Tendenze a umiliarsi
Salve,
sono un ragazzo di 21 e ho intrapreso un percorso psicoterapeutico di 7 mesi, terminato due mesi fa, per via della mia bassa autostima e del dolore che essa mi aveva amplificato in seguito alla fine di una frequentazione con una ragazza (crisi di pianto quotidiane) e ciò descritto nei precedenti consulti. Ho deciso di terminare gli incontri perché mi sentivo meglio con me stesso e tant’è che avevo iniziato una relazione con una ragazza, terminata ma con reazioni ben più sane della precedente.
Ho notato però che sia rimasta in me insita una questione che era sta oggetto del percorso, ossia la tendenza ad umiliarmi. Essa penso sia dovuta ad un meccanismo mentale che, per la bassa autostima, si verifica dopo una soddisfazione o un successo, per controbilanciare, in quanto non ritengo probabilmente di meritarli . Si sostanzia in atteggiamenti, anche in ambito sessuale, lontani dalla mia persona, dal provocare litigi con i miei conoscenti , trovare online partner omosessuali, non compiere le mie mansioni quotidiane o gli hobby che vorrei fare. Ovviamente tutto ciò mi rattrista, essendo periodico, una volta al mese, in cui sento quasi il bisogno di umiliarmi per ripartire e fare cose soddisfacenti, come se l’umiliazione debba esserci. Probabilmente questo è conseguenza dell’esser stato un capro espiatorio da piccolo con i miei genitori. Volevo chiedere pareri e opinioni sull’argomento e se ritenete necessario riprendere il percorso o semplicemente ora tocchi a me affrontare i problemi affrontato già con la collega. Grazie
sono un ragazzo di 21 e ho intrapreso un percorso psicoterapeutico di 7 mesi, terminato due mesi fa, per via della mia bassa autostima e del dolore che essa mi aveva amplificato in seguito alla fine di una frequentazione con una ragazza (crisi di pianto quotidiane) e ciò descritto nei precedenti consulti. Ho deciso di terminare gli incontri perché mi sentivo meglio con me stesso e tant’è che avevo iniziato una relazione con una ragazza, terminata ma con reazioni ben più sane della precedente.
Ho notato però che sia rimasta in me insita una questione che era sta oggetto del percorso, ossia la tendenza ad umiliarmi. Essa penso sia dovuta ad un meccanismo mentale che, per la bassa autostima, si verifica dopo una soddisfazione o un successo, per controbilanciare, in quanto non ritengo probabilmente di meritarli . Si sostanzia in atteggiamenti, anche in ambito sessuale, lontani dalla mia persona, dal provocare litigi con i miei conoscenti , trovare online partner omosessuali, non compiere le mie mansioni quotidiane o gli hobby che vorrei fare. Ovviamente tutto ciò mi rattrista, essendo periodico, una volta al mese, in cui sento quasi il bisogno di umiliarmi per ripartire e fare cose soddisfacenti, come se l’umiliazione debba esserci. Probabilmente questo è conseguenza dell’esser stato un capro espiatorio da piccolo con i miei genitori. Volevo chiedere pareri e opinioni sull’argomento e se ritenete necessario riprendere il percorso o semplicemente ora tocchi a me affrontare i problemi affrontato già con la collega. Grazie
[#1]
Gentile Utente,
posso chiedere che cosa succede se NON lo fai? Cioè se non ti umili dopo aver conseguito un successo?
Tu hai notato che questi comportamenti vengono messi in atto SOLO dopo un successo, come a voler riequilibrare la situazione. Lo hai notato nel tempo oppure è una ipotesi che fai?
Ti ho posto queste domande per comprendere meglio la problematica.
Cordiali saluti,
posso chiedere che cosa succede se NON lo fai? Cioè se non ti umili dopo aver conseguito un successo?
Tu hai notato che questi comportamenti vengono messi in atto SOLO dopo un successo, come a voler riequilibrare la situazione. Lo hai notato nel tempo oppure è una ipotesi che fai?
Ti ho posto queste domande per comprendere meglio la problematica.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
In pratica dopo una soddisfazione in campo sociale, sentimentale o universitario inizio a provare inizialmente un senso di disagio, cercando di trovare motivazioni per non attribuirmi il merito, poi inizio ad agire in maniera opposta e deleteria, litigando con gli amici o la ragazza o a trascurare lo studio.
Era una dinamica rilevata primariamente dalla terapeuta che mi seguiva
Spero di esser stato chiaro
Era una dinamica rilevata primariamente dalla terapeuta che mi seguiva
Spero di esser stato chiaro
[#3]
"Era una dinamica rilevata primariamente dalla terapeuta che mi seguiva "
Ok, questo è il parere di un'altra persona, ma il TUO qual è?
E che cosa succede se NON fai ciò che hai descritto?
Inoltre, nel consulto precedente, di un anno fa, scrivevi:
"Per maggior parte del tempo della seduta parlo io, con il collega che aggiunge i motivi del mio malessere che già conosco come scarsa autostima, abitudine all’umiliazione per colpa delle critiche familiari. È solito anche farmi chiudere gli occhi per visualizzare il mio ideale di vita, di ragazze o ecc"
A me questa interpretazione convince poco. A parte che le interpretazioni di alcuni psicoterapeuti altro non sono che ipotesi da verificare, è perfettamente OVVIO che una persona con bassa autostima avrà la tendenza a sminuire i propri successi e a raccontarsi che ad esempio tali successi sono dovuti al caso. Questo non è sufficiente per provare rabbia?
E se uno è arrabbiato, non litiga più spesso con fidanzata e amici perchè è irritabile?
Che questo capiti regolarmente (una volta al mese o una volta alla settimana, ecc...) mi pare scontato.
Il cambiamento NON si ottiene con tecniche di visualizzazioni, ma imparando a FARE ciò che fin qui non sai ancora fare a causa di una bassa autostima.
A mio avviso una psicoterapia mirata a questo e con la finalità di modificare atteggiamenti e comportamenti legati alla bassa autostima è decisamente indicata.
Cordiali saluti,
Ok, questo è il parere di un'altra persona, ma il TUO qual è?
E che cosa succede se NON fai ciò che hai descritto?
Inoltre, nel consulto precedente, di un anno fa, scrivevi:
"Per maggior parte del tempo della seduta parlo io, con il collega che aggiunge i motivi del mio malessere che già conosco come scarsa autostima, abitudine all’umiliazione per colpa delle critiche familiari. È solito anche farmi chiudere gli occhi per visualizzare il mio ideale di vita, di ragazze o ecc"
A me questa interpretazione convince poco. A parte che le interpretazioni di alcuni psicoterapeuti altro non sono che ipotesi da verificare, è perfettamente OVVIO che una persona con bassa autostima avrà la tendenza a sminuire i propri successi e a raccontarsi che ad esempio tali successi sono dovuti al caso. Questo non è sufficiente per provare rabbia?
E se uno è arrabbiato, non litiga più spesso con fidanzata e amici perchè è irritabile?
Che questo capiti regolarmente (una volta al mese o una volta alla settimana, ecc...) mi pare scontato.
Il cambiamento NON si ottiene con tecniche di visualizzazioni, ma imparando a FARE ciò che fin qui non sai ancora fare a causa di una bassa autostima.
A mio avviso una psicoterapia mirata a questo e con la finalità di modificare atteggiamenti e comportamenti legati alla bassa autostima è decisamente indicata.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.1k visite dal 02/06/2019.
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