Superare un ricordo

Buonasera.Circa 8 anni fa è terminata una mia storia molto importante, durata 6 anni, con l'uomo che credevo avrei sposato. Lui ha scelto di lasciarmi senza nessuna spiegazione, letteralmente dall'oggi al domani. È stato un periodo terribile. Non potevo raccontare cosa fosse successo, non riuscivo a parlarne nemmeno con la mia famiglia, non potevo pronunciare il suo nome. E non intendo metaforicamente, ma proprio fisicamente: la gola si stringeva appena cercavo di parlarne, il collo faceva male e la voce si spezzava, uscivano le lacrime, ma nessuna parola. Dovevo respirare profondamente e bere dell'acqua. Anche il dolore era fisico: una ensazione di vuoto al petto che, durante il giorno, di tanto in tanto mi faceva contorcere come un forte crampo.La vita andava avanti, ma quello che io chiamavo "il buco nero nel petto" era fisso.Per mesi ho continuato a sognarlo ogni notte. Tutte le notti. Sempre situazioni della vita quotidiana e sempre diverse. Mai nulla di speciale, ma sempre lui. Poi è passato. All'improvviso. Una mattina mi sono svegliata, ho fatto mente locale, e mi sono detta "stanotte non l'ho sognato! Sono libera!". Da quel momento ho iniziato a guardare tutto con più lucidità, ho capito che le cose non andavano poi così bene, ho realizzato che non sarei mai stata davvero felice con lui. A quel punto lui mi ha chiamata supplicandomi di tornare insieme, perchè non può vivere senza di me ecc, ma a me non importava più nulla. Mi sentivo libera da una storia che mi ero imposta senza alcuna ragione, mai e poi mai sarei tornata indietro. Non c'erano altre persone nella mia vita, semplicemente non lo amavo più, mi aveva fatto troppo male, avevo perso la stima e la fiducia in lui. Io non c'ero più. Da allora non l'ho più sentito. Viviamo in due parti diverse d'Italia, non ho i suoi contatti. È un po' come se tutta questa storia sia stata un film che io ho guardato, e non qualcosa che io abbia realmente vissuto. 

Il tempo è passato, adesso convivo da 4 anni, con l'uomo che tra poche settimane sposerò.Sono felice, mi sento come se tutte le strade della mia vita mi avessero portato fino a lui. Darei la mia vita per lui.Eppure la figura di quell'uomo è sempre presente nella mia testa. Non con nostalgia, ma con rancore. Nei momenti più insospettabili della giornata mi capita di pensare a lui, tanto da aver paura di chiamare il mio compagno con il nome sbagliato (un nome che non faccio da anni!). È come se una parte di me volesse dirgli "guarda, io sono felice, io sono andata avanti nonostante te". So che lui convive con un'altra donna, hanno avuto un bambino, e non riesco ad essere felice per lui! Continuo a pensare "povera lei", continuo a pensare che io non lo avrei mai voluto da lui ecc ecc, eppure continuo a pensare! Quello che vorrei è semplicemente non pensare più a nulla che riguarda lui! Perchè mi succede questa cosa? Come posso combatterla?
Grazie per avermi "ascoltata"!
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile ragazza, lei anni fa ha subito una ferita inferta senza preavviso e crudelmente, perché la sua vita di ogni giorno, le aspettative sul futuro costruite in sei lunghi anni, la sicurezza di un amore cominciato giovanissima e considerato eterno, le sono stati strappati di colpo senza spiegazione, senza le espressioni di dolore e di scusa che ci aspetteremmo da chi amiamo e diceva di amarci, e invece ci abbandona.
La sua reazione anche fisica è comprensibile. Direi che alcune cose che scrive, tra cui "la vita andava avanti", malgrado il buco nero al centro del suo petto, testimoniano il suo equilibrio emotivo. Anche i sogni, non angosciosi ma rievocativi, sono stati lo strumento della sua guarigione: le abitudini crudelmente spezzate nella quotidianità, di notte tornavano a cullarla, e lo facevano con dolcezza.
Nella sua rievocazione di quel periodo manca il desiderio di vendetta, elementare e primitivo, che spesso segue al dolore patito. Qualcuno ci ha fatto del male, e con rabbia vorremmo restituirlo; ma lei forse stava troppo male, e quando si tratta di lottare per sopravvivere non si sprecano energie per ferire.
Poi, un bel giorno si è svegliata guarita. Solo allora ha potuto valutare con distacco quello che non andava nella sua relazione: era libera e felice di esserlo.
A questo punto lei racconta qualcosa che tutti vorrebbero sperimentare ma raramente avviene, al di fuori dei sogni: la persona che le aveva fatto tanto male torna, e si mette nelle sue mani. Ora è lui che si è accorto di aver sbagliato, di soffrire, di non poter vivere senza il suo amore... e lei lo respinge tranquillamente, perché la stima e la fiducia non ci sono più.
"Eppure la figura di quell'uomo è sempre presente nella mia testa. Non con nostalgia, ma con rancore".
Che cosa è successo? E' successo che la rabbia differita, il desiderio di vendetta a suo tempo non vissuto, grandi come il dolore e l'ingiustizia per come è stata lasciata, si ripresentano adesso perché adesso lei sta bene; adesso avrebbe la forza per vendicarsi.
Ebbene, se ci riflette, lei ha già vinto. Lo ha respinto quando lui è venuto a chiederle indietro l'amore che aveva calpestato. Lo ha visto supplicarla, pentito, sofferente. La vita che lui ha avuto in seguito è stata un ripiego dopo il suo rifiuto. Lei è una delle poche persone fortunate che ha avuto la sua vendetta.
Pensi sempre a questo: lei oggi ha molto di più di quello che aveva e avrebbe avuto con lui, e può anche rievocare con dolcezza la sua prima storia d'amore; lui invece ha il rimpianto e il rimorso di averla buttata via.
Questi pensieri dovrebbero a poco a poco sciogliere il suo rancore in compassione, liberandola definitivamente da lui. Dovrebbe elaborarli in un suo mantra, da ripetere quando torna la volontà di vendetta.
Auguri, anche per il matrimonio.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Gentile Dottoressa, la ringrazio infinitamente. Le sue parole mi hanno letto dentro, dando anche a me una chiave di lettura nuova e finalmente comprensibile.

Grazie!
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Sono lieta di esserle stata utile. Ancora auguri!
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Utente
Utente
Gentile Dott.ssa,

Volevo darle un piccolo, strano, ma credo positivo aggiornamento.
Da quando ho scritto su questo forum, ogni volta che quella persona mi viene in mente seguo il Suo consiglio, e tutto finisce con un sorriso. Così è successo sempre meno spesso. Fino a stanotte, che è accaduta una cosa che per me ha un significato davvero importante!

Ancora una volta c'entrano i miei sogni. Ero con la mia famiglia e il mio compagno (il futuro sposo!) in campagna, un luogo dove andavo spesso da bambina e che amavo particolarmente, in una situazione molto serena di chiacchiere piacevoli e rilassanti. Ad un certo punto viene fuori un argomento che non riesco a ricordare, ma io mi allarmo subito pensando che potesse venir fuori qualche riferimento al mio ex. E infatti mia madre, sorridente su una sedia a sdraio, comincia a pronunciare la frase "Ma non ti ricordi che tu questa cosa l'avevi fatta una volta...?"; in contemporanea i miei pensieri vanno a mille: "ma che sta dicendo? Ma è impazzita? Mica vorrà dirlo davvero??", e le rispondo: "Ma cosa mamma, che dici...Ma quando...?. E lei, sempre come se nulla fosse, "Quando eri fidanzata con..." e mentre lei pronuncia queste parole, io continuo a pensare "mica lo dirà davvero?? È pazza! Non lo può dire!!!" e la guardo cercando di fermarla con lo sguardo, ma lei va avanti e conclude la frase dicendo quel nome. A quel punto io mi sollevo di soprassalto, pensando "caspita, lo ha detto." Ma mi guardo intorno e tutto è tranquillo, come prima. Anche la persona che amo continua a chiacchierare con lei, mamma continua a parlare (ma io non ascolto più, sento solo i miei pensieri adesso). Continuo a guardare tutto intorno a me e penso "guarda, non è successo niente...ha detto il suo nome ma non è successo niente, le persone sono tranquille, le case non sono crollate, il mondo è tutto intero....hai visto, si poteva dire senza che nulla succedesse..." (guardo la casa, cerco le crepe che, secondo me, quel nome avrebbe dovuto provocare, come un terremoto, ma le crepe non ci sono, la casa è integra).

A questo punto mi sono svegliata di soprassalto, come da un incubo. Non ero spaventata, ma parecchio turbata, e ho pensato: "Ma tu guarda cosa è riuscita a creare la mia mente..forse adesso sono libera davvero, chissà...".

Grazie di nuovo, cordiali saluti.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Sono molto felice che abbia voluto condividere con me quest'esperienza, cara utente. Sì, potrebbe essere questa la liberazione. Io glielo auguro con tutto il cuore.
Una curiosità: lei per caso si occupa di musica o ha un'altra attività artistica, per esempio la scrittura?
Auguri infiniti.
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Utente
Utente
Gentilissima Dottoressa,

La ringrazio molto!

Non mi occupo d'arte in prima persona, ma sono laureata in storia dell'arte: amo in particolare l'arte antica.
Ed amo profondamente la lingua Italiana (che insegno). Scrivere è sempre stata una mia piccola valvola di sfogo, sin da bambina dopo i litigi con la mamma! Crescendo ho capito che scrivere mi aiutava a fare mente locale, a leggere dentro me stessa cose che, solo parlando o pensando, non riuscivo a vedere. Poi ho smesso, non perchè non ne avessi più bisogno, ma perchè lavoro molto ed ho davvero poco tempo per me. Solo adesso, scrivendo a Lei, cercando le parole giuste per farle capire la situazione, mi sono ricordata che questo era il mio modo di trovare le parole giuste anche per me stessa, e mi sono resa conto di quanto mi mancasse. Anche se, devo ammettere, questa tastiera non è esattamente come la mia biro e gli innumerevoli fogli bianchi riempiti di parole e stati d'animo!

Nuovamente grazie!
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Cara utente, quello che lei applicava spontaneamente fin da ragazzina e che ha ritrovato scrivendoci è una terapia che prende il nome di Scrittura Espressiva. Non ci rinunci; bastano a volte poche righe su fogli volanti, con la sua biro, mentre si trova a fare una fila, per esempio.
Ancora auguri!