Sofferenza interiore esasperata da forte avversità con genitori
Egregi dottori,
Sono un ragazzo di ormai 25 anni e scrivo un messaggio su questo sito perché credo di non avere al momento altro aiuto più prezioso per alleviare il mio problema. Vi ringrazio anticipatamente per il fantastico gesto di altruismo e professionalità nel rispondere alle domande spesso confuse di noi utenti e, proprio per cercare di evitare tale confusione, cercherò di esporre il mio problema sforzandomi di dipingerne anche il contesto nella maniera più chiara e concisa possibile. Nonostante la mia età matura, continuo ad avere serissimi problemi relazionali con i miei genitori. In particolare, ho sempre provato una forte repulsione nei confronti di mio padre il quale, semplicemente, rispecchia l'esatto opposto del mio modello ideale da seguire. È sempre stato un tipo estremamente pigro, rude nei modi, arrogante, fortemente egoista, menefreghista e insensibile per le cose che lui ritiene futili e, soprattutto, con la costante attitudine di voler controllare tutto e imporre un suo modo di affrontare le cose. Quest'ultimo aspetto è sempre stato quello che più ha colliso con la mia natura testarda, ribelle, fortemente orgogliosa, devota all'essere autonomo in tutto, altruista e metodico. Apparentemente, dall'esterno sembra ed è una famiglia felice e normale nelle sue dinamiche quotidiane perché mio padre fa, a modo suo, il padre di famiglia e mia madre, non riesco ancora a capire il perché, con il suo carattere, oso dire, ingenuo e stupido, vive felice, ignara delle "cattiverie" che subisce (assolutamente non in senso fisico) cui, a quanto pare, solo io risulto sensibile. Il mio problema di fondo è che non mi sento minimamente compreso all'interno della mia famiglia e, proprio per questo motivo, avverto un profondo senso di solitudine perché il mio inconscio mi porta sempre più a non affidarmi a loro. In sostanza, li vedo sempre più alla pari degli estranei che conoscono solo gli strati più superficiali del mio carattere.
Nell'arco della mia gioventù, ci sono stati frequenti discussioni in cui vedevo i miei genitori coalizzati contro di me e che mi ripetevano la tanto odiata frase secondo la quale loro non sono e non saranno mai miei nemici, che saranno sempre dalla mi parte e che agiranno sempre nei miei interessi e per il mio bene. Questo, purtroppo, per me non è mai accaduto e non accadrà mai perché, nonostante più volte abbia spiegato come vorrei che fossero le cose e come si comportassero nei miei confronti per farmi veramente del bene, loro pretendono di farmi accettare "la loro forma di bene", il loro modo di amarmi ma, senza sapere, che così ottengono il risultato opposto. Un esempio lampante e piuttosto recente riguarda la mia carriera universitaria in cui mio padre per agevolarmi mi ha iscritto ad un corso di inglese per una certificazione che non è quella che voglio, senza consentirmi la scelta o parlarne prima con me. Ecco, odio profondamente che debba plasmare a suo piacimento la mia vita lasciandomi incapace di reagire.
Sono un ragazzo di ormai 25 anni e scrivo un messaggio su questo sito perché credo di non avere al momento altro aiuto più prezioso per alleviare il mio problema. Vi ringrazio anticipatamente per il fantastico gesto di altruismo e professionalità nel rispondere alle domande spesso confuse di noi utenti e, proprio per cercare di evitare tale confusione, cercherò di esporre il mio problema sforzandomi di dipingerne anche il contesto nella maniera più chiara e concisa possibile. Nonostante la mia età matura, continuo ad avere serissimi problemi relazionali con i miei genitori. In particolare, ho sempre provato una forte repulsione nei confronti di mio padre il quale, semplicemente, rispecchia l'esatto opposto del mio modello ideale da seguire. È sempre stato un tipo estremamente pigro, rude nei modi, arrogante, fortemente egoista, menefreghista e insensibile per le cose che lui ritiene futili e, soprattutto, con la costante attitudine di voler controllare tutto e imporre un suo modo di affrontare le cose. Quest'ultimo aspetto è sempre stato quello che più ha colliso con la mia natura testarda, ribelle, fortemente orgogliosa, devota all'essere autonomo in tutto, altruista e metodico. Apparentemente, dall'esterno sembra ed è una famiglia felice e normale nelle sue dinamiche quotidiane perché mio padre fa, a modo suo, il padre di famiglia e mia madre, non riesco ancora a capire il perché, con il suo carattere, oso dire, ingenuo e stupido, vive felice, ignara delle "cattiverie" che subisce (assolutamente non in senso fisico) cui, a quanto pare, solo io risulto sensibile. Il mio problema di fondo è che non mi sento minimamente compreso all'interno della mia famiglia e, proprio per questo motivo, avverto un profondo senso di solitudine perché il mio inconscio mi porta sempre più a non affidarmi a loro. In sostanza, li vedo sempre più alla pari degli estranei che conoscono solo gli strati più superficiali del mio carattere.
Nell'arco della mia gioventù, ci sono stati frequenti discussioni in cui vedevo i miei genitori coalizzati contro di me e che mi ripetevano la tanto odiata frase secondo la quale loro non sono e non saranno mai miei nemici, che saranno sempre dalla mi parte e che agiranno sempre nei miei interessi e per il mio bene. Questo, purtroppo, per me non è mai accaduto e non accadrà mai perché, nonostante più volte abbia spiegato come vorrei che fossero le cose e come si comportassero nei miei confronti per farmi veramente del bene, loro pretendono di farmi accettare "la loro forma di bene", il loro modo di amarmi ma, senza sapere, che così ottengono il risultato opposto. Un esempio lampante e piuttosto recente riguarda la mia carriera universitaria in cui mio padre per agevolarmi mi ha iscritto ad un corso di inglese per una certificazione che non è quella che voglio, senza consentirmi la scelta o parlarne prima con me. Ecco, odio profondamente che debba plasmare a suo piacimento la mia vita lasciandomi incapace di reagire.
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Gentile Utente,
mi dispiace moltissimo per la situazione che sta vivendo, anche perchè dai consulti precedenti emergeva già una pregressa sofferenza.
Ma davanti a questa problematica relazionale in famiglia, bisogna dire solo due cose: la prima è che i Suoi genitori sono così e non cambieranno, ma la seconda è che Lei ha potere di cambiare se stesso.
Soprattutto può attuare dei cambiamenti sul fatto che, dato questo contesto particolare e difficile per Lei, cosa e come può fare per costruire la Sua vita, nonostante tutto?
Io credo che un lavoro psicologico finalizzato a rispondere a questa domanda potrà essere molto utile per Lei, in modo che possa attuare comportamenti adatti alla situazione per vivere anche più serenamente, senza perdere la libertà, senza vivere con rancori e riconciliandosi per quanto possibile con i Suoi.
Cordiali saluti,
mi dispiace moltissimo per la situazione che sta vivendo, anche perchè dai consulti precedenti emergeva già una pregressa sofferenza.
Ma davanti a questa problematica relazionale in famiglia, bisogna dire solo due cose: la prima è che i Suoi genitori sono così e non cambieranno, ma la seconda è che Lei ha potere di cambiare se stesso.
Soprattutto può attuare dei cambiamenti sul fatto che, dato questo contesto particolare e difficile per Lei, cosa e come può fare per costruire la Sua vita, nonostante tutto?
Io credo che un lavoro psicologico finalizzato a rispondere a questa domanda potrà essere molto utile per Lei, in modo che possa attuare comportamenti adatti alla situazione per vivere anche più serenamente, senza perdere la libertà, senza vivere con rancori e riconciliandosi per quanto possibile con i Suoi.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.3k visite dal 16/07/2019.
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