Interruzione psicoterapia
Buongiorno, Sono in cura presso la psicoterapeuta da un anno e mezzo a causa della malsana relazione con il mio ex fidanzato, un individuo instabile che ritengo mi abbia fatto violenza psicologica tramite insulti di vario genere (sfera fisica/sessuale/intellettiva), con atteggiamenti di isolamento e minacce in genere riguardanti l'umiliazione pubblica. I contatti con il mio ex fidanzato non si sono interrotti nonostante nel tempo io sia riuscita ad andare via di casa. Di conseguenza questi atteggiamenti di "tortura" non hanno ancora avuto fine. Negli ultimi tempi le modalità di ripicca nei miei confronti si sono concretizzate nella ricerca di persone a me vicine a cui screditarmi. Ieri dopo una accesa lite nella quale minacciava (lui) di chiamare i carabinieri ho contattato via mail la mia psicoterapeuta, e spaventata le ho esplicitato il problema che individuavo come minaccia. Lei, carinamente, mi ha risposto con un messaggio descrivente lo stato d'animo di lui e il mio e di non cedere alla rabbia, alla vendetta e agli altri sentimenti negativi. In quanto l'amore è perdono e unione..ecc ecc
Ho inoltrato questo messaggio a lui (così come a un paio di mie amiche) con la speranza che ne leggesse come me che si trattava di un accanimento sterile. Lui ha reagito arrabbiandosi ancora di più, ha iniziato a dire che avrebbe denunciato la psicoterapeuta perché mi manipolava, che lei gli aveva tolto la dignità, ed era falsa. Quindi di dirgli immediatamente nome e cognome affinché potesse procedere o se la sarebbe presa con me e la mia famiglia. Spaventata e non sapendo come muovermi o scritto nuovamente alla mia psicoterapeuta come dovessi comportarmi.
Lei mi ha scritto prima per mail che aveva sbagliato a rispondermi, a scapito della sua tutela professionale, ma che si fidava del fatto che essendo io una professionista (del campo sanitario ma differente tipologia) comprendessi l'importanza della privacy (???). Ha aggiunto che tutto questo esula dal suo compito di terapeuta in quanto inoltrare un suo scritto "è lesivo della sua professionalità". Ha quindi dichiarato l'interruzione del rapporto terapeutico e che se avesse ricevuto ulteriori minacce avrebbe contattato le autorità competenti. A seguire mi ha chiamata ribadendo quanto su scritto e " ho fallito la terapia con te perché tu sei sua complice ed io sono distrutta" poi mi ha mandato un ultimo sms nel quale diceva di tranquillizzare il mio ex in quanto io non ero più sua paziente perché il mio comportamento era stato fuori luogo e per lei inaccettabile.
Ora, io posso capire essere spaventati per una minaccia (una minaccia rimane tale ma in questura quasi ne ridevano). Mi sono sentita abbandonata e non capita, soprattutto sul fattore che dati i pensieri suicidi recenti che ho avuto questo comportamento li esacerbasse. Ritengo dal mio punto di vista che avrebbe potuto agire in maniera differente ma mi rimetto a voi per un parere più esterno e imparziale.
Ho inoltrato questo messaggio a lui (così come a un paio di mie amiche) con la speranza che ne leggesse come me che si trattava di un accanimento sterile. Lui ha reagito arrabbiandosi ancora di più, ha iniziato a dire che avrebbe denunciato la psicoterapeuta perché mi manipolava, che lei gli aveva tolto la dignità, ed era falsa. Quindi di dirgli immediatamente nome e cognome affinché potesse procedere o se la sarebbe presa con me e la mia famiglia. Spaventata e non sapendo come muovermi o scritto nuovamente alla mia psicoterapeuta come dovessi comportarmi.
Lei mi ha scritto prima per mail che aveva sbagliato a rispondermi, a scapito della sua tutela professionale, ma che si fidava del fatto che essendo io una professionista (del campo sanitario ma differente tipologia) comprendessi l'importanza della privacy (???). Ha aggiunto che tutto questo esula dal suo compito di terapeuta in quanto inoltrare un suo scritto "è lesivo della sua professionalità". Ha quindi dichiarato l'interruzione del rapporto terapeutico e che se avesse ricevuto ulteriori minacce avrebbe contattato le autorità competenti. A seguire mi ha chiamata ribadendo quanto su scritto e " ho fallito la terapia con te perché tu sei sua complice ed io sono distrutta" poi mi ha mandato un ultimo sms nel quale diceva di tranquillizzare il mio ex in quanto io non ero più sua paziente perché il mio comportamento era stato fuori luogo e per lei inaccettabile.
Ora, io posso capire essere spaventati per una minaccia (una minaccia rimane tale ma in questura quasi ne ridevano). Mi sono sentita abbandonata e non capita, soprattutto sul fattore che dati i pensieri suicidi recenti che ho avuto questo comportamento li esacerbasse. Ritengo dal mio punto di vista che avrebbe potuto agire in maniera differente ma mi rimetto a voi per un parere più esterno e imparziale.
[#1]
Gentile Utente,
bisogna precisare che se questa psicoterapia avveniva in un contesto privato di libera professione, la Collega (così come il paziente) può in qualunque momento e per qualunque ragione interrompere il rapporto professionale.
Tra l'altro non capisco come mai non sia stato regolarizzato che fuori dalle sedute non ci sono scambi di comunicazione, se non per modifica di orari a causa di imprevisti, impegni improrogabili, ecc...
Ma non è neppure terapeutico che un paziente abbia accesso, ogni volta che si trova in una qualunque difficoltà (relazionale) al terapeuta nè che il terapeuta debba rispondere. Si immagina se ogni paziente si comportasse così? Noi passeremmo la giornata (e anche la notte) a leggere sms e a rispondere. Ma non si tratta solo di un problema di gestione, ma proprio di un problema di relazione che inficia la terapia stessa, come ho detto sopra.
Lei in quel momento non aveva nessuna "idea" su cosa fare?
Inoltre, condivido pienamente con la Collega che Lei ha sbagliato a girare un sms a diverse persone. Che senso ha avuto? Che cosa pensava di ottenere?
Se poi Lei afferma che il Suo ex La maltratta, Le fa violenza psicologica, ecc... perchè non chiudere definitivamente i rapporti, non rispondendo neppure più?
Scusi la franchezza.
Cordiali saluti,
bisogna precisare che se questa psicoterapia avveniva in un contesto privato di libera professione, la Collega (così come il paziente) può in qualunque momento e per qualunque ragione interrompere il rapporto professionale.
Tra l'altro non capisco come mai non sia stato regolarizzato che fuori dalle sedute non ci sono scambi di comunicazione, se non per modifica di orari a causa di imprevisti, impegni improrogabili, ecc...
Ma non è neppure terapeutico che un paziente abbia accesso, ogni volta che si trova in una qualunque difficoltà (relazionale) al terapeuta nè che il terapeuta debba rispondere. Si immagina se ogni paziente si comportasse così? Noi passeremmo la giornata (e anche la notte) a leggere sms e a rispondere. Ma non si tratta solo di un problema di gestione, ma proprio di un problema di relazione che inficia la terapia stessa, come ho detto sopra.
Lei in quel momento non aveva nessuna "idea" su cosa fare?
Inoltre, condivido pienamente con la Collega che Lei ha sbagliato a girare un sms a diverse persone. Che senso ha avuto? Che cosa pensava di ottenere?
Se poi Lei afferma che il Suo ex La maltratta, Le fa violenza psicologica, ecc... perchè non chiudere definitivamente i rapporti, non rispondendo neppure più?
Scusi la franchezza.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Buongiorno, in genere non ho mai contattato la mia psicoterapeuta perché, da buon senso, ho pensato che se ognuno lo facesse sarebbe il caos, così come lei ha sottolineato. Né sono avvezza a chiedere aiuto, anche quando ho tentato il suicidio ho semplicemente avvertito di volere una seduta urgente. Ho ritenuto necessario contattarla perché mi sentivo minacciata, e ho appunto scritto una mail né tempestato di chiamate e/o sms, che come ben sa possono essere lette in qualsivoglia momento. la situazione successiva la riguardava e, esacerbata dal panico delle minacce, non ho avuto alternative di pensiero in quel momento. Si immagini tempestata da chiamate e in preda all'ansia quale altro pensiero avrei potuto produrre. Dal mio punto di vista ritengo però che, se qualcuno avesse avuto mente lucida, quella era la psicoterapeuta, che avrebbe potuto limitarsi a dire che queste cose non possono accadere. Sono sei parole.
Lei non ha mai condiviso con delle persone dei pensieri che esprimono il suo punto di vista in maniera lineare? mi sembra normalissimo, come un qualsiasi scritto tratto da un libro, una canzone, o una poesia che rispecchia il proprio stato d'animo o i propri principi/concezione dell'amore. Senza che esso abbia alcun fine, non volevo ottenere nulla.
Per rispondere alla sua ultima domanda le dico che io ho iniziato la psicoterapia al fine di arrivare a quello scopo, se fossimo tutti in grado di chiudere i rapporti con le persone manipolatrici dall'oggi al domani, non esisterebbe la fragilità intrinseca e la vostra professione.
cordialità
Lei non ha mai condiviso con delle persone dei pensieri che esprimono il suo punto di vista in maniera lineare? mi sembra normalissimo, come un qualsiasi scritto tratto da un libro, una canzone, o una poesia che rispecchia il proprio stato d'animo o i propri principi/concezione dell'amore. Senza che esso abbia alcun fine, non volevo ottenere nulla.
Per rispondere alla sua ultima domanda le dico che io ho iniziato la psicoterapia al fine di arrivare a quello scopo, se fossimo tutti in grado di chiudere i rapporti con le persone manipolatrici dall'oggi al domani, non esisterebbe la fragilità intrinseca e la vostra professione.
cordialità
[#3]
Gentile Utente,
vedo che Lei non si rende conto di ciò che ha fatto o non vuole rendersene conto. E ribadisco che la Collega è libera di chiudere la relazione terapeutica se questa avviene in regime di libera professione.
Ma se scrive: "Ieri dopo una accesa lite nella quale minacciava (lui) di chiamare i carabinieri ho contattato via mail la mia psicoterapeuta"
Bene, faccia arrivare i carabinieri la prossima volta e ne discutete con loro, dal momento che le Forze dell'Ordine servono anche a sedare risse. In che modo una psicoterapeuta può essere d'aiuto in un frangente del genere e via mail, sinceramente non lo so.
Peggio ancora inoltrare questo messaggio al Suo ex. Le pare una mossa logica?
Ma DOPO UN ANNO E MEZZO DI TERAPIA, che almeno abbia voglia di chiudere ogni contatto con chi la minaccia, me lo aspetterei.
Per il Suo ESCLUSIVO bene.
Cordiali saluti,
vedo che Lei non si rende conto di ciò che ha fatto o non vuole rendersene conto. E ribadisco che la Collega è libera di chiudere la relazione terapeutica se questa avviene in regime di libera professione.
Ma se scrive: "Ieri dopo una accesa lite nella quale minacciava (lui) di chiamare i carabinieri ho contattato via mail la mia psicoterapeuta"
Bene, faccia arrivare i carabinieri la prossima volta e ne discutete con loro, dal momento che le Forze dell'Ordine servono anche a sedare risse. In che modo una psicoterapeuta può essere d'aiuto in un frangente del genere e via mail, sinceramente non lo so.
Peggio ancora inoltrare questo messaggio al Suo ex. Le pare una mossa logica?
Ma DOPO UN ANNO E MEZZO DI TERAPIA, che almeno abbia voglia di chiudere ogni contatto con chi la minaccia, me lo aspetterei.
Per il Suo ESCLUSIVO bene.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.2k visite dal 06/07/2019.
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