Sentimenti
Salve,
Ho deciso di chiedere un consiglio in merito alla mia situazione sentimentale, ho conosciuto il mio ragazzo 6 anni fa, ma stiamo insieme da quasi 3 anni..la nostra relazione è tranquilla, senza problemi, stiamo bene tanto da parlare di sistemare il piano superiore di casa sua e creare una famiglia, litighiamo raramente, coltiviamo interessi diversi... Io non sono una persona che gli impone di fare le cose, anzi lo lascio libero.. L'unica pecca che abbiamo è la distanza (36 km), che poi non è neanche tanta un oretta di strada. In questi tre anni non si è posto il problema della distanza anche perché ne era consapevole, solo ultimamente da qualche mese è entrato in crisi, lui non ha un lavoro e questo gli crea molti problemi, si sente molto stressato, è diventato nervoso e non lo capisce neanche lui come è arrivato a tale stato, non facciamo altro che discutere per ogni minima cosa, non gli posso chiedere nulla e gia si innervosire, non ha voglia di vedermi, mi dice che il suo problema non è tanto l'amore che prova me chei sentimenti ci sono, ma si sente confuso e vuole stare solo per un po' vuole capire se gli manco.. Io ho cercato di dargli i suoi spazi senza cercarlo spesso, ma ogni qual volta cerco di non farmi sentire e lui che mi cerca. Questa situazione è disperata per me, non riesco a dormire, non so come aiutarlo. Non lo voglio lasciare perché lo amo tanto, quindi vorrei un parere da voi, può una persona da un giorno all'altra essere confusione nonostante prova dei sentimenti. Grazie.
Ho deciso di chiedere un consiglio in merito alla mia situazione sentimentale, ho conosciuto il mio ragazzo 6 anni fa, ma stiamo insieme da quasi 3 anni..la nostra relazione è tranquilla, senza problemi, stiamo bene tanto da parlare di sistemare il piano superiore di casa sua e creare una famiglia, litighiamo raramente, coltiviamo interessi diversi... Io non sono una persona che gli impone di fare le cose, anzi lo lascio libero.. L'unica pecca che abbiamo è la distanza (36 km), che poi non è neanche tanta un oretta di strada. In questi tre anni non si è posto il problema della distanza anche perché ne era consapevole, solo ultimamente da qualche mese è entrato in crisi, lui non ha un lavoro e questo gli crea molti problemi, si sente molto stressato, è diventato nervoso e non lo capisce neanche lui come è arrivato a tale stato, non facciamo altro che discutere per ogni minima cosa, non gli posso chiedere nulla e gia si innervosire, non ha voglia di vedermi, mi dice che il suo problema non è tanto l'amore che prova me chei sentimenti ci sono, ma si sente confuso e vuole stare solo per un po' vuole capire se gli manco.. Io ho cercato di dargli i suoi spazi senza cercarlo spesso, ma ogni qual volta cerco di non farmi sentire e lui che mi cerca. Questa situazione è disperata per me, non riesco a dormire, non so come aiutarlo. Non lo voglio lasciare perché lo amo tanto, quindi vorrei un parere da voi, può una persona da un giorno all'altra essere confusione nonostante prova dei sentimenti. Grazie.
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Gentile utente,
da quanto ci scrive sembra che il suo dubbio riguardi i supposti motivi per i quali il suo compagno stia attraversando questo momento di disagio. Il timore di non poter essere di aiuto ad una persona amata, infatti, la porta a vivere in modo angoscioso la vostra relazione.
Ora, se tale lettura della situazione da lei presentata fosse corretta, la questione si tradurrebbe nel riuscire a comprendere come poter essere realmente di aiuto al suo compagno. In assenza di una chiara comprensione del disagio di quest'ultimo, tuttavia, tale domanda non può che trovare risposte parziali e probabilmente poco esaustive.
Come in ogni relazione affettiva, la reciproca interdipendenza emotiva che si viene a creare porta ciascuno dei due partner ad essere ricettivo e sensibile alle reciproche difficoltà emotive. Questo fa si che i disagi del suo compagno si ripercuotano indirettamente su di lei proprio in virtù del legame emotivo presente nella vostra relazione. È pur vero, tuttavia, che le persone possiedono altresì una vita autonoma e relativamente indipendente da quella del partner. In tal ottica potrebbe essere letta la richiesta del suo compagno di spazio e libertà per riflettere circa la sua stessa situazione.
Tuttavia, il problema insorge altresì nel riconoscere come, nei momenti di maggiore difficoltà, si vada ricercando il sostegno e supporto di quella stessa figura capace di soddisfare questi bisogni affettivi; in breve, il partner stesso. Tale tesi può spiegare il motivo per il quale il suo compagno, pur ponendo le richiesta esplicita di maggiore libertà ed autonomia nella gestione di questo disagio, la ricerchi comunque con costanza lasciandola in tal modo disorientata e confusa su come agire.
In casi simili, un modo per poter essere realmente utile al proprio partner sarebbe quello di essere presente nel momento di bisogno, aiutandolo a comprendere la natura del proprio disagio senza tuttavia forzare questo processo autoconoscitivo. In caso contrario, infatti, il rischio a cui si potrebbe andare incontro sarebbe quello di responsabilizzare/colpevolizzare il partner per il disagio soggettIvo che si starebbe provando di riflesso.
Utile infine potrebbe rivelarsi il demandare parzialmente tale funzione di supporto e chiarimento ad uno specialista. In tal modo, infatti, si andrebbe a ridurre l'eventuale disagio percepito tanto dal diretto interessato, quanto dalle persone con cui questo fosse più direttamente legato affettivamente.
Nella speranza che le vostre reciproche difficoltà possano trovare al più presto una via di risoluzione, la saluto cordialmente
Dr. Alessio Congiu
da quanto ci scrive sembra che il suo dubbio riguardi i supposti motivi per i quali il suo compagno stia attraversando questo momento di disagio. Il timore di non poter essere di aiuto ad una persona amata, infatti, la porta a vivere in modo angoscioso la vostra relazione.
Ora, se tale lettura della situazione da lei presentata fosse corretta, la questione si tradurrebbe nel riuscire a comprendere come poter essere realmente di aiuto al suo compagno. In assenza di una chiara comprensione del disagio di quest'ultimo, tuttavia, tale domanda non può che trovare risposte parziali e probabilmente poco esaustive.
Come in ogni relazione affettiva, la reciproca interdipendenza emotiva che si viene a creare porta ciascuno dei due partner ad essere ricettivo e sensibile alle reciproche difficoltà emotive. Questo fa si che i disagi del suo compagno si ripercuotano indirettamente su di lei proprio in virtù del legame emotivo presente nella vostra relazione. È pur vero, tuttavia, che le persone possiedono altresì una vita autonoma e relativamente indipendente da quella del partner. In tal ottica potrebbe essere letta la richiesta del suo compagno di spazio e libertà per riflettere circa la sua stessa situazione.
Tuttavia, il problema insorge altresì nel riconoscere come, nei momenti di maggiore difficoltà, si vada ricercando il sostegno e supporto di quella stessa figura capace di soddisfare questi bisogni affettivi; in breve, il partner stesso. Tale tesi può spiegare il motivo per il quale il suo compagno, pur ponendo le richiesta esplicita di maggiore libertà ed autonomia nella gestione di questo disagio, la ricerchi comunque con costanza lasciandola in tal modo disorientata e confusa su come agire.
In casi simili, un modo per poter essere realmente utile al proprio partner sarebbe quello di essere presente nel momento di bisogno, aiutandolo a comprendere la natura del proprio disagio senza tuttavia forzare questo processo autoconoscitivo. In caso contrario, infatti, il rischio a cui si potrebbe andare incontro sarebbe quello di responsabilizzare/colpevolizzare il partner per il disagio soggettIvo che si starebbe provando di riflesso.
Utile infine potrebbe rivelarsi il demandare parzialmente tale funzione di supporto e chiarimento ad uno specialista. In tal modo, infatti, si andrebbe a ridurre l'eventuale disagio percepito tanto dal diretto interessato, quanto dalle persone con cui questo fosse più direttamente legato affettivamente.
Nella speranza che le vostre reciproche difficoltà possano trovare al più presto una via di risoluzione, la saluto cordialmente
Dr. Alessio Congiu
Dr. Alessio Congiu
Psicologo-Psicoterapeuta
T. +39 345 465 8419
alessio.congiu@hotmail.it
alessiocongiupsicologo.it
[#3]
Utente
Salve dott., purtroppo le cose dopo tre mesi non migliorano, il mio ragazzo ha ancora sentimenti contrastanti, anzi nonostante io non lo cerco e gli lascio i suoi spazi, mi fa sentire in colpa per il suo malessere, ma la cosa che non capisco e perché se la prende con me e esce e si diverte con i suoi amici tranquillamente e quando si tratta di noi mi mette da parte, non ha voglia di vedermi, quando ancora puoi durare questo periodo, non c'è la faccio più, mi sento poco amata, poco apprezzata e messa da parte anche se lui sostiene che mi ama moltissimo. Grazie per l'attenzione.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 910 visite dal 15/05/2019.
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