Panico

buonasera.
lo scorso anno ho avuto il mio primo attacco di panico. ed ero in un periodo di stress, improvvisamente percepii una tachicardia, misurai la pressione e la avevo molto alta. mi recai al pronto soccorso ed ho un bruttissimo ricordo di quella serata, mi tremavano le gambe e avevo solo pensieri negativi, non riuscivo a calmarmi e sentivo di aver perso il controllo di me stessa. feci varie visite, anche una cardiologica e mi dissero che era tutto perfetto e che stavo bene.
il fatto, però, è che ho avuto atri episodi del genere dopo quello, anche se minori. circa un mese dopo ebbi un attacco di panico mentre ero da sola a casa, probabilmente fu causato proprio dalla mia paura di averne uno, continuavo a ripetermi cosa faccio se mi viene? , sviluppando una sorta di paura del panico .
ne ebbi, poi, uno qualche mese fa dovuto al nervosismo di una situazione e dopo un po’ di tempo riuscii a calmarmi. il fatto strano, però, è che altri due ne ho avuti in giornate diverse, a distanza di mesi, ma trovandomi nella stessa situazione: ero insieme ai miei amici, seduta sul divano, mentre giocavamo tutti insieme. è capitato due volte che, dopo aver smesso di fare giochi come il lanciarsi cuscini o robe varie, in un momento di calma, io mi sia sentita una forte tachicardia. quando mi capita esco fuori e provo a calmarmi ma non ci riesco mai, l’unica cosa che credo di dover fare è aspettare e provare a respirare contando in mente fino a cinque, però non mi aiuta mai. purtroppo mi calmo solo dopo qualche minuto, quando la tachicardia ha raggiunto il suo apice. perché mi capita questo? e come potrei fare per calmarmi, se dovessi (mi auguro di no) trovarmi ancora in situazioni del genere?
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Dr. Alessio Vellucci Psicologo, Psicoterapeuta 92 5
Gentile Utente,

Gli attacchi di panico e, più generalmente, innalzamenti dei fisiologici livelli di ansia che ciascuno di noi ha, sono episodi molto comuni ma che a causa dell'intenso stato di pericolo ed allarme che causano, non sono letti dalla nostra mente come transitori bensì come una minaccia alla quale da quel momento siamo ogni giorno esposti.

Tutto ciò, come ha correttamente notato, fa nascere la "paura di avere paura", e ci pone in una condizione per la quale il timore di vivere un nuovo improvviso ed inaspettato attacco di panico ci spinge a muoverci solo in spazi "sicuri" nei quali siamo certi di poter contenere l'eventuale attacco di panico.

Questo alla lunga diventa pesantemente limitante, e per questo mi sento di consigliarle di rinforzare la naturale propensione alla soluzione, che emerge dalle sue parole, rivolgendosi ad uno Psicoterapeuta.
La aiuterà a comprendere come il panico si generi spesso da un'interpretazione negativa di segnali neutri (la tachicardia dopo aver giocato con i cuscini è normale per via del movimento), e come il controllo della respirazione sia utile per prevenire gli attacchi di panico, non per arrestarli. Per calmarsi ha bisogno di sviluppare una maggiore tolleranza di sensazioni spiacevoli, me ne rendo conto, ma assolutamente non pericolose.

Spero di esserle stato d'aiuto

Un caro saluto

Dr. Alessio Vellucci
www.miodottore.it/alessio-vellucci/psicologo-psicoterapeuta-psicologo-clinico/roma

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Attivo dal 2019 al 2020
Ex utente
la sua risposta mi è stata molto d’aiuto e valuterò anche la soluzione di rivolgermi di persona ad uno psicoterapeuta.
cordiali saluti e la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato.
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