Sessualità confusa
Salve,da anni mi pongo problemi sulla mia sessualità.ho 26 anni e sono di sesso femminile. Intorno ai 10 anni, per via di esperienze poco carine con un mio amichetto che tentò di baciarmi, provai tanto schifo per la violenza con cui lo fece e il suo aspetto fisico, pensai che fosse strano che non mi fosse piaciuto.Iniziai a pensare che essere più a mio agio con le bambine potesse significare essere lesbica. ho sempre evitato il contatto maschile e di uscire con un ragazzo,Ho sempre amato la figura femminile e le sue curve, ripensandoci ho davvero scambiato una potenziale invidia o il sentirmi brutta a volere una donna. Ripenso al mio fervore verso le cause LGBT su internet, nel mio sentirmi esclusa in quanto lesbica nei confronti di me stessa perché era un' altra cosa a farmi sentire diversa e distante dagli altri, come se facesse parte di un personaggio tanto distante dalla me odierna sebbene continui a essere a favore di cause lgbt. feci coming out con gli amici, mi ero tolta un peso di averlo detto la mia paura verso gli uomini e un rapporto con loro era presente, mi sembrava di non aver risolto nulla. Ho iniziato a uscire con ragazzi più tardi rispetto alle coetanee, ho sempre vissuto il rifiuto essendo molto dispiaciuta e piangevo tanto.Il sesso con un uomo è sempre stato piacevole, sebbene per arrivare all'orgasmo a volte mi debba concentrare molto su di lui, sul nostro legame, sul mio piacere oppure debba pensare a una donna o a un altro uomo, non specifici ma spesso inventati. Il mio problema è che anche ora, essendo in una relazione, spesso mi vengano dubbi sul fatto che non sento determinate emozioni(soffro di ansia e depressione diagnosticate) come immagino che siano negli altri o in altre coppie. ho collegato questo fatto alla fine del primo periodo di innamoramento, all'essere tranquilla con lui invece delle frequentazioni precedenti in cui mi sforzavo di farmi volere dal ragazzo in questione che non mi voleva. Il rapporto che ho con il mio ragazzo non vorrei scambiarlo con nessun altro o nessun altra. Ho provato a uscire con alcune lesbiche, non mi interessavano molto, non le ho trovate attraenti perché un po' sovrappeso, mi sembrava di uscire con delle amiche, le trovavo banali, anche se ero intrigata dalle attenzioni e dall' essere un po' corteggiata. Ho baciato una di loro ma non volevo farlo ne stavo aspettando che accadesse né mi è piaciuto.Il mio terapeuta mi disse di riprovare a uscire con una donna ma io non voglio una relazione, voglio solo vedere se dal punto di vita sessuale mi possa piacere, per chiarire nella mia mente. Non ricordo se mi sia mai piaciuta una mia amica in maniera romantica, credo mai quanto l'idea di una relazione con un ragazzo. La mia paura di essere lesbica mi ha portato a pensare al perché non notassi anche i ragazzi sebbene fossi in una relazione, e quando me ne piacque finalmente uno, iniziò il mio fissarmi coi ragazzi, pensare di non volere più il mio, di non amarlo, che non mi piaccia veramente, di avere l'impulso di lasciarlo sebbene mi causi ansia e tremendo dispiacere. Ho continua paura e cerco perennemente se un ragazzo o una ragazza mi piacciano oppure per lei provo solo invidia verso il suo corpo e caratteristiche.Ho davvero paura di scoprirmi lesbica perché non voglio lasciarlo, tradirlo e non voglio uscire, baciare le donne o passare alla società come lesbica e dalle persone più care perché quando ero più piccola ho guardato dei porno che mi hanno fatto sentire di esserlo e magari è solo una fantasia. Inoltre, nel mio percorso succedeva che spesso mi venisse la paura che mi piacciano i bambini, soprattutto se non riscontro effettive risposte dentro di me se mi piacciano uomini o donne. oggi mi capita molto meno.
[#1]
Gentile Utente,
Lei sta già facendo una psicoterapia: si è rivolta alla Collega per questa ragione per la quale scrive anche qui?
Io non condivido il suggerimento di provarci con una donna per capire che cosa vuole o cosa Le piace...
Mi pare abbastanza chiaro ciò che è successo, non trova?
Da una prima esperienza quando era una bambina e che Lei ha trovato disgustosa e violenta, ha pensato -generalizzando come una bimba sa fare- che tutti i maschi fossero disgustosi e violenti. E questo probabilmente ha generato una forte confusione.
Quanto a ciò che scrive: "spesso mi vengano dubbi sul fatto che non sento determinate emozioni(soffro di ansia e depressione diagnosticate) come immagino che siano negli altri o in altre coppie."
Questo è tipico di una persona ansiosa; non ci sono emozioni predeterminate che Lei deve o non deve provare, nè provare piacere in una esperienza omosessuale significa qualcosa.
Riprenda tutto ciò con la terapeuta.
Cordiali saluti,
Lei sta già facendo una psicoterapia: si è rivolta alla Collega per questa ragione per la quale scrive anche qui?
Io non condivido il suggerimento di provarci con una donna per capire che cosa vuole o cosa Le piace...
Mi pare abbastanza chiaro ciò che è successo, non trova?
Da una prima esperienza quando era una bambina e che Lei ha trovato disgustosa e violenta, ha pensato -generalizzando come una bimba sa fare- che tutti i maschi fossero disgustosi e violenti. E questo probabilmente ha generato una forte confusione.
Quanto a ciò che scrive: "spesso mi vengano dubbi sul fatto che non sento determinate emozioni(soffro di ansia e depressione diagnosticate) come immagino che siano negli altri o in altre coppie."
Questo è tipico di una persona ansiosa; non ci sono emozioni predeterminate che Lei deve o non deve provare, nè provare piacere in una esperienza omosessuale significa qualcosa.
Riprenda tutto ciò con la terapeuta.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
O la collega ha notato un mio affezionarmi a queste donne lesbiche, come se stessi negando a me stessa di voler fare quel passo per via della eccesiva ansia, oppure vorrebbe farmi uscire dall'idealizzazione e farmi capire che la cosa non mi piacerebbe. Quando quella ragazza provò a toccarmi la mano avvertii una sorta di scossa piacevole, la stessa che proverei se lo facesse un uomo, o comunque molto simile. Mi spaventa la cosa. Non vedevo un futuro con lei, ma spesso mi capita di pensare che in tutto ciò io mi stia mentendo e che voglio il futuro con una donna. Inizialmente non riuscivo a provare attrazione e pulsione per i ragazzi, ma ho scoperto con tanto stupore che la paura che provavo è infondata. Questo dubbio continua ad assillarmi ma ho paura che parlandone col la terapeuta possa spingermi in quella direzione, nella relazione con un uomo per tutta la vita sento che qualcosa mi mancherebbe, non so se mancherebbe l'esperienza con una donna o qualcos'altro, come la libertà totale o esperienze o i sensi di colpa per le mie fantasie e i miei pensieri mi fanno sentire tale. Forse mi sta facendo sentire questa mancanza femminile la mancanza di di amicizie femminili o il rapporto con mia madre non soddisfacente che mi sono portata appresso per la vita.
[#3]
Gentile Utente,
la "scossa" piacevole, l'ansia, la paura, la confusione, ecc... sono elementi che fanno pensare ad un disturbo d'ansia/ossessivo che non ad altro.
Ma capisco le Sue perplessità, dal momento che mi pare non ci siano successi con quella terapia che sta facendo.
Torno a ripetere che "provarci" con una donna per testarsi è fuori dal mondo. Le faccio un esempio. Se un paziente va a riferire di aver paura di fare del male ad un'altra persona, magari ad un bimbo o di aver paura di perdere il controllo e di voler buttrasi dal terrazzo, cosa diciamo? Di provare a farlo per capire finalmente che la cosa non piacerebbe?
D'altra parte Lei scrive: "O la collega ha notato un mio affezionarmi a queste donne lesbiche, come se stessi negando a me stessa di voler fare quel passo per via della eccesiva ansia, oppure vorrebbe farmi uscire dall'idealizzazione e farmi capire che la cosa non mi piacerebbe."
No, mi dispiace, ma o ha del tutto frainteso le indicazioni della Collega, o può cambiare persona e sceglierne un'altra.
Scusi, ma che tipo di psicoterapia fa?
la "scossa" piacevole, l'ansia, la paura, la confusione, ecc... sono elementi che fanno pensare ad un disturbo d'ansia/ossessivo che non ad altro.
Ma capisco le Sue perplessità, dal momento che mi pare non ci siano successi con quella terapia che sta facendo.
Torno a ripetere che "provarci" con una donna per testarsi è fuori dal mondo. Le faccio un esempio. Se un paziente va a riferire di aver paura di fare del male ad un'altra persona, magari ad un bimbo o di aver paura di perdere il controllo e di voler buttrasi dal terrazzo, cosa diciamo? Di provare a farlo per capire finalmente che la cosa non piacerebbe?
D'altra parte Lei scrive: "O la collega ha notato un mio affezionarmi a queste donne lesbiche, come se stessi negando a me stessa di voler fare quel passo per via della eccesiva ansia, oppure vorrebbe farmi uscire dall'idealizzazione e farmi capire che la cosa non mi piacerebbe."
No, mi dispiace, ma o ha del tutto frainteso le indicazioni della Collega, o può cambiare persona e sceglierne un'altra.
Scusi, ma che tipo di psicoterapia fa?
[#4]
Utente
Prima avevo molta paura del sesso maschile però, non provavo attrazione e avevo forte avversione, una volta provato però posso dire che queste sensazioni non sono perdurate, anzi, totalmente l'opposto. Non so definire con chiarezza se questo sia avvenga con la controparte femminile o se me lo stia inventando. Ho solo paura che il mio non accettarmi come lesbica causerà problematiche perché non ho idea se sia o meno un ossessione, ma un desiderio celato che prima o poi esploderà. A sto punto ho anche sincera curiosità di provare un rapporto con una ragazza, se non fossi fidanzata per vedere se effettivamente ci siano delle risposte fisiche mie( senza però creare alcun rapporto di relazione). è normale caratteristica del disturbo ossessivo omosessuale il pensiero di volerlo provare? Questi pensieri (es. notare sempre le donne, pensare che siano belle, magari anche invidiandole più che altro, o pensare di fare atti sessuali con loro e provare attrazione) hanno scatenato anche un disturbo ossessivo da relazione, come già accennato. Ma secondo lei è possibile che un omosessualità nascosta possa creare questa dinamica? Ovvero per celarsi ancora di più farmi notare (allo stesso modo dell'ossessione femminile) i ragazzi. Ad esempio un mio collega di lavoro un giorno mi ha sfiorato la mano, e ho avvertito una "scossa" molto simile. Si tratta del disturbo ossessivo da relazione o di attrazione? Scusi le tante domande, sto cercando di capire al meglio, tenendo conto del suo parere. Oltremodo tutto ciò sta peggiorando e si sta avvicinando al momento in cui festeggerò un anno con il mio fidanzato, ho paura he peggiorerà successivamente. La terapeuta è gestaltista e sessuologa. Magari voleva semplicemente monitorare le mie risposte emotive e il mio rifiuto, cercando di capire se fosse o meno omosessualità negata
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.1k visite dal 01/06/2019.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.