Depersonalizzazione e derealizzazione e altro
Salve a tutti, sono un ragazzo che frequenta il liceo e dall’estate scorsa ho iniziato ad avere alcuni problemi. È cominciato tutto quando a luglio scorso sono stato in viaggio in Madagascar, dopo aver preso il volo in ritardo di 3 ore all’incirca, alle 3 di notte sono partito e dopo 9 ore di aereo sono atterrato in Madagascar. Sceso dall’aereo la temperatura era decisamente alta, circa 38 gradi. Avendo viaggiato di notte avevo tentato di dormire ma senza riuscirci, ero dunque stanco anche perché non avevo dormito bene le due notti precedenti. Dopo essere sceso dall’aereo e entrato nell’aereoporto dove non era presente un sistema di aria condizionata, c’erano dunque 37-38 gradi all’interno mi sentii svenire. Ero debole e fui costretto a sedermi e bere acqua e zucchero. Un dottore aveva detto che avevo un calo di pressione. Probabilmente non avendo dormito 3 notti di fila, non avendo mangiato in aereo e non avendo bevuto poteva essere così. Premetto che sono sempre stato un ragazzo preoccupato e pauroso nei confronti delle malattie ecc. sono sempre stato spaventato anche da vaccini, esami del sangue ecc. e non sono mai stato in ospedale seriamente. Quella volta mi sono davvero spaventato e avevo paura di morire. Dopo tutto ciò iniziai a sentirmi come ovattato e pensavo fosse la stanchezza e che sarebbe passato. Il giorno dopo però provavo ancora questa strana sensazione, mi sentivo come se stessi vivendo in un film, fuori da me stesso. Lo dissi ai miei genitori e mi risposero che era tutto dato dalla stanchezza. Decisi di andare dal medico del villaggio e mi disse che dovevo solo bere di più perché ero disidratato. Continuai ad avere questa sensazione per i mesi successivi, e anche ora la provo spesso, come se ciò che mi circondasse fosse finto e non reale. Ora temo di essere finito in una spirale di depressione e ho paura di non poterne più uscire. Non mi sento più normale per tutto questo. Ho letto che di solito la der e la dep si sviluppano in seguito ad attacchi di panico ecc. ma io in teoria ho avuto solo un calo di zuccheri, e allora perché mi è venuta? E se avessi avuto un attacco di panico? Sono sempre stato uno molto timido e che si fa influenzare dagli altri. A febbraio prima della vacanza ho subito un lutto che ho vissuto molto male, seguito da litigi fra i miei genitori. Questo può avere contribuito? Inizio a sentirmi come un automa, come se ormai facessi tutto automaticamente. Un mio pensiero ricorrente è quello di non essere normale. Mi chiedo perché non posso avere una vita tranquilla come tutti i miei coetanei e godermi la mia adolescenza? Cosa c’è che non quadra in me? Ultimamente sono avvolto da questa tristezza, tutto è come se avesse meno senso e sento come di non riuscire più a provare le cose come prima, e questa cosa mi fa stare molto male. Non sono ancora andato da uno psicologo perché non ho mai detto nulla ai miei genitori e ho paura che non mi capiscano. È normale tutto ciò?
Vi Ringrazio già per la risposta
Vi Ringrazio già per la risposta
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Gentile utente,
le sensazioni che descrive sono certamente allarmanti per chi le vive la prima volta, meno forse per gli specialisti che sono soliti confrontarsi con persone alle prese con vissuti molto simili a quelli da lei indicati.
La depersonalizzazione, infatti, esprime uno stato mentale di alterazione di alcune esperienze percettive che può accompagnarsi frequentemente a vissuti molti intensi di panico, esperienze comuni tanto in chi soffre di problemi di ansia, quanto in chi non soffre di questi disturbi. Per una sintesi non esaustiva di questo fenomeno può consultare un articolo che recentemente ho curato all'interno di questo portale:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/8134-la-depersonalizzazione.html
Nel complesso, stando a quanto ci riporta è plausibile ipotizzare che tale vissuto sia stato da lei percepito come conseguenza di una interpretazione catastrofica di un normale stato ipoglicemico occorso poco dopo il viaggio in aereo di cui ci ha parlato. Nello specifico, varrebbe il seguente schema temporale:
1) Percezione della sensazione di svenimento associata ad uno stato ipoglicemico
2) Interpretazione catastrofica di queste normali sensazioni (es., "Sto morendo!")
3) Reazione di Panico con esperienze di Depersonalizzazione
Secondo una prospettiva cognitiva, infatti, il Panico non esprimerebbe altro una reazione intensa di paura conseguibile ad una valutazione eccessivamente negativa di normali sensazioni di attivazione psicofisiologica interna. Per una sintesi di tale impostazione concettuale può trovare alcune informazioni in questo ulteriore articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2514-psicoeducazione-il-panico-e-l-ansia.html
Ora, ipotizzando che effettivamente il meccanismo sopra descritto possa spiegare i vissuti di depersonalizzazione/panico da lei descritti poco sopra, vi sarebbe da aggiungere come la convinzione successiva di "anormalità" che avrebbe maturato nell'ultimo periodo starebbe contribuendo indirettamente a rmantenere in lei questo stato di disagio. Per tale ragione potrebbe essere utile parlare ai suoi familiari del disagio che starebbe vivendo, chiedendo la possibilità di prendere contatto con uno specialista. Una migliore comprensione del disagio che starebbe vivendo, infatti, potrebbe aiutarla tanto a ridurre la convinzione di essere una persona diversa rispetto ai suoi coetanee (con conseguenze miglioramento del suo umore), quanto ad apprendere utili strategie di gestione degli stati di depersonalizzazione (es., respirazione diaframmatica).
Rimango a sua disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.
Dr. Alessio Congiu
le sensazioni che descrive sono certamente allarmanti per chi le vive la prima volta, meno forse per gli specialisti che sono soliti confrontarsi con persone alle prese con vissuti molto simili a quelli da lei indicati.
La depersonalizzazione, infatti, esprime uno stato mentale di alterazione di alcune esperienze percettive che può accompagnarsi frequentemente a vissuti molti intensi di panico, esperienze comuni tanto in chi soffre di problemi di ansia, quanto in chi non soffre di questi disturbi. Per una sintesi non esaustiva di questo fenomeno può consultare un articolo che recentemente ho curato all'interno di questo portale:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/8134-la-depersonalizzazione.html
Nel complesso, stando a quanto ci riporta è plausibile ipotizzare che tale vissuto sia stato da lei percepito come conseguenza di una interpretazione catastrofica di un normale stato ipoglicemico occorso poco dopo il viaggio in aereo di cui ci ha parlato. Nello specifico, varrebbe il seguente schema temporale:
1) Percezione della sensazione di svenimento associata ad uno stato ipoglicemico
2) Interpretazione catastrofica di queste normali sensazioni (es., "Sto morendo!")
3) Reazione di Panico con esperienze di Depersonalizzazione
Secondo una prospettiva cognitiva, infatti, il Panico non esprimerebbe altro una reazione intensa di paura conseguibile ad una valutazione eccessivamente negativa di normali sensazioni di attivazione psicofisiologica interna. Per una sintesi di tale impostazione concettuale può trovare alcune informazioni in questo ulteriore articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2514-psicoeducazione-il-panico-e-l-ansia.html
Ora, ipotizzando che effettivamente il meccanismo sopra descritto possa spiegare i vissuti di depersonalizzazione/panico da lei descritti poco sopra, vi sarebbe da aggiungere come la convinzione successiva di "anormalità" che avrebbe maturato nell'ultimo periodo starebbe contribuendo indirettamente a rmantenere in lei questo stato di disagio. Per tale ragione potrebbe essere utile parlare ai suoi familiari del disagio che starebbe vivendo, chiedendo la possibilità di prendere contatto con uno specialista. Una migliore comprensione del disagio che starebbe vivendo, infatti, potrebbe aiutarla tanto a ridurre la convinzione di essere una persona diversa rispetto ai suoi coetanee (con conseguenze miglioramento del suo umore), quanto ad apprendere utili strategie di gestione degli stati di depersonalizzazione (es., respirazione diaframmatica).
Rimango a sua disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.
Dr. Alessio Congiu
Dr. Alessio Congiu
Psicologo-Psicoterapeuta
T. +39 345 465 8419
alessio.congiu@hotmail.it
alessiocongiupsicologo.it
[#2]
Utente
Grazie mille dottore per la sua risposta tempestiva, questa situazione di dep e der va ultimamente a periodi ma accompagnata come da depressione. Spesso sono triste e con umore basso, non pensò mai al futuro perché sono convinto che non ci sarò più. Questo influisce comunque nella vita quotidiana per me. Dormo di più, non trovò più la stessa felicità nelle cose e temo di non poter tornare più quello di prima. Tendo a rimuginare parecchio su quest’ultima cosa, e se non fosse depressione? E se quella volta in viaggio mi fosse successo qualcosa di irreversibile? Perché non posso essere felice e sereno? Se fossi pazzo e se avessi gravi malattie mentali?
Grazie in anticipo dottore per la Sua risposta
Grazie in anticipo dottore per la Sua risposta
[#3]
Gentile utente,
l'abbattimento dell'umore che descrive mi esorta ad invitarla a contattare uno specialista che la aiuti a trovare nuovamente la capacità di vedere un futuro più positivo rispetto a quello che la sua mente le starebbe prospettando in questo periodo.
Al momento è molto preoccupato per ciò che le sta accadendo; chiunque si spaventerebbe nell'interpretare il proprio disagio come un precursore di qualche più grave condizione medica o psicologica.
Volendo quindi aiutarla a vivere meglio quanto le sta capitando in questo periodo fortemente stressante della sua vita, non posso che rinnovare l'indicazione di discutere di ciò con uno specialista. Infatti, se ora provassi a rassicurarla circa la natura del suo stato psico-emotivo, potrebbe non essere utile per lei nel lungo periodo. E' importante infatti che sia lei stesso ad apprendere a trovare rassicurazione in modo autonomo ogni qual volta normali pensieri intrusivi negativi sopraggiungono alla sua coscienza in periodi di forte stress.
Le auguro di tornare presto a rivedere il suo futuro e il suo presente con un maggior grado di benessere e serenità.
Dr. Alessio Congiu
l'abbattimento dell'umore che descrive mi esorta ad invitarla a contattare uno specialista che la aiuti a trovare nuovamente la capacità di vedere un futuro più positivo rispetto a quello che la sua mente le starebbe prospettando in questo periodo.
Al momento è molto preoccupato per ciò che le sta accadendo; chiunque si spaventerebbe nell'interpretare il proprio disagio come un precursore di qualche più grave condizione medica o psicologica.
Volendo quindi aiutarla a vivere meglio quanto le sta capitando in questo periodo fortemente stressante della sua vita, non posso che rinnovare l'indicazione di discutere di ciò con uno specialista. Infatti, se ora provassi a rassicurarla circa la natura del suo stato psico-emotivo, potrebbe non essere utile per lei nel lungo periodo. E' importante infatti che sia lei stesso ad apprendere a trovare rassicurazione in modo autonomo ogni qual volta normali pensieri intrusivi negativi sopraggiungono alla sua coscienza in periodi di forte stress.
Le auguro di tornare presto a rivedere il suo futuro e il suo presente con un maggior grado di benessere e serenità.
Dr. Alessio Congiu
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 8k visite dal 16/05/2019.
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