Disturbo evitante di personalità.

Salve,sono una ragazza di 36 anni.Mi sono laureata in farmacia nel 2017.Al momento cerco lavoro ma niente,non riesco a trovarlo. Mi sono accorta da un bel pó che odio stare a contatto con tutti, sto allontanando ogni amicizia o loro da me e il tutto mi fa quasi piacere.Convivo da quasi 6 anni con il mio fidanzato e tra alti e bassi va bene.Siamo molto uniti anche se molto diversi.A volte mi comprende,a volte no! Ovviamente cerco di dargli il minimo peso perché lui lavora e mantiene la famiglia ed io non faccio nulla mi rinchiudo in casa e a volte non scendo nemmeno per fare la spesa. La cosa positiva è che dopo tanti c.v. inviati on line, ho preso il coraggio di girare per le farmacie ma è abbastanza frustrante il fatto che in molti non mi vogliono nemmeno per esperienza gratuita.In passato, durante i miei anni all'università,ho sofferto di crisi di panico e diversi disturbi dell'alimentazione(ma al momento non soffro)soprattutto xil mio ritardo alla laurea.Inoltre,sono nata con ipotiroidosmo congenito quindi a volte ho difficoltà nella memorizzazione a breve termine,concentrazione e forse nella cognizione. Il tutto probabilmente aggravato da un dubbio di dislessia, che vorrei poter confermare o smentire con un professionista.Tutto ciò aggrava la mia autostima.Mi trovo in difficoltà economiche e non riesco ad affrontare le spese per controlli sulla mia patologia e su tutto ciò che mi sarebbe utile per tornare a vivere serenamente.Spesso mi sottovaluto per tutte queste problematiche, ma so di essere una persona molto intelligente, che versa il suo massimo impegno e serietà negli affetto e nella professione.So che si dice che devo credere in me,ma io ho la sensazione di essere l'unica a credere in me ma forse non viene fuori.Vorrei sapere se questo può considerarsi un disturbo evitante di personalità.A volte ho pensieri davvero distruttivi:credo che non valga la pena di vivere e vorrei porre fine a tutto, odio il genere umano e fatico ad avere contatti con le persone, anche se cerco di mostrarlo il meno possibile.Sono sempre stata una persona che ama star da sola,ma sono anche amichevole.Sento che sta degenerando forse per tutte le mie insicurezze date dalla mancanza di lavoro.Anche il mio fidanzato è un tipo un po' solitario. In parte è comodo per me vivere con una persona simile a me sotto questo aspetto maggiormente adesso che sono ancor di più chiusa in me stessa.Di certo non fa bene a nessuno dei 2 isolarci, ma mentre lui con il suo lavoro sta a contatto con la gente, io son sempre sola.Se fosse un tipo più mondano forse mi aiuterebbe forse peggiorerebbe il nostro rapporto. Ho avuto esperienze lavorative di pochi mesi in cui mi sono fatta un parere personale sulle mie capacità,secondo me basterebbe ancora 1po' di esperienza ma per il resto non ho nulla che mi manchi rispetto ad altri.Vorrei vedere uno psicologo per cercare di capire in cosa sbaglio, ma al momento non ne ho la possibilità.Consigli?Consulenze gratuite sono possibili?Grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

può accedere alla consulenza psicologica anche presso gli ospedali della Sua città, con l'impegnativa del medico di base.

Sembrerebbe che la situazione lavorativa e di salute siano oggi a tal punto fonte di stress da farLa stare davvero molto male. Per questa ragione Le suggerisco la consulenza psicologica e tutti gli accertamenti medici per il problema alla tiroide.

Non stia a pensare ai disturbi della personalità, o a patologie molto gravi; talvolta è sufficiente affrontare degli stress come il Suo (che mi pare notevole) per sentirsi scoraggiati al punto da non riuscire a vedere soluzioni nè aiuti.

La Sua famiglia d'origine Le è vicina?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Io abito in una città poco distante da loro ma se non chiedo il loro aiuto è perché so che non sono in grado di aiutarmi. Il problema è anche dato dal fatto che non ho la residenza dove abito attualmente e
per qualunque consultazione con medico di base devo farlo attraverso la mia famiglia.È tutto un ciclo di problematiche da cui non riesco a trovare una via d'uscita.Io non voglio creare problemi a nessuno, voglio riuscire da sola a trovare una soluzione, ho paura delle ripercussioni che posso avere chiedendo aiuto a qualcuno che conosco. L'unico in grado di aiutarmi e che non avrei problemi a chiedere aiuto è il mio fidanzato/compagno che insomma sa quali sono le mie difficoltà al momento. Ho proprio difficoltà a chiedere aiuto a chi so che può solo deludermi. Mi dispiace pure a parlarne così ma non sopportarei nemmeno il fatto di essere al centro dell'attenzione o venire marchiata a vita come quella che ha problemi e non riesce a uscirne fuori. Per questo voglio affrontare tutto ciò da sola con uno specialista perché al momento mi sento forte in questo. In passato con le crisi di panico non ho potuto far altro che appoggiarmi in qualcuno, ma forse non ne sono mai uscita del tutto nonostante per un periodo ho visto una psicoterapeuta per mezzo dell'ospedale perché ai tempi non riuscivo a camminare per strada da sola. Ora la situazione è critica sotto altri punti di vista ma non so se grave come le crisi di panico,anzi fortunatamente non lo sembra, tale da usufruire del canale ospedaliero.O mi sbaglio?ora che ci penso anche allora mi chiesero le ricette per la visita dallo specialista.Per quanto riguarda i disturbi alimentari al momento non sono gravi ma si credo che qualche piccola problematica è sempre al mio fianco ( mi ingozzo per trovare conforto, nonostante io segua una alimentazione esclusivamente vegetale che non mi fa prendere molto peso, ma sento che mangio in maniera incontrollata ).
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Se ha bisogno di un supporto psicologico, non esiti a chiederlo, andando oltre il disagio nel chiedere aiuto.

Lei scrive: "Io non voglio creare problemi a nessuno, voglio riuscire da sola a trovare una soluzione, ho paura delle ripercussioni che posso avere chiedendo aiuto a qualcuno che conosco."
Normalmente nelle relazioni si chiede e si dà aiuto.

Importante è l'uso che fa del cibo, che è senz'altro vita, ma non un sedativo per placare angoscia e trovare conforto.

Io sono certa che il medico di base saprà indirizzarla allo specialista più adatto al Suo caso.

Cordiali saluti,