Credo che mia madre sia depressa
Gentilissimi Dottori,
scrivo alla Vostra attenzione, in quanto ho bisogno di confrontarmi con qualche esperto circa il comportamento di mia madre. Cercherò di scrivere ogni dettaglio.
Ho 23 anni e mi sono da poco laureata in Logopedia. Ho trovato lavoro per l'estate, sono una persona molto attiva e anche in casa aiuto in ogni modo possibile. Sono sempre stata una "figlia modello", anche se i miei genitori hanno sempre trovato il modo di rimproverarmi spesso e volentieri: io e mio fratello (31 anni, vive all'estero) crediamo che loro siano sempre stati abituati troppo bene con noi e che il modo di lamentarsi dovevano per forza trovarlo.
Dopo questa mia descrizione iniziale, passo al problema principale: mia madre (55 anni).
Premetto che lei è sempre stata una persona molto lavoratrice e si è sempre dedicata totalmente a noi come madre: presente (anche troppo), molto protettiva, non ci ha mai fatto mancare nulla. Si è sempre un po' isolata, però, dalla rete di amicizie, per stare con noi e questa cosa ha fatto sentire molto in colpa me e mio fratello (perché dovremmo essere un impedimento?). Non ha mai avuto particolari hobby (se non uncinetto e cucito) o voglia di viaggiare/visitare luoghi, infatti ricordo solo una vacanza fatta insieme alla mia famiglia. Non ha mai voluto gente in casa, si mette sempre sulla difensiva quando vogliamo invitare qualcuno.
Da settembre a marzo lei è stata male (ricoverata in ospedale diverso tempo e tuttora in riabilitazione) e io mi sono presa totalmente cura di lei, mettendo un po' da parte il mio fidanzato, i miei amici e i miei studi (mi sono laureata nella sessione successiva e purtroppo non ho avuto la possibilità di concentrarmi a pieno sulla mia tesi). Ha avuto una grossissima infezione urinaria e un'ischemia cerebellare, per la quale aveva perso la possibilità di camminare e alzarsi dalla sedia. Adesso fisicamente sta bene, ha ripreso tutte le autonomie (anche la guida), il lavoro ed era molto felice di questo. Da circa 3-4 mesi, però, ha iniziato ad avere dei comportamenti strani: assurde e inspiegabili crisi isteriche, grosse arrabbiature senza motivo, dormire più del dovuto (tutto il pomeriggio e la sera subito dopo cena), nessuna voglia di interagire con altri, di uscire con me (cosa che prima era all'ordine del giorno), di parlarmi come un tempo. Non ha più voglia di fare niente, sta sempre sul divano con il cellulare in mano o alla TV e non è possibile parlarle. Spesso, se le chiedo come sta, comincia ad offendermi e a sbraitare come se le avessi detto qualcosa di brutto. Ultimamente ho notato che ha dimenticanze mai avute prima: scorda pin del telefono mandandolo il blocco, sbaglia chiavi della macchina, dimentica appuntamenti e oggetti da comprare, non ricorda dove ha lasciato il cellulare. Quando voglio uscire con il mio ragazzo o i miei amici, ho molta ansia, perché assume un atteggiamento vittimistico come se la abbandonassi e spesso, al mio rientro, non mi parla per giorni, mi ignora, me ne dice di tutti i colori e mi fa stare malissimo, soprattutto perché so che quelle cose non le pensa davvero e che sono dettate solo dal suo dolore.
Scusate il papiro, sono sinceramente preoccupata per lei e non so davvero come aiutarla, rimango disponibile per ulteriori chiarimenti e vi ringrazio in anticipo.
scrivo alla Vostra attenzione, in quanto ho bisogno di confrontarmi con qualche esperto circa il comportamento di mia madre. Cercherò di scrivere ogni dettaglio.
Ho 23 anni e mi sono da poco laureata in Logopedia. Ho trovato lavoro per l'estate, sono una persona molto attiva e anche in casa aiuto in ogni modo possibile. Sono sempre stata una "figlia modello", anche se i miei genitori hanno sempre trovato il modo di rimproverarmi spesso e volentieri: io e mio fratello (31 anni, vive all'estero) crediamo che loro siano sempre stati abituati troppo bene con noi e che il modo di lamentarsi dovevano per forza trovarlo.
Dopo questa mia descrizione iniziale, passo al problema principale: mia madre (55 anni).
Premetto che lei è sempre stata una persona molto lavoratrice e si è sempre dedicata totalmente a noi come madre: presente (anche troppo), molto protettiva, non ci ha mai fatto mancare nulla. Si è sempre un po' isolata, però, dalla rete di amicizie, per stare con noi e questa cosa ha fatto sentire molto in colpa me e mio fratello (perché dovremmo essere un impedimento?). Non ha mai avuto particolari hobby (se non uncinetto e cucito) o voglia di viaggiare/visitare luoghi, infatti ricordo solo una vacanza fatta insieme alla mia famiglia. Non ha mai voluto gente in casa, si mette sempre sulla difensiva quando vogliamo invitare qualcuno.
Da settembre a marzo lei è stata male (ricoverata in ospedale diverso tempo e tuttora in riabilitazione) e io mi sono presa totalmente cura di lei, mettendo un po' da parte il mio fidanzato, i miei amici e i miei studi (mi sono laureata nella sessione successiva e purtroppo non ho avuto la possibilità di concentrarmi a pieno sulla mia tesi). Ha avuto una grossissima infezione urinaria e un'ischemia cerebellare, per la quale aveva perso la possibilità di camminare e alzarsi dalla sedia. Adesso fisicamente sta bene, ha ripreso tutte le autonomie (anche la guida), il lavoro ed era molto felice di questo. Da circa 3-4 mesi, però, ha iniziato ad avere dei comportamenti strani: assurde e inspiegabili crisi isteriche, grosse arrabbiature senza motivo, dormire più del dovuto (tutto il pomeriggio e la sera subito dopo cena), nessuna voglia di interagire con altri, di uscire con me (cosa che prima era all'ordine del giorno), di parlarmi come un tempo. Non ha più voglia di fare niente, sta sempre sul divano con il cellulare in mano o alla TV e non è possibile parlarle. Spesso, se le chiedo come sta, comincia ad offendermi e a sbraitare come se le avessi detto qualcosa di brutto. Ultimamente ho notato che ha dimenticanze mai avute prima: scorda pin del telefono mandandolo il blocco, sbaglia chiavi della macchina, dimentica appuntamenti e oggetti da comprare, non ricorda dove ha lasciato il cellulare. Quando voglio uscire con il mio ragazzo o i miei amici, ho molta ansia, perché assume un atteggiamento vittimistico come se la abbandonassi e spesso, al mio rientro, non mi parla per giorni, mi ignora, me ne dice di tutti i colori e mi fa stare malissimo, soprattutto perché so che quelle cose non le pensa davvero e che sono dettate solo dal suo dolore.
Scusate il papiro, sono sinceramente preoccupata per lei e non so davvero come aiutarla, rimango disponibile per ulteriori chiarimenti e vi ringrazio in anticipo.
[#1]
Gentile Ragazza,
si è confrontata con i suoi famigliari in merito alle osservazioni che ha qui esposto? Se sì, loro cosa ne pensano?
Quando sua madre è stata dimessa dall'ospedale dopo il lungo ricovero, qualcuno di voi ha avuto modo di esserle accanto per sentire quali possibili evoluzioni avrebbe potuto comportare l'ischemia che l'ha colpita e quali indicazioni le sono state fornite in ottica preventiva?
Immagino debba effettuare visite di controllo a cadenza regolare: quando sarà la prossima?
Saluti.
si è confrontata con i suoi famigliari in merito alle osservazioni che ha qui esposto? Se sì, loro cosa ne pensano?
Quando sua madre è stata dimessa dall'ospedale dopo il lungo ricovero, qualcuno di voi ha avuto modo di esserle accanto per sentire quali possibili evoluzioni avrebbe potuto comportare l'ischemia che l'ha colpita e quali indicazioni le sono state fornite in ottica preventiva?
Immagino debba effettuare visite di controllo a cadenza regolare: quando sarà la prossima?
Saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Utente
Gentilissima Dr.ssa Scalco,
La ringrazio innanzitutto per la risposta tempestiva.
Visite di controllo specialistiche non deve più farle. Avrà un controllo questo lunedì con il medico curante e comunque la monitora continuamente il personale dell'istituto di riabilitazione, pronto ad inviarla a specialisti quando necessario.
Ho avuto modo di parlarne approfonditamente con mio fratello, parzialmente con mio padre e mi sono rivolta anche ad una nostra amica di famiglia che ha molta confidenza con mia madre.
Mio fratello è preoccupato, soprattutto perché, essendo lontano, non può darmi fisicamente aiuto. Concorda sul fatto che ci sia un problema e mi supporta moltissimo a livello emotivo, mi ha suggerito di rivolgermi al nostro medico curante per "convincere" mia madre a curarsi, ma non credo ci sarà di molto aiuto. Tempo fa, durante la malattia, le aveva prescritto un antidepressivo (che le ha dato forti effetti collaterali) e lo Xanax al bisogno che ancora può continuare a prendere. Il problema è che, a parer mio, mia madre avrebbe bisogno anche di sedute di psicoterapia oltre a dei farmaci (sicuramente utili, ma non sufficienti ad elaborare il dolore suppongo). Mio fratello mi ha anche fatto capire che io non devo chiudermi in casa per fare un piacere a lei, anzi, devo continuare la mia vita, perché non sono e non devo essere io a stare male. Per aiutarla, devo essere io in primis quella in salute.
Mio padre purtroppo ha un ruolo abbastanza marginale, in quanto è totalmente dipendente da mia madre e si è sempre fatto "sottomettere". Subisce moltissimo le crisi di mia mamma. Mi è capitato comunque di confrontarmi con lui e riconosce l'esistenza di un problema, ma non sa cosa fare e a chi rivolgersi. Praticamente sono sola. Oltre a questo, lui si è da poco operato (un tumore, preso in tempo per fortuna) ed è ovviamente tutto preso dalla sua convalescenza.
L'amica, invece, mi è stata davvero di aiuto, nel suo piccolo. Mi ha confessato alcune paure e pensieri di mia mamma: non ha superato il fatto che mio fratello sia andato a vivere all'estero; sente che io sto "crescendo" e che ben presto dovrò allontanarmi da casa per motivi di lavoro o semplicemente per vivere il mio fidanzamento; si sente abbandonata e poco considerata; sente che il tempo passa, soprattutto dopo la menopausa avvenuta circa un anno fa.
A me dispiace tantissimo che si senta "abbandonata", purtroppo non so come evitare questo suo sentimento. Cerco di stare il più possibile in casa con lei e chiederle di fare qualche attività insieme, sempre con esito negativo però. Una volta mi ha pure detto "a me dispiace quando non sei in casa" e mi sono sentita davvero in colpa di uscire e fare la mia vita per due ore a settimana.
La ringrazio innanzitutto per la risposta tempestiva.
Visite di controllo specialistiche non deve più farle. Avrà un controllo questo lunedì con il medico curante e comunque la monitora continuamente il personale dell'istituto di riabilitazione, pronto ad inviarla a specialisti quando necessario.
Ho avuto modo di parlarne approfonditamente con mio fratello, parzialmente con mio padre e mi sono rivolta anche ad una nostra amica di famiglia che ha molta confidenza con mia madre.
Mio fratello è preoccupato, soprattutto perché, essendo lontano, non può darmi fisicamente aiuto. Concorda sul fatto che ci sia un problema e mi supporta moltissimo a livello emotivo, mi ha suggerito di rivolgermi al nostro medico curante per "convincere" mia madre a curarsi, ma non credo ci sarà di molto aiuto. Tempo fa, durante la malattia, le aveva prescritto un antidepressivo (che le ha dato forti effetti collaterali) e lo Xanax al bisogno che ancora può continuare a prendere. Il problema è che, a parer mio, mia madre avrebbe bisogno anche di sedute di psicoterapia oltre a dei farmaci (sicuramente utili, ma non sufficienti ad elaborare il dolore suppongo). Mio fratello mi ha anche fatto capire che io non devo chiudermi in casa per fare un piacere a lei, anzi, devo continuare la mia vita, perché non sono e non devo essere io a stare male. Per aiutarla, devo essere io in primis quella in salute.
Mio padre purtroppo ha un ruolo abbastanza marginale, in quanto è totalmente dipendente da mia madre e si è sempre fatto "sottomettere". Subisce moltissimo le crisi di mia mamma. Mi è capitato comunque di confrontarmi con lui e riconosce l'esistenza di un problema, ma non sa cosa fare e a chi rivolgersi. Praticamente sono sola. Oltre a questo, lui si è da poco operato (un tumore, preso in tempo per fortuna) ed è ovviamente tutto preso dalla sua convalescenza.
L'amica, invece, mi è stata davvero di aiuto, nel suo piccolo. Mi ha confessato alcune paure e pensieri di mia mamma: non ha superato il fatto che mio fratello sia andato a vivere all'estero; sente che io sto "crescendo" e che ben presto dovrò allontanarmi da casa per motivi di lavoro o semplicemente per vivere il mio fidanzamento; si sente abbandonata e poco considerata; sente che il tempo passa, soprattutto dopo la menopausa avvenuta circa un anno fa.
A me dispiace tantissimo che si senta "abbandonata", purtroppo non so come evitare questo suo sentimento. Cerco di stare il più possibile in casa con lei e chiederle di fare qualche attività insieme, sempre con esito negativo però. Una volta mi ha pure detto "a me dispiace quando non sei in casa" e mi sono sentita davvero in colpa di uscire e fare la mia vita per due ore a settimana.
[#3]
Concordo con Lei riguardo l'opportunità che sua mamma effettui quantomeno una consulenza psicologica di persona, così da inquadrare più dettagliatamente la situazione e capire quale potrebbe essere l'intervento più efficace per restituirle un benessere psicologico, che ad oggi pare un po' precario.
Sono anche d'accordo con chi le dice di vivere comunque la sua giovane vita, evitando di sentirsi in colpa per quello che è senz'altro un "compito" evolutivo della sua età, nel quale i genitori dovrebbero avere funzione di sostegno e di incoraggiamento
I sentimenti di abbandono che sua madre vive vanno affrontati nella sede adeguata e non sta di certo a Lei farsene carico.
Per fortuna intorno a Lei ci sono persone comprensive e disponibili: unite le forze per aiutare la mamma a prendere le giuste decisioni.
Auguri cari.
Sono anche d'accordo con chi le dice di vivere comunque la sua giovane vita, evitando di sentirsi in colpa per quello che è senz'altro un "compito" evolutivo della sua età, nel quale i genitori dovrebbero avere funzione di sostegno e di incoraggiamento
I sentimenti di abbandono che sua madre vive vanno affrontati nella sede adeguata e non sta di certo a Lei farsene carico.
Per fortuna intorno a Lei ci sono persone comprensive e disponibili: unite le forze per aiutare la mamma a prendere le giuste decisioni.
Auguri cari.
[#4]
Utente
La ringrazio davvero di cuore per le sue parole. Un confronto con una professionista è sempre un valido aiuto, adesso so che, quantomeno, mi sto dirigendo verso la giusta strada. Ieri ho provato a parlare con mia madre, confessandole di essere preoccupata per lei e sembra più tranquilla. Forse si è sentita più considerata oppure semplicemente si è resa conto che il suo comportamento non era funzionale per vivere serenamente. Spero che questa sua tranquillità duri il più possibile, ma non abbasserò mai la guardia. Se dovessero ricapitare delle crisi, le proporrò con tatto una consulenza psicologica. Come ha giustamente puntualizzato Lei, io non posso farmene carico, non ne ho proprio gli strumenti.
Grazie di nuovo,
La saluto cordialmente.
Grazie di nuovo,
La saluto cordialmente.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.1k visite dal 06/07/2019.
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