Il mio inferno
Ho provato a parlare con due psicologi ma un po' per un fattore economico visto che non lavoro un po' perché non riesco ad esprimermi e fidarmi ho mollato subito anche se ho in mente di tornarci in qualche modo... Ho 25 anni e mi sento svuotata come da una forza esterna che non riesco a combattere e che mi consuma... tutto ciò mi sta portando a distruggere la mia relazione che va avanti da 7 anni, a isolarmi dalle mie amiche più care e dal mondo... Ho il TERRORE che il mio ragazzo possa lasciarmi o tradirmi così sono io spesso che lo metto "alla prova" dicendoli che dovremmo lasciarci, con conseguenti crisi di panico e ansia e pianto con il solo pensiero di voler morire per poi pentirmene e tornare da lui in lacrime chiedendo scusa... lui si sta stancando di tutto questo e io non riesco neanche a spiegargli come mi sento... Passo anche periodi "normali" ma sono pochi e non sto mai del tutto bene... Nonostante io riceva complimenti anche da persone appena conosciute che mi rendono felice lì per lì, poi mi sento come presa per il culo, come se non ci vedessero bene... capita spesso di guardarmi allo specchio e di vedermi orribile, o anche solo di "percepirmi" orribile senza necessariamente vedermi... e vorrei sparire, vorrei abbandonare la mia faccia e il mio corpo e sostituirli con qualcosa di completamente diverso perché in quei momenti mi sento un vero mostro tanto da piangere... sono arrivata al punto di avere un grande calo del desiderio sessuale perché quasi ogni volta che facciamo l'amore sono più concentrata sul fatto che mi faccio schifo, è come se la mente si staccasse e mi trovassi li solo con il corpo non riuscendo a provare niente ritrovandomi piena di pensieri di sfiducia verso di lui e di autosvalutazione... Sto male da sempre anche se non ho mai avuto grandi problemi "reali", una volta quando ero bambina (avevo 8 anni circa) ricordo che ero a letto che piangevo e dissi a mia madre che non avevo scelto io di nascere e che avrei voluto uccidermi... ogni minuscola cosa che non va soprattutto nelle relazioni sociali mi butta tremendamente giù di morale, e quando invece sento che qualcuno mi da un po' di affetto mi rende felice tanto che mi commuovo... sono troppo sensibile a tutto... la mia mente non si ferma mai e sono piena di pensieri che si contraddicono, sono sempre in uno stato di agitazione (mi mangio le unghie, mi mordo dentro la bocca) e tutto ciò mi sfinisce sia mentalmente che fisicamente... mi rivedo nel borderline, non lo so neanche io... non mi sento mai capita da nessuno e neppure io riesco a capirmi, mia madre mi dice che dovrei sforzarmi per riuscire a star meglio perché tutto parte da me e che non dovrei cercare di etichettare tutto questo con una "patologia", ma io non ce la faccio e riuscire almeno a dare un nome a tutto questo mi farebbe sentire "meglio", ma nemmeno... non lo so... darei un senso al mio star male forse, che niente ha più un senso...
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Cara Utente,
sapere se la sua situazione clinica può essere "etichettata" in qualche modo potrebbe fornirle una spiegazione per il suo malessere e magari anche paradossalmente del sollievo, visto che si tratterebbe di confermare che non è "tutto nella sua testa" nè frutto di scarsa volontà (come sembra suggerire sua madre), ma una diagnosi le può arrivare unicamente da chi la possa esaminare dal vivo e non certo online.
Immagino che i due psicologi che ha visto non abbiano avuto nemmeno il tempo di conoscerla a sufficienza per formulare una diagnosi: se si è trovata almeno discretamente con uno di loro le suggerirei di rivolgersi di nuovo a quel professionista.
In alternativa può cercare un altro psicologo (o psicologa) sia nel privato, sia presso il Centro Psico-Sociale a lei più vicino, struttura nella quale sono presenti anche medici psichiatri.
E' possibile infatti che le occorra anche un supporto farmacologico, da valutare in sede di consulto psichiatrico, soprattutto se pensa spesso alla morte ed è in uno spiacevole stato di costante agitazione.
A tutto quello che sta vivendo può esistere una risposta e un rimedio, ma deve fare lo sforzo di rivolgersi a chi la può aiutare senza sabotare precocemente il percorso d'aiuto e accettando l'eventuale ricorso ai farmaci, se sarà ritenuto opportuno e necessario.
Le faccio tanti auguri,
sapere se la sua situazione clinica può essere "etichettata" in qualche modo potrebbe fornirle una spiegazione per il suo malessere e magari anche paradossalmente del sollievo, visto che si tratterebbe di confermare che non è "tutto nella sua testa" nè frutto di scarsa volontà (come sembra suggerire sua madre), ma una diagnosi le può arrivare unicamente da chi la possa esaminare dal vivo e non certo online.
Immagino che i due psicologi che ha visto non abbiano avuto nemmeno il tempo di conoscerla a sufficienza per formulare una diagnosi: se si è trovata almeno discretamente con uno di loro le suggerirei di rivolgersi di nuovo a quel professionista.
In alternativa può cercare un altro psicologo (o psicologa) sia nel privato, sia presso il Centro Psico-Sociale a lei più vicino, struttura nella quale sono presenti anche medici psichiatri.
E' possibile infatti che le occorra anche un supporto farmacologico, da valutare in sede di consulto psichiatrico, soprattutto se pensa spesso alla morte ed è in uno spiacevole stato di costante agitazione.
A tutto quello che sta vivendo può esistere una risposta e un rimedio, ma deve fare lo sforzo di rivolgersi a chi la può aiutare senza sabotare precocemente il percorso d'aiuto e accettando l'eventuale ricorso ai farmaci, se sarà ritenuto opportuno e necessario.
Le faccio tanti auguri,
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.3k visite dal 10/04/2019.
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