Secondo figlio in programma ma disaccordo sul mome
Buongiorno, ho 20 anni e sono sposata da più di un anno con mio marito, assieme al quale vivo da 3 anni e ho un bimbo di 8 mesi fra sei giorni.
Dopo la nascita di nostro figlio, i primi mesi sono stati tranquilli, volevamo un secondo figlio ma non subito, adesso invece è da qualche mese che ho un desiderio molto forte di avere il secondo figlio a breve. Penso ai nove mesi di gravidanza, al giorno del parto, quando ebbi la soddisfazione di aver fatto nascere mio figlio senza epidurale ed senza episiotomia com'era mio desiderio fare, volevo gestire il dolore delle contrazioni seppur molto forti con la respirazione e che eventuali lacerazioni fossero naturali, dovute al passaggio del bimbo, penso al post parto con i dolori vari, i primi mesi passati sveglia giorno e notte per allattare, l'avvio dell'allattamento al seno ostacolato da ragadi dolorosissime, il pediatra che sosteneva che il mio latte non bastasse ma per fortuna poco dopo ho eliminato il latte in formula e ancora adesso sto continuando con il mio latte. Penso a tutto questo, guardo mio figlio e sono sempre più convinta di voler rivivere le emozioni di una gravidanza, di un parto e del post parto. So perfettamente che con un bimbo di otto mesi quasi, non sarebbe facile, ma sono anche sicura di potercela fare, le mie due nonne sono rimaste incinte che i primogeniti avevano meno di un anno ed erano comunque giovanissime . Ne ho parlato con mio marito, ma lui dice di aspettare perché altrimenti io impazzirei e poi non se la sente subito sia perché un bimbo di otto mesi é impegnativo sia perché ha paura che come con il primo figlio, all'inizio io mi attacchi troppo al bimbo per via dell'allattamento esclusivo. Gli ho spiegato più volte che con il primo figlio, è un'esperienza nuova che rende felici ma fa anche paura proprio perché non si sa come comportarsi, l'allattamento taglia fuori il papá per quanto riguarda l'alimentazione,questo è vero è capisco come possa essersi sentito in quei mesi, ma può essere di aiuto in altro, come il cambio del pannolino, il bagnetto, cose che i primi mesi non si sentiva di fare per paura di fargli male, ma adesso fa abitualmente e se tornasse indietro farebbe fin da subito, poi potrebbe anche tenere il piú grande, insomma, sarebbe piú coinvolto rispetto ad adesso. Gli ho spiegato inoltre che lui lavora 7 giorni su 7, a casa c'è solo dalle 22 fino alle 8 del giorno successivo, alla fine la fatica maggiore , come adesso, la farei io, oltre al fatto che abbiamo già un'esperienza e sicuramente non ripeterei lo stesso sbaglio, ma se mio marito non c'è non posso stare con lui ed è ovvio che stia con i figli. È vero, siamo molto giovani, ma ho questo desiderio. Secondo voi, come potrei far riflettere mio marito?
Vi ringrazio in anticipo
Dopo la nascita di nostro figlio, i primi mesi sono stati tranquilli, volevamo un secondo figlio ma non subito, adesso invece è da qualche mese che ho un desiderio molto forte di avere il secondo figlio a breve. Penso ai nove mesi di gravidanza, al giorno del parto, quando ebbi la soddisfazione di aver fatto nascere mio figlio senza epidurale ed senza episiotomia com'era mio desiderio fare, volevo gestire il dolore delle contrazioni seppur molto forti con la respirazione e che eventuali lacerazioni fossero naturali, dovute al passaggio del bimbo, penso al post parto con i dolori vari, i primi mesi passati sveglia giorno e notte per allattare, l'avvio dell'allattamento al seno ostacolato da ragadi dolorosissime, il pediatra che sosteneva che il mio latte non bastasse ma per fortuna poco dopo ho eliminato il latte in formula e ancora adesso sto continuando con il mio latte. Penso a tutto questo, guardo mio figlio e sono sempre più convinta di voler rivivere le emozioni di una gravidanza, di un parto e del post parto. So perfettamente che con un bimbo di otto mesi quasi, non sarebbe facile, ma sono anche sicura di potercela fare, le mie due nonne sono rimaste incinte che i primogeniti avevano meno di un anno ed erano comunque giovanissime . Ne ho parlato con mio marito, ma lui dice di aspettare perché altrimenti io impazzirei e poi non se la sente subito sia perché un bimbo di otto mesi é impegnativo sia perché ha paura che come con il primo figlio, all'inizio io mi attacchi troppo al bimbo per via dell'allattamento esclusivo. Gli ho spiegato più volte che con il primo figlio, è un'esperienza nuova che rende felici ma fa anche paura proprio perché non si sa come comportarsi, l'allattamento taglia fuori il papá per quanto riguarda l'alimentazione,questo è vero è capisco come possa essersi sentito in quei mesi, ma può essere di aiuto in altro, come il cambio del pannolino, il bagnetto, cose che i primi mesi non si sentiva di fare per paura di fargli male, ma adesso fa abitualmente e se tornasse indietro farebbe fin da subito, poi potrebbe anche tenere il piú grande, insomma, sarebbe piú coinvolto rispetto ad adesso. Gli ho spiegato inoltre che lui lavora 7 giorni su 7, a casa c'è solo dalle 22 fino alle 8 del giorno successivo, alla fine la fatica maggiore , come adesso, la farei io, oltre al fatto che abbiamo già un'esperienza e sicuramente non ripeterei lo stesso sbaglio, ma se mio marito non c'è non posso stare con lui ed è ovvio che stia con i figli. È vero, siamo molto giovani, ma ho questo desiderio. Secondo voi, come potrei far riflettere mio marito?
Vi ringrazio in anticipo
[#1]
Gentile Utente,
Lei chiede: "Secondo voi, come potrei far riflettere mio marito? "
Mi pare che Lei lo abbia già fatto e che Suo marito abbia espresso il suo disaccordo, con le proprie motivazioni.
Se non collimano le vostre idee sul momento più opportuno per avere il secondo figlio, non è che uno psicologo può tentare di convincere l'uno o l'altra...
Vero è che se una persona diventa petulante, ottiene l'effetto opposto, ma qui mi pare che Suo marito voglia affettuosamente tutelare Lei e forse prendersi anche maggior tempo con il primogenito. Dico bene?
Lei chiede: "Secondo voi, come potrei far riflettere mio marito? "
Mi pare che Lei lo abbia già fatto e che Suo marito abbia espresso il suo disaccordo, con le proprie motivazioni.
Se non collimano le vostre idee sul momento più opportuno per avere il secondo figlio, non è che uno psicologo può tentare di convincere l'uno o l'altra...
Vero è che se una persona diventa petulante, ottiene l'effetto opposto, ma qui mi pare che Suo marito voglia affettuosamente tutelare Lei e forse prendersi anche maggior tempo con il primogenito. Dico bene?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
La ringrazio per aver risposto subito.
Sì può darsi che sia come dice Lei, anzi sicuramente peró almeno nei miei confronti, ha l'effetto opposto. Aspettare, mi fa solo stare male. Probabilmente però oltre a voler prendere più tempo con il primogenito, può essere che la sua decisione sia ostacolata da determinate paure, anche basandomi su quanto da lui riferito "paura che io per via dell'allattamento mi attacchi al bimbo trascurando marito e primo figlio" "paura di essere tagliato fuori(visto che all'inizio lui non faceva nulla perché aveva paura di far male al bimbo cambiandolo o lavandolo e l'alimentazione spettava a me esclusivamente, allattandolo)" . Lo deduco anche dal fatto che quando gli dico "mi mancano i primi momenti " lui mi risponda "no no molto meglio adesso ". In questo caso, vorrei fargli capire che non sarebbe affatto come l'esperienza appena vissuta in quanto ci sono più consapevolezza e più esperienza , ma non so come fare.
Sì può darsi che sia come dice Lei, anzi sicuramente peró almeno nei miei confronti, ha l'effetto opposto. Aspettare, mi fa solo stare male. Probabilmente però oltre a voler prendere più tempo con il primogenito, può essere che la sua decisione sia ostacolata da determinate paure, anche basandomi su quanto da lui riferito "paura che io per via dell'allattamento mi attacchi al bimbo trascurando marito e primo figlio" "paura di essere tagliato fuori(visto che all'inizio lui non faceva nulla perché aveva paura di far male al bimbo cambiandolo o lavandolo e l'alimentazione spettava a me esclusivamente, allattandolo)" . Lo deduco anche dal fatto che quando gli dico "mi mancano i primi momenti " lui mi risponda "no no molto meglio adesso ". In questo caso, vorrei fargli capire che non sarebbe affatto come l'esperienza appena vissuta in quanto ci sono più consapevolezza e più esperienza , ma non so come fare.
[#3]
Capisco, ma ciascuno ha vissuti diversi. Non sempre (neppure per le mamme!) il puerperio è vissuto benissimo, senza ansie e senza paure.... quindi se Suo marito ora pensa che sia meglio questo periodo, nel quale il bimbo interagisce tanto anche col papà, non significa che non voglia ripetere l ' esperienza o che voglia aspettare ancora tantissimo tempo. Suo marito quanti anni ha?
[#4]
Utente
Si questo é vero, peró io, vorrei dare a mio figlio un fratello o una sorella quando ancora il bimbo non capisce pienamente,quindi vivrebbe in modo meno traumatico la mia assenza da casa nei tre giorni di degenza in ospedale. Ho visto da vicino mia cugina che ha due anni in più del fratello, quando quest'ultimo è nato, pianti e urli per tre giorni perché la mamma non c'era, al rientro a casa lei ha cominciato con le scenate di gelosia che ancora dopo 12 anni continuano e come loro altre mie conoscenti che hanno avuto il secondo figlio a due anni e oltre dal primogenito hanno manifestato serie difficoltà soprattutto a causa della gelosia manifestata dal primo figlio inizialmente proprio nei giorni di assenza della mamma, ovviamente non è così per tutti però sicuramente più piccolo è il primo a parere mio prima si abitua. Tra mio marito e mia cognata ci sono 4 anni di differenza (attualmente lui 21 e lei 25, entrambi comunque adottati) ma vedo anche con loro i pessimi rapporti che si sono creati perché mia cognata dice a lui "tu mi hai rubato i genitori". Chiaramente a due anni il bambino ha già capito "come gira il mondo" nel senso che ha capito che tutte le attenzioni sono su di lui, in questo caso l'arrivo di un altro bimbo lo fa passare in secondo piano (ovviamente non per la mamma ma questa è l'idea del figlio) e anziché diventare un compagno di giochi, un sostegno nei momenti difficili, diventa colui che l'ha rovinato. Ho provato anche con questo discorso collegandolo alla sua esperienza , ma non so che altro fare. So che lui vuole un altro figlio (e stavolta spererebbe in una femmina) ma mi fa paura il quando. Sono molto legata a mio figlio e non vorrei fargli vivere l'esperienza di un fratello in modo traumatico.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.4k visite dal 04/05/2019.
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