Grande indecisione acquisto casa

Gentili Dottori buonasera,
Vorrei parlarvi di una situazione che mi affligge da un po’.
Sono fidanzata con il mio ragazzo da 4 anni, conviviamo da 2. Lui è più giovane di me di 5 anni (io ne ho 29) ma la cosa non è mai stata un grosso problema per me.
La convivenza non è sempre facile, lui è una persona molto testarda e impulsiva, facilmente tendente alle offese e lunatica da morire. Persona che si fida molto poco e piena di manie (ad esempio del pulito), che purtroppo gli sono scaturite in seguito al divorzio dei suoi genitori quando era piccolo, ma di cui non vuole MAI parlare. Nonostante tutto, ha provato a venirmi incontro accettando i miei 2 cani (lui non ama molto gli animali) e vedo che, seppur rinfacciandomelo spesso, si è abituato alla loro presenza, quindi non posso dire che per me non abbia mai fatto qualcosa. Il problema è che ora, ci avviciniamo al grande passo di comprare una casa, individuata in quella di mio nonno eppure io non sono entusiasta come dovrei.
Premetto subito che la sua famiglia è inesistente, soprattutto economicamente parlando. Lui lavorava con il padre, il quale ha chiuso l’azienda senza preoccuparsi di che fine facesse il figlio, che fortunatamente ha trovato lavoro da un’altra parte, solo che al momento è stato preso in apprendistato per 3 anni (cosa che si sta rivelando un po’ un ostacolo per il mutuo, visto che io ho un indeterminato part time). Sostanzialmente il padre è sparito da Gennaio, neanche mai una telefonata. La madre vive con il figlio più piccolo in affitto, lavorano entrambi, eppure non danno una mano al mio ragazzo neanche a chiederla col binocolo. Peraltro, il mio ragazzo si rifiuta a prescindere di chiederla un eventuale mano proprio perché ormai sa che la sua famiglia non può. E questo genera spesso liti tra noi.
La madre inoltre, ha degli scatti d’ansia e di rabbia quasi sempre PER NULLA (uguali a quelli del mio ragazzo) che seriamente mi fanno pensare. Ora, per la banca servirebbe il classico garante che ritrovo in mio papà. Nonostante un grave lutto (abbiamo perso mamma 10 anni fa a causa di una malattia), io mia sorella e mio papà siamo UNITISSIMI, ci aiutiamo sempre e siamo sempre insieme. Papà poi è sempre stato in grado di trovarsi economicamente in una buona posizione, quindi ha sempre potuto aiutarmi anche in quello. Per me, vedere una realtà come quella del mio ragazzo non è concepibile, in quanto anche quando c’era mamma i miei genitori si amavano da morire e avevamo una famiglia meravigliosa.
Insomma, riassumendo, vista anche la maniera in cui spesso e volentieri mi tratta il mio ragazzo, sto seriamente pensando di lasciar perdere e non rovinare i meravigliosi ricordi che ho nella casa dei miei nonni, e ancora meno dover contare sempre e solo su mio papà. Io amo questo ragazzo e sento l’orologio biologico che corre, ma non mi sento amata come vorrei. Viste anche le pesanti offese e i suoi scatti d’ansia.
Cosa posso fare? Ho provato a parlargliene ma ho un muro davanti.
Grazie
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Utente,
il titolo che ha dato al suo post è emblematico: l'acquisto di una casa per andarci a vivere col proprio uomo è certamente un passo importante ed evoca inevitabilmente l'idea di famiglia, di solidità della relazione e impegno e progettualità per il futuro.
Tutto ciò, dalle parole che ha scritto, pare attualmente vacillare nei suoi pensieri e le causa tanti dubbi.
Non so quanto potrebbe riuscire a rassicurarla un confronto con il suo compagno, perché penso sia più una questione sua, che deve risolvere con se stessa: ritengo le sarebbe più utile una consulenza psicologica di persona per chiarirsi le idee, per capire meglio quanto davvero lui sia importante per Lei, a quali compromessi è disposta o no a scendere per proseguire la vostra storia, se e come si immagina il futuro insieme...

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
Grazie Dottoressa,
È stata molto gentile!
In effetti sì, credo siano più dubbi miei. Purtroppo (o per fortuna) io sono una persona molto sensibile e molto affettuosa. Sono cresciuta come le dicevo in una realtà veramente famigliare, a me e mia sorella non sono mai mancate coccole e amore, e nemmeno quando purtroppo è venuta a mancare mamma, momento devastante per noi (seppur purtroppo preparati psicologicamente), eppure mio papà ha saputo fare anche da mammo (soprattutto nel caso di mia sorella che aveva appena 12 anni)..pertanto faccio molta fatica alle volte a rapportarmi con il mio ragazzo, molto più freddo su certi ambiti. Io poi non sono perfetta, sono decisamente impulsiva anche io e sbaglio anche a credere che se io do una cosa in un determinato modo, mi aspetto che mi venga ridata nello stesso identico modo. So di sbagliare su questo pensiero, infatti non credo che il mio ragazzo sia senza sentimenti assolutamente no, dico però che mi destabilizza molto il suo carattere e la sua freddezza. Purtroppo lui le uscite di rabbia NON le sa gestire, e a volte vengono fuori delle offese non poco. Io soffro sempre in silenzio, sono fondamentalmente una persona di carattere pacifico, che sommato alla mia sensibilità diventa devastante quando sento certe cose.
Questa cosa mi spaventa non poco per il futuro, e mi preoccupa anche un po’ la madre di lui..le sue crisi d’ansia e il pensiero che ce l’abbia SEMPRE qualcuno con lei, son veramente a volte importanti tanto quanto esagerate..
Forse sono io che mi faccio troppe paranoie?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
"Io soffro sempre in silenzio, sono fondamentalmente una persona di carattere pacifico, che sommato alla mia sensibilità diventa devastante quando sento certe cose."

Questo non è corretto: subire offese e violenze verbali soffocando qualsiasi tipo di reazione con l'idea che ciò contribuisca al quieto vivere è un'ingiustizia principalmente nei confronti di se stessa (perché tollerarlo? perché non volersi più bene?), ma costituisce anche una parte di responsabilità nel far perdurare (se non via via peggiorare) quanto accade tra di voi.

"Questa cosa mi spaventa non poco per il futuro"

E ha ragione a preoccuparsene: immagini quante occasioni di mostrare tale irascibilità con tutte le difficoltà e le problematiche che inevitabilmente la vita ci presenta, oppure con la presenza di eventuali figli da educare e a cui fornire un buon esempio...

Le rinnovo il mio consiglio di non prendere decisioni affrettate, ma di farsi aiutare da un nostro collega a ponderare bene la sua volontà di portare avanti o meno questa relazione, prima di porre in essere dei vincoli che potrebbero complicare ulteriormente la situazione.

Auguri cari.