Scelta fra famiglia d'origine e amore

Buonasera,
sono a pezzi. Sono fidanzata da cinque anni con un ragazzo meraviglioso ma mi trovo nella situazione di scegliere se lasciarlo o meno.
Mi spiego: il problema è la lontananza, il lavoro e un po' anche le famiglie di origine.
Lui è stato costretto per necessità e mancanza di lavoro a trasferirsi insieme ai suoi in un altro paese ed ora ci vive da parecchi anni ed ha un lavoro a tempo indeterminato come operaio.
Io lavoro con mio padre e all'esterno mi dicono sempre che sono una privilegiata mentre altri ragazzi si devono sbattere per crearsi un lavoro del genere dal principio.
Il mio ragazzo ha tentato di trovare un altro lavoro per riavvicinarsi, ha fatto colloqui, concorsi ma niente qui è difficile trovare un posto decente vai avanti fra lavoretti e disoccupazione e dopo tanti anni come lavoratore a tempo indeterminato lui si sentirebbe leso nella sua dignità di uomo. Dopo l'ultimo tentativo a vuoto avevamo pensato che ci avrei provato io a raggiungerlo anche perché avrei potuto avere più possibilità di trovare qualcosa di decente.
Ma c'è il problema del lavoro familiare. I miei, soprattutto mia mamma, hanno sempre sostenuto che doveva lasciare il lavoro chi aveva meno da perdere e non vedono di buon occhio il fatto che io debba lasciare per un uomo. Di conseguenza non vedono di buon occhio neanche lui che considerano un fallito, che ha studiato poco, un pauroso che ha poco spirito d'iniziativa e non possono vedere neanche la sua famiglia. E pensare che prima l'adoravano in quanto lo consideravano un bravo ragazzo onesto e lavoratore. Però devo dire che hanno proposto di aiutarlo per rilevarsi un'attività ma per problemi vari non se ne è fatto più niente, ed hanno cercato di darci una mano per fargli trovare qualcosa.
Da premettere che non sono figlia unica, i miei fratelli però hanno fatto altre scelte lavorative ma se me ne vado e faccio chiudere ne potranno risentire anche loro.
Sono ad un bivio: da un lato ho un forte senso di responsabilità e di gratitudine verso la mia famiglia e mi rendo conto che fin da piccola mi hanno costruito il futuro che dovevo seguire e non vorrei deluderli ma dall'altro lato non vorrei perdere un ragazzo meraviglioso e l'opportunità di costruirmi una mia famiglia.
Anche lui sta male anche perché ha capito di non essere più benvoluto come un tempo e perché non ce la fa più ad andare avanti ed indietro e di stare in una situazione statica che non porta frutto.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

è vero che il lavoro è importante e prioritario, ma secondo Lei non si riesce davvero a trovare una soluzione che riesca a tener conto di buona parte di questi aspetti?
Il Suo fidanzato non potrebbe lavorare con Lei?
Oppure Lei, a seconda del lavoro che svolge, non potrebbe lavorare per l'azienda di famiglia da un'altra postazione, come la città in cui vive il Suo fidanzato?

Lasciando da parte le tensioni all'interno delle famiglie, Lei che cosa vorrebbe fare?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Gentile Dr.ssa,
non è così semplice.
Abbiamo anche pensato al fatto che lui potesse venire a lavorare con me ma essendo un lavoro professionale che necessita di un certo tipo di studi lui non si sente all'altezza e ho paura che possa sentirsi non realizzato.
D'altro canto io non posso seguire da lontano, ho necessità di stare sul posto, potrei però fare lo stesso tipo di lavoro altrove anche se dovrei iniziare daccapo.
Riguardo la sua domanda sono veramente molto indecisa, non so cosa fare, da un lato vorrei cercare lavoro dove vive il mio fidanzato e concedermi l'opportunità di una mia famiglia, dall'altro lato ho paura che i miei genitori vivano questa scelta come un tradimento delle loro aspettative.
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Utente
Utente
Da quando ho posto la domanda la prima volta è passato più di un mese, l'ho posta dopo una brutta lite con i miei genitori che spingevano affinchè ci lasciassimo.
C'è una cosa che mi torna in mente da quella sera, mia mamma disse: " Non puoi costringermi a farmelo piacere, una volta lo apprezzavo ora lo reputo un vigliacco, se ci teneva a te lasciava il suo lavoro e ti raggiungeva, aveva detto che non ti avrebbe fatto lasciare". Ed io a spiegare che aveva provato e riprovato ad avvicinarsi ma non ci era riuscito. Da allora non ne abbiamo riparlato più ma io sto macinando tutto dentro e sono da un paio di mesi che non vedo più il mio ragazzo. Però questa cosa che lo disprezzano mi fa male, che non parlano mai di lui come se non esistesse.
Eppure ho visto il mio ragazzo sbattersi parecchio per farsi benvolere e la stessa cosa anch'io, vedo gente più menefreghista essere apprezzata di più.
Sono io che sbaglio qualcosa? Non riesco a prendere decisioni con questo stato d'animo mi viene da pensarci sempre su.