Rapporto con i genitori del mio ragazzo
Buongiorno.
Da quasi 10 anni sto con il mio ragazzo (io 25 anni quest'anno, lui 28) e ancora non è un bel rapporto con i suoi genitori, soprattutto con sua mamma.
Per esempio: quando vado a cena da loro, entro in casa e sua mamma mi saluta, ma non si gira neanche, non mi chiede mai come sto (pur sapendo che soprattutto in questo periodo sto passando dei momenti assai brutti); oppure a tavola ha sempre più "attenzioni" per suo figlio rispetto a me che sono l'invitata... Spesso provo a parlare del più e del meno, però mi sento un po' fuori luogo, è difficile da spiegare.
Non mi sento trattata male, anche perché non hanno mai fatto niente per ferirmi, ma non si impegnano neanche per farmi sentire a mio agio...
Sono veramente stanca di questa situazione, perché poi mi viene da pensare che magari sono io quella sbagliata, ma non è giusto, perché io l'ho fatto il passo in avanti anni fa (nel senso che prima ero molto timida e dopo varie vicissitudini sono cambiata e ora sono molto più socievole ed aperta), ma dall'altra parte non sento la stessa cosa, quindi mi blocco e purtroppo finisce che ne risenta anche il rapporto con il mio ragazzo.
L'ho messo al corrente di questa cosa, anche se devo dire la verità me ne sono pentita, perché mi dispiace "parlare male" della sua famiglia con lui.. però lui è anche il mio migliore amico, quindi non riuscirei neanche a nasconderglielo, visto che se ne accorge subito quando ho un problema o mi rattristo.
Se penso a quando lui viene da me e mia mamma lo tiene a parlare un sacco, gli chiede sempre come va, ecc... mentre i suoi genitori non mi vedono neanche spesso. Io capisco tutto, ognuno è diverso, per carità, però così sei insensibile ed egoista, perché sanno quello che sto passando (genitori separati da poco con padre che se ne è sempre fregato della famiglia) eppure sembra che non gliene freghi niente.
Non so che fare.. non so se smettere di andare a casa loro, non so se parlarne con il mio ragazzo, non so niente... So solo che sto male, perché non mi sento accettata e non ne capisco il motivo.
Penso sia anche dovuto al fatto che sua mamma (anche se cerca di nasconderlo) è gelosa di lui, quindi è come se mi vedesse come un nemico. Magari mi sbaglio, ma se questa è la sensazione che ho e lei non sta facendo niente per farmi pensare il contrario, forse è la realtà.
Potreste darmi qualche consiglio su cosa fare?
Da quasi 10 anni sto con il mio ragazzo (io 25 anni quest'anno, lui 28) e ancora non è un bel rapporto con i suoi genitori, soprattutto con sua mamma.
Per esempio: quando vado a cena da loro, entro in casa e sua mamma mi saluta, ma non si gira neanche, non mi chiede mai come sto (pur sapendo che soprattutto in questo periodo sto passando dei momenti assai brutti); oppure a tavola ha sempre più "attenzioni" per suo figlio rispetto a me che sono l'invitata... Spesso provo a parlare del più e del meno, però mi sento un po' fuori luogo, è difficile da spiegare.
Non mi sento trattata male, anche perché non hanno mai fatto niente per ferirmi, ma non si impegnano neanche per farmi sentire a mio agio...
Sono veramente stanca di questa situazione, perché poi mi viene da pensare che magari sono io quella sbagliata, ma non è giusto, perché io l'ho fatto il passo in avanti anni fa (nel senso che prima ero molto timida e dopo varie vicissitudini sono cambiata e ora sono molto più socievole ed aperta), ma dall'altra parte non sento la stessa cosa, quindi mi blocco e purtroppo finisce che ne risenta anche il rapporto con il mio ragazzo.
L'ho messo al corrente di questa cosa, anche se devo dire la verità me ne sono pentita, perché mi dispiace "parlare male" della sua famiglia con lui.. però lui è anche il mio migliore amico, quindi non riuscirei neanche a nasconderglielo, visto che se ne accorge subito quando ho un problema o mi rattristo.
Se penso a quando lui viene da me e mia mamma lo tiene a parlare un sacco, gli chiede sempre come va, ecc... mentre i suoi genitori non mi vedono neanche spesso. Io capisco tutto, ognuno è diverso, per carità, però così sei insensibile ed egoista, perché sanno quello che sto passando (genitori separati da poco con padre che se ne è sempre fregato della famiglia) eppure sembra che non gliene freghi niente.
Non so che fare.. non so se smettere di andare a casa loro, non so se parlarne con il mio ragazzo, non so niente... So solo che sto male, perché non mi sento accettata e non ne capisco il motivo.
Penso sia anche dovuto al fatto che sua mamma (anche se cerca di nasconderlo) è gelosa di lui, quindi è come se mi vedesse come un nemico. Magari mi sbaglio, ma se questa è la sensazione che ho e lei non sta facendo niente per farmi pensare il contrario, forse è la realtà.
Potreste darmi qualche consiglio su cosa fare?
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Gentile utente, il problema che lei pone è uno dei più disturbanti nelle relazioni, perché essendo provocato da un comportamento elusivo, impalpabile, lascia sempre il dubbio sulla sua reale consistenza, sulle sue cause, su chi e che cosa sia il vero responsabile, quindi è ovvio che lei ne sia turbata.
In effetti, l'intero comportamento della sua futura suocera fa pensare a quella che in psicologia si chiama "disconferma".
Per la scuola di Palo Alto, la comunicazione può svolgersi secondo tre modalità: la CONFERMA (ti guardo negli occhi, ti sorrido, approvo quello che dici); il RIFIUTO (ti guardo male, ti contraddico, disapprovo quello che dici) e la DISCONFERMA (non ti guardo, fingo di non sentire le tue parole, mi occupo d'altro, mi volgo a sorridere al vicino e ignoro ogni cosa di te). In pratica ti lancio il messaggio annichilente: "Tu non esisti".
E' evidente che questo terzo modo è l'unico che toglie all'interlocutore tutti gli strumenti per reagire: nessuno lo insulta, nessuno lo contraddice, nessuno lo guarda male... dunque a chi dovrebbe rispondere? Con chi dovrebbe prendersela? Ad ogni accenno di discorso, il poveretto si sente come qualcuno che ha aperto una porta credendo di entrare in una stanza, e precipita nel vuoto.
Questa tecnica viene usata da qualche mamma per punire il bambino che ha fatto un capriccio o un danno. Molte mamme rimproverano, altre tolgono al figlio la loro attenzione, lo sguardo, le parole... Anche tra di loro i bambini delle elementari, quando litigano, si lanciano la terribile minaccia: "e io non ti parlo più!".
Un adulto che adotti questo atteggiamento verso un altro adulto, quale che ne sia la causa, è una persona che annulla la comunicazione. Nel suo caso, valuti con attenzione se anche il papà del suo ragazzo e altri membri della famiglia facciano la stessa cosa. Valuti anche se sua suocera non sia per caso una persona timida o con particolari resistenze a parlare di fatti privati, quale potrebbe essere la separazione recente dei suoi genitori. Se così non è, la cosa da tentare è ignorarla a sua volta, non fino agli estremi della maleducazione (sempre in agguato quando il messaggio di disconferma avviene tra adulti), ma limitando con lei le parole e i toni cordiali, e manifestando invece allegria e sorrisi a chi è amichevole con lei.
Se ci sarà una reazione, tiri fuori il suo coraggio per dire con garbo che si sta adeguando allo stesso "riserbo" che le ha sempre dimostrato la padrona di casa. Ma prima legga, in rete, l'articoletto di Stefano Centonze "Conferma, rifiuto e disconferma", e lo faccia leggere al suo ragazzo.
Auguri, e ci tenga al corrente.
In effetti, l'intero comportamento della sua futura suocera fa pensare a quella che in psicologia si chiama "disconferma".
Per la scuola di Palo Alto, la comunicazione può svolgersi secondo tre modalità: la CONFERMA (ti guardo negli occhi, ti sorrido, approvo quello che dici); il RIFIUTO (ti guardo male, ti contraddico, disapprovo quello che dici) e la DISCONFERMA (non ti guardo, fingo di non sentire le tue parole, mi occupo d'altro, mi volgo a sorridere al vicino e ignoro ogni cosa di te). In pratica ti lancio il messaggio annichilente: "Tu non esisti".
E' evidente che questo terzo modo è l'unico che toglie all'interlocutore tutti gli strumenti per reagire: nessuno lo insulta, nessuno lo contraddice, nessuno lo guarda male... dunque a chi dovrebbe rispondere? Con chi dovrebbe prendersela? Ad ogni accenno di discorso, il poveretto si sente come qualcuno che ha aperto una porta credendo di entrare in una stanza, e precipita nel vuoto.
Questa tecnica viene usata da qualche mamma per punire il bambino che ha fatto un capriccio o un danno. Molte mamme rimproverano, altre tolgono al figlio la loro attenzione, lo sguardo, le parole... Anche tra di loro i bambini delle elementari, quando litigano, si lanciano la terribile minaccia: "e io non ti parlo più!".
Un adulto che adotti questo atteggiamento verso un altro adulto, quale che ne sia la causa, è una persona che annulla la comunicazione. Nel suo caso, valuti con attenzione se anche il papà del suo ragazzo e altri membri della famiglia facciano la stessa cosa. Valuti anche se sua suocera non sia per caso una persona timida o con particolari resistenze a parlare di fatti privati, quale potrebbe essere la separazione recente dei suoi genitori. Se così non è, la cosa da tentare è ignorarla a sua volta, non fino agli estremi della maleducazione (sempre in agguato quando il messaggio di disconferma avviene tra adulti), ma limitando con lei le parole e i toni cordiali, e manifestando invece allegria e sorrisi a chi è amichevole con lei.
Se ci sarà una reazione, tiri fuori il suo coraggio per dire con garbo che si sta adeguando allo stesso "riserbo" che le ha sempre dimostrato la padrona di casa. Ma prima legga, in rete, l'articoletto di Stefano Centonze "Conferma, rifiuto e disconferma", e lo faccia leggere al suo ragazzo.
Auguri, e ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.4k visite dal 12/06/2019.
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