Cambiare terapia, da costruttivista a...?
Salve,
seguo una terapia cognitivo-costruttivista ormai da sei mesi. All'inizio mi ha aiutato a entrare in contatto con le mie emozioni e ad ascoltarmi (è la mia prima psicoterapia), fino a far cessare degli attacchi di panico, la cui causa però non è risolta (non riesco a elaborare dei traumi).
Il problema è che non mi trovo molto bene con la mia psicologa, non so bene se per motivi personali (mi sento facilmente intimidita) o per come funziona la scuola costruttivista. Un po' mi ha aiutato, ma adesso sono arrivata a un punto in cui non mi sembra di fare progressi (anzi, dopo alcune sedute mi sento anche peggio).
Mi sembra di fare le cose a caso e senza degli obiettivi precisi, in più spesso non mi sento ascoltata.
All'inizio abbiamo ricostruito la mia storia di vita e da lì mi aspettavo di concordare insieme degli obiettivi su cui concentrarci e anche dei tempi in cui questo poteva avvenire, invece non è successo nulla di tutto questo. Ormai da mesi vengo semplicemente per raccontare la mia settimana e da lì la psicologa mi fa delle domande, a volte legando il contesto al mio passato per farmi notare degli schemi ricorrenti, altre volte semplicemente per farmi parlare.
Non ho nessuna diagnosi, ma ho capito che la mia psicologa mi ha inquadrata in qualcosa e a volte ho l'impressione che mi ci "forzi" dentro nonostante le faccia notare che alcune conclusioni non mi tornano o che prima preferirei concentrarmi su altre problematiche per me più urgenti (come la mia bassa autostima, che spesso mi crea proprio un blocco che mi impedisce di esprimermi liberamente. Per me diventa proprio impossibile gestire qualsiasi conversazione, anche con il terapeuta.. . ma lei non mi ha voluto dare retta).
Mi mancano proprio degli strumenti di base, e vorrei che fosse il professionista a darmi dei consigli pratici (come posso migliorare l'autostima? Come ci si esprime in maniera più assertiva? Come si affronta un attacco di panico?) .
Per esempio, quando avevo gli attacchi di panico la psicologa non mi ha dato nessun consiglio su come affrontarli: ho imparato da sola leggendo articoli, imparando la respirazione diaframmatica, facendo esercizi di grounding, ripetendomi che si trattava di un momento passeggero e che sarebbe passato.. .
In più stavo rivivendo dei traumi e avevo come dei flashback in cui mi sentivo intrappolata nel passato, e ho vissuto un profondo sconforto per settimane, sopportando, senza sapere se ci fosse un modo per "riportarmi alla realtà". Sono sicura che esistono delle modalità per gestire situazioni simili, ma possibile che la mia psicologa non me ne abbia suggerita neanche una? Così non mi sento seguita.
Quello che mi chiedo è: dipende dalla scuola? Ci sono scuole di pensiero più pratiche e con obiettivi e modalità meglio strutturate? La comportamentale potrebbe venire più incontro alle mie esigenze?
Ne parlerò meglio anche con la mia psicologa dopo le ferie, ma intanto volevo raccogliere informazioni più precise.
Grazie in anticipo.
seguo una terapia cognitivo-costruttivista ormai da sei mesi. All'inizio mi ha aiutato a entrare in contatto con le mie emozioni e ad ascoltarmi (è la mia prima psicoterapia), fino a far cessare degli attacchi di panico, la cui causa però non è risolta (non riesco a elaborare dei traumi).
Il problema è che non mi trovo molto bene con la mia psicologa, non so bene se per motivi personali (mi sento facilmente intimidita) o per come funziona la scuola costruttivista. Un po' mi ha aiutato, ma adesso sono arrivata a un punto in cui non mi sembra di fare progressi (anzi, dopo alcune sedute mi sento anche peggio).
Mi sembra di fare le cose a caso e senza degli obiettivi precisi, in più spesso non mi sento ascoltata.
All'inizio abbiamo ricostruito la mia storia di vita e da lì mi aspettavo di concordare insieme degli obiettivi su cui concentrarci e anche dei tempi in cui questo poteva avvenire, invece non è successo nulla di tutto questo. Ormai da mesi vengo semplicemente per raccontare la mia settimana e da lì la psicologa mi fa delle domande, a volte legando il contesto al mio passato per farmi notare degli schemi ricorrenti, altre volte semplicemente per farmi parlare.
Non ho nessuna diagnosi, ma ho capito che la mia psicologa mi ha inquadrata in qualcosa e a volte ho l'impressione che mi ci "forzi" dentro nonostante le faccia notare che alcune conclusioni non mi tornano o che prima preferirei concentrarmi su altre problematiche per me più urgenti (come la mia bassa autostima, che spesso mi crea proprio un blocco che mi impedisce di esprimermi liberamente. Per me diventa proprio impossibile gestire qualsiasi conversazione, anche con il terapeuta.. . ma lei non mi ha voluto dare retta).
Mi mancano proprio degli strumenti di base, e vorrei che fosse il professionista a darmi dei consigli pratici (come posso migliorare l'autostima? Come ci si esprime in maniera più assertiva? Come si affronta un attacco di panico?) .
Per esempio, quando avevo gli attacchi di panico la psicologa non mi ha dato nessun consiglio su come affrontarli: ho imparato da sola leggendo articoli, imparando la respirazione diaframmatica, facendo esercizi di grounding, ripetendomi che si trattava di un momento passeggero e che sarebbe passato.. .
In più stavo rivivendo dei traumi e avevo come dei flashback in cui mi sentivo intrappolata nel passato, e ho vissuto un profondo sconforto per settimane, sopportando, senza sapere se ci fosse un modo per "riportarmi alla realtà". Sono sicura che esistono delle modalità per gestire situazioni simili, ma possibile che la mia psicologa non me ne abbia suggerita neanche una? Così non mi sento seguita.
Quello che mi chiedo è: dipende dalla scuola? Ci sono scuole di pensiero più pratiche e con obiettivi e modalità meglio strutturate? La comportamentale potrebbe venire più incontro alle mie esigenze?
Ne parlerò meglio anche con la mia psicologa dopo le ferie, ma intanto volevo raccogliere informazioni più precise.
Grazie in anticipo.
[#1]
gentile utente per certe problematiche
delle terapie direttive e focalizzate sulla soluzione del problema poterebbero essere di maggior elezione
provi con la terapia cognitivo comportamentale o la terapia breve strategica
legga questi
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
delle terapie direttive e focalizzate sulla soluzione del problema poterebbero essere di maggior elezione
provi con la terapia cognitivo comportamentale o la terapia breve strategica
legga questi
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 919 visite dal 03/08/2019.
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