Trovarsi male a vivere fuori casa
Buonasera, lavoro come infermiere in Emilia Romagna dal 2011 e sono del centro Italia, ció che mi spinge a scrivere è il fatto che fuori casa non mi sono adattato, mi sento un'altra persona rispetto a giu, rispetto a giù mi sembra di essere triste teso insicuro, non ho rapporti con gli altri, mi rinchiudo in casa, sono schivo con le persone del posto e sono superficiale quando parlo con loro. Mi occupo poco delle pulizie del corpo e della casa ho poca cura di me, dormo molto e non faccio quasi niente, non ho attività oltre al lavoro e fare la spesa. Mi chiedo come mai possa succedere questa cosa e se è normale e se si può fare qualcosa. Quando torno a casa giú mi rilasso e mi sento tranquillo, mi sembra di essere felice. Mi chiedo come mai da solo in un posto diverso da quello dove sono nato e ho i miei riferimenti vado in crisi e sto male e lavoro anche male. Aggiungo che ultimamente sono saliti i miei famigliari su e le cose vanno molto meglio, tutto diventa più famigliare e sono più rilassato e sorridente. Cosa può essere?
Grazie
Grazie
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Gentile Utente,
dopo otto anni trascorsi in queste condizioni, probabilmente la situazione si sta rafforzando e tutto ciò potrebbe far pensare ad un disturbo depressivo (ovviamente la mia è un'ipotesi che deve essere verificata dallo psicologo o dal medico di persona).
Trasferirsi in una città diversa dalla propria spesso non è facile, anche quando i chilometri non sono moltissimi. Nell'ambiente di lavoro non sono nate amicizie tra i colleghi? Trova sia un ambiente troppo competitivo e si è sentito tagliato fuori? Con i vicini di casa non ha familiarizzato un po'?
Sta bene solo a contatto con la Sua famiglia: secondo Lei come mai? E con gli altri come sta? Sente il bisogno di scappare dagli altri?
dopo otto anni trascorsi in queste condizioni, probabilmente la situazione si sta rafforzando e tutto ciò potrebbe far pensare ad un disturbo depressivo (ovviamente la mia è un'ipotesi che deve essere verificata dallo psicologo o dal medico di persona).
Trasferirsi in una città diversa dalla propria spesso non è facile, anche quando i chilometri non sono moltissimi. Nell'ambiente di lavoro non sono nate amicizie tra i colleghi? Trova sia un ambiente troppo competitivo e si è sentito tagliato fuori? Con i vicini di casa non ha familiarizzato un po'?
Sta bene solo a contatto con la Sua famiglia: secondo Lei come mai? E con gli altri come sta? Sente il bisogno di scappare dagli altri?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
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Utente
Buongiorno dottoressa Pileci oggi ho riflettuto su tutto quanto, allora amicizie sono nate ma non erano profonde, era più a livello di conoscenze. Sentivo che sia sul posto di lavoro che nella vita fuori ero spettatore non partecipante.poi avevo paura delle altre persone, dei vicini di qualsiasi persona suonasse al citofono a volte lasciavo suonare e non rispondevo aspettavo che andassero via. Avevo paura perché forse temevo quelle persone o non sentivo confidenza con loro. Si tendevo a scappare e sto bene con la mia famiglia perchè è il luogo sicuro dove non mi può accadere niente di male. Stando all'interno della mia regione vivendo con i miei mi sento forte e tranquillo e gonfio d'amore sicuro di me e giro a destra e sinistra in macchina vado in locali a prendere un gelato o un caffè senza problemi , diciamo che lontano da casa vivevo molto più teso meno libero e sicuro di me anche sul lavoro. Mi hanno detto che i miei genitori sono le mie sicurezze e che senza di loro un giorno io incontrerò difficoltà nella vita. Loro da gennaio 2019 a maggio sono stati con me su, io ho detto loro che avevo avuto una difficoltà e questa difficoltà era che dal novembre 2016 io ho scoperto grazie alla frequentazione di una ragazza, di essere omosessuale. Dal momento che ho capito questo ho cercato un modo per mettermi in sintonia con le altre persone eterosessuali, sentivo che il dialogo non era lineare per lo meno come quello che sentivo tra persone tutte etero. Ed ho scoperto una tecnica che pareva funzionare per andare diciamo"d'accordo" con gli etero ed era precisamente guardare per un istante una donna per dare una risposta ad un uomo oppure se l'interlocutore era donna per dare una risposta diciamo "in linea alla domanda" guardare un uomo. Pareva funzionare ma ad un certo punto ho detto qualcosa con un medico il quale gia nutriva un giudizio un po negativo su di me che gli ha dato fastidio e da lì è partita una serie di eventi con il medico che ha detto che ero insicuro che per me il reparto di geriatria era troppo poi in privato mi ha detto che gli infermieri come me dirigono fin anche equipe di pronto soccorso io mi sono sentito messo alle strette con il medico che mi diceva che non andavo bene e ho chiesto aiuto ai miei genitori. Solo che adesso con la presenza su di mamma e papà da una parte mi manca la libertà e l'indipendenza e le persone che frequentavo li anche perché loro sono un pò limitanti o sono io a limitarmi e a non fare cose, ad esempio mio padre nutriva un giudizio negativo su una ragazza che io frequentavo che è quella che mi ha fatto capire che sono omosessuale e io non potevo dire che uscivo con lei altrimenti lui diceva che sarebbe andato via e io per non perderlo rinunciavo ad andare con quella persona ma questo penso sia negativo il problema è che mio padre non sapeva che era solo amicizia x me addirittura un giorno mi ha detto se questa ragazza mi ricattava era proprio fuori strada questa ragazza voleva vivere con me, per mio padre lei era cattiva, per me no perché io la guardavo non con gli occhi di un uomo. Adesso sto vivendo giù in casa con i miei è qui penso di sentirmi non a casa mia, su ero a casa mia anche con papà dentro sentivo anche che lui si sentiva a casa altrui si comportava in modo da non capo di casa. Io adesso giù faccio come lui su. Stare a casa con i miei giù mi da tranquillità ma mi toglie la libertà, stare da solo su mi da la libertà ma mi toglie la tranquillità poi se mi unirsi ad un altra persona del mio sesso in casa di papà non so come la prenderebbe ho già parlato con loro ma siamo ancora agli inizi. Ho detto di essere omosessuale ma loro non hanno creduto. Forse devo ridirlo e chiedere se accettano che io possa portare a casa un compagno, al piano di sopra ce un appartamento libero dove si potrebbe stare. Comunque in sostanza il vivere fuori regione l Ho vissuto male forse non mi piaceva vivere li in una regione che non é la mia forse era giusto andare via di casa spiccare il volo ma all'interno della mia regione dove riconosco per cosi dire i miei posti dove tutto mi è famigliare, non vorrei sbagliare a scegliere nessuno mi mette fretta ma visto che incombe un concorso nella mia regione, io ho il dubbio se vivere su o giù e i miei mi dicono giù io ho paura di perdere qualcosa andando via da li.
[#3]
Gentile Utente,
molte sono le questioni a mio avviso da prendere in mano ora, affrontare e risolvere.
La paura di stare di solo, ma al tempo stesso la libertà limitata se vive con i Suoi genitori, il Suo porto sicuro da un lato. Ma anche una relazione particolare, da capire meglio, dal momento che Lei dice loro di essere omosessuale e loro non credono.
Mi pare di capire poi che Lei abbia molto timore del giudizio altrui ma che tenda anche ad esserne influenzato facilmente. E' così? Ho pensato questo per la conversazione con il medico che fa un commento sul Suo conto e Lei si sente immediatamente in difetto; lo stesso capita con ciò che dicono/pensano i Suoi genitori.
E se non facesse dipendere la Sua vita e le Sue scelte da ciò che dicono gli altri?
Inoltre, le conoscenze superficiali che sono sempre rimaste tali, come mai secondo Lei non sono mai andate in profondità? Lei incontra difficoltà nelle relazioni più profonde e coinvolgenti?
Che cosa ha deciso di fare per il concorso?
molte sono le questioni a mio avviso da prendere in mano ora, affrontare e risolvere.
La paura di stare di solo, ma al tempo stesso la libertà limitata se vive con i Suoi genitori, il Suo porto sicuro da un lato. Ma anche una relazione particolare, da capire meglio, dal momento che Lei dice loro di essere omosessuale e loro non credono.
Mi pare di capire poi che Lei abbia molto timore del giudizio altrui ma che tenda anche ad esserne influenzato facilmente. E' così? Ho pensato questo per la conversazione con il medico che fa un commento sul Suo conto e Lei si sente immediatamente in difetto; lo stesso capita con ciò che dicono/pensano i Suoi genitori.
E se non facesse dipendere la Sua vita e le Sue scelte da ciò che dicono gli altri?
Inoltre, le conoscenze superficiali che sono sempre rimaste tali, come mai secondo Lei non sono mai andate in profondità? Lei incontra difficoltà nelle relazioni più profonde e coinvolgenti?
Che cosa ha deciso di fare per il concorso?
[#4]
Utente
Buongiorno dottoressa scusi la risposta tardiva e lunga, si forse sono influenzato da quello che pensano essere la cosa giusta le altre persone, perchè a volte forse non so cosa fare non ho unidea e allora chiedo agli altri. Ora sto cominciando a pensare che la vita la devo vivere a modo senza chiedere agli altri, avendo la forza di dire no io non sono come voi e faccio cosi. Perchè mi va. Perche molte volte dottoressa mi è é stato detto fai cosi fai colà o perchè fai così ? e io sempre li a fare come dicevano loro sorattutto mio padre, ma ora inizio a pensare che sia corretto rispondere educatamente e dire la propria. Tante volte chiedevo consigli perchè non sapevo come comportarmi in una determinata situazione, ora penso che non ce una via giusta sempre e per forza. Certo ci sono delle regole nella vita che sono inderogabili, però nel gusto personale nelle scelte di vita penso che non c'è una via giusta da seguire, ma che ci sono tante possibilità e soprattutto che come uno si sente di fare quella è la cosa corretta. Non si puo basare la propria vita sulle opinioni degli altri, perche non sono le nostre. Adesso mentre le scrivo sono seduto in un bar delle mie parti giú. Ieri sera sono tornato con i miei. Appena tornato a casa di papà quaggiù ho sentito la differenza di trattamento rispetto a quando eravamo nel mio appartamento su, qui mi sembra che vengo quasi allontanato dai miei, ma in generale che cambiano le dinamiche di relazione visto che siamo a casa di mio padre. Sembra proprio che la casa di mio padre non sia anche la mia, ergo devo andare via e farmi una casa per conto mio. Ma dove su o giú ? Ho questo dilemma in testa. Andando in giro oggi mentre le scrivo mi sento diverso rispetto a su, qui mi sento piú tranquillo e in sintonia col mondo (perché sono a casa di papà e non a casa mia ?), non so come spiegarle è come se qui fossi piu orientato , come una specie di corrispondenza tra me e la terra. Sento che qui potrei vivere bene x conto mio potrei fare tante cose belle, però ho paura di sbagliare, ho paura che sia un pensiero che poi quando verrei a vivere da solo non corrisponderebbe alla realtà. Da solo quaggiù non ho mai vissuto x conto mio, è un salto nel buio, non vorrei trovarmi in una brutta situazione, anche se già so che su mi trovo un po male se sono da solo, forse cambierebbe se vivessi con una compagnia. Mi sembra anche che qui potrei fare quello che voglio, sento che potrei stare per conto mio e fare la mia vita nel modo giusto. Non come su dove mi appoggiavo agli altri e mi esaurivo. Se vivessi qui x conto mio avrei anche la certezza di avere magari a mezzora di macchina i miei, cosa non possibile se fossi su. Poi riguardo al fatto che ho detto ai miei che sono omosessuale e loro non mi hanno creduto non so, ce da dire che lo dissi loro adoperando quel metodo che raccontai in precedenza che mi pareva farmi parlare come un etero, forse questo ha influenzato la.loro reazione, cmq sia , adesso non ne sto parlando con loro. Poi cmq per il concorso giù lo voglio fare anche x essere sicuro di non bruciare una chances. Salve.
[#5]
Utente
Aggiungo dottoressa che su non ho fatto amicizie non ho stretto legami con nessuno profondi. Forse nelle relazioni profonde posso aver paura di essere fragile, per delle mie fissazioni, magari temo che relazioni intense possano rovinarmi. Comunque le vivrei, tranquillamente, con le persone giuste però.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 6.3k visite dal 06/05/2019.
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