Supporto a famiglia in seguito ad un decesso

Buonasera, sono Marco.

In seguito all' improvviso decesso (avvenuto meno di un mese fa) del padre di mia cugina in un incidente stradale avrei necessità di capire quali sono i modi migliori per supportare la famiglia:
loro sono 3 persone (un ragazzo di 19 anni, una ragazza di 26 entrambi studenti e la madre di 41 anni) che avevano come punto di riferimento il padre, era il pilastro fondamentale della loro famiglia ma soprattutto, tutti i 4 membri erano legati da un rapporto pieno d' amore in cui ognuno aveva il suo ruolo, ma tutti si supportavano a vicenda. Loro non hanno intenzione di seguire nessun percorso con uno specialista e provano in tutti modi a "farsi forza a vicenda" senza dimostrare esplicitamente la personale sofferenza interiore, soprattutto nei momenti in cui sono insieme.
In questo periodo sono stato quasi 24 ore su 24 con loro per supportarli, per aiutarli nelle mansioni e per farli sentire meno soli, ma qual è il giusto comportamento da tenere in queste situazioni per evitare, e soprattutto prevenire, qualsiasi spiacevole conseguenza?

Attualmente, nonostante siano passati relativamente pochi giorni, il loro stato d' animo è troppo "sereno", probabilmente ancora non si rendono conto di cosa sia successo, o semplicemente lo nascondono per non far soffrire gli altri membri della famiglia. Potrebbe essere un problema non "poter" sfogare i propri sentimenti?

Per tutelare e salvaguardare il ragazzo da possibili conseguenze dell' accaduto (Droghe, alchool ecc) quale potrebbe essere la strategia più adatta?

Inoltre, la moglie del defunto era solitamente abituata alla presenza del marito in tutte le situazioni di normale quotidianità (dall' uscita la sera, alla vacanza ecc ecc), di certo non posso chiedere e/o avere un modo per alleviare questo dolore o colmare la solitudine, ma quali potrebbero essere dei sintomi di depressione per il quale dovrei allarmarmi? Soprattutto considerando che davanti ai figli (e i parenti tutti) non da alcun segno di infelicità.

Vi ringrazio per le Vostre risposte.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Buonasera Marco,

mi dispiace molto per la tragica morte di Suo zio.
Oltre all'età giovane, ciò che davvero è difficile da elaborare in un lutto del genere è proprio l'evento imprevisto e accidentale che quindi non ha permesso a nessuno di voi di poter in qualche modo provare a pensarci, ad elaborare.

C' è una differenza notevole se una persona muore dopo una malattia (e quindi i parenti già hanno un'idea e iniziano ad anticipare il lutto) o se una persona muore all'improvviso.

In quest'ultimo caso, è possibile ravvisare anche i sintomi di un disturbo da stress post traumatico che, però, insieme ad altri segnali, quali la fisiologica sofferenza di chi soffre per aver perso una persona amata, sono del tutto ovvi.

Ora quello che Lei può fare è tutto ciò che il buon senso le dice di fare, perchè non sappiamo quali siano i bisogni di queste persone ed è giusto e rispettoso ascoltare i loro, di bisogni.

E' vero che ora dovranno risistemare tutto nella propria vita: un componente della famiglia non c'è più e ovviamente adesso dovranno riorganizzarsi. Se prima ciascuno aveva un ruolo, ora il ruolo occupato dal papà/marito dovrà essere in qualche modo colmato. Non sappiamo come si riorganizzerà la famiglia, che ruolo assumeranno i figli (il maschio mi pare sia il più giovane), se lasceranno presto la loro casa, come cambierà la mamma davanti alle responsabilità che ora saranno tutte sue, ecc... ma ciò che può fare Lei è dimostrare il Suo affetto e anche chiedere loro che cosa vogliono.

Non mi aspetto la depressione: sarei preoccupata se non soffrissero dopo un lutto così recente, ma molte persone non esternano necessariamente la propria tristezza. Nel loro privato non sappiamo come reagiscono davvero. Ma sappiamo che di certo stanno soffrendo molto.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Utente
Utente
Grazie Dott.ssa Pileci, La ringrazio per la sua risposta.

Volevo inoltre chiedere: è normale, a distanza di pochi giorni, che si riprendano - senza nessun sintomo - le comuni attività di tutti i giorni?

Non voglio di certo chiederLe se stiano soffrendo. La sofferenza è tangibile (anche se nascosta da una fragile maschera) e sono, mio malgrado, assolutamente certo che stiano soffrendo molto, ma quello che mi preoccupa e che mi domando è se questo bisogno incessante di farsi vedere forte agli occhi della famiglia/del resto del mondo senza poter esternare la propria tristezza possa, in futuro, creare traumi peggiori.

Inoltre per quanto riguarda il ragazzo, c'è qualche frase, consiglio o modus operandi affinchè non percorra "brutte strade". Anche qui, di certo non abbiamo la bacchetta magica, ma potendo considerare l' alcool piuttosto che l' uso di sostanze stupefacenti come ricorrenti, illusorie "contromosse per dimenticare" l' accaduto mi chiedevo se ci fosse un modo per prevenire ciò, o comunque per rendermi conto se il ragazzo potrebbe "cadere in tentazione"

La ringrazio nuovamente.
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Tenga presente che anche al lavoro il permesso concesso in casi del genere è di pochissimi giorni, circa tre.

Il problema del lutto NON è che poi uno va a drogarsi o ad ubriacarsi, ma è in primis la tristezza (che poi non è un problema, semmai tutela la persona colpita dal lutto) perchè rallenta la persona. Questo è vantaggioso per chi è colpito da un lutto perchè non prenderà decisioni frettolose o senza pensarci, ma avrà modo solo dopo, quando il dolore per il lutto sarà quasi svanito, di agire con maggior consapevolezza.

In seconda battuta, una persona deve rielaborare la perdita e la propria vita.

Non pensi a cose strane, come droga e alcol.

Cordiali saluti,
[#4]
Utente
Utente
Grazie ancora. Ho un ultima domanda: ci sono sintomi particolari che dovrebbero farmi allarmare o considerare la possibilità di consigliare ai famigliari in lutto un percorso dallo psicologo?
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
In genere, io non suggerisco mai a chi sta soffrendo per aver perso una persona amata di rivolgersi ad uno psicologo, perchè è del tutto normale star male per un certo tempo.

Ma se a distanza di parecchio tempo (esempio dopo un anno), la persona è ancora paralizzata dalla tristezza, allora è il caso di intervenire.

Non sto dicendo che col tempo non parliamo più delle persone decedute o non proviamo nostalgia, ma se c'è una condizione patologica (spesso celata da problematiche di dipendenza dalla persona deceduta o depressione, ecc...) questa si palesa a distanza di tempo.

Cordiali saluti,