Terrore del contatto umano
salve,
ho 23 anni e vivo in na condizione che mi crea forti disagi: ho una sorta di avversione per il contatto fisico con persone conosciute e sconosciute amiche e no. La cosa ha ripercussioni gravi su due aspetti della mia vita, uno l'aspetto clinico, non frequento medici neppure il dentista o il medico di base, nonostante sappia di avere dei probblemi ed io desideri risolverli all'appuntamento con lo specialista quando sono andato sono scappato oppure come nel caso dell'ottorino ho evitato di andarci: mi agita l'impressione di lasciare il controllo di me in man altrui, anche quando mi venne spostato un braccio o toccata la lingua imposta una posizione ho provato il desiderio di picchiare il medico o di allontanarlo. per quanto riguarda la sfera sociale detesto mi vengano toccati i fianchi ma anche pacche troppo amichevoli, detesto baci carezze ecc... toccato alla sprovvista urlo.non mi imbarazza la nudità ma anche in pisciina o al mare preferisco rimanere vestito,nonostante il mio fisico sia dignitosamente apprezzabile. Per quanto riguarda i pochi rapporti amorosi che ho avuto perdo ogni inibizione in poco tempo e per quanto riguarda il rapporto con me stesso è assolutamente disinvolto e disinibito posso toccare sfregare e stimolare ogni parte del mio corpo senza probblemi. Il problema è sapere a quale genere di specialista rivolgermi? qualche ramo della psicologia in particolare? o se posso trovare esercizi o pratiche che mi permettano di aprirmi maggiormente e soprattutto di risolvere i vari probblemi , dal tappo nell'orecchio che ho da anni alle carie ecc. Non ho mai frequentato uno psicologo o professionista simile e fatico mmoltissimo a trattare questo probblema, molto piu che i piccoli probblemi fisici ormai chiari da anni, può sembrare assurdo ma l'idea principale fu quella di farmi prescrivere calmanti o ansiolitici ma poi l'idea di un esame preventivo del sangue mi terorrizza (l'ultimo l'ho fatto per l'appendicite a sette anni) ho valutato l'assunzione di cannabis, di cui non faccio uso dall'adolescenza, ma nonostante mi metta in situazione di pace dei sensi ,le interferenze trame e il mio corpo non sono comunque gradite
ringrazio anticipatamente
ho 23 anni e vivo in na condizione che mi crea forti disagi: ho una sorta di avversione per il contatto fisico con persone conosciute e sconosciute amiche e no. La cosa ha ripercussioni gravi su due aspetti della mia vita, uno l'aspetto clinico, non frequento medici neppure il dentista o il medico di base, nonostante sappia di avere dei probblemi ed io desideri risolverli all'appuntamento con lo specialista quando sono andato sono scappato oppure come nel caso dell'ottorino ho evitato di andarci: mi agita l'impressione di lasciare il controllo di me in man altrui, anche quando mi venne spostato un braccio o toccata la lingua imposta una posizione ho provato il desiderio di picchiare il medico o di allontanarlo. per quanto riguarda la sfera sociale detesto mi vengano toccati i fianchi ma anche pacche troppo amichevoli, detesto baci carezze ecc... toccato alla sprovvista urlo.non mi imbarazza la nudità ma anche in pisciina o al mare preferisco rimanere vestito,nonostante il mio fisico sia dignitosamente apprezzabile. Per quanto riguarda i pochi rapporti amorosi che ho avuto perdo ogni inibizione in poco tempo e per quanto riguarda il rapporto con me stesso è assolutamente disinvolto e disinibito posso toccare sfregare e stimolare ogni parte del mio corpo senza probblemi. Il problema è sapere a quale genere di specialista rivolgermi? qualche ramo della psicologia in particolare? o se posso trovare esercizi o pratiche che mi permettano di aprirmi maggiormente e soprattutto di risolvere i vari probblemi , dal tappo nell'orecchio che ho da anni alle carie ecc. Non ho mai frequentato uno psicologo o professionista simile e fatico mmoltissimo a trattare questo probblema, molto piu che i piccoli probblemi fisici ormai chiari da anni, può sembrare assurdo ma l'idea principale fu quella di farmi prescrivere calmanti o ansiolitici ma poi l'idea di un esame preventivo del sangue mi terorrizza (l'ultimo l'ho fatto per l'appendicite a sette anni) ho valutato l'assunzione di cannabis, di cui non faccio uso dall'adolescenza, ma nonostante mi metta in situazione di pace dei sensi ,le interferenze trame e il mio corpo non sono comunque gradite
ringrazio anticipatamente
[#1]
Psicologo
Gentile ragazzo il tuo problema è davvero grosso. Probabilmente la terapia psicologica potrebbe esserti d'aiuto, in particolare quella cognitivo comportamentale, perchè ti permetterebbe di diventare consapevole dell'origine del problema e di mettere in atto opportune strategie cognitive atte al superamento della barriera che ti sei costruito intorno. Ma mi sento in dovere di dirti che senza l'aiuto, almeno iniziale, di una terapia anche farmacologica potrebbe non essere abbastanza. Comunque ti suggerisco di iniziare a contattare un terapeuta C-C al più presto e metterti d'accordo con lui/lei sulla possibilità o meno di avvalervi anche di un consulto psichiatrico con eventuale prescrizione di farmaci. Non avere fretta mettiti nelle mani di un esperto e vedrai che riuscirai a vivere serenamente la tua vita.
[#2]
Gentile Utente,
mi sento di associarmi al consiglio dato dalla Collega Magno. Per questo ti consiglio in prima battuta di effettuare una visita psichiatrica: in questo modo, almeno in fase iniziale, potrai evitare frequenti contatti con altre persone, dedicandoti alla farmacoterapia.
Anche l'ipotesi di associare un intervento di psicoterapia cognitivo comportamentale (vista la probabile componente ansiogena) mi sembra ottima
Ho letto "tra le righe" una certa motivazione alla guarigione: mi sembra già un ottimo punto di partenza, per cui mi sento di incoraggiarti ulteriormente
mi sento di associarmi al consiglio dato dalla Collega Magno. Per questo ti consiglio in prima battuta di effettuare una visita psichiatrica: in questo modo, almeno in fase iniziale, potrai evitare frequenti contatti con altre persone, dedicandoti alla farmacoterapia.
Anche l'ipotesi di associare un intervento di psicoterapia cognitivo comportamentale (vista la probabile componente ansiogena) mi sembra ottima
Ho letto "tra le righe" una certa motivazione alla guarigione: mi sembra già un ottimo punto di partenza, per cui mi sento di incoraggiarti ulteriormente
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#3]
Ex utente
vi ringrazio molto soprattutto per la velocità,
certo la risposta è piuttosto sconcertante ma ne ho preso atto. Pensavo che la difficoltà nell'eprimere la fisicità fosse un probblema banale in una società così disumanizzata,ho riletto la mia domanda credendo di avervi indotto in errore esagerando la mia situazione ma sono certo di aver esposto piuttosto oggettivamente il mio stato: forse non ho sottolineato sufficientemente che non ho una repulsione totale verso chiunque e tante volte, anche se rimango molto infastidito se mi sono preparato mentalmente anche solo qualche secondo prima non mostro ad altri le mie senzazioni. sinceramente ho molte domande sull'uso di una terapia farmacologica in quanto vivendo solo e non potendo contare ne su mia madre malata ne tantomeno su mio padre defunto o su nessuno dei miei parenti o amici, temo che possa mettermi in condizioine di non sostenere le mie normali attività che posso svolgere ora.comunque nonostante sia molto incerto sul da farsi chiamerò senza meno uno psichiatra almeno perchè mi risponda ai mille quesiti sull'utilizzo di medicinali poi valuterò le varie ipotesi
nuovamente grazie
certo la risposta è piuttosto sconcertante ma ne ho preso atto. Pensavo che la difficoltà nell'eprimere la fisicità fosse un probblema banale in una società così disumanizzata,ho riletto la mia domanda credendo di avervi indotto in errore esagerando la mia situazione ma sono certo di aver esposto piuttosto oggettivamente il mio stato: forse non ho sottolineato sufficientemente che non ho una repulsione totale verso chiunque e tante volte, anche se rimango molto infastidito se mi sono preparato mentalmente anche solo qualche secondo prima non mostro ad altri le mie senzazioni. sinceramente ho molte domande sull'uso di una terapia farmacologica in quanto vivendo solo e non potendo contare ne su mia madre malata ne tantomeno su mio padre defunto o su nessuno dei miei parenti o amici, temo che possa mettermi in condizioine di non sostenere le mie normali attività che posso svolgere ora.comunque nonostante sia molto incerto sul da farsi chiamerò senza meno uno psichiatra almeno perchè mi risponda ai mille quesiti sull'utilizzo di medicinali poi valuterò le varie ipotesi
nuovamente grazie
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Penso che l'idea di chiamare uno psichiatra sia corretta: tieni presente che la farmacoterapia non ti viene prescritta con lo scopo di renderti la vita peggiore, ma il contrario, per cui se mai dovessero insorgere sintomi collaterali come quelli da te temuti potrai sempre contattare lo psichiatra per "aggiustare"il dosaggio
Non dimenticare il supporto psicologico però
Non dimenticare il supporto psicologico però
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2k visite dal 17/02/2009.
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