Sindrome da burnout
Gentili dottori,
Vorrei raccontarvi la mia storia. Sono ormai troppi anni che soffro di pensieri "intrusivi" sul mio percorso universitario. Tutto è cominciato tanti anni fa quando, tra un pensiero ossessivo e l'altro, ho cominciato a incolparmi per ogni minima situazione, attribuendomi colpe e colpe, che non facevano altro che ritardare la laurea. Dopo aver perso così 6 anni della mia vita, e quindi in grave ritardo, sono riuscito a conseguire la mia laurea triennale. Sentendomi in colpa del mio grave ritardo, ho deciso, più per cercare di redimere il mio fallimentare percorso universitario fino a quel momento, di andare lontano da casa, al nord, per continuare con un corso di laurea magistrale. Sono arrivato però già scarico mentalmente, dopo tanti anni, e mi sono trovato davanti un corso durissimo, che aveva la necessità di essere affrontato al massimo delle forze, mentre io avevo poche motivazioni. I miei genitori, preoccupatissimi, mi hanno consigliato di tornare a casa, ma io testardo ho preferito restare a soffrire, perché volevo tanto avere successo nonostante in cuor mio il mio desiderio era solo quello di tornare. Ora dopo un anno, ho fatto solo una parte degli esami che avrei dovuto fare, ma mi sento al limite fisico e mentale che un umano può sopportare: zero motivazioni, ormai non ho un attimo di pace mentale, non mi diverto più, sento solo le sofferenze. Forse la mia è depressione, eppure in cuor mio sotto sotto c'è ancora la fiamma che arde, quindi sento di avere ancora una minima speranza, ma non voglio più passare un altro anno così di sofferenza. Il mio stress è ai livelli troppo elevati, mi sento ormai in burnout. Ho un'idea di fermarmi qualche mese, perché sono molto preoccupato per la salute, ma al contempo non vorrei perdere altro tempo. Però sento forte la necessità di fermarmi, di prendermi del tempo a svagarmi completamente, perché continuare con questo stress per tanti anni potrebbe portarmi conseguenze gravi. Cosa mi consigliate di fare?
Vorrei raccontarvi la mia storia. Sono ormai troppi anni che soffro di pensieri "intrusivi" sul mio percorso universitario. Tutto è cominciato tanti anni fa quando, tra un pensiero ossessivo e l'altro, ho cominciato a incolparmi per ogni minima situazione, attribuendomi colpe e colpe, che non facevano altro che ritardare la laurea. Dopo aver perso così 6 anni della mia vita, e quindi in grave ritardo, sono riuscito a conseguire la mia laurea triennale. Sentendomi in colpa del mio grave ritardo, ho deciso, più per cercare di redimere il mio fallimentare percorso universitario fino a quel momento, di andare lontano da casa, al nord, per continuare con un corso di laurea magistrale. Sono arrivato però già scarico mentalmente, dopo tanti anni, e mi sono trovato davanti un corso durissimo, che aveva la necessità di essere affrontato al massimo delle forze, mentre io avevo poche motivazioni. I miei genitori, preoccupatissimi, mi hanno consigliato di tornare a casa, ma io testardo ho preferito restare a soffrire, perché volevo tanto avere successo nonostante in cuor mio il mio desiderio era solo quello di tornare. Ora dopo un anno, ho fatto solo una parte degli esami che avrei dovuto fare, ma mi sento al limite fisico e mentale che un umano può sopportare: zero motivazioni, ormai non ho un attimo di pace mentale, non mi diverto più, sento solo le sofferenze. Forse la mia è depressione, eppure in cuor mio sotto sotto c'è ancora la fiamma che arde, quindi sento di avere ancora una minima speranza, ma non voglio più passare un altro anno così di sofferenza. Il mio stress è ai livelli troppo elevati, mi sento ormai in burnout. Ho un'idea di fermarmi qualche mese, perché sono molto preoccupato per la salute, ma al contempo non vorrei perdere altro tempo. Però sento forte la necessità di fermarmi, di prendermi del tempo a svagarmi completamente, perché continuare con questo stress per tanti anni potrebbe portarmi conseguenze gravi. Cosa mi consigliate di fare?
[#1]
Gentile Utente,
Lei domanda: "Cosa mi consigliate di fare?"
Prima di pensare a che cosa fare, è opportuno comprendere la problematica che - con i limiti del consulto on line- sembrerebbe essere di natura ansiosa.
Mi riferisco già al primo corso di laurea, nel senso che se aveva pensieri intrusivi per questa ragione ha perso tanto tempo, sottraendolo comprensibilmente alo studio, il problema era già iniziato allora.
Ma non parlerei di stress, o meglio che Lei OGGI sia anche stressato è vero, ma non si tratta SOLO di stress.
Ipotizzo che sia un disturbo ansioso/ossessivo che deve essere curato, previa valutazione diretta, quindi non credo si debba ragionare adesso su cosa fare, nel senso di svagarsi, ma di rivolgersi ad un professionista di persona perchè lo svago (che comunque ci sarà per via delle vacanze estive) non sarà terapeutico e rischia finita la parentesi di svago di ritrovarsi allo stesso punto in cui si trova oggi, dal momento che il problema è nel modo di pensare (ansioso, probabilmente).
Cordiali saluti,
Lei domanda: "Cosa mi consigliate di fare?"
Prima di pensare a che cosa fare, è opportuno comprendere la problematica che - con i limiti del consulto on line- sembrerebbe essere di natura ansiosa.
Mi riferisco già al primo corso di laurea, nel senso che se aveva pensieri intrusivi per questa ragione ha perso tanto tempo, sottraendolo comprensibilmente alo studio, il problema era già iniziato allora.
Ma non parlerei di stress, o meglio che Lei OGGI sia anche stressato è vero, ma non si tratta SOLO di stress.
Ipotizzo che sia un disturbo ansioso/ossessivo che deve essere curato, previa valutazione diretta, quindi non credo si debba ragionare adesso su cosa fare, nel senso di svagarsi, ma di rivolgersi ad un professionista di persona perchè lo svago (che comunque ci sarà per via delle vacanze estive) non sarà terapeutico e rischia finita la parentesi di svago di ritrovarsi allo stesso punto in cui si trova oggi, dal momento che il problema è nel modo di pensare (ansioso, probabilmente).
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Ha ragione dottore, infatti da un po' di anni vedo regolarmente uno piscoterapeuta. La mia ansia era ancora più elevata prima, ora va decisamente meglio. Il problema è che mi sono reso conto che la lontananza di casa e il corso che non mi attrae più particolarmente mi hanno generato un carico di stress che si sta trasformando nuovamente in ansia. Ho bisogno di una pausa, di fare qualcosa che davvero mi piace, perché non si può vivere solo per sopravvivere. Perciò vorrei prendermi un periodo di pausa per fare ciò che mi piace, mettendo in pausa (o abbandonando) l'attuale università. Ho solo paura di stare facendo la scelta sbagliata, ma non vedo un'altra via d'uscita, perché mi sento già "vecchio" e non vorrei perdere ancora tempo.
[#4]
Utente
Ora sono lontano da casa e non vedo con costanza lo psicoterapeuta. Ho affrontato anni fa una psicoterapia per un DOC che fortunatamente sono riuscito a risolvere. Però permane questa ansia di base che non è per niente salutare, anzi mi distrugge lentamente. Forse è il caso di riprendere le sedute. Grazie
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.8k visite dal 08/07/2019.
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Approfondimento su Burnout
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