Ritorno al passato

Buonasera Dottori,
Vorrei un vostro parere circa il periodo che sto passando, recentemente ho saputo che a ottobre perderò il lavoro per mancanza di soldi, invece mi era stato per lungo tempo che mi avrebbero fatto l'indeterminato e io avevo già iniziato a progettare in grande. Inutile dirvi che ho iniziato a sentirmi arrabbiato e frustrato, andando a lavorare con sempre meno voglia e sempre più nervoso. Questo nervosismo continuo è poi sfociato in problemi gastrici, attacchi di panico e crisi di pianto improvvise. Ho iniziato a mettermi in mutua e chiudermi in casa, ma la mia ragazza e la mia famiglia sono riusciti a farmi ripartire dicendomi di sforzarmi. Il problema è che oltre il fatto che tutti questi problemi sono rimasti e ormai vanno avanti da un mesetto buono, ora la mia testa da un paio di settimane continua a rimuginare su un periodo accaduto quando ero un ragazzino e pensavo di aver superato, avevo infatti bullizzato per un po' di tempo una persona per ottenere visibilità con gli amici ma qualcuno forse per emularmi, forse per antipatia nei suoi confronti, decise di farle un graffito sotto casa insultando lei e la sua famiglia. Ovviamente pensarono subito a me, la famiglia si rivolse alle forze dell'ordine che indagarono ma stranamente non fecero mai il mio nome, ma vivendo in un piccolo paese tutti davano la colpa a me, tranne la ragazza che forse aveva intuito la mia innocenza ma comunque aveva evidentemente subito un trauma, le veniva infatti spesso ricordato da altri bulletti questa cosa e piangeva. Curiosamente l'anno dopo diventammo molto amici salvo poi riperderci di vista col tempo. Ho provato a contattarla spiegandole le mie ansie, convinto che mi avrebbe aiutato, ha risposto che si era stato un periodo molto difficile ma non ci aveva più pensato ed anzi era dispiaciuta per come io mi sentissi e dalle sue parole mi è parso di capire fosse anche lei convinta della mia innocenza pur non sapendo il reale colpevole, quello non si è mai scoperto. La mia paura è che questa persona in realtà stia soffrendo come sto soffrendo io, o possa in futuro soffrire come sto soffrendo io, non so davvero come farmi perdonare e mi sento estremamente in colpa. Non capisco però se è solo una distrazione che la mia testa sta usando per distogliere lo sguardo dalla perdita del lavoro o se lo stress del lavoro ha invece riacceso vecchi timori e sensi di colpa e perchè, alla fine sono passati tantissimi anni, ci siamo entrambi fatti una vita, non abbiamo mai più avuto problemi ed anzi col tempo sono diventato una persona su cui molti hanno fatto ricorso in momenti di difficoltà proprio per via del mio cercare sempre di aiutare tutti. Come posso fare per calmarmi e accettare le sue parole che non ci ha più pensato? Come faccio a credere che è e sarà sempre un episodio passato per lei? Come posso vivere tranquillo senza sentirmi sempre in colpa o sotto potenziale minaccia?
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buongiorno,

immagino come possa sentirsi in questo periodo, sapendo che perderà il lavoro e dovrà rivedere i suoi progetti. Frustrazione e rabbia sono emozioni comprensibili e voglio dirle che è importante che lei le riconosca, come mostra di fare. Un altro elemento favorevole è il sostegno della sua famiglia e la sua forza di andare avanti, affrontando la delusione e la fatica di questo difficile momento.

Come lei acutamente osserva, è possibile che lo "stress del lavoro abbia riacceso vecchi timori e sensi di colpa", poiché ora è lei a provare stati d'animo simili a chi è bullizzato, sentendo che cosa significa subire. Ma è anche possibile che questo ritorno al passato e il desiderio che le ferite di questa ragazza da lei bullizzata siano completamente rimarginate possa riguardare anche la speranza di ricevere lei stesso delle scuse per come vanno le cose, e di non perdere questo lavoro a cui tiene.

Questo discorso, di conseguenza, può portarci anche a riflettere sulla sua storia, se ancor prima di bullizzare, lei ha vissuto nella sua esperienza più remota sentimenti di frustrazione e rabbia ad esempio.

La vita presenta le sue difficoltà, ed è importante fare i conti con le nostre parti ferite e arrabbiate, con quello che noi siamo. Accettando i nostri limiti e le frustrazioni che la realtà ci pone, accettando le cicatrici piccole e grandi, che a volte rimangono per sempre.

Lei oggi sembra riconoscere le sue responsabilità verso questa ragazza, le ha parlato e chiesto scusa. Anche se questa ragazza potrebbe portare con sé le sue cicatrici appunto, posso immaginare che sappia anche quanto lei sia dispiaciuto.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it