Problemi relazionali

Sono una ragazza di 20 anni. Vorrei tanto capire cosa c'è in me che non va. Qualche anno fa ero seguita da una psicologa perché stavo molto giù, mi sentivo come una persona depressa, non avevo voglia di fare niente e non uscivo mai se non per andare a scuola. Sicuramente oggi rispetto a qualche anno fa ci sono stati dei miglioramenti. Mi sono trasferita a roma per l'università, è stato un cambiamento radicale, ma in parte mi ha aiutata ad aprirmi a una nuova realtà. Sotto però molti punti di vista mi sento la stessa, ho problemi a relazionarmi con gli altri. Mi reputo una persona selettiva e solitaria,non riesco a stare con chiunque ma solo con persone abbastanza simili se non proprio simili a me(sono anche abbastanza chiacchierona se riesco ad aprirmi). Con il resto del persone tendo a stare spesso zitta, isolata. Non riesco a interagire o a iniziare un discorso. Qualche anno fa ero ancora più chiusa, in classe mi consideravano "quella zitta in un angolo, asociale e senza carattere". Questo mi ha portato a pensare che quello che avevo da dire non avesse mai importanza perché tanto agli altri non importava niente di me. Mi sento molto amata in famiglia, ma mi sento molto sola perché vorrei qualcuno che mi amasse anche fuori dal contesto familiare. Alla maggior parte delle persone sto indifferente e questo mi fa stare molto male, mi sento come un rifiuto umano, come se la mia presenza o assenza non contasse. Non so se quello che gli altri dicono su di me sia vero(che sono asociale e senza carattere) o solo un'etichetta che mi è stata affibbiata ma che mi sta condizionando molto. Gli anni del liceo li ho passati praticamente chiusa in casa, avevo solo un'amica. Ora all'università ho stretto con una ragazza ma nemmeno tanto, con gli altri non ci riesco. Sono diventata molto diffidente delle persone. La cosa che più mi fa stare male è che non so nemmeno io quello che voglio, vorrei diventare più socievole ma quando si presenta l'occasione o mi tiro indietro oppure esco lo stesso ma dopo penso che non ne è valsa la pena perché mi sentivo inadeguata. Mi sento spesso a disagio quando sto con gli altri, penso dentro di me sempre quello che devo dire e se non trovo argomenti vado nel pallone perché odio troppo i silenzi. Vorrei stare con gli altri, ma allo stesso tempo mi trovo meglio da sola. Fino all'anno scorso il fatto di stare da sola non mi faceva stare tanto male, da quest'anno si. Mi sono trasferita in un'altra casa con una coinquilina e un coinquilino. Loro stanno sempre insieme e io invece sempre in camera, in disparte. Provo a parlare con loro ma noto che parlano spesso delle stesse cose(del loro lavoro) e che non abbiamo cose in comune . Non so mai comportami con loro, non voglio sembrare asociale,ma se sto con loro sento di sprecare il mio tempo inutilmente. Soffro di ansia sociale o depressione? Che cosa posso fare per migliorare questo lato solitario e asociale del mio carattere?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Utente,

da qui non siamo in grado di capire di preciso quale sia il suo stato e quindi di porre una diagnosi.
Potrebbe essere una persona depressa che non è stata curata adeguatamente o per un tempo sufficiente, così come potrebbe essere una persona troppo timida o ipersensibile, o altro ancora.

Penso che l'unica cosa sensata che possa fare, visto che soffre per l'isolamento dal quale non riesce ad uscire, sia rivolgersi di persona ad uno psicologo che possa analizzare con lei il quadro nel suo complesso e in maniera approfondita, per poi stabilire in che modo lei possa essere aiutata a cambiare nella direzione che desidera.

I fatto che ora soffra per l'isolamento mentre prima era forse più apatica o rassegnata è un buon segnale: lo ascolti e chieda aiuto.

Le faccio tanti auguri,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it