultare uno psicologo, uno psichiatra, uno psicoterapeuta...chi?
L'invito al forum non è razionale, ma è stato istintivo allo stato nascente. L'invito potrebbe essere di utilità, a chi interessato, per inquadrare la mia situazione.
Forse in quel momento non riuscivo a riassumere tutto in poche righe, è stato istintivo.
Cordiali saluti
[#9]
Gentile Utente,
Io le consiglio uno psicoterapeuta.
Tuttavia lo psicologo, anche se non ancora specializato in psicoterapia, le potrà essere comunque utile per una diagnosi.
Lo psicoterapeuta le potrà fare una diagnosi e potrà sottoporlo a psicoterapia.
Cordiali saluti ed auguri.
[#10]
Gentile ragazzo,
da quest'altra parte (ti ho appena risposto circa la paura di non sognare) analizziamo bene insieme quanto scrivi: sei preoccupato di avere una qualche forma di patologia psichiatrica, una spece di disturbo di personalità. E' come se temessi di avere un difetto interiore non "riparabile" da nessuno (è un po' l'idea del disturbo di personalità, come di qualcosa di pervasivo e profondo)
Se fosse vero, cioè se venisse confermata la "tua" ipotesi diagnostica, cosa faresti? Oltre che prenderne atto credo ben poco, sei d'accordo?
A maggior ragione, se ritieni di avere qualche problema psicologico "profondo" non credi vi sia la necessità di avere una diagnosi accurata?
Io ti consiglio di rivolgerti ad un CPS della tua zona ASL di appartenenza, dove potrai trovare uno psichiatra oppure uno psicoterapeuta che gratuitamente ti faranno una diagnosi.
Questo sarà il tuo punto di partenza: sapere con cosa devi combattere ti servirà ad abbassare molto l'ansia.
da quest'altra parte (ti ho appena risposto circa la paura di non sognare) analizziamo bene insieme quanto scrivi: sei preoccupato di avere una qualche forma di patologia psichiatrica, una spece di disturbo di personalità. E' come se temessi di avere un difetto interiore non "riparabile" da nessuno (è un po' l'idea del disturbo di personalità, come di qualcosa di pervasivo e profondo)
Se fosse vero, cioè se venisse confermata la "tua" ipotesi diagnostica, cosa faresti? Oltre che prenderne atto credo ben poco, sei d'accordo?
A maggior ragione, se ritieni di avere qualche problema psicologico "profondo" non credi vi sia la necessità di avere una diagnosi accurata?
Io ti consiglio di rivolgerti ad un CPS della tua zona ASL di appartenenza, dove potrai trovare uno psichiatra oppure uno psicoterapeuta che gratuitamente ti faranno una diagnosi.
Questo sarà il tuo punto di partenza: sapere con cosa devi combattere ti servirà ad abbassare molto l'ansia.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.3k visite dal 20/02/2009.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.