DOC e assenza di terapia farmacologica

Salve a tutti. Chiedo un consulto perché ho bisogno di sentire altri pareri.
Mi è stato diagnosticato un disturbo ossessivo-compulsivo che sto curando con la psicoterapia. Leggo però che quasi sempre venga affiancata una terapia farmacologica, cosa che non è stata presa in considerazione e che io stessa non vorrei intraprendere, dunque volevo sapere se sia corretto poter proseguire senza ricorrere ai farmaci. Aggiungo di soffrire di disturbi psicotici, discontrollo degli impulsi, relazioni complicate e instabili e disregolazione delle emozioni con ipersensibilità alle critiche e cattiva interpretazione delle cose, fra cui continua sensazione di sospetto e di pericolo che mi porta paranoie notturne e insonnia. Ho sofferto di attacchi di panico in passato, ho molte fissazioni e sono ipocondriaca. Sono tutte cose di cui ho parlato nella psicoterapia ma ci stiamo concentrando principalmente sul doc e sulla instabilità emotiva e sul mio modo di interpretare le cose. Io continuo però a sentirmi persa e vorrei capire se ci sia qualcosa che non sta funzionando o se sia necessario affiancare qualche altra terapia. Grazie per l'attenzione.
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Dr. Leano Cetrullo Psicologo, Sessuologo 39 1
Gentile utente,

nel DOC la terapia psicologica è il primo approccio consigliato per poi valutare anche quello farmacologico. Da come posso intendere le è stato diagnosticato da un collega il DOC e non tutti i disturbi che lei cita in seguito?

Da quanto tempo va in terapia?
Ha parlato con il suo terapeuta dei pochi effetti benefici sulla sua salute che lei riscontra?

Cordiali Saluti
Dr. Leano Cetrullo
Psicologo e Criminologo
Membro della American Psychological Association (APA)

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Utente
Utente
Tutto ciò che ho scritto è diagnosticato e valutato dalla terapeuta, non vi è però una diagnosi concreta oltre il doc, sono tutte però difficoltà che affronto ogni giorno e che al momento non riesco a giustificare. Al momento la terapeuta per quanto concerte l'interpretazione sbagliata-sensazione di inadeguatezza trova l'origine nello schema sbagliato in cui vivo nell'ambiente famigliare. Quando mi sono rivolta a lei è stato più per un bisogno concreto poiché in situazioni di forte stress perdo ogni tipo di lucidità e non riesco ad accettare nessun fallimento e questo mi impedisce spesso di presentarmi agli esami universitari. Il discontrollo degli impulsi verte principalmente sull'autolesionismo e sulla rabbia. La anche minima critica o pensiero percepito da me non positivo mi provoca forti pianti e reazioni negative e di rinuncia. I pensieri paranoici li associa ad una costanza sensazione di pericolo in cui vivo, ho avuto più di un episodio di allucinazione notturna. Ho solo una estrema ansia di non risolvere nulla e spero che non sia l'ennesimo tuffo nel vuoto e che non sia una direzione sbagliata. Sono in terapia solo da qualche mese, è la seconda professionista a cui mi rivolgo.
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