Paura di impazzire e perdere il controllo: la meditazione aiuta o danneggia?
Gent.li Dott.ri,
scrivo questo post nella speranza di ottenere una semplice consulenza su un problema che ormai mi assilla da qualche anno, in tempi recenti in una forma decisamente più marcata.
Sono un ragazzo di 22 anni, universitario, da sempre sofferente di forme più o meno pressanti di ansia generalizzata.
All'età di 15 anni ho iniziato un percorso di psicoterapia concluso un paio d'anni dopo. Al tempo soffrivo particolarmente per i problemi economici e relazionali in famiglia, poi, crescendo e sviluppando una personalità più forte e indipendente, ho pian piano imparato a distaccarmi da dinamiche genitoriali più o meno "tormentate".
Nel periodo finale della psicoterapia ho subito un pesantissimo attacco di panico che inizialmente credevo essere il principio di una vera e propria malattia mentale. Una notte, cercando di addormentarmi, ho sentito un flusso di pensieri incontrollato: qualsiasi forma o immagine si mescolava ad altre formando ricordi inventati o cose inesistenti, astratte, senza alcun senso. Dopo, il boom: i pensieri hanno assunto un "peso fisico" e ad un certo punto ho avvertito una vera e propria esplosione all'interno del cranio con un formicolio che ha poi continuato a sortire effetto senza fermarsi un attimo. Per molto tempo ho anche avuto sensazioni di depersonalizzazione e derealizzazione. Questo e il suddetto problema generato dall'episodio riportato sopra sono stati gli ultimi punti d'interesse del mio percorso di psicoterapia. La psicologa sosteneva infatti che ormai avessi sufficiente forza d'animo da risolverli da solo, senza l'aiuto della psicoterapia; il che era vero, almeno per qualche tempo.
La sensazione di impazzire da un momento all'altro ha continuato a perseguirmi per anni, idem la presunta "depersonalizzazione", ma da qualche mese ho il timore di perdere completamente la lucidità, il controllo e fare qualcosa di sconsiderato. Inoltre è come se la mia mente si aspettasse di avvertire da un momento all'altro un'allucinazione visiva o uditiva. Nel tentativo di sedare queste paure, da un po' di tempo a questa parte ho iniziato a "meditare". Sostanzialmente ho imparato tecniche di rilassamento focalizzate sul controllo del respiro e sullo svuotamento della mente. Nel corso della meditazione riesco a raggiungere un certo senso di tranquillità ma tendo a "bloccare" un estraniamento totale dal mondo circostante perché ho letto opinioni contrastanti sulle tecniche meditative: c'è chi le considera un buon modo per scaricare lo stress e chi le considera pratiche pericolosissime. Preciso che sto molto alla larga da cose come la meditazione trascendentale per lo sblocco di chakra o similari e, piuttosto, mi limito ad audio guidati di semplici app per smartphone.
Secondo il vostro parere la meditazione può davvero essere d'aiuto in casi come il mio o sarebbe meglio evitarla a priori?
Grazie in anticipo per le eventuali risposte e per la pazienza avuta nel leggere questo post chilometrico.
Saluti
scrivo questo post nella speranza di ottenere una semplice consulenza su un problema che ormai mi assilla da qualche anno, in tempi recenti in una forma decisamente più marcata.
Sono un ragazzo di 22 anni, universitario, da sempre sofferente di forme più o meno pressanti di ansia generalizzata.
All'età di 15 anni ho iniziato un percorso di psicoterapia concluso un paio d'anni dopo. Al tempo soffrivo particolarmente per i problemi economici e relazionali in famiglia, poi, crescendo e sviluppando una personalità più forte e indipendente, ho pian piano imparato a distaccarmi da dinamiche genitoriali più o meno "tormentate".
Nel periodo finale della psicoterapia ho subito un pesantissimo attacco di panico che inizialmente credevo essere il principio di una vera e propria malattia mentale. Una notte, cercando di addormentarmi, ho sentito un flusso di pensieri incontrollato: qualsiasi forma o immagine si mescolava ad altre formando ricordi inventati o cose inesistenti, astratte, senza alcun senso. Dopo, il boom: i pensieri hanno assunto un "peso fisico" e ad un certo punto ho avvertito una vera e propria esplosione all'interno del cranio con un formicolio che ha poi continuato a sortire effetto senza fermarsi un attimo. Per molto tempo ho anche avuto sensazioni di depersonalizzazione e derealizzazione. Questo e il suddetto problema generato dall'episodio riportato sopra sono stati gli ultimi punti d'interesse del mio percorso di psicoterapia. La psicologa sosteneva infatti che ormai avessi sufficiente forza d'animo da risolverli da solo, senza l'aiuto della psicoterapia; il che era vero, almeno per qualche tempo.
La sensazione di impazzire da un momento all'altro ha continuato a perseguirmi per anni, idem la presunta "depersonalizzazione", ma da qualche mese ho il timore di perdere completamente la lucidità, il controllo e fare qualcosa di sconsiderato. Inoltre è come se la mia mente si aspettasse di avvertire da un momento all'altro un'allucinazione visiva o uditiva. Nel tentativo di sedare queste paure, da un po' di tempo a questa parte ho iniziato a "meditare". Sostanzialmente ho imparato tecniche di rilassamento focalizzate sul controllo del respiro e sullo svuotamento della mente. Nel corso della meditazione riesco a raggiungere un certo senso di tranquillità ma tendo a "bloccare" un estraniamento totale dal mondo circostante perché ho letto opinioni contrastanti sulle tecniche meditative: c'è chi le considera un buon modo per scaricare lo stress e chi le considera pratiche pericolosissime. Preciso che sto molto alla larga da cose come la meditazione trascendentale per lo sblocco di chakra o similari e, piuttosto, mi limito ad audio guidati di semplici app per smartphone.
Secondo il vostro parere la meditazione può davvero essere d'aiuto in casi come il mio o sarebbe meglio evitarla a priori?
Grazie in anticipo per le eventuali risposte e per la pazienza avuta nel leggere questo post chilometrico.
Saluti
[#1]
Gentile ragazzo,
Credo sia il caso di tornare in terapia. Ti dico questo per 2 motivi:
1) hai bisogno di lavorare sull’ansia che ti porta ad aver timore di perdere il controllo, impazzire, avere allucinazioni etc etc...
2) SOLO un collega terapeuta può, previa valutazione, verificare se la meditazione può giovarti o meno.
Le tecniche meditative utilizzate in psicoterapia sono molte e ognuna è bene che venga calibrata sulla base delle esigenze del paziente al fine proprio di capire se serve o meno. Affidati ad un collega e segui le sue indicazioni. Il /fai dai te/ in questi casi non è consigliato perché la pratica meditativa è una pratica clinica.
Prenderesti un antibiotico per lungo tempo senza che sia un medico a prescrivertelo? Non credo proprio..
Idem per la meditazione.
Ergo, serve una valutazione specifica da parte di collega psicologo psicoterapeuta.
In bocca al lupo!
Credo sia il caso di tornare in terapia. Ti dico questo per 2 motivi:
1) hai bisogno di lavorare sull’ansia che ti porta ad aver timore di perdere il controllo, impazzire, avere allucinazioni etc etc...
2) SOLO un collega terapeuta può, previa valutazione, verificare se la meditazione può giovarti o meno.
Le tecniche meditative utilizzate in psicoterapia sono molte e ognuna è bene che venga calibrata sulla base delle esigenze del paziente al fine proprio di capire se serve o meno. Affidati ad un collega e segui le sue indicazioni. Il /fai dai te/ in questi casi non è consigliato perché la pratica meditativa è una pratica clinica.
Prenderesti un antibiotico per lungo tempo senza che sia un medico a prescrivertelo? Non credo proprio..
Idem per la meditazione.
Ergo, serve una valutazione specifica da parte di collega psicologo psicoterapeuta.
In bocca al lupo!
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
[#2]
Utente
Salve Dott.re Pizzoleo,
la ringrazio per la risposta. Ho afferrato quanto da lei scritto e ne farò tesoro.
Purtroppo la mia "vecchia" psicoterapeuta ha cambiato del tutto sede qualche anno fa, quindi, qualora dovessi rientrare in terapia, dovrei affidarmi ad un dottore completamente nuovo; non che sia grave, ma ovviamente, essendo il mio un problema che affonda radici nel passato, sarebbe stato molto utile riprendere il tutto con la psicologa di un tempo.
La ringrazio ancora una volta per il suo contributo.
Saluti
la ringrazio per la risposta. Ho afferrato quanto da lei scritto e ne farò tesoro.
Purtroppo la mia "vecchia" psicoterapeuta ha cambiato del tutto sede qualche anno fa, quindi, qualora dovessi rientrare in terapia, dovrei affidarmi ad un dottore completamente nuovo; non che sia grave, ma ovviamente, essendo il mio un problema che affonda radici nel passato, sarebbe stato molto utile riprendere il tutto con la psicologa di un tempo.
La ringrazio ancora una volta per il suo contributo.
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.3k visite dal 07/04/2019.
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