Non riesco a parlare con i miei genitori
Buona sera, sono una ragazza di 20 anni, sto attraversando un periodo davvero difficile della mia vita, mi sento sola triste e arrabbiata. Questa situazione purtroppo va avanti da due anni, ed è sempre peggio. Premetto che sono sempre stata una ragazza molto matura, io non bevo, non fumo, a scuola e all'università do sempre il massimo, ho una borsa di studio che sono riuscita a rinnovare per il prossimo anno. Con i miei genitori non ho mai avuto problemi, gli ho sempre raccontato tutto e loro sono sempre stati disponibili. Due anni fa ho conosciuto un ragazzo di cui mi sono innamorata, per lui ho troncato la mia precedente relazione di tre anni (in cui non ho mai avuto un rapporto, uno perché mi ritenevo piccola e non abbastanza pronta, secondo perché i miei genitori non mi hanno mai permesso di andare a casa sua). Dopo mesi di relazione riuscendo a convincere i miei genitori ad andare da lui, ho pensato che questo ragazzo fosse quello giusto e ho preso la mia decisione, a quanto pare profondamente sbagliata. Mi è stato detto da mia madre che l'avevo fatto senza alcun valore, come qualunque altra, che lui non mi amava abbastanza, e che io non avrei più potuto andare da lui perché non lo meritavo. Il mio ragazzo mi è rimasto accanto, cercando di andare avanti, sperando fosse un periodo ma è andata sempre peggio, non potevo scegliere il ristorante se troppo vicino a casa sua, non potevo andare al mare sennò secondo loro lo avremmo fatto in acqua. Controllano i miei spostamenti con trova il mio iPhone, e non posso per questo avere momenti di intimità con lui. purtroppo dalla nostra bocca sono uscite parole di disappunto che tornando indietro non ridirei, come ma perché ci fanno soffrire, ma sono matti, oppure mi fanno schifo perché sono egoisti (mi vergogno per questo). qualche mese fa non sostenendo questa situazione l'ho lasciato, ma lui non mi ha mai lasciata andare dicendo di amarmi. Da quando ci siamo lasciati i miei sono tornati normali e io sono stata bene ma mi manca da morire e ho pensato di tornare con lui. Solo a questo pensiero loro mi hanno detto di scegliere tra loro o lui, tra la mia vita e lui, perché se stessi con lui dovrei stare alle 23 a casa (che alla mia età vuol dire non uscire), non potrei più andare in vacanza con gli amici, non mi darebbero più nulla per uscire, mi hanno detto che chiuderebbero per sempre con me che non lo possono perdonare e che non lo vogliono. Mi ripetono tutti i giorni che gli ho rovinato la vita, spesso questo mi ha fatto pensare a come starebbero tutti meglio senza di me ma poi non ho mai avuto il coraggio. Non so cosa fare per fargli capire che gli voglio un bene dell'anima, che mi mancano, vorrei solo che mi accettassero, che mi volessero bene lo stesso, che non mi togliessero gli anni più belli della mia vita, che per me questa persona è importante. Vedono solo tutto come un affronto alla loro autorità parlano solo di una guerra contro di loro. non so che fare non si sceglie tra la vita e i genitori
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Purtroppo, cara ragazza, io temo che quando lei si è lasciata sfuggire quelle critiche ai suoi genitori, in realtà ha proprio individuato qualche difetto reale della vostra relazione. Poco oltre aggiunge. "Vedono solo tutto come un affronto alla loro autorità". Questo, secondo lei, è il rapporto normale tra genitori e figli? Un esercizio di potere che ignora ogni bisogno e ogni sentimento del figlio, fino ad impedire la sua crescita, il suo normale sviluppo di individuo che sempre più avrà suoi legami, una sua vita, e anche il diritto di fare i suoi errori?
Temo che se lei non riuscirà a ridimensionare questa relazione fuori norma, rischierà di compromettere, sia la sua vita, sia, in ultima analisi, il rapporto con i suoi. E' molto probabile che un giorno li rimprovererà di non averla aiutata a crescere libera.
Il consiglio che posso darle è quello di affidarsi ad un/una psicologo/a di esperienza,che la aiuti a conquistare e a gestire un'autonomia difficile.
La invito a riflettere sul fatto che non appena ha fatto l'amore col suo ragazzo, l'ha raccontato ai suoi. Esiste una sfera di discrezione e di riserbo, a vent'anni, che secondo me non doveva essere infranta.
Le faccio molti auguri.
Temo che se lei non riuscirà a ridimensionare questa relazione fuori norma, rischierà di compromettere, sia la sua vita, sia, in ultima analisi, il rapporto con i suoi. E' molto probabile che un giorno li rimprovererà di non averla aiutata a crescere libera.
Il consiglio che posso darle è quello di affidarsi ad un/una psicologo/a di esperienza,che la aiuti a conquistare e a gestire un'autonomia difficile.
La invito a riflettere sul fatto che non appena ha fatto l'amore col suo ragazzo, l'ha raccontato ai suoi. Esiste una sfera di discrezione e di riserbo, a vent'anni, che secondo me non doveva essere infranta.
Le faccio molti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa, grazie per la veloce risposta. Nel messaggio precedente non ho precisato che io non ho MAI detto ai miei genitori di aver fatto l'amore anzi ho sempre negato per paura di tutti i risvolti che potevo avere. Purtroppo ho paure di molte cose e reagisco cercando di tenerle nascoste e loro mi accusano solo di tramare alle loro spalle. come scritto non ho soldi per permettermi uno psicologo.
[#3]
Cara utente, lo psicologo, alle ASL, al Consultorio giovani, presso il Centro di Salute Mentale e spesso all'Università, è gratuito o costa pochissimo.
La funzione dello specialista, nel suo caso, è quella di aiutarla a sfuggire ad un rapporto malato, suggerendole gli opportuni passi verso l'autonomia, supportando le sue decisioni e aiutandola nei momenti di scoraggiamento inevitabili. Un nuovo corso più sereno farebbe bene non solo a lei, ma anche ai suoi genitori.
A proposito delle sue confidenze ai genitori, ho interpretato male la sua frase: "Mi è stato detto da mia madre che l'avevo fatto senza alcun valore, come qualunque altra, che lui non mi amava abbastanza, e che io non avrei più potuto andare da lui perché non lo meritavo". Di cosa parlava? Di un semplice incontro a casa del suo ragazzo?
Ancora molti auguri.
La funzione dello specialista, nel suo caso, è quella di aiutarla a sfuggire ad un rapporto malato, suggerendole gli opportuni passi verso l'autonomia, supportando le sue decisioni e aiutandola nei momenti di scoraggiamento inevitabili. Un nuovo corso più sereno farebbe bene non solo a lei, ma anche ai suoi genitori.
A proposito delle sue confidenze ai genitori, ho interpretato male la sua frase: "Mi è stato detto da mia madre che l'avevo fatto senza alcun valore, come qualunque altra, che lui non mi amava abbastanza, e che io non avrei più potuto andare da lui perché non lo meritavo". Di cosa parlava? Di un semplice incontro a casa del suo ragazzo?
Ancora molti auguri.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 5.6k visite dal 24/07/2019.
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