Pensieri Ossessivi sulla mia Psicoterapeuta
Salve, (dati sensibili oscurati dallo staff) . vi scrivo perchè volevo un parere su una situazione che sta succendendo in questo periodo.
Dunque, io sto vedendo una psicoterapeuta da gennaio, ho deciso di andare in terapia dopo 2 anni perchè non riuscivo più a sostenere questi pensieri intrusivi e comunque anche per una sorta di de-realizzazione/de-personalizzazione. Sono una persona abbastanza solitaria, ho sempre creduto di farcela da solo, e decidere di affidarmi ad uno specialista è stato faticoso per me, ma non mi piango addosso per questo... l'ho accettato e ora sto andando. Le prime sedute erano andate abbastanza bene, lei è stata ed è tutt'ora carinissima dolcissima, comprensiva ed empatica (a parte il fatto che vorrei delle risposte a volte che non mi da però vabbè, ormai la conosco sotto questo aspetto, credo sia una regola giusto?) ma a lungo andare ho cominciato a provare una certa vergogna, mi sono veramente messo a nudo e mi sento a volte molto falso, ridicolo e vulnerabile quando parlo di me e delle mie cose, certe volte non so neanche perchè vado da lei, arrivo lì che sto abbastanza tranquillo, poi mi siedo e divento un bambino, mi faccio piccolo, ho paura del suo giudizio, perchè voglio piacerle e vorrei che si affezionasse a me, quindi mi comporto in tal modo da non far si che abbia dei pareri negativi su di me. vorrei avere un rapporto esclusivo e sentirmi unico per lei, vorrei conoscerla pechè è affascinante e misteriosa, una figura mitologica inarrivabile, troppo per me, mi sento in soggezione di fronte a lei. 2 settimane fà ho avuto un attacco di panico proprio per questa ragione, pensando alla mia condizione, al fatto che vado in terapia e che mi sento ridicolo e patetico di fronte a una persona che mi vuole aiutare e io non faccio altro che sabotarmi, mi sembrava che non ci fosse più nulla di peggiore, vedevo me stesso come in un film, dove ero un povero illuso, un disperato in cerca di qualcuno che lo salvasse, e mi tormentavo dicendomi che nessuno c'era lì per me come volevo io, pensavo e penso che lei aveva il rapporto che ha con me con altri pazienti o peggio ancora, che rapporti veri con persone che non sono suoi pazienti, cosa che vorrei avere io con lei, vorrei che fosse mia amica, condividere cose, musica, film, ma sto realizzando sempre più quanto io sia dipendente da questo ormai, e di quanto ormai non possa neanche più rifugiarmi nell'illusione, nelle fantasie, perchè sono veramente troppo esposto ora, sono vulnerabile, sono confuso, ora prendo anche dei medicinali dopo lo scompenso, Ma poi a volte c'è una parte di me, che semplicemente vuole bene a quella donna e gli augura tutto il bene del mondo anche senza di me, io non ci devo essere nell'equazione altrimenti sarebbe un pensiero falso e narcisistico, una parte di me la ringrazia ogni giorno di esistere come mia mamma, come sorella, come amica... questa parte meno ossessiva e più grata però ha poco spazio. Mi farebbe piacere un vostro parere.
Dunque, io sto vedendo una psicoterapeuta da gennaio, ho deciso di andare in terapia dopo 2 anni perchè non riuscivo più a sostenere questi pensieri intrusivi e comunque anche per una sorta di de-realizzazione/de-personalizzazione. Sono una persona abbastanza solitaria, ho sempre creduto di farcela da solo, e decidere di affidarmi ad uno specialista è stato faticoso per me, ma non mi piango addosso per questo... l'ho accettato e ora sto andando. Le prime sedute erano andate abbastanza bene, lei è stata ed è tutt'ora carinissima dolcissima, comprensiva ed empatica (a parte il fatto che vorrei delle risposte a volte che non mi da però vabbè, ormai la conosco sotto questo aspetto, credo sia una regola giusto?) ma a lungo andare ho cominciato a provare una certa vergogna, mi sono veramente messo a nudo e mi sento a volte molto falso, ridicolo e vulnerabile quando parlo di me e delle mie cose, certe volte non so neanche perchè vado da lei, arrivo lì che sto abbastanza tranquillo, poi mi siedo e divento un bambino, mi faccio piccolo, ho paura del suo giudizio, perchè voglio piacerle e vorrei che si affezionasse a me, quindi mi comporto in tal modo da non far si che abbia dei pareri negativi su di me. vorrei avere un rapporto esclusivo e sentirmi unico per lei, vorrei conoscerla pechè è affascinante e misteriosa, una figura mitologica inarrivabile, troppo per me, mi sento in soggezione di fronte a lei. 2 settimane fà ho avuto un attacco di panico proprio per questa ragione, pensando alla mia condizione, al fatto che vado in terapia e che mi sento ridicolo e patetico di fronte a una persona che mi vuole aiutare e io non faccio altro che sabotarmi, mi sembrava che non ci fosse più nulla di peggiore, vedevo me stesso come in un film, dove ero un povero illuso, un disperato in cerca di qualcuno che lo salvasse, e mi tormentavo dicendomi che nessuno c'era lì per me come volevo io, pensavo e penso che lei aveva il rapporto che ha con me con altri pazienti o peggio ancora, che rapporti veri con persone che non sono suoi pazienti, cosa che vorrei avere io con lei, vorrei che fosse mia amica, condividere cose, musica, film, ma sto realizzando sempre più quanto io sia dipendente da questo ormai, e di quanto ormai non possa neanche più rifugiarmi nell'illusione, nelle fantasie, perchè sono veramente troppo esposto ora, sono vulnerabile, sono confuso, ora prendo anche dei medicinali dopo lo scompenso, Ma poi a volte c'è una parte di me, che semplicemente vuole bene a quella donna e gli augura tutto il bene del mondo anche senza di me, io non ci devo essere nell'equazione altrimenti sarebbe un pensiero falso e narcisistico, una parte di me la ringrazia ogni giorno di esistere come mia mamma, come sorella, come amica... questa parte meno ossessiva e più grata però ha poco spazio. Mi farebbe piacere un vostro parere.
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Vuoi un parere/suggerimento che possa tornare utile a te e a lei perché da psicoterapeuta deve capire cosa sta succedendo alla vostra relazione terapeutica?
Al prossimo colloquio dovrai leggere alla collega questo pezzo (esattamente come lo hai scritto): [a lungo andare ho cominciato a provare una certa vergogna, mi sono veramente messo a nudo e mi sento a volte molto falso, ridicolo e vulnerabile quando parlo di me e delle mie cose, certe volte non so neanche perchè vado da lei, arrivo lì che sto abbastanza tranquillo, poi mi siedo e divento un bambino, mi faccio piccolo, ho paura del suo giudizio, perchè voglio piacerle e vorrei che si affezionasse a me, quindi mi comporto in tal modo da non far si che abbia dei pareri negativi su di me. vorrei avere un rapporto esclusivo e sentirmi unico per lei, vorrei conoscerla pechè è affascinante e misteriosa, una figura mitologica inarrivabile, troppo per me, mi sento in soggezione di fronte a lei. 2 settimane fà ho avuto un attacco di panico proprio per questa ragione, pensando alla mia condizione, al fatto che vado in terapia e che mi sento ridicolo e patetico di fronte a una persona che mi vuole aiutare e io non faccio altro che sabotarmi, mi sembrava che non ci fosse più nulla di peggiore, vedevo me stesso come in un film, dove ero un povero illuso, un disperato in cerca di qualcuno che lo salvasse, e mi tormentavo dicendomi che nessuno c'era lì per me come volevo io, pensavo e penso che lei aveva il rapporto che ha con me con altri pazienti o peggio ancora, che rapporti veri con persone che non sono suoi pazienti, cosa che vorrei avere io con lei, vorrei che fosse mia amica, condividere cose, musica, film, ma sto realizzando sempre più quanto io sia dipendente da questo ormai, e di quanto ormai non possa neanche più rifugiarmi nell'illusione, nelle fantasie, perchè sono veramente troppo esposto ora, sono vulnerabile, sono confuso, ora prendo anche dei medicinali dopo lo scompenso, Ma poi a volte c'è una parte di me, che semplicemente vuole bene a quella donna e gli augura tutto il bene del mondo anche senza di me, io non ci devo essere nell'equazione altrimenti sarebbe un pensiero falso e narcisistico, una parte di me la ringrazia ogni giorno di esistere come mia mamma, come sorella, come amica... questa parte meno ossessiva e più grata però ha poco spazio]
È possibile (sottolineo: è possibile, dato che siamo online) che tu sia questo che descrivi e non il paziente delle prime sedute. Quindi Daniele, dato che la psicoterapia serve per curare, e per curare non servono maschere, sarebbe utile che facessi quanto suggerito.
Al prossimo colloquio dovrai leggere alla collega questo pezzo (esattamente come lo hai scritto): [a lungo andare ho cominciato a provare una certa vergogna, mi sono veramente messo a nudo e mi sento a volte molto falso, ridicolo e vulnerabile quando parlo di me e delle mie cose, certe volte non so neanche perchè vado da lei, arrivo lì che sto abbastanza tranquillo, poi mi siedo e divento un bambino, mi faccio piccolo, ho paura del suo giudizio, perchè voglio piacerle e vorrei che si affezionasse a me, quindi mi comporto in tal modo da non far si che abbia dei pareri negativi su di me. vorrei avere un rapporto esclusivo e sentirmi unico per lei, vorrei conoscerla pechè è affascinante e misteriosa, una figura mitologica inarrivabile, troppo per me, mi sento in soggezione di fronte a lei. 2 settimane fà ho avuto un attacco di panico proprio per questa ragione, pensando alla mia condizione, al fatto che vado in terapia e che mi sento ridicolo e patetico di fronte a una persona che mi vuole aiutare e io non faccio altro che sabotarmi, mi sembrava che non ci fosse più nulla di peggiore, vedevo me stesso come in un film, dove ero un povero illuso, un disperato in cerca di qualcuno che lo salvasse, e mi tormentavo dicendomi che nessuno c'era lì per me come volevo io, pensavo e penso che lei aveva il rapporto che ha con me con altri pazienti o peggio ancora, che rapporti veri con persone che non sono suoi pazienti, cosa che vorrei avere io con lei, vorrei che fosse mia amica, condividere cose, musica, film, ma sto realizzando sempre più quanto io sia dipendente da questo ormai, e di quanto ormai non possa neanche più rifugiarmi nell'illusione, nelle fantasie, perchè sono veramente troppo esposto ora, sono vulnerabile, sono confuso, ora prendo anche dei medicinali dopo lo scompenso, Ma poi a volte c'è una parte di me, che semplicemente vuole bene a quella donna e gli augura tutto il bene del mondo anche senza di me, io non ci devo essere nell'equazione altrimenti sarebbe un pensiero falso e narcisistico, una parte di me la ringrazia ogni giorno di esistere come mia mamma, come sorella, come amica... questa parte meno ossessiva e più grata però ha poco spazio]
È possibile (sottolineo: è possibile, dato che siamo online) che tu sia questo che descrivi e non il paziente delle prime sedute. Quindi Daniele, dato che la psicoterapia serve per curare, e per curare non servono maschere, sarebbe utile che facessi quanto suggerito.
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.
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[Quello che ha le fantasie o quello che vuole bene ed è consapevole però è imprigionato e sopraffatto dai pensieri?]
Non lo posso sapere da qui come immaginerai. Non sei un mio paziente e siamo solo online.
Tu qui hai scritto delle cose che andranno riferite alla terapeuta, altrimenti non sarà terapia ma una maschera.
Se in terapia si mascherano determinati aspetti come quelli da te riportati è una terapia inutile. Quindi se vuoi fare qualcosa di buono per te segui il suggerimento!
Buon sabato sera
Non lo posso sapere da qui come immaginerai. Non sei un mio paziente e siamo solo online.
Tu qui hai scritto delle cose che andranno riferite alla terapeuta, altrimenti non sarà terapia ma una maschera.
Se in terapia si mascherano determinati aspetti come quelli da te riportati è una terapia inutile. Quindi se vuoi fare qualcosa di buono per te segui il suggerimento!
Buon sabato sera
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.1k visite dal 05/04/2019.
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