Dipendenza da Marijuana e ansia
Buongiorno,
Sono una ragazza di 23 anni con un problema di dipendenza da Marijuana.
Premetto che quando 3 anni fa ho iniziato l’università non fumavo ancora come adesso (una volta al mese con gli amici, a volte neanche). In quel periodo avevo gravi problemi di autostima, mi sentivo sbagliata e incapace su tutto, avevo tantissima paura del giudizio degli altri e, nonostante abbia sempre avuto molte amicizie, sentivo di non meritarmele e pensavo che tutti prima o poi mi avrebbero abbandonata. Ho intrapreso un percorso psicologico di un anno e mezzo con una terapeuta e in quel periodo ho anche cominciato a fumare Marijuana tutti i giorni. La psicologa mi ha aiutata tantissimo, mi ha fatto capire molte cose della mia infanzia e del rapporto con mia madre. Ho capito che a causa sua ho passato la vita a sentirmi in colpa, come se dovessi sempre qualcosa agli altri. Inoltre all’epoca stavo con un ragazzo che mi faceva sentire insicura e abbiamo lavorato molto anche su quello. Alla fine del percorso terapeutico ero felice perché stavo di nuovo bene, ero molto serena. La psicologa insisteva però affinché smettessi di fumare ma io le dicevo che non era un problema, che era solo un modo per rilassarmi o divertirmi.
Ora, dopo un anno e mezzo dall’ultima seduta, ho capito di essere dipendente dalla Marijuana e ho deciso di smettere. Non perché interferisca con la mia vita (lavoro tutti i giorni, studio e sono in pari con gli esami), ma perché mi sono resa conto che se non posso fumare vado in tilt e cerco cose sostitutive, come l’alcol.
Ho capito anche il motivo: io ho paura che se non fumo e non sedo la mia mente ritornino tutti quei pensieri distruttivi che mi stavano rovinando la vita 2 anni fa. Sono sempre in ansia, ogni giorno ho la costante idea di trovare un momento per fumare. Così ho detto basta. Sono 4 giorni che non fumo e che affronto i momenti di ansia senza ricorrere a marijuana o alcol. Sto lavorando sulla gestione dell’impulso, ho scoperto che se aspetto un po’ passa. Un’altra cosa importante che ho capito è che voglio sempre mantenere il controllo sui miei pensieri e sui miei stati d’animo, ho paura di provare ansia, tristezza e rabbia e che mi tornino i brutti pensieri. Ma in realtà ho scoperto che se non cerco di controllarli e li lascio fluire poi se ne vanno da soli. E poi il fatto di esercitare la mia forza di volontà (che è sempre stata molto scarsa) mi da più autostima.
La domanda è: avete consigli per non ricarderci? Devo tornare dalla psicologa? Per ora vorrei evitarlo perché penso di essere sulla strada giusta, ma ho paura di ricaderci di nuovo. Inoltre, come posso gestire l’ansia al meglio? Il fatto di cercare di non esercitare il controllo mi aiuta un sacco ma vorrei lavorare anche su altro, solo che non so su che cosa.
E poi, dovrei smettere del tutto di fumare o posso sperare di raggiungere un consumo occasionale? Mi piace troppo fumare ma vorrei che fosse un piacere, non un bisogno.
Ringrazio chiunque vorrà rispondermi.
Sono una ragazza di 23 anni con un problema di dipendenza da Marijuana.
Premetto che quando 3 anni fa ho iniziato l’università non fumavo ancora come adesso (una volta al mese con gli amici, a volte neanche). In quel periodo avevo gravi problemi di autostima, mi sentivo sbagliata e incapace su tutto, avevo tantissima paura del giudizio degli altri e, nonostante abbia sempre avuto molte amicizie, sentivo di non meritarmele e pensavo che tutti prima o poi mi avrebbero abbandonata. Ho intrapreso un percorso psicologico di un anno e mezzo con una terapeuta e in quel periodo ho anche cominciato a fumare Marijuana tutti i giorni. La psicologa mi ha aiutata tantissimo, mi ha fatto capire molte cose della mia infanzia e del rapporto con mia madre. Ho capito che a causa sua ho passato la vita a sentirmi in colpa, come se dovessi sempre qualcosa agli altri. Inoltre all’epoca stavo con un ragazzo che mi faceva sentire insicura e abbiamo lavorato molto anche su quello. Alla fine del percorso terapeutico ero felice perché stavo di nuovo bene, ero molto serena. La psicologa insisteva però affinché smettessi di fumare ma io le dicevo che non era un problema, che era solo un modo per rilassarmi o divertirmi.
Ora, dopo un anno e mezzo dall’ultima seduta, ho capito di essere dipendente dalla Marijuana e ho deciso di smettere. Non perché interferisca con la mia vita (lavoro tutti i giorni, studio e sono in pari con gli esami), ma perché mi sono resa conto che se non posso fumare vado in tilt e cerco cose sostitutive, come l’alcol.
Ho capito anche il motivo: io ho paura che se non fumo e non sedo la mia mente ritornino tutti quei pensieri distruttivi che mi stavano rovinando la vita 2 anni fa. Sono sempre in ansia, ogni giorno ho la costante idea di trovare un momento per fumare. Così ho detto basta. Sono 4 giorni che non fumo e che affronto i momenti di ansia senza ricorrere a marijuana o alcol. Sto lavorando sulla gestione dell’impulso, ho scoperto che se aspetto un po’ passa. Un’altra cosa importante che ho capito è che voglio sempre mantenere il controllo sui miei pensieri e sui miei stati d’animo, ho paura di provare ansia, tristezza e rabbia e che mi tornino i brutti pensieri. Ma in realtà ho scoperto che se non cerco di controllarli e li lascio fluire poi se ne vanno da soli. E poi il fatto di esercitare la mia forza di volontà (che è sempre stata molto scarsa) mi da più autostima.
La domanda è: avete consigli per non ricarderci? Devo tornare dalla psicologa? Per ora vorrei evitarlo perché penso di essere sulla strada giusta, ma ho paura di ricaderci di nuovo. Inoltre, come posso gestire l’ansia al meglio? Il fatto di cercare di non esercitare il controllo mi aiuta un sacco ma vorrei lavorare anche su altro, solo che non so su che cosa.
E poi, dovrei smettere del tutto di fumare o posso sperare di raggiungere un consumo occasionale? Mi piace troppo fumare ma vorrei che fosse un piacere, non un bisogno.
Ringrazio chiunque vorrà rispondermi.
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Cara Utente,
lei ha intrapreso un percorso psicologico a fronte di questa situazione:
"avevo gravi problemi di autostima, mi sentivo sbagliata e incapace su tutto, avevo tantissima paura del giudizio degli altri e, nonostante abbia sempre avuto molte amicizie, sentivo di non meritarmele e pensavo che tutti prima o poi mi avrebbero abbandonata"
ma ha fatto l'errore di ricorrere contemporaneamente ad una droga, come presumibile tentativo di auto-terapia (consapevole o meno), tanto che ancora oggi si rende conto che lo scopo dell'utilizzo di marijuana è rilassarsi e combattere l'ansia e che se non fuma va in grave difficoltà:
"non posso fumare vado in tilt e cerco cose sostitutive, come l’alcol".
E' presumibile che abbia interrotto precocemente il lavoro con la psicologa e che questo non sia quindi affatto terminato.
Se eravate arrivate ad un punto di stallo nel quale lei si sentiva sufficientemente bene ed avete terminato per questo le suggerisco di riprendere il lavoro su di sè con qualcun altro e di considerare anche la possibilità di ricorrere ad un supporto farmacologico, da integrare al percorso psicologico.
Probabilmente dovrà lavorare sull'ansia residua, finora tenuta a bada fumando, e sugli aspetti ossessivi che riferisce, come la necessità di tenere tutto sotto controllo: non esistono scorciatoie per incidere su questo tipo di problematiche, ma solo la possibilità di farsi aiutare da un professionista.
Le faccio tanti auguri,
lei ha intrapreso un percorso psicologico a fronte di questa situazione:
"avevo gravi problemi di autostima, mi sentivo sbagliata e incapace su tutto, avevo tantissima paura del giudizio degli altri e, nonostante abbia sempre avuto molte amicizie, sentivo di non meritarmele e pensavo che tutti prima o poi mi avrebbero abbandonata"
ma ha fatto l'errore di ricorrere contemporaneamente ad una droga, come presumibile tentativo di auto-terapia (consapevole o meno), tanto che ancora oggi si rende conto che lo scopo dell'utilizzo di marijuana è rilassarsi e combattere l'ansia e che se non fuma va in grave difficoltà:
"non posso fumare vado in tilt e cerco cose sostitutive, come l’alcol".
E' presumibile che abbia interrotto precocemente il lavoro con la psicologa e che questo non sia quindi affatto terminato.
Se eravate arrivate ad un punto di stallo nel quale lei si sentiva sufficientemente bene ed avete terminato per questo le suggerisco di riprendere il lavoro su di sè con qualcun altro e di considerare anche la possibilità di ricorrere ad un supporto farmacologico, da integrare al percorso psicologico.
Probabilmente dovrà lavorare sull'ansia residua, finora tenuta a bada fumando, e sugli aspetti ossessivi che riferisce, come la necessità di tenere tutto sotto controllo: non esistono scorciatoie per incidere su questo tipo di problematiche, ma solo la possibilità di farsi aiutare da un professionista.
Le faccio tanti auguri,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.3k visite dal 31/05/2019.
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