Ragazzo con cui convivo
Buonasera doottre ho 25 anni convivo da 3 anni con il mio ragazzo che ne ha 25.io da quasi 5 mesi non lavoro e non riesco a trovare niente e chiaramente paga tutto lui l'affitto e le bollette e capisco che è dura ma ogni volta che litighiamo da quando ho perso il lavoro mi rinfaccia sempre che paga tutto lui che mi mantiente lui e percio devo stare zitta che mi devo trovare un lavoro al piu presto come se io non lo volessi..e mi dice che non faccio niente a casa come se prepare da mangiare lavare stirare per lui non è niente...io non ce la faccio piu non esco piu di casa mi sto deprimendo ogni giorno di piu ho perso fiducia nel trovare lavoro...vorrei andarmene via da lui per non sentire tutte quelle cose che dice...ma come faccio senza un lavoro..non ne posso piu..non vorrei ritoranare dai miei sarebbe un passo indietro e un'ulteriore delusione in me. grazie
[#1]
Gentile ragazza, in alcune occasioni ci deprimiamo solo perchè per una serie di ragioni non vogliamo affrontare determinate decisioni che, in realtà, sarebbero la soluzione del nostro dilemma.
Da come racconta le cose sembra che abbia chiesto un consiglio sulla migliore decisione da prendere. Ma in questi casi un consiglio diretto sarebbe rifiutato contrapponendo una serie di resistenze motivate da quelle stesse non scelte che la mandano in tilt. Se Le si dicesse che sarebbe meglio per qualche tempo tornare dai suoi fin quando non troverà un nuovo lavoro che risponderebbe?
Da come ha posto le cose sembra che non abbia grandi alternative o si ingegna a trovare un modo di placare le pretese del suo ragazzo o gli dia una lezione tornando dai sui considerando che questo non sarebbe un tornare in dietro ma solo una scelta funzionale. cosa preferirebbe rimanere a deprimersi ascoltando le vessazioni del suo ragazzo che pare ormai non riesce più a sopportare o fare un piccolo passo in dietro per riprendere le forze per poi poterne fare 2 di passi in avanti?
Si interroghi e scelga il male minore per lei.
cordialmente
Da come racconta le cose sembra che abbia chiesto un consiglio sulla migliore decisione da prendere. Ma in questi casi un consiglio diretto sarebbe rifiutato contrapponendo una serie di resistenze motivate da quelle stesse non scelte che la mandano in tilt. Se Le si dicesse che sarebbe meglio per qualche tempo tornare dai suoi fin quando non troverà un nuovo lavoro che risponderebbe?
Da come ha posto le cose sembra che non abbia grandi alternative o si ingegna a trovare un modo di placare le pretese del suo ragazzo o gli dia una lezione tornando dai sui considerando che questo non sarebbe un tornare in dietro ma solo una scelta funzionale. cosa preferirebbe rimanere a deprimersi ascoltando le vessazioni del suo ragazzo che pare ormai non riesce più a sopportare o fare un piccolo passo in dietro per riprendere le forze per poi poterne fare 2 di passi in avanti?
Si interroghi e scelga il male minore per lei.
cordialmente
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile Ragazza
la situazione che descrive è chiaramente difficile,
immagino che sia come sentirsi chiusi in una gabbia.
Sembra che lei si percepisse senza uscita, nella necessità di voler esprimere il diritto di non essere d'accordo su alcune cose e l'impossibilità di farlo.
Solo che ho l'impressione che lei stia considerando solo questi due estremi, cioè:
"sto con lui e sopporto questa situazione oppure vado via e mollo tutto".
Vede credo che fra il bianco e il nero ci siano diverse sfumature di grigio (come ad esempio discutere apertamente e serenamente con il suo compagno e spiegargli che effetto sta producendo in lei questa situazione, che ha pensato di andare via, ecc) che forse non ha considerato per paura che portino a risultati non desiderati.
Provi a fare un bilancio, è proprio sicura che le due soluzioni che lei ha ipotizzato come le uniche possibili le garantiscano di ritrovare la sua serenità?
Cordialmente
la situazione che descrive è chiaramente difficile,
immagino che sia come sentirsi chiusi in una gabbia.
Sembra che lei si percepisse senza uscita, nella necessità di voler esprimere il diritto di non essere d'accordo su alcune cose e l'impossibilità di farlo.
Solo che ho l'impressione che lei stia considerando solo questi due estremi, cioè:
"sto con lui e sopporto questa situazione oppure vado via e mollo tutto".
Vede credo che fra il bianco e il nero ci siano diverse sfumature di grigio (come ad esempio discutere apertamente e serenamente con il suo compagno e spiegargli che effetto sta producendo in lei questa situazione, che ha pensato di andare via, ecc) che forse non ha considerato per paura che portino a risultati non desiderati.
Provi a fare un bilancio, è proprio sicura che le due soluzioni che lei ha ipotizzato come le uniche possibili le garantiscano di ritrovare la sua serenità?
Cordialmente
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
[#3]
Se posso aggiungere un commento a quanto suggerito dai Colleghi, forse potrebbe essere il caso di parlarne col porprio medico. La frase "sono depressa" può significare molte cose, tra cui il fatto che lo sia davvero oppure che si senta semplicemente incavolata, definendosi depressa.
Ma, nel rischio, io una visita dal medico la farei. Perchè forse valutare la "via di mezzo" come suggerisce la Collega Sussarellu è meno difficile se non si è così depressi.
Ma, nel rischio, io una visita dal medico la farei. Perchè forse valutare la "via di mezzo" come suggerisce la Collega Sussarellu è meno difficile se non si è così depressi.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 7.1k visite dal 20/02/2009.
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