Ansia, ansia prematrimoniale, paura
Premetto che ho sempre avuto voglia di andare via di casa, perché i miei mi hanno sempre tenuta come una bomboniera ed a causa di questo non ho praticamente mai fatto esperienze o preso decisioni veramente importanti per la mia vita. Sono stata io la prima a parlare di matrimonio, perché avevo voglia dei miei spazi con lui, avevo voglia di una vita normale e questa è stata la prima decisione importante di tutta la mia vita. Oggi a pochissimi mesi dal matrimonio le mie ansie e paure non fanno altro che aumentare, anzi la cosa che più di tutto mi spaventa è lasciare casa dei miei genitori (incredibile ma è così). Mi mancherà tutto, i profumi, i rumori della casa, il silenzio, le colazioni a sorpresa di papà e le gite fuori porta solo tra noi, i pranzi e le cene pronte visto che rientro sempre tardi da lavoro, mi mancheranno le nostre tradizioni e le nostre abitudini. Non pensavo che avrei mai provato questo, eppure è così.Mi faccio tantissimi complessi. Con il mio fidanzato stiamo insieme praticamente da sempre, quasi 12 anni.. E siccome conosco i suoi difetti e conosco anche i miei, mi chiedo se andremo davvero d'accordo e se sarà un matrimonio felice o un fallimento. Chissà se saprò occuparmi della casa e tutto il resto. Ovviamente di convivenza non se ne parla proprio perché i miei genitori non mi guarderebbero proprio più, ne abbiamo parlato due volte e sono stati categorici. Non ho mai fatto viaggi senza i miei genitori, anzi in verità non ho mai fatto nulla senza loro, facciamo tutto insieme e credo sia soprattutto questo il problema di tutto. Il troppo legame tra noi sta distruggendo tutta la mia vita e mi fa provare paura di tutto. Sento che non sarò in grado di affrontare la vita matrimoniale, che sarà tutto un disastro e che magari divorzieremo subito. Vivo in uno stato di ansia perenne ormai (soffro da sempre di ansia) e angoscia e non riesco più ad essere allegra e a godermi qualcosa, anche a lavoro sono spesso apatica. Non ho quasi più voglia di uscire o di organizzare il matrimonio, vorrei solo prendere un aereo ed andare il più lontano possibile per non sentire più questa pressione costante. Vi prego aiutatemi perché non so più come comportarmi e continuo a stare anche fisicamente male
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Gentile utente, da quel pochissimo che si può intravedere da lontano, mi sembra che lei sia una persona nata sana, infatti malgrado tutto quello che ci racconta non denuncia marcati sintomi ansioso-depressivi, e lentamente deformata per renderla adatta ad un ruolo gradito soprattutto ad altri.
L'immagine che mi rimanda è quella del bonsai, o peggio, quella delle bambine che per renderle "oneste e fedeli" vengono sottoposte a mutilazioni di ogni genere.
Frasi come "siccome conosco i suoi difetti e conosco anche i miei, mi chiedo se andremo davvero d'accordo e se sarà un matrimonio felice o un fallimento. Chissà se saprò occuparmi della casa e tutto il resto" sarebbero state spie di probabile infelicità nei primi decenni del Novecento; nel 2000 sono inverosimili.
Ci arrivano lettere, anche di piccoli paesi del sud, di fidanzati che prima di fare il passo impegnativo del matrimonio convivono per anni. A volte restano insieme, a volte la convivenza rivela difetti non immaginati. Se c'è una conquista grande della civiltà occidentale è proprio la possibilità della convivenza: non si esce più dal ruolo di figli di famiglia e di fidanzatini che si incontrano solo per la parte allegra della vita (feste, passeggiate, rapporti sessuali) e poi scoprono i pavimenti da pulire, le bollette da pagare, la stanchezza dopo il lavoro, l'impegno dei figli, se non le loro malattie. A quel punto non solo si detestano e si lasciano, ma fanno fatica a recuperare quell'immagine fittizia di sé e dell'esistenza che troppo a lungo hanno coltivato in un simulacro della vita ispirato alla casa di Barbie.
Cara utente, io qui non voglio dire che qualcuno le abbia fatto male intenzionalmente. Ci sono donne che non riescono a credere che il genitore che taglia i genitali della figlia, la madre che ogni giorno le "stira" il seno con una pietra bollente, sono prima di tutto dei sadici. La cecità volontaria dei figli sostiene che si tratta di semplice "ignoranza"!
E' faticoso e troppo doloroso capire che quelli con cui scambiamo il più grande affetto spesso ci amano "male", sono immaturi e imprevidenti nel migliore dei casi. A volte addirittura tirannici, col peggiore degli strumenti: il ricatto morale. Qualche coppia genitoriale picchia i figli, ma i più subdoli sorridono, nel soggiogarli. Offrono vita facile, denaro, protezione, conforts di ogni genere. Al tentativo dei figli di sottrarsi e vivere, dicono: "Tu mi fai morire", e se il figlio cerca lo stesso di respirare in autonomia, si provocano crisi cardiache vere o finte per non lasciare che diventi mai una persona "vera".
A volte genitori di questo genere vogliono che il figlio percorra tutto l'arco che loro stessi gli hanno destinato (matrimonio, viaggio di nozze, casa, figli) perché presto si separi e torni all'ovile. La bambola ha mimato tutti i ruoli, e va bene così.
Cara utente, lei dirà certo che esagero e non conosco i fatti. Ha ragione. Però la invito a riflettere: ognuno di noi, a me pare, ha il diritto/dovere di vivere, non di modellarsi per essere la bambolina di una mamma e di un papà. Il fatto che così giovane lei si orienti già al matrimonio, che sia fidanzata da dodici anni con tanti dubbi sul futuro, che le sia proibita la convivenza ma non una vita sessuale, presumo, mi sembra indicativo. Si chieda sinceramente se lei vorrebbe crescere una sua figlia così, nel regno della pura apparenza, nella finzione edulcorata del "tanto ci penseranno sempre mamma e papà".
E quello che non farebbe ad una figlia, perché mai vuole farlo a sé stessa?
Buona l'idea dell'aereo che la porti lontano. Se le sembra eccessivamente difficile da realizzare -ma tanti lo hanno fatto- almeno per un anno sospenda ogni decisione matrimoniale. I soldi già spesi? Ma sono meno di quelli che spenderebbe in un divorzio, le assicuro.
Le direi di rivolgersi ad una psicologa per farsi supportare nelle sue decisioni, e tra i collaboratori di Medicitalia ce n'è una proprio della sua città... ma temo che iniziare un percorso sia un modo per rimanere ancorata al vischio dolce che la trattiene lì. L'importante, invece, è fuggire finché è in tempo.
Molti auguri. Siamo a sua disposizione per ogni approfondimento.
L'immagine che mi rimanda è quella del bonsai, o peggio, quella delle bambine che per renderle "oneste e fedeli" vengono sottoposte a mutilazioni di ogni genere.
Frasi come "siccome conosco i suoi difetti e conosco anche i miei, mi chiedo se andremo davvero d'accordo e se sarà un matrimonio felice o un fallimento. Chissà se saprò occuparmi della casa e tutto il resto" sarebbero state spie di probabile infelicità nei primi decenni del Novecento; nel 2000 sono inverosimili.
Ci arrivano lettere, anche di piccoli paesi del sud, di fidanzati che prima di fare il passo impegnativo del matrimonio convivono per anni. A volte restano insieme, a volte la convivenza rivela difetti non immaginati. Se c'è una conquista grande della civiltà occidentale è proprio la possibilità della convivenza: non si esce più dal ruolo di figli di famiglia e di fidanzatini che si incontrano solo per la parte allegra della vita (feste, passeggiate, rapporti sessuali) e poi scoprono i pavimenti da pulire, le bollette da pagare, la stanchezza dopo il lavoro, l'impegno dei figli, se non le loro malattie. A quel punto non solo si detestano e si lasciano, ma fanno fatica a recuperare quell'immagine fittizia di sé e dell'esistenza che troppo a lungo hanno coltivato in un simulacro della vita ispirato alla casa di Barbie.
Cara utente, io qui non voglio dire che qualcuno le abbia fatto male intenzionalmente. Ci sono donne che non riescono a credere che il genitore che taglia i genitali della figlia, la madre che ogni giorno le "stira" il seno con una pietra bollente, sono prima di tutto dei sadici. La cecità volontaria dei figli sostiene che si tratta di semplice "ignoranza"!
E' faticoso e troppo doloroso capire che quelli con cui scambiamo il più grande affetto spesso ci amano "male", sono immaturi e imprevidenti nel migliore dei casi. A volte addirittura tirannici, col peggiore degli strumenti: il ricatto morale. Qualche coppia genitoriale picchia i figli, ma i più subdoli sorridono, nel soggiogarli. Offrono vita facile, denaro, protezione, conforts di ogni genere. Al tentativo dei figli di sottrarsi e vivere, dicono: "Tu mi fai morire", e se il figlio cerca lo stesso di respirare in autonomia, si provocano crisi cardiache vere o finte per non lasciare che diventi mai una persona "vera".
A volte genitori di questo genere vogliono che il figlio percorra tutto l'arco che loro stessi gli hanno destinato (matrimonio, viaggio di nozze, casa, figli) perché presto si separi e torni all'ovile. La bambola ha mimato tutti i ruoli, e va bene così.
Cara utente, lei dirà certo che esagero e non conosco i fatti. Ha ragione. Però la invito a riflettere: ognuno di noi, a me pare, ha il diritto/dovere di vivere, non di modellarsi per essere la bambolina di una mamma e di un papà. Il fatto che così giovane lei si orienti già al matrimonio, che sia fidanzata da dodici anni con tanti dubbi sul futuro, che le sia proibita la convivenza ma non una vita sessuale, presumo, mi sembra indicativo. Si chieda sinceramente se lei vorrebbe crescere una sua figlia così, nel regno della pura apparenza, nella finzione edulcorata del "tanto ci penseranno sempre mamma e papà".
E quello che non farebbe ad una figlia, perché mai vuole farlo a sé stessa?
Buona l'idea dell'aereo che la porti lontano. Se le sembra eccessivamente difficile da realizzare -ma tanti lo hanno fatto- almeno per un anno sospenda ogni decisione matrimoniale. I soldi già spesi? Ma sono meno di quelli che spenderebbe in un divorzio, le assicuro.
Le direi di rivolgersi ad una psicologa per farsi supportare nelle sue decisioni, e tra i collaboratori di Medicitalia ce n'è una proprio della sua città... ma temo che iniziare un percorso sia un modo per rimanere ancorata al vischio dolce che la trattiene lì. L'importante, invece, è fuggire finché è in tempo.
Molti auguri. Siamo a sua disposizione per ogni approfondimento.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
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Utente
Buonasera dottoressa.
Il suo commento mi ha messo ancora più ansia, ma capisco bene cosa vuole dirmi.
Ho parlato con il mio futuro marito e credo di non poterne trovare una migliore, questo lo so per certo. Gli ho parlato di tutte le mie paure ed ansie, che già comunque conosceva, mi ha detto anche lui di andare da qualche psicologo quantomeno per riuscire a gestirle e vivere più serena.
So di volere la mia vita con lui e forse è anche l'unico modo per riuscire a lasciare la mia famiglia (che praticamente, nonostante tutto, non voglio lasciare da ciò che si evince). Se lui mi chiedesse oggi stesso di andare via, io lo farei, quindi il mio problema non è lui ma sono io, ho credo problemi con me stessa e con il mio passato. A causa dei miei genitori adesso ho paura di tutto il mio futuro, di come andrà o come non andrà. Non riesco a trovare un modo per affrontarlo e non so come fare.
Ho già rinviato il matrimonio per due anni a causa di problemi economici (stiamo facendo tutto noi da soli e non è facile) se no rinviassi ancora credo mi sentirei ancora più insoddisfatta ed insicura. Non so. So solo che voglio una vita mia, dove nessuno possa più dirmi cosa fare e non fare con imposizione. Mi sono anche negata lo studio e tutto il mio futuro per loro, ma questa è un'altra storia
Il suo commento mi ha messo ancora più ansia, ma capisco bene cosa vuole dirmi.
Ho parlato con il mio futuro marito e credo di non poterne trovare una migliore, questo lo so per certo. Gli ho parlato di tutte le mie paure ed ansie, che già comunque conosceva, mi ha detto anche lui di andare da qualche psicologo quantomeno per riuscire a gestirle e vivere più serena.
So di volere la mia vita con lui e forse è anche l'unico modo per riuscire a lasciare la mia famiglia (che praticamente, nonostante tutto, non voglio lasciare da ciò che si evince). Se lui mi chiedesse oggi stesso di andare via, io lo farei, quindi il mio problema non è lui ma sono io, ho credo problemi con me stessa e con il mio passato. A causa dei miei genitori adesso ho paura di tutto il mio futuro, di come andrà o come non andrà. Non riesco a trovare un modo per affrontarlo e non so come fare.
Ho già rinviato il matrimonio per due anni a causa di problemi economici (stiamo facendo tutto noi da soli e non è facile) se no rinviassi ancora credo mi sentirei ancora più insoddisfatta ed insicura. Non so. So solo che voglio una vita mia, dove nessuno possa più dirmi cosa fare e non fare con imposizione. Mi sono anche negata lo studio e tutto il mio futuro per loro, ma questa è un'altra storia
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.6k visite dal 06/04/2019.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.