Patofobia, ansia, paura e stress. un aiuto per usc

Buongiorno, scrivo qua per chiedere aiuto in merito a un problema che sto vivendo ormai da diversi mesi. Esattamente 5 mesi fa, mentre mi trovavo a una cena con colleghi, ho iniziato ad accusare strani sintomi: facevo fatica a rimanere attento e a concentrarmi, quando ero in piedi avevo come la sensazione di cadere (anche se non è mai successo) e mi sentivo come "lontano dalla realtà", una sensazione difficile da spiegare. Spaventato da tutto questo mi sono recato in pronto soccorso dove mi hanno visitato con esami del sangue, rx toracica, elettrocardiogramma, ecocardiogramma, esame alla tiroide ecc che hanno dato esito negativo, con i medici che hanno definito il tutto come stress. Da allora questi episodi, che durano quasi tutto il giorno, non sono mai passati, mutando però nel tempo.

Durante questi lunghi mesi ho potuto notare alcune cose di questo problema: ad esempio se mi trovavo in luoghi chiusi, un po' bui, con tante persone oppure al contrario in luoghi grandi, molto illuminati e con molti elementi - come ad esempio un supermercato - questi effetti aumentavano, mentre ho notato che diminuivano fino quasi a sparire come ad esempio quando mi trovavo in un giardino o un grande parco aperto. Ho notato, inoltre, che questi problemi aumentavano o diminuivano in base a dei luoghi dove mi trovavo - a casa aumentavano parecchio, in palestra quasi sparivano -. Oltre a questi effetti, che a volte mi portavano come a vivere in un'altra realtà, come se la mi testa stesse galleggiando o come se stessi vivendo in un videogioco, ho notato alcuni sintomi a livello fisico come dolori alla testa, come aghi che mi punzecchiavano la testa: un secondo dopo aver ricevuto il responso della tac questi dolori sono spariti all'istante. In quel periodo avevo paura di avere qualche malattia alla testa, cosa che non si è rivelata tale.

Sono molto ipocondriaco e ora, al posto della testa, questi pizzichi mi prendono il petto - al centro, di lato vicino l'ascella, sotto i pettorali e addirittura alla destra del petto, dove non si trova il cuore. Anche in questo caso, dopo alcuni consulti mi è stato detto che si tratta di un problema psicologico e che il mio fisico sta bene.

A questo punto chiedo aiuto a voi, per aver anche un minimo aiuto a livello psicologico per superare tutto questo.

Posso dire che, oltre ad essere super ipocondriaco - sono stato in grado di svenire dal dentista, fate voi - sono facilmente suggestionabile: basta un dolorino per farmi pensare di avere chissà che.

Posso dire che tutti questi sintomi, soprattutto quelli legati a quella sorta di derealizzazione, sono partiti esattamente un mese dopo un lutto in famiglia molto doloroso per me, con la persona cara che ho visto praticamente morire davanti a me per problemi cardiaci - o così presumo -. Inoltre vivo un forte periodo di stress legato a diverse insoddisfazioni a livello lavorativo.

Mi sapete dare una mano? Grazie
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"basta un dolorino per farmi pensare di avere chissà che. "

Gentile Utente,

le persone ansiose funzionano proprio così: focalizzano tutta l'attenzione, in modo costante, sul proprio corpo, o meglio su tutte le attivazioni del corpo.

Le faccio un esempio per spiegarmi meglio.
Quando al mattino indossiamo i vestiti, immediatamente sentiamo sulla pelle una certa pressione che poi, dopo pochi istanti, svanisce perchè ci adattiamo e perchè non prestiamo più attenzione. Le persone ansiose, invece, continuano a prestare attenzione alle attivazioni fisiche e non sono capaci a "leggere correttamente" il senso di tali attivazioni.

E' del tutto fisiologico che quando si è in ansia ci sia attivazione del corpo, ma la persona ansiosa, proprio perchè è alessitimica, pensa di avere un tumore quando il suo male di stomaco è legato al fatto che tutti quanti quando siamo ansiosi abbiamo lo stomaco come "chiuso".

Come superare tutto ciò? Di solito le problematiche ansiose si trattano velocemente con trattamenti specifici quali la psicoterapia. a mio avviso potrebbe rivolgersi di persona ad uno psicologo psicoterapeuta, previa valutazione.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Utente
Utente
Grazie dottoressa per la sua risposta. La cosa che non capisco è il fatto che pure io sono conscio che quasi sicuramente tutto questo problema sia frutto di autosuggestione. Sono il primo ad accorgermi che passo l'80% delle mie giornate ad "ascoltare il mio corpo" per vedere se tutto è in ordine, e quando sento qualcosa che non conosco mi spavento ancora di più. Il problema è che nonostante io sappia tutto questo non riesco comunque a uscirne.

Cerco di non pensarci, di tenere la mente occupata in altro ma poi all'insorgere di quel "dolorino strano al petto che non avevo mai sentito prima" o quella "strana sensazione di mani fredde tipica di chi ha problemi circolatori" torno nel baratro.

Sicuramente posso prendere in considerazione il fatto di un aiuto psicologico come dice lei ma, se posso, vorrei chiederle se esiste qualche metodo / tecnica di rilassamento da poter seguire nei momenti in cui questi attacchi d'ansia si fanno più forti.

Grazie ancora per la sua disponibilità.
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Esistono senz'altro delle tecniche che lo psicoterapeuta può scegliere in terapia e che si affiancano alla terapia psicologica.
Alcune tecniche prevedono anche il rilassamento, altre la desensibilizzazione sistematica, molto efficace soprattutto per le fobie, ma quello che è importante (o più importante) in un disturbo d'ansia è imparare non solo a riconoscere le attivazioni del proprio corpo, ma anche a "mentalizzare" tutto ciò, a gestire la sintomatologia e in ogni caso anche il rilassamento è guidato dal terapeuta.

Poichè i disturbi d'ansia si trattano bene e velocemente con trattamenti attivi e focalizzati, come Le ho detto, secondo me vale la pena provare.

Ha qualche perplessità a riguardo?
[#4]
Utente
Utente
Nessuna perplessità dottoressa, solo che in questo momento sto vivendo un periodo di intenso lavoro e nel breve non so se riuscirò a frequentare le sedute.

Intanto potrei iniziare a cercare qualche tecnica di rilassamento come dice lei anche perché il mio lavoro prevede il contatto con molte persone e non è facile avere a che fare con la gente mentre si hanno questi continui attacchi d'ansia.

Se ha qualche link o libro da suggerirmi ben venga.

Ps. Già che ci sono le chiedo un parere su un effetto molto spiacevole di questa mia problematica: capita a volte di essere in compagnia di persone, sia sconosciute che amiche, dove inizialmente va tutto bene e parlando con loro mi sento rilassato e non ho sintomi. Piu passa il tempo, però, più inizio a sentirmi strano. Guardo e parlo con il mio interlocutore che ho davanti ma mi sembra come di percepirlo "lontano", come se fossimo in due realtà diverse dove faccio fatica a prestare attenzione a ciò che dice. Nonostante io lo guardi e ci parli - e io sia conscio del fatto che si trovi a un metro da me - mi sembra proprio come percepirlo lontano, come se ciò che sto vedendo in quel momento sia un film, un videogioco e quindi quasi non reale. Secondo lei da cosa può dipendere questo?

Grazie di nuovo per l'aiuto.
[#5]
Utente
Utente
Dottoressa buongiorno, sono qui per parlarle di una cosa capitata stamattina e mai successa prima in passato - o almeno, a memoria mi pare così -.

Questa mattina dovevo affrontare un esame professionale importantissimo per me, che mi permetterà, si spera, futuri sbocchi lavorativi.

Mi sono svegliato e mi sentivo un po strano, penso sia normale agitazione, ma poi piano piano i sintomi sono aumentati: mi sentivo molle, come se stessi per svenire. Ad un certo punto ho avuto dei conati di vomito - non ho vomitato ma sono andato molto vicino -. Una volta ripresomi sono andato in stazione per prendere il treno. Nel tragitto tra parcheggio e stazione stessa cosa, mi sentivo come se stessi per cadere a terra e ancora conati di vomito. Nell'attesa del treno li sentivo molle e mi veniva da lasciarmi andare. Una volta sul treno mi sono calmato e mi sono recato all'esame dove piano piano queste sensazioni sono passate fino a quando ho svolto la prova - fortunatamente andata bene - dove in quel frangente non sentivo più questi sintomi. Una volta terminato mi sentivo "più leggero" e sentivo come un grande bisogno di piangere e sfogarmi. Ora sono tornato a casa, e sembra quasi tutto passato, tranne una strana inquietudine che continuo a sentire.

Secondo lei si tratta anche in questo caso di stress e ansia?
[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

mi dispiace, ma evidentemente non riesco a spiegarmi.

Se Lei scrivesse qui ad un medico perchè ha un'infezione e chiedesse al medico di anticipare via mail il nome di un farmaco perchè "...in questo momento sto vivendo un periodo di intenso lavoro e nel breve non so se riuscirò a frequentare le sedute.", secondo Lei che cosa Le risponderebbe il medico?
E secondo Lei è sensato "appioppare" un farmaco a caso, senza conoscere il paziente, senza sapere se un utente sconosciuto ha allergie proprio a quel farmaco?

Allo stesso modo, ci sono pazienti per i quali non sono adatti alcuni metodi e comunque, come già scritto sopra, anche il rilassamento deve essere guidato dal terapeuta.

Se anche Le scrivessi di provare a fare degli esercizi di rilassamento (cosa che mi guardo bene dal dirLe, dal momento che non La conosco), Lei che cosa farebbe?

Le scrivo questo non per mostrarmi antipatica, ma per far capire anche ad altri utenti che non solo i disturbi d'ansia sono veri e propri disturbi che devono essere trattati seriamente, ma anche che le metodologie psicologiche sono appannaggio dei professionisti psicologi, come l'utilizzo dei farmaci sono di competenza dei medici e con entrambi gli strumenti non si gioca.

Cordiali saluti,
[#7]
Utente
Utente
Capisco bene il suo discorso Dottoressa. Probabilmente spinto dal desiderio di "stare bene subito e alla svelta" mi sono spinto a chiederle consigli su esercizi ecc che invece, come ha detto lei, sono specifici anche da soggetto a soggetto e sicuramente non da prescrivere basandosi solo su un post scritto su internet.

Purtroppo questo stato d'ansia mi porta anche a questo e le chiedo di nuovo scusa.

Seguirò il suo consiglio e, appena mi sarà possibile, tenterò la strada che mi ha indicato lei.

Intanto non posso che ringraziarla per l'attenzione datami
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