Ipocondria e attacchi di panico
Buonasera, sono una persona molto sensibile fin da quando ero piccolo, ho sempre avuto problemi a relazionarmi con gente nuova, in età adolescenziale incominciai a soffrire di ansia lieve e attacchi di panico solo in certe situazioni, l'ansia arrivava sempre per un motivo di salute e poi sfociava in attacco di panico vero e proprio. Crescendo, intorno ai 18 anni l'ansia tendeva ad essere più frequente ma non invalidante, circa 2 o 3 episodi di attacchi di panico all'anno dovuti all'ipocondria; ciò che mi dava fastidio e mi faceva soffrire era il non star bene con la gente nelle situazioni sociali, mi trovavo a disagio con gente estranea e in qualsiasi attività sociale come la scuola, spesso l'ansia mi veniva prima di una festa, una gita, ecc.. Mi sono reso conto di avere un problema serio e che avevo bisogno di aiuto intorno ai 22 anni, nonostante questo non sono riuscito a contattare uno psicologo perché avevo dei pregiudizi sulla sua figura, inoltre provavo vergogna. Sono molto riservato, ai miei genitori non ho mai fatto presente il mio problema, si accorgevano che ero un tipo ansioso, però ho sempre cercato di non mettermi a nudo.
Dopo anni di alti e bassi a settembre dell'anno scorso morì mio zio all'improvviso di arresto cardiaco, da quel giorno la mia vita è stata stravolta in negativo. Premetto che non ero attaccato tantissimo a mio zio, avevo un rapporto normale, in realtà non ho sofferto a livello affettivo per la sua morte. Già il giorno dopo iniziai ad avere dei sintomi banali al petto, qualsiasi dolorino lo ingigantivo e mi causava un attacco di panico, arrivavo ad avere più attacchi di panico nello stesso giorno. L'ansia quotidiana per me era un sintomo cardiaco che poteva scaturire in un infarto da un momento all'altro; inoltre mi sono completamente isolato e ho iniziato a fare degli esami, visite cardiologiche, visite neurologiche, il tutto è risultato negativo, ero solo sovrappeso e fuori allenamento. Già da subito ero conscio che da solo non ce l'avrei fatta, dopo mesi in quello stato mi sono deciso di prendere un appuntamento con uno psicoterapeuta. Per mia fortuna penso di avere trovato la persona giusta, mi sentivo a mio agio già dopo pochi minuti, gli ho spiegato la mia situazione mettendomi completamente a nudo. Ho cominciato ad avere i primi miglioramenti già dopo poche sedute per quanto riguarda l'ansia e gli attacchi di panico, la frequenza degli attacchi di panico e diminuita, adesso è raro che mi venga più di un attacco di panico alla settimana che con la psicoterapeuta analizziamo e cerchiamo i meccanismi scatenanti. Quello che vorrei chiedervi è: vorrei capire perché non riesco a smontare il meccanismo di questi pochi attacchi di panico, cioè riesco a capire che è quasi sempre un sintomo fisico a scaturirlo, però pur sapendolo non riesco a razionalizzare al momento, i pensieri distorti scorrono talmente veloci che non riesco a pensare razionalmente, penso di essere in una fase di stallo. Vi ringrazio per la pazienza
Dopo anni di alti e bassi a settembre dell'anno scorso morì mio zio all'improvviso di arresto cardiaco, da quel giorno la mia vita è stata stravolta in negativo. Premetto che non ero attaccato tantissimo a mio zio, avevo un rapporto normale, in realtà non ho sofferto a livello affettivo per la sua morte. Già il giorno dopo iniziai ad avere dei sintomi banali al petto, qualsiasi dolorino lo ingigantivo e mi causava un attacco di panico, arrivavo ad avere più attacchi di panico nello stesso giorno. L'ansia quotidiana per me era un sintomo cardiaco che poteva scaturire in un infarto da un momento all'altro; inoltre mi sono completamente isolato e ho iniziato a fare degli esami, visite cardiologiche, visite neurologiche, il tutto è risultato negativo, ero solo sovrappeso e fuori allenamento. Già da subito ero conscio che da solo non ce l'avrei fatta, dopo mesi in quello stato mi sono deciso di prendere un appuntamento con uno psicoterapeuta. Per mia fortuna penso di avere trovato la persona giusta, mi sentivo a mio agio già dopo pochi minuti, gli ho spiegato la mia situazione mettendomi completamente a nudo. Ho cominciato ad avere i primi miglioramenti già dopo poche sedute per quanto riguarda l'ansia e gli attacchi di panico, la frequenza degli attacchi di panico e diminuita, adesso è raro che mi venga più di un attacco di panico alla settimana che con la psicoterapeuta analizziamo e cerchiamo i meccanismi scatenanti. Quello che vorrei chiedervi è: vorrei capire perché non riesco a smontare il meccanismo di questi pochi attacchi di panico, cioè riesco a capire che è quasi sempre un sintomo fisico a scaturirlo, però pur sapendolo non riesco a razionalizzare al momento, i pensieri distorti scorrono talmente veloci che non riesco a pensare razionalmente, penso di essere in una fase di stallo. Vi ringrazio per la pazienza
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Gentile ragazzo,
Questo che scrive: [Quello che vorrei chiedervi è: vorrei capire perché non riesco a smontare il meccanismo di questi pochi attacchi di panico, cioè riesco a capire che è quasi sempre un sintomo fisico a scaturirlo, però pur sapendolo non riesco a razionalizzare al momento, i pensieri distorti scorrono talmente veloci che non riesco a pensare razionalmente, penso di essere in una fase di stallo.] è assolutamente da riferire al proprio psicoterapeuta:
1) perché non conoscendola di persona non si può rispondere alla domanda
2) perché è bene che il suo terapeuta sappia che ha chiesto un consulto parallelo su Medicitalia perché non sa come fare a gestire ancora bene l’ansia e quindi, verosimilmente, lavorare per questo scopo.
Cordiali saluti
Questo che scrive: [Quello che vorrei chiedervi è: vorrei capire perché non riesco a smontare il meccanismo di questi pochi attacchi di panico, cioè riesco a capire che è quasi sempre un sintomo fisico a scaturirlo, però pur sapendolo non riesco a razionalizzare al momento, i pensieri distorti scorrono talmente veloci che non riesco a pensare razionalmente, penso di essere in una fase di stallo.] è assolutamente da riferire al proprio psicoterapeuta:
1) perché non conoscendola di persona non si può rispondere alla domanda
2) perché è bene che il suo terapeuta sappia che ha chiesto un consulto parallelo su Medicitalia perché non sa come fare a gestire ancora bene l’ansia e quindi, verosimilmente, lavorare per questo scopo.
Cordiali saluti
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1k visite dal 10/04/2019.
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