Marito in difficoltà
Salve dottori,
Sono una mamma e moglie di 35 anni, il problema che vorrei illustrarvi è una situazione arrivata ormai all'assurdo con mio marito.
SIAMO partiti dalla Lombardia 3 anni fa per trasferirci in Piemonte, il sogno era di aprire una pizzeria d'asporto con i (parecchi) risparmi lasciati in eredità dai miei suoceri. Abbiamo preso i nostri due bambini, allora di 5 anni uno ed 1 anno e mezzo l'altro è siamo passati da una città di quarantamila abitanti ad un paesotto che ne conta la metà. Dico paesotto, perchè la mentalità è quella di paese, né più né meno, ora posso dirlo. Abbiamo lasciato entrambi un lavoro a tempo indeterminato ed eravamo felicissimi e sicuri della nostra scelta: vivere nel verde dopo anni di città era magnifico, il nostro negozio prendeva finalmente forma, economicamente eravamo coperti. Piano piano hanno cominciato a tornare vecchi problemi ai quali si aggiungeva o i nuovi: mio figlio maggiore faceva disperare all'asilo, mille accuse di cattiva educazione e viaggi da psicologi e neuropsichiatria (successivamente ha avuto una diagnosi d'iperattività), problemi coi vicini che non sopportava o i nostri rumori, il fatto di trovarmi improvvisamente sola 18 ore al giorno senza esserne abituata, (perché da pizzeria d'asporto siamo passati ANCHE a produzione di pasta fresca e altro...) insomma sono crollata e dopo un annetto e mezzo ho avuto una forte mania bipolare con allucinazioni e comportamenti assurdi, ora sono diagnosticata e mi curo. Ovviamente quella mania durata ben 3 mesi ha creato un disastro a livello generale, soprattutto lavorativo. Ho fatto perdere clienti a mio marito ed ovviamente non era più presente mentalmente in negozio, arrecando il resto del danno. Da lì la situazione economica è precipitata, peggiorando ulteriormente a gennaio di quest'anno con un piccolo incendio che ha danneggiato il forno, costringendo i a chiudere per due mesi. Tutta questa premessa per dire che ora abbiamo il minimo da mangiare, dobbiamo misurare al millimetro la benzina, siamo costantemente senza un soldo in tasca e spesso senza la possibilità di telefonare. Siamo stati costretti a trasferirci a 6km dal negozio, che sembrano pochi, ma con due bambini da portare a scuola e asilo non lo sono. In tutto questo lui non dorme e non mangia per i problemi economici, ma lungi da lui l'idea si chiudere. È sottopeso e iperstressato, io sono preoccupata e non so più come chiedergli di chiudere e finirla con questa agonia. Quando gli faccio notare che non me vale la pena sta pure peggio, lui aspetta "che il negozio si tiri su". Capisco il grosso investimento, ma perdere la salute per mere questioni di soldi mi pare a dir poco ASSURDO.
Come posso fare per farlo rendere conto?
Grazie in anticipo e saluti
Marinella.
Sono una mamma e moglie di 35 anni, il problema che vorrei illustrarvi è una situazione arrivata ormai all'assurdo con mio marito.
SIAMO partiti dalla Lombardia 3 anni fa per trasferirci in Piemonte, il sogno era di aprire una pizzeria d'asporto con i (parecchi) risparmi lasciati in eredità dai miei suoceri. Abbiamo preso i nostri due bambini, allora di 5 anni uno ed 1 anno e mezzo l'altro è siamo passati da una città di quarantamila abitanti ad un paesotto che ne conta la metà. Dico paesotto, perchè la mentalità è quella di paese, né più né meno, ora posso dirlo. Abbiamo lasciato entrambi un lavoro a tempo indeterminato ed eravamo felicissimi e sicuri della nostra scelta: vivere nel verde dopo anni di città era magnifico, il nostro negozio prendeva finalmente forma, economicamente eravamo coperti. Piano piano hanno cominciato a tornare vecchi problemi ai quali si aggiungeva o i nuovi: mio figlio maggiore faceva disperare all'asilo, mille accuse di cattiva educazione e viaggi da psicologi e neuropsichiatria (successivamente ha avuto una diagnosi d'iperattività), problemi coi vicini che non sopportava o i nostri rumori, il fatto di trovarmi improvvisamente sola 18 ore al giorno senza esserne abituata, (perché da pizzeria d'asporto siamo passati ANCHE a produzione di pasta fresca e altro...) insomma sono crollata e dopo un annetto e mezzo ho avuto una forte mania bipolare con allucinazioni e comportamenti assurdi, ora sono diagnosticata e mi curo. Ovviamente quella mania durata ben 3 mesi ha creato un disastro a livello generale, soprattutto lavorativo. Ho fatto perdere clienti a mio marito ed ovviamente non era più presente mentalmente in negozio, arrecando il resto del danno. Da lì la situazione economica è precipitata, peggiorando ulteriormente a gennaio di quest'anno con un piccolo incendio che ha danneggiato il forno, costringendo i a chiudere per due mesi. Tutta questa premessa per dire che ora abbiamo il minimo da mangiare, dobbiamo misurare al millimetro la benzina, siamo costantemente senza un soldo in tasca e spesso senza la possibilità di telefonare. Siamo stati costretti a trasferirci a 6km dal negozio, che sembrano pochi, ma con due bambini da portare a scuola e asilo non lo sono. In tutto questo lui non dorme e non mangia per i problemi economici, ma lungi da lui l'idea si chiudere. È sottopeso e iperstressato, io sono preoccupata e non so più come chiedergli di chiudere e finirla con questa agonia. Quando gli faccio notare che non me vale la pena sta pure peggio, lui aspetta "che il negozio si tiri su". Capisco il grosso investimento, ma perdere la salute per mere questioni di soldi mi pare a dir poco ASSURDO.
Come posso fare per farlo rendere conto?
Grazie in anticipo e saluti
Marinella.
[#1]
Gentile Marinella,
mi dispiace moltissimo per tutta la situazione, sia per i Suoi problemi di salute che fortunatamente sono ora sotto cura, sia per le notevoli problematiche economiche.
Mi pare però di capire che Lei e Suo marito abbiate due visioni del problema davvero opposte: Lei decisa a chiudere e Suo marito convinto che la situazione si risolleverà.
Avete dati oggettivi per prendere una decisione saggia insieme?
Cordiali saluti,
mi dispiace moltissimo per tutta la situazione, sia per i Suoi problemi di salute che fortunatamente sono ora sotto cura, sia per le notevoli problematiche economiche.
Mi pare però di capire che Lei e Suo marito abbiate due visioni del problema davvero opposte: Lei decisa a chiudere e Suo marito convinto che la situazione si risolleverà.
Avete dati oggettivi per prendere una decisione saggia insieme?
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Salve Dott. ssa Pileci,
la ringrazio molto per la risposta. I dati oggettivi parlano purtroppo a mio favore, stiamo tenendo un registro accuratissimo della situazione entrate/uscite del negozio ed a quasi 4 mesi dalla riapertura dopo l'incendio, siamo costantemente in perdita. Con mio marito mi è impossibile ragionare perchè quando gli faccio notare la situazione, pur usando garbo e un tono comprensivo, reagisce chiudendosi ed "andando in crisi", un atteggiamento che ha sempre avuto nel momento in cui doveva affrontare un problema, ma questa volta sembra davvero chiudersi alla realtà dei fatti. Non riesco a toccare l'argomento per paura di farlo soffrire e vedo che di suo non intende muoversi dalla sua posizione. Non saprei come arrivare ad una decisione insieme.....
la ringrazio molto per la risposta. I dati oggettivi parlano purtroppo a mio favore, stiamo tenendo un registro accuratissimo della situazione entrate/uscite del negozio ed a quasi 4 mesi dalla riapertura dopo l'incendio, siamo costantemente in perdita. Con mio marito mi è impossibile ragionare perchè quando gli faccio notare la situazione, pur usando garbo e un tono comprensivo, reagisce chiudendosi ed "andando in crisi", un atteggiamento che ha sempre avuto nel momento in cui doveva affrontare un problema, ma questa volta sembra davvero chiudersi alla realtà dei fatti. Non riesco a toccare l'argomento per paura di farlo soffrire e vedo che di suo non intende muoversi dalla sua posizione. Non saprei come arrivare ad una decisione insieme.....
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 985 visite dal 17/06/2019.
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