Possibile depressione?
Buongiorno, sono una farmacista, ho 25 anni e Vi scrivo per chiedere un consiglio su come affrontare/aiutare il mio compagno. Lo conosco da quasi due anni e fin dall'inizio è sempre stata una persona estremamente introspettiva e tendente all'autoanalisi. Da circa un anno e mezzo (da quando io mi sono laureata ed ho cambiato stile di vita) lui ha iniziato a "spegnersi", alternando periodi (sempre più brevi) di positività/propositività a periodi (sempre più lunghi) di negatività, mancanza di entusiasmo, apatia, talvolta stati di ansia e di malessere (anche fisico), che si sono ovviamente riflessi sull'andamento del suo percorso universitario.
Il suo sonno è da sempre stato irregolare, in particolare lamenta quasi quotidianamente frequenti risvegli notturni, che gli impediscono di riposare adeguatamente e che il giorno successivo molto spesso lo condizionano nello studio, portandolo a dover fare degli enormi sforzi per cercare di concentrarsi ed avere risultati e di conseguenza ad alti livelli di frustrazione che non raramente culmina in sfoghi di rabbia. Fino a qualche mese fa, durante questi sfoghi "incontrollabili", rivolgeva la sua rabbia verso di me (insultandomi o maltrattandomi per poi pentirsene fino a star peggio), mentre invece negli ultimi mesi (dopo numerose discussioni) la sua rabbia va discapito di oggetti ma talvolta è rivolta anche contro sè stesso (è capitato che si tirasse pugni o cercasse di ferirsi con una penna, come per punirsi).
A livello fisico lamenta sempre più spesso (per lo meno quando siamo insieme) cefalea, giramenti di testa e talvolta nausea.
Questi continui sentimenti di malessere e quasi "autodistruzione" alcune volte si sono concretizzati in veri e propri momenti di disperazione, con pianto, stati di ansia e qualche mese fa anche una minaccia di suicidio. Non so come aiutarlo ad uscire da questo circolo vizioso di negatività, considerando che anche la sua condizione sociale/familiare non lo aiuta per niente. Io ovviamente ho già provato in tutti i modi e gli ho anche offerto di pagargli una psicoterapia ma lui non ne vuole sapere (l'ha interpretato come una mia non-volontà di aiutarlo). Spero possiate darmi un'indicazione più precisa. Vi ringrazio anticipatamente.
Il suo sonno è da sempre stato irregolare, in particolare lamenta quasi quotidianamente frequenti risvegli notturni, che gli impediscono di riposare adeguatamente e che il giorno successivo molto spesso lo condizionano nello studio, portandolo a dover fare degli enormi sforzi per cercare di concentrarsi ed avere risultati e di conseguenza ad alti livelli di frustrazione che non raramente culmina in sfoghi di rabbia. Fino a qualche mese fa, durante questi sfoghi "incontrollabili", rivolgeva la sua rabbia verso di me (insultandomi o maltrattandomi per poi pentirsene fino a star peggio), mentre invece negli ultimi mesi (dopo numerose discussioni) la sua rabbia va discapito di oggetti ma talvolta è rivolta anche contro sè stesso (è capitato che si tirasse pugni o cercasse di ferirsi con una penna, come per punirsi).
A livello fisico lamenta sempre più spesso (per lo meno quando siamo insieme) cefalea, giramenti di testa e talvolta nausea.
Questi continui sentimenti di malessere e quasi "autodistruzione" alcune volte si sono concretizzati in veri e propri momenti di disperazione, con pianto, stati di ansia e qualche mese fa anche una minaccia di suicidio. Non so come aiutarlo ad uscire da questo circolo vizioso di negatività, considerando che anche la sua condizione sociale/familiare non lo aiuta per niente. Io ovviamente ho già provato in tutti i modi e gli ho anche offerto di pagargli una psicoterapia ma lui non ne vuole sapere (l'ha interpretato come una mia non-volontà di aiutarlo). Spero possiate darmi un'indicazione più precisa. Vi ringrazio anticipatamente.
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Sembra evidente un abbassamento del tono dell'umore, che col tempo tenderà sicuramente a cronicizzarsi,il non voler prendere coscienza di aver bisogno di aiuto non è una bella cosa, a mio avviso l'unica cosa che lei potrebbe fare è di riuscire a convincerlo a recarsi presso uno specialista per capire cos'è che lo ha portato a vivere questa sofferenza o disagio. La negatività a farsi aiutare potrebbe essere dovuta alla paura di affrontare i problemi che lo fanno star male e di non essere capace di affrontarli. Insista.
Dr. Francesco Ciulla
Psicologo Psicoterapeuta,
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 572 visite dal 04/06/2019.
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