Psicologo strano
Buongiorno...... Da un po' di giorni ho iniziato ad andare da uno psicologo per vari motivi..... Anche se non lo conosco molto bene, dicono comunque sia in gamba e anche simpatico...... Infatti come prima impressione mi è sembrato simpatico..... La prima volta abbiamo solo parlato e stabilito che terapia fare..... Un colloquio conoscitivo insomma..... Poi la seconda volta abbiamo fatto i primi esercizi di rilassamento con le braccia...... Poi lui mi ha chiesto se volevo una mano ad alzarmi dal lettino, io a causa del mio carattere timido, ho provato imbarazzo e così ho rifiutato, tra l'altro ce la facevo da sola..... E lui vedendo ciò, ha risposto che ha capito che sono alta, agile, ma che c'è anche lui per aiutarmi..... Poi mi stavo per mettere il giubbotto per andare via a fine seduta e lui ha detto "aspetta che ti do una mano a mettere il giubbotto"...... Ma io ho ancora rifiutato..... E allora lui ha detto sempre sorridendo "meglio morire piuttosto che essere aiutati", vedendo cioè il mio comportamento di rifiuto a tale gesto..... E mi ha detto anche che se voglio essere aiutata, devo farmi aiutare....... Ora, a me tale frase mi ha fatto capire che dovevo lasciarmi fare, ma non ho capito cosa c'entra farsi alzare dal lettino e aiutare a mettere il giubbotto, con le sedute....... Ha voluto fare forse questi gesti perché mi vede timida e dunque è come un po' rompere il ghiaccio, è un controtransfert da parte sua, anche se non credo, oppure è lui semplicemente così, oppure si tratta di empatia, di un qualcosa che serve alla buona riuscita della terapia, in modo che io mi fidi di lui....... Lo so che non posso avere una risposta corretta qui...... Ma sono troppo curiosa e volevo sapere del suo comportamento..... Non gliel'ho chiesto subito in seduta, perché dall'imbarazzo non ho chiesto..... Voi cosa ne pensate? Grazie......
[#1]
Psicologo
Gentile Utente,
io più che focalizzarmi sul comportamento del suo terapeuta (che può essere semplicemente un comportamento di accoglienza) riterrei più utile focalizzarsi sul modo in cui lei ha percepito questi comportamenti.
Posso immaginare che una persona che si definisce timida possa provare imbarazzo e forse anche una certa sensazione di invasione quando un estraneo manifesta un gesto di quel tipo non richiesto. E' così?
Glielo chiedo perchè è fondamentale che si instauri, fin dai primi colloqui, una relazione tra lei e il terapeuta, di "comodità" e di fiducia, per cui qualsiasi ostacolo andrebbe affrontato parlandone direttamente.
io più che focalizzarmi sul comportamento del suo terapeuta (che può essere semplicemente un comportamento di accoglienza) riterrei più utile focalizzarsi sul modo in cui lei ha percepito questi comportamenti.
Posso immaginare che una persona che si definisce timida possa provare imbarazzo e forse anche una certa sensazione di invasione quando un estraneo manifesta un gesto di quel tipo non richiesto. E' così?
Glielo chiedo perchè è fondamentale che si instauri, fin dai primi colloqui, una relazione tra lei e il terapeuta, di "comodità" e di fiducia, per cui qualsiasi ostacolo andrebbe affrontato parlandone direttamente.
[#2]
Ex utente
Si, ho provato imbarazzo....... E poi forse è raro che un medico faccia questo...... Di solito non ti aiutano a metterti il giubbotto...... Mi è parso strana la cosa..... Però devo dire che mi è piaciuta, nonostante ciò...... Mi ha ispirato fiducia, simpatia....... Tra l'altro ho iniziato a farci le fantasie su di lui, il cosiddetto transfert...... Ma io ho paura a dirgli che mi ha creato comunque un po' di imbarazzo questi suoi gesti, perché magari lui può smettere di fare questo tipo di cose...... Che in realtà mi danno anche un effetto di piacere, non solo imbarazzo..... E poi dirgli del transfert nei suoi confronti, ho paura perché magari mi manda da una sua collega o un altro collega..... Io mi trovo comunque bene con lui, non voglio andarmene da lì..... Se non ho capito male, mi è stato detto da una collega qua su Medicitalia, che se uno vuole lo dice del transfert, altrimenti no..... Su internet ho letto che dipende, se è un transfert positivo e che non crea ansia ecc. può uno far a meno di dirlo, anzi può essere utile alla buona riuscita della terapia, se è negativo con sintomi di odio, sarebbe ovvio dirlo allo psicoterapeuta e forse addirittura cambiare psicologo.... Oppure bisogna per forza dire sempre ciò che si pensa, ciò che si immagina allo psicologo? Che sia fantasie buone o meno.... Tra l'altro, penso che dire allo psicologo che mi piace caratterialmente, mi creerebbe imbarazzo ancora di più..... È meglio che io cerchi, solamente di concentrarmi sul mio benessere psicologico, con i miei esercizi di rilassamento.
[#3]
Psicologo
Vedendo anche i suoi consulti precedenti non è nuova la sua attrazione verso gli psicologi uomini, che ne pensa di parlarne con il suo psicologo?
Per quanto riguarda il discorso transfert-controtransfert le dico semplicemente che è assolutamente fondamentale che in seduta lei si senta quanto più libera di esprimere verbalmente se stessa, se ciò accade è sinonimo di una buona alleanza terapeutica!
Per quanto riguarda il discorso transfert-controtransfert le dico semplicemente che è assolutamente fondamentale che in seduta lei si senta quanto più libera di esprimere verbalmente se stessa, se ciò accade è sinonimo di una buona alleanza terapeutica!
[#4]
Ex utente
Parlare di questa attrazione con lui, che è proprio un uomo, penso che mi creerebbe solo imbarazzo,vergogna..... E non mi sembra il caso, dato che era 1 anno e mezzo che ero in cerca di qualcuno o qualcuna che mi potesse aiutare a risolvere i miei problemi di ansia, ecc.... Credo che aggiungere imbarazzo ancora di più, parlando a 4 occhi con lui, credo che la psicoterapia, risulti difficile poi.... Già non so nemmeno se ne verrò fuori con i miei problemi di ansia, ci mancava anche questa attrazione verso di lui e sono proprio a posto.... È altrettanto vero, però che essendo lui uno psicologo, potrebbe aiutarmi a non provare imbarazzo..... Non so, boh, sinceramente leggo di tanti psicologi che consigliano di dire qualsiasi cosa, dubbio ecc. al proprio psicoterapeuta...... Ma io come posso dire a lui di questa attrazione verso lui stesso, ho paura che l'imbarazzo rendi difficile la buona riuscita della terapia, dato che appunto, si dovrebbe sentirsi a proprio agio, non dovrebbe esistere per nessun motivo situazioni di vergogna..... Ho paura, sono giù di morale perché ho paura che la terapia con me non funzioni..... Sto cercando di essere positiva o almeno di non disperare più di tanto prima del tempo, che comunque non è detto che fallisca.... In caso contrario, fallimentare, vorrà dire che mi metterò in testa di intraprendere un percorso di farmaci..... O la va o la spacca....
[#5]
Ex utente
Buongiorno, comunque leggendo mi sembra di aver capito che la maggior parte degli psicologi consigliano di dire al proprio psicologo di questo transfert.... Ebbene ho deciso di dirlo..... Mercoledì quando andrò alla terza seduta, glielo dico..... Ho preferito scrivere però ciò che provo, su un biglietto, perché mi sarebbe più facile farglielo sapere, dato che sono timida, poi un argomento così è imbarazzante.... La ringrazio per il consiglio dottor Arrigo....
[#8]
Ex utente
Buongiorno....... Ho detto al mio psicologo del transfert, ma lui non ha intenzione di elaborare, di lavorare su questo transfert, aiutandomi cioè a capire da dove viene questa attrazione...... In quanto ha "scaricato" il problema dicendomi frasi del tipo "ma cosa vuoi essere attratta che ho una certa età"....... Mi ha fatto capire che forse non conosce molto bene il tema transfert....... La mia domanda è :cosa faccio se il mio psicologo non vuole prendere il transfert come parte del lavoro all'interno della terapia? Va per forza elaborata questa cosa? Io non posso cambiare psicologo solo perché non mi aiuta a capire da dove proviene questa attrazione...... Perché ho impiegato un anno a trovare uno psicologo che mi aiutasse nei miei problemi di ansia e doc...... Non posso cambiare proprio ora...... Eventualmente, semmai, dopo finito il ciclo di terapia con lui, cercherò uno che si intenda di questi transfert...... Mi sembra di capire, leggendo che un analista, sia il più adatto... Lui è psicologo psicoterapeuta, forse non si intende boh...... Lei dottor Arrigo, cosa mi consiglia?
[#9]
Psicologo
Io credo (e le ricerche scientifiche lo dimostrano) che un'alleanza terapeutica abbia una prognosi tanto migliore quanto il cliente percepisca di essere accettato a prescindere dai suoi vissuti.
Da ciò che lei mi dice sembra che avverta come un limite oltre al quale sente di non poter andare perchè questo non sembra essere accettato dal suo terapeuta.
Lavorare sulle risonanze emotive implicate nella relazione terapeuta - cliente può rivelarsi un elemento fondamentale per la crescita della relazione stessa.
Tuttavia, se lei avverte che non è impellente il lavorare su queste tematiche perchè focalizzata su altri aspetti di sè (es. "problemi d'ansia") allora la risposta l'ha già espressa quando ha scritto:
"Eventualmente, semmai, dopo finito il ciclo di terapia con lui, cercherò uno che si intenda di questi transfert".
L'unica precisazione che mi sento di farle è che la tematica del transfert riguarda tutti gli psicoterapeuti di tutti gli approcci perchè qualsiasi terapeuta lavora in una relazione a due (ed il transfert è una tematica relazionale).
Inoltre con il termine "analista" di solito ci si riferisce ad uno psicoterapeuta con formazione psicoanalitica (es. freudiano), cosi come esistono psicoterapeuti rogersiani, cognitivisti, familiari ecc ecc.
Cambia insomma l'approccio di riferimento ma l'elaborazione del transfert è una tematica che prescinde la formazione teorica del professionista.
Da ciò che lei mi dice sembra che avverta come un limite oltre al quale sente di non poter andare perchè questo non sembra essere accettato dal suo terapeuta.
Lavorare sulle risonanze emotive implicate nella relazione terapeuta - cliente può rivelarsi un elemento fondamentale per la crescita della relazione stessa.
Tuttavia, se lei avverte che non è impellente il lavorare su queste tematiche perchè focalizzata su altri aspetti di sè (es. "problemi d'ansia") allora la risposta l'ha già espressa quando ha scritto:
"Eventualmente, semmai, dopo finito il ciclo di terapia con lui, cercherò uno che si intenda di questi transfert".
L'unica precisazione che mi sento di farle è che la tematica del transfert riguarda tutti gli psicoterapeuti di tutti gli approcci perchè qualsiasi terapeuta lavora in una relazione a due (ed il transfert è una tematica relazionale).
Inoltre con il termine "analista" di solito ci si riferisce ad uno psicoterapeuta con formazione psicoanalitica (es. freudiano), cosi come esistono psicoterapeuti rogersiani, cognitivisti, familiari ecc ecc.
Cambia insomma l'approccio di riferimento ma l'elaborazione del transfert è una tematica che prescinde la formazione teorica del professionista.
[#10]
Ex utente
Ho capito........ Io non ho detto a lui in modo diretto che ho il transfert verso di lui...... Gli ho solo fatto la seguente domanda "se un paziente provasse attrazione per lo psicologo, lei riuscirebbe a far fronte a ciò?" cioè la mia domanda era per capire se lui riusciva a gestire la cosa...... Ma mi sembra di aver capito di no, forse perché non ha studiato bene l'argomento....... Non so, le sue risposte sono state" ma cosa vuoi essere attratta che ho 63 anni", "è come quando uno va in bar, gli può piacere la barista, ma cosa deve fare, nulla, nulla non può fare"...... "poi siamo vestiti, non è che facciamo chissà che, siamo qui per risolvere i problemi di ansia"....... Da queste sue frasi mi ha fatto capire che lui non può aiutarmi ad elaborare il mio transfert, ad aiutarmi a capire da dove viene..... La mia intenzione poi, era quella di dirgli, dopo avergli fatto questa domanda, di dirgli poi in modo quindi diretto che io ho il transfert verso di lui, ma dopo aver sentito queste frasi, in particolare quando lui ha detto "ma cosa vuoi essere attratta, ho 63 anni", non mi sono proprio sentita di dirglielo in modo diretto che io in realtà l'attrazione per lui la sento..... E l'impressione che lui mi ha fatto con queste frasi, è quella di uno che non conosce bene l'argomento del transfert....... Che appunto, il transfert non guarda l'età, l'aspetto ecc...... Lo si sente e basta...... Dunque cosa c'entrano i 63 anni? Mi ha dato l' idea di uno che non mi ha capita riguardo questo discorso...... Per questo sento come un limite, appunto, riguardo all'aprirmi con lui riguardo il transfert......
[#11]
Gentile Utente,
rispondo solo alle domande che ha posto sul transfert e che ha postato più volte, in modo da cercare di risolvere questa problematica.
Lei scrive: "La mia domanda è :cosa faccio se il mio psicologo non vuole prendere il transfert come parte del lavoro all'interno della terapia? Va per forza elaborata questa cosa? Io non posso cambiare psicologo solo perché non mi aiuta a capire da dove proviene questa attrazione.."
Con i limiti del consulto on line, a mio avviso il Collega che La segue sta procedendo bene, perchè non solo Lei non deve fare nulla, ma non va per forza elaborato il "transfert" nè analizzato, a altro.
Capita molto frequentemente che un paziente sia attratto dal terapeuta, sul quale proietta fantasie/curiosità e aspettative o comunque molto legato/affezionato a quel terapeuta, perchè si instaurano anche dinamiche di attaccamento, oltre che di cooperazione.
Tuttavia, ciò non significa che ci si debba fermare in terapia a sforzarsi di esaminare questa dinamica, anche perchè il pz. si rivolge al curante per un determinato problema (nel Suo caso l'ansia).
Se Lei è già una persona ansiosa, probabilmente questa domanda fa parte del problema, e si sta ostinando ossessivamente a cercare la risposta ad una domanda del tutto inutile.
Da dove viene questa attrazione? E chi potrà mai risponderLe? Ogni volta che Le piace qualcuno si domanda forse da dove viene questa attrazione?
La psicoterapia, per essere efficace, non deve prendere in esame ogni dubbio che passa per la testa, soprattutto nei pazienti ansiosi, ma focalizzarsi sul problema per il quale si va in terapia.
Cordiali saluti,
rispondo solo alle domande che ha posto sul transfert e che ha postato più volte, in modo da cercare di risolvere questa problematica.
Lei scrive: "La mia domanda è :cosa faccio se il mio psicologo non vuole prendere il transfert come parte del lavoro all'interno della terapia? Va per forza elaborata questa cosa? Io non posso cambiare psicologo solo perché non mi aiuta a capire da dove proviene questa attrazione.."
Con i limiti del consulto on line, a mio avviso il Collega che La segue sta procedendo bene, perchè non solo Lei non deve fare nulla, ma non va per forza elaborato il "transfert" nè analizzato, a altro.
Capita molto frequentemente che un paziente sia attratto dal terapeuta, sul quale proietta fantasie/curiosità e aspettative o comunque molto legato/affezionato a quel terapeuta, perchè si instaurano anche dinamiche di attaccamento, oltre che di cooperazione.
Tuttavia, ciò non significa che ci si debba fermare in terapia a sforzarsi di esaminare questa dinamica, anche perchè il pz. si rivolge al curante per un determinato problema (nel Suo caso l'ansia).
Se Lei è già una persona ansiosa, probabilmente questa domanda fa parte del problema, e si sta ostinando ossessivamente a cercare la risposta ad una domanda del tutto inutile.
Da dove viene questa attrazione? E chi potrà mai risponderLe? Ogni volta che Le piace qualcuno si domanda forse da dove viene questa attrazione?
La psicoterapia, per essere efficace, non deve prendere in esame ogni dubbio che passa per la testa, soprattutto nei pazienti ansiosi, ma focalizzarsi sul problema per il quale si va in terapia.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#12]
Ex utente
Buonasera, la ringrazio della sua risposta dott. ssa Pileci...... Ho capito, è stata chiara, mi ha tolto un dubbio.... Comunque sia, era ed è mia intenzione, portare in terapia anche l'argomento attrazione.... A prescindere se c'è o non c'è il transfert verso lo psicologo.... Perché io sono una persona che tende a fare fantasie sugli uomini, facilmente....... Non su tutti, ma su tanti...... Magari quelli che mi danno o dicono un po' di attenzioni, qualche parola carina, che mi dicono semplicemente un ti voglio bene, ecc..... E questa cosa non la capisco...... Il bello è che magari, non sono neanche belli fisicamente queste persone, eppure, basta poco, basta che mi piacciano un po' caratterialmente e io subito cado a provare attrazione, fantasticando su di essi! Voglio portare ed era mia intenzione fin dall'inizio, portare questo argomento in terapia, perché sono stanca di provare attrazione anche per "i muri" fra poco........ Non è ammesso. È un aspetto di me che non mi piace, non mi vedo completamente normale..... Però non ho ancora detto allo psicologo che vorrei che si esaminasse questo fatto, perché al momento stiamo lavorando sull'ansia..... Ho anche un doc da risolvere, gliel'ho detto, ma ha detto che prima ci concentriamo sull'ansia, perché il doc è più complicato da risolvere..... Dunque forse, è meglio che glielo dico più avanti dell'altro problema da esaminare.... Anche se ci sono solo 8 sedute, non so se riesce a fare tutto...... Perché mercoledì 24 mi finisce gli ultimi esercizi di rilassamento per l'ansia, poi si inizierà invece con il trattamento...... Sempre per l'ansia.... Eventualmente, se vedo che non si fa in tempo a fare il tutto, prenderò di nuovo appuntamento con lui, gli chiederò di prolungare...... E dico il resto di problemi. Vorrei mi rispondesse a due domande ora : il mio psicologo, mi ha detto "tesoro", è normale che l'abbia detto, ovvero, può uno psicologo psicoterapeuta dire "tesoro", parole di questo tipo a un paziente? Lo so che l'ha detto sicuramente in modo innocente, ma mi chiedevo se sia vietato dal codice deontologico...... Io devo potermi fidare di lui....... E poi mi ha detto se frequento chiese, posti dove ci si ritrova con le persone, perché è lì che si conoscono le persone ha detto.... Ma può uno psicologo dare consigli? Poi all'inizio è lui mi ha detto se volevo una mano ad alzarmi dal lettino...... Io ho detto di no...... Poi voleva aiutarmi a mettermi il giubbotto, ma io mi sono rifiutata di nuovo, lui ha risposto "eh ma bisogna, se vuoi farti aiutare"....... Che cosa ha voluto intendere? Perché vorrebbe che io chiedessi di essere aiutata o comunque che mi lasciassi aiutare, anche su cose semplici, che non riguardano la terapia? Grazie......
[#13]
"Che cosa ha voluto intendere?"
Per rispondere a questa domanda dovrei avere la palla di cristallo!!! ;-)
Oppure dovrei tirare ad indovinare...
Il punto è che ciascuno di noi attribuisce a ciò che accade attorno un proprio significato, quindi ciò che è davvero importante è eventualmente ciò che Lei ha pensato di questo gesto (ad es. se positivo o negativo, ecc...) e nel caso parlarne col terapeuta.
Però, nelle persone ansiose di solito accade che ogni piccolo dettaglio sia preso in grande considerazione e che faccia parte del problema stesso. Se Lei ha problemi di "attrazione" verso chi Le dà attenzioni, potrebbe darsi che anche un gesto del tutto privo di significato, possa diventare un qualcosa su cui spaccarsi la testa per trovarne il significato. In altre parole, Lei non attribuisce significati "forzati", ma vive nel dubbio e chiede ad altri che cosa mai avrà voluto intendere il dottore.
Questa è una tipica modalità ansiosa.
Inoltre, Lei chiede: "E poi mi ha detto se frequento chiese, posti dove ci si ritrova con le persone, perché è lì che si conoscono le persone ha detto.... Ma può uno psicologo dare consigli?" e " il mio psicologo, mi ha detto "tesoro"..."
Io non ci vedo nessuna violazione; vale la stessa risposta che ho scritto sopra. Sembrerebbe che in Lei ci sia la tendenza a spaccare il capello in quattro e che voglia risposte anche per questioni molto banali.
Per Lei che significato hanno questi gesti e queste parole?
Di questo dovrebbe parlarne col terapeuta, anche se personalmente ritengo che facciano parte del problema ansioso.
Infine, in psicoterapia non bisogna portare ogni singolo dubbio, altrimenti le terapie non finirebbero mai!
E' necessario mettere a fuoco il problema, come credo sia stato fatto (ansia e doc) e lavorare su questi temi.
Ma, ripeto, se Lei è una persona ansiosa e non tratta l'ansia, continuerà a porsi tantissimi dubbi su tutti e tutte le persone del mondo prima o poi Le sembreranno strane. Faccia attenzione anche ad una eccessiva rigidità, dettata sempre dall'ansia. Non c'è scritto da nessuna parte che lo psicologo psicoterapeuta deve essere per forza in un certo modo (es analizzare transfert o non essere gentile, ma molto freddo, coi propri pazienti). Qui non parliamo di professionalità, ma di stile personale e ciascuno ha il proprio.
Cordiali saluti,
Per rispondere a questa domanda dovrei avere la palla di cristallo!!! ;-)
Oppure dovrei tirare ad indovinare...
Il punto è che ciascuno di noi attribuisce a ciò che accade attorno un proprio significato, quindi ciò che è davvero importante è eventualmente ciò che Lei ha pensato di questo gesto (ad es. se positivo o negativo, ecc...) e nel caso parlarne col terapeuta.
Però, nelle persone ansiose di solito accade che ogni piccolo dettaglio sia preso in grande considerazione e che faccia parte del problema stesso. Se Lei ha problemi di "attrazione" verso chi Le dà attenzioni, potrebbe darsi che anche un gesto del tutto privo di significato, possa diventare un qualcosa su cui spaccarsi la testa per trovarne il significato. In altre parole, Lei non attribuisce significati "forzati", ma vive nel dubbio e chiede ad altri che cosa mai avrà voluto intendere il dottore.
Questa è una tipica modalità ansiosa.
Inoltre, Lei chiede: "E poi mi ha detto se frequento chiese, posti dove ci si ritrova con le persone, perché è lì che si conoscono le persone ha detto.... Ma può uno psicologo dare consigli?" e " il mio psicologo, mi ha detto "tesoro"..."
Io non ci vedo nessuna violazione; vale la stessa risposta che ho scritto sopra. Sembrerebbe che in Lei ci sia la tendenza a spaccare il capello in quattro e che voglia risposte anche per questioni molto banali.
Per Lei che significato hanno questi gesti e queste parole?
Di questo dovrebbe parlarne col terapeuta, anche se personalmente ritengo che facciano parte del problema ansioso.
Infine, in psicoterapia non bisogna portare ogni singolo dubbio, altrimenti le terapie non finirebbero mai!
E' necessario mettere a fuoco il problema, come credo sia stato fatto (ansia e doc) e lavorare su questi temi.
Ma, ripeto, se Lei è una persona ansiosa e non tratta l'ansia, continuerà a porsi tantissimi dubbi su tutti e tutte le persone del mondo prima o poi Le sembreranno strane. Faccia attenzione anche ad una eccessiva rigidità, dettata sempre dall'ansia. Non c'è scritto da nessuna parte che lo psicologo psicoterapeuta deve essere per forza in un certo modo (es analizzare transfert o non essere gentile, ma molto freddo, coi propri pazienti). Qui non parliamo di professionalità, ma di stile personale e ciascuno ha il proprio.
Cordiali saluti,
[#14]
Ex utente
Non so che significato abbiano...... So solo che non mi hanno dato fastidio, anzi....... Io ho solo paura che non rispetta il codice deontologico....... Si, in effetti io tendo da sempre farmi tante domande su come si comporta una persona, forse un'altra persona non ansiosa, non si avrebbe fatto queste domande.... Anche se da una parte non vedo cosa mi aiuta a fare, dato che tutti sono capaci di alzarsi e vestirsi..... Lui ha detto che è per evitare di cadere quando ci si alza, per questo lo fa...... Va beh, non sono mai caduta comunque. Comunque ho capito, potrebbe essere sempre una cosa ansiosa queste domande.....
[#15]
Dopo una sessione di rilassamento ci sta eccome che uno possa avere difficoltà ad alzarsi...
In ogni caso, violare il c.d. prevede di compiere azioni molto deplorevoli, non dare una mano ad alzarsi dal lettino o usare un gergo più colloquiale. Lei è anche una ragazza molto giovane... Le faccio un esempio. Io mi rivolgo ai miei pazienti che hanno la Sua età con il "tu", ma non si tratta di una violazione del c.d. Ma se uno è ansioso, questo potrebbe diventare un dubbio.
Cordiali saluti,
In ogni caso, violare il c.d. prevede di compiere azioni molto deplorevoli, non dare una mano ad alzarsi dal lettino o usare un gergo più colloquiale. Lei è anche una ragazza molto giovane... Le faccio un esempio. Io mi rivolgo ai miei pazienti che hanno la Sua età con il "tu", ma non si tratta di una violazione del c.d. Ma se uno è ansioso, questo potrebbe diventare un dubbio.
Cordiali saluti,
[#16]
Ex utente
Ok, capito..... In effetti dovrei smetterla di farmi tante domande, ma non è facile..... È come un vizio..... Poi riguardo il fatto che quando finirò le sedute, un po' mi dispiacerà dover andare via..... Ma d'altronde lui è solo uno psicologo e non può diventare "amico"...... Sto bene con lui, essendo che è psicologo, ti capisce...... Parlare con parenti dei problemi, non è la stessa cosa......
[#17]
Ex utente
Buonasera, il mio psicologo mi ha fatto oggi gli ultimi esercizi di rilassamento..... E ha detto che la prossima volta inizierà col trattamento vero e proprio per l'ansia..... Ha detto, se non ho capito male, che mi dirà di immaginare una situazione dove io provo ansia, poi quando sento che non ce la faccio più, a sopportare questa ansia, mi fermo di immaginare la scena che me l'ha provocata e mi metto in rilassamento...... Una cosa simile, se non ho capito male. Ma io come faccio a sentire l'ansia, se nella situazione non ci sono veramente dentro in quel momento lì? Cioè non sempre sento l'ansia...... A volte la sento quando ci sono proprio dentro alla situazione, alla scena... Cioè, come faccio? Mi sento persa...... Ho paura che la terapia non riuscirò a farla. Se potete darmi una risposta per favore, sono preoccupata.......
[#18]
La tecnica di cui ha parlato il Collega è molto utilizzata ed efficace. In pratica serve per desensibilizzare in modo graduale la paura e l'ansia davanti un determinato stimolo.
Più che dare spiegazioni ulteriori, il mio suggerimento è di fare ciò che il terapeuta dirà di fare. In fondo è fondamentale fidarsi dell'operato del terapeuta.
Sarà il terapeuta stesso a guidarLa.
Ultima cosa: io Le suggerisco di NON portare la terapia fuori dalla stanza della terapia. Se farà terapia con il Collega e poi chiederà anche qui a noi, si creerà solo confusione.
Ok un secondo parere, ma i dubbi vanno sciolti in terapia.
Cordiali saluti,
Più che dare spiegazioni ulteriori, il mio suggerimento è di fare ciò che il terapeuta dirà di fare. In fondo è fondamentale fidarsi dell'operato del terapeuta.
Sarà il terapeuta stesso a guidarLa.
Ultima cosa: io Le suggerisco di NON portare la terapia fuori dalla stanza della terapia. Se farà terapia con il Collega e poi chiederà anche qui a noi, si creerà solo confusione.
Ok un secondo parere, ma i dubbi vanno sciolti in terapia.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 20 risposte e 12.3k visite dal 10/04/2019.
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