Senso di colpa
Salve, vi scrivo perchè sto vivendo un forte periodo di stress, ansia e senso di colpa. Ho una relazione con la mia ragazzi da circa 10 anni.
Vorrei confessare una vecchia scappatella avvenuta circa 3 anni fa durante un periodo in cui io e la mia ragazza non stavamo insieme per mia scelta. Avevo intenzione di lasciarla poi tutto è cambiato.
Lavoro in una piccola fabbrica di cartoni dove tutti i dipendenti si conoscono. Poco prima e durante il periodo in cui io e la mia ragazza non stavamo insieme una mia collega con cui ho stretto un buon rapporto di amicizia, anche ella fidanzata e che si sarebbe spostata dopo 7 mesi, ci provava spudoratamente stuzzicandomi. A lavoro si parla del più e del meno così metto al corrente alcuni miei colleghi della fine del mio rapporto che avrei ufficializzato a breve. Le avance della mia collega si fanno più insistenti e così scattano due baci. La situazione all'inizio mi lusingava, ma poi ho capito che non fosse giusta e così decido di affrontarla chiedendole di parlare al di fuori del lavoro.
Ci allontaniamo in macchina ed iniziamo ad discutere sulla situazione creatasi e sul fatto che fosse senza senso. Durante questa discussione lei mi bacia per una paio di volte. Le prime volte riesco a desistere dicendo che non sarebbe giusto andare oltre ma alla terza, purtroppo, cedo.
Inizia un rapporto sessuale dove io non raggiungo l'erezione massima e quindi dopo alcuni minuti inizia un rapporto orale. Questo dura meno di 20 secondi in cui non raggiungo l'erezione massima ma eiaculo. Posso definirlo come il rapporto più brutto della mia vita. Lei minimizza l'accaduto, io sono arrabbiato, non per la prestazione ma per l'accaduto, e riduco gradualmente il rapporto di amicizia.
Rifletto sull'accaduto e giungo alla conclusione che quella prestazione era dovuta dal fatto che io amassi ancora molto la mia ragazza. Ho trovato una cosa positiva in quella brutta esperienza. Dico alla mia collega che ho intenzione di tornare con la mia ragazza e che voglio riferirle quanto accaduto. Mi supplica di non dirle niente per non distruggerle la vita e che la cosa importante è aver capito cosa volevo io.
Dopo circa una settimana torno insieme alla mia ragazza ma non le dico nulla.
La nostra relazione va avanti ed è più forte di prima, ha compreso i suoi errori ed ha trovato un lavoro. Io ogni tanto penso a quello che è successo ma il fatto di aver ritrovato l'amore è più forte.
Dall'inizio di quest'anno inizia a parlare di matrimonio e famiglia: siamo felicissimi. Tutto questo fino a qualche settimana fa. Una serie tv mi riporto a quella "scappatella" e vado in paranoia. Penso che tutto il rapporto è basato sulla menzogna e che deve essere la mia ragazza a poter scegliere. Ho tanta voglia di riferire quello che è successo ma non posso mettere a rischio la vita della mia collega che intanto si è sposata ed è in attesa del secondo figlio. Non so cosa fare.
Vorrei confessare una vecchia scappatella avvenuta circa 3 anni fa durante un periodo in cui io e la mia ragazza non stavamo insieme per mia scelta. Avevo intenzione di lasciarla poi tutto è cambiato.
Lavoro in una piccola fabbrica di cartoni dove tutti i dipendenti si conoscono. Poco prima e durante il periodo in cui io e la mia ragazza non stavamo insieme una mia collega con cui ho stretto un buon rapporto di amicizia, anche ella fidanzata e che si sarebbe spostata dopo 7 mesi, ci provava spudoratamente stuzzicandomi. A lavoro si parla del più e del meno così metto al corrente alcuni miei colleghi della fine del mio rapporto che avrei ufficializzato a breve. Le avance della mia collega si fanno più insistenti e così scattano due baci. La situazione all'inizio mi lusingava, ma poi ho capito che non fosse giusta e così decido di affrontarla chiedendole di parlare al di fuori del lavoro.
Ci allontaniamo in macchina ed iniziamo ad discutere sulla situazione creatasi e sul fatto che fosse senza senso. Durante questa discussione lei mi bacia per una paio di volte. Le prime volte riesco a desistere dicendo che non sarebbe giusto andare oltre ma alla terza, purtroppo, cedo.
Inizia un rapporto sessuale dove io non raggiungo l'erezione massima e quindi dopo alcuni minuti inizia un rapporto orale. Questo dura meno di 20 secondi in cui non raggiungo l'erezione massima ma eiaculo. Posso definirlo come il rapporto più brutto della mia vita. Lei minimizza l'accaduto, io sono arrabbiato, non per la prestazione ma per l'accaduto, e riduco gradualmente il rapporto di amicizia.
Rifletto sull'accaduto e giungo alla conclusione che quella prestazione era dovuta dal fatto che io amassi ancora molto la mia ragazza. Ho trovato una cosa positiva in quella brutta esperienza. Dico alla mia collega che ho intenzione di tornare con la mia ragazza e che voglio riferirle quanto accaduto. Mi supplica di non dirle niente per non distruggerle la vita e che la cosa importante è aver capito cosa volevo io.
Dopo circa una settimana torno insieme alla mia ragazza ma non le dico nulla.
La nostra relazione va avanti ed è più forte di prima, ha compreso i suoi errori ed ha trovato un lavoro. Io ogni tanto penso a quello che è successo ma il fatto di aver ritrovato l'amore è più forte.
Dall'inizio di quest'anno inizia a parlare di matrimonio e famiglia: siamo felicissimi. Tutto questo fino a qualche settimana fa. Una serie tv mi riporto a quella "scappatella" e vado in paranoia. Penso che tutto il rapporto è basato sulla menzogna e che deve essere la mia ragazza a poter scegliere. Ho tanta voglia di riferire quello che è successo ma non posso mettere a rischio la vita della mia collega che intanto si è sposata ed è in attesa del secondo figlio. Non so cosa fare.
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Buongiorno,
mi scusi, ma se al tempo non stava più insieme alla sua ragazza, non aveva alcun dovere di fedeltà nei suoi confronti, per cui ogni desiderio di metterla al corrente dell'accaduto non è giustificato.
Resta ovviamente il ricordo di un'azione non corretta, ma è un suo problema personale che pertanto penso debba risolvere con se stesso.
cordiali saluti
mi scusi, ma se al tempo non stava più insieme alla sua ragazza, non aveva alcun dovere di fedeltà nei suoi confronti, per cui ogni desiderio di metterla al corrente dell'accaduto non è giustificato.
Resta ovviamente il ricordo di un'azione non corretta, ma è un suo problema personale che pertanto penso debba risolvere con se stesso.
cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.3k visite dal 25/05/2019.
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