Pensieri intrusivi ed ossessioni
Buongiorno, scrivo sia per chiedere un parere ma soprattutto anche come forma di sfogo dal momento che in questo periodo mi sento profondamente sola e soprattutto non posso esternare con nessuno le paure e i pensieri che mi assillano.
All'età di 19 anni, durante il periodo di passaggio tra liceo e università, ho sofferto della paura di poter essere pedofila nata a causa di un abuso che ho subito da parte di un familiare, avevo paura che mi fossi identificata con l'aggressore o che in futuro lo sarei stata a mia volta. Avevo pensieri intrusivi angoscianti e fortissima ansia. Remissione in un paio di settimane. Subito dopo ho avuto paura di provare attrazione nel fare sesso con un familiare (maschio), avevo paura di essere stata deviata. Remissione in un paio di settimane.
Poco dopo a seguito di un sogno a sfondo omosessuale, ho iniziato ad avere il dubbio di esserlo nonostante nella mia vita (ho 22 anni) ho sempre e solo provato fortissima attrazione (a tratti incontenibile) per i maschi. Con un rapido conto, ho notato che in 22 anni ho preso cotte per 23 ragazzi e ho avuto varie esperienze di fidanzamento. Anche se spesso sono stata respinta molto dolorosamente, questo ha fatto collassare totalmente la mia autostima. Ho solo avuto un approccio con una mia ex migliore amica all'età di 16 anni, ma lo presi come curiosità, come gioco perché alla fine quello stavamo facendo.
Il tutto ha avuto una remissione in due/tre mesi, con alcuni giorni di ricadute ma niente di grave.
Passati due anni di pace e serenità (almeno da quel punto di vista) e durante i quali ho affrontato un fidanzamento molto problematico (ho subito violenza psicologica, fisica e sessuale) verso agosto 2018 stavo guardando una fiction nella quale un ragazzo stava piangendo perché la ragazza lo aveva lasciato perché aveva scoperto di essere lesbica, al che provai una fortissima ansia e conseguente pensiero 'E SE SUCCEDESSE A ME?' bene, da quel giorno è riniziato il calvario, ma questa ricaduta molto più forte e struggente... Tanto da iniziare a compromettere la neorelazione che ad agosto stavo iniziando ad affrontare. Chiesi consulto ad una psicologa, di orientamento psicodinamico, e siamo arrivate alla conclusione che di fondo c'è una paura dell'ignoto (causata anche da un trauma violento nel nucleo familiare).
Il punto è che nel tempo l'ossessione per l'orientamento sessuale è andata a spegnersi, fortunatamente, ma ha lasciato il posto alla paura che qualche mia conoscente o amica femmina mi possa piacere, mi possa attrarre. Avevo paura che mi piacesse la psicologa, le mie amiche e delle conoscenti del gruppo dell'Università. Dopo 5 mesi di terapia ho dovuto lasciare perché non avevo le possibilità economiche di continuare. L'ossessione riguardo l'orientamento è arginata ma ora ho sti dubbi che mi perseguitano con annesse immagini e pensieri intrusivi che mi hanno portato ad avere paura dei miei stessi pensieri. Sono pensieri molto vividi e nitidi verso le persone di cui ho paura.
All'età di 19 anni, durante il periodo di passaggio tra liceo e università, ho sofferto della paura di poter essere pedofila nata a causa di un abuso che ho subito da parte di un familiare, avevo paura che mi fossi identificata con l'aggressore o che in futuro lo sarei stata a mia volta. Avevo pensieri intrusivi angoscianti e fortissima ansia. Remissione in un paio di settimane. Subito dopo ho avuto paura di provare attrazione nel fare sesso con un familiare (maschio), avevo paura di essere stata deviata. Remissione in un paio di settimane.
Poco dopo a seguito di un sogno a sfondo omosessuale, ho iniziato ad avere il dubbio di esserlo nonostante nella mia vita (ho 22 anni) ho sempre e solo provato fortissima attrazione (a tratti incontenibile) per i maschi. Con un rapido conto, ho notato che in 22 anni ho preso cotte per 23 ragazzi e ho avuto varie esperienze di fidanzamento. Anche se spesso sono stata respinta molto dolorosamente, questo ha fatto collassare totalmente la mia autostima. Ho solo avuto un approccio con una mia ex migliore amica all'età di 16 anni, ma lo presi come curiosità, come gioco perché alla fine quello stavamo facendo.
Il tutto ha avuto una remissione in due/tre mesi, con alcuni giorni di ricadute ma niente di grave.
Passati due anni di pace e serenità (almeno da quel punto di vista) e durante i quali ho affrontato un fidanzamento molto problematico (ho subito violenza psicologica, fisica e sessuale) verso agosto 2018 stavo guardando una fiction nella quale un ragazzo stava piangendo perché la ragazza lo aveva lasciato perché aveva scoperto di essere lesbica, al che provai una fortissima ansia e conseguente pensiero 'E SE SUCCEDESSE A ME?' bene, da quel giorno è riniziato il calvario, ma questa ricaduta molto più forte e struggente... Tanto da iniziare a compromettere la neorelazione che ad agosto stavo iniziando ad affrontare. Chiesi consulto ad una psicologa, di orientamento psicodinamico, e siamo arrivate alla conclusione che di fondo c'è una paura dell'ignoto (causata anche da un trauma violento nel nucleo familiare).
Il punto è che nel tempo l'ossessione per l'orientamento sessuale è andata a spegnersi, fortunatamente, ma ha lasciato il posto alla paura che qualche mia conoscente o amica femmina mi possa piacere, mi possa attrarre. Avevo paura che mi piacesse la psicologa, le mie amiche e delle conoscenti del gruppo dell'Università. Dopo 5 mesi di terapia ho dovuto lasciare perché non avevo le possibilità economiche di continuare. L'ossessione riguardo l'orientamento è arginata ma ora ho sti dubbi che mi perseguitano con annesse immagini e pensieri intrusivi che mi hanno portato ad avere paura dei miei stessi pensieri. Sono pensieri molto vividi e nitidi verso le persone di cui ho paura.
[#1]
Cara ragazza,
ho letto il suo intervento con molta attenzione.
Mi viene spontaneo farle una domanda:
Ha affrontato in terapia queste due questioni?
1) perchè per lei è così catastrofico, tremendo, terribile poter, ipoteticamente parlando, essere attratta anche da una persona del suo stesso sesso?
2) E se le succedesse, quali sarebbero le conseguenze che teme maggiormente?
Forza e coraggio
ho letto il suo intervento con molta attenzione.
Mi viene spontaneo farle una domanda:
Ha affrontato in terapia queste due questioni?
1) perchè per lei è così catastrofico, tremendo, terribile poter, ipoteticamente parlando, essere attratta anche da una persona del suo stesso sesso?
2) E se le succedesse, quali sarebbero le conseguenze che teme maggiormente?
Forza e coraggio
Dr. Massimiliano Iacucci - Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
https://www.ordinepsicologilazio.it/albo/massimilianoiacucci/
[#2]
Utente
Buonasera, la ringrazio per la risposta.
In terapia ne ho parlato, anche se con crisi di ansia mooolto forti perché pensavo che se avessi avuto paura del giudizio altrui allora significava che lo fossi, quindi è stato profondamente faticoso affrontarlo.
Il fatto del considerarlo catastrofico penso sia una deformazione dell'ansia perché prima di quel momento non ne ho mai avuto paura, anzi spesso scherzavo sul fatto che avevo avuto quell'approccio con la mia amica e nella mia vita non ho mai avuto nulla contro le persone gay.
La catastrofizzazione è stata graduale. Più passavo il tempo a interrogarmi sul dubbio e più cresceva l'incertezza e quindi l'ansia.
Volevo chiedere ora come potrei approcciarmi al problema, all'ansia e soprattutto ai pensieri intrusivi fortemente fastidiosi che spesso mi innescano un circuito di forte ansia.
Su quali aspetti devo lavorare da sola dal momento che non posso permettermi una psicoterapia.
Grazie in anticipo.
In terapia ne ho parlato, anche se con crisi di ansia mooolto forti perché pensavo che se avessi avuto paura del giudizio altrui allora significava che lo fossi, quindi è stato profondamente faticoso affrontarlo.
Il fatto del considerarlo catastrofico penso sia una deformazione dell'ansia perché prima di quel momento non ne ho mai avuto paura, anzi spesso scherzavo sul fatto che avevo avuto quell'approccio con la mia amica e nella mia vita non ho mai avuto nulla contro le persone gay.
La catastrofizzazione è stata graduale. Più passavo il tempo a interrogarmi sul dubbio e più cresceva l'incertezza e quindi l'ansia.
Volevo chiedere ora come potrei approcciarmi al problema, all'ansia e soprattutto ai pensieri intrusivi fortemente fastidiosi che spesso mi innescano un circuito di forte ansia.
Su quali aspetti devo lavorare da sola dal momento che non posso permettermi una psicoterapia.
Grazie in anticipo.
[#3]
Non mi è consentito dal regolamento di questo spazio e dalla deontologia professionale darle delle indicazioni.
Se lei avesse un braccio rotto e mi dicesse che non può farselo ingessare in ospedale e mi chiedesse un rimedio sarei veramente un cattivo medico se le dicessi "prova a metterci del ghiaccio".
Dovrei dirle che la cura migliore per lei, per ritornare a vivere come faceva prima del trauma, è proprio quella di farsi ingessare il braccio.
In fondo dopo un mesetto, appena l'osso si è rinsaldato, può farne a meno e tornare per delle visite di controllo e null'altro.
Quello che le posso consigliare è di assicurarsi che il terapeuta scelto abbia esperienza nel trattare il suo problema.
Per i pensieri che lei stessa definisce intrusivi e ossessivi la terapia cognitiva (e comportamentale) è quella che ha studiato in modo molto approfondito il disturbo.
Potrebbe provare a vedere se nel servizio pubblico ci sia nella sua zona qualche terapeuta con una simile specializzazione.
Se lei avesse un braccio rotto e mi dicesse che non può farselo ingessare in ospedale e mi chiedesse un rimedio sarei veramente un cattivo medico se le dicessi "prova a metterci del ghiaccio".
Dovrei dirle che la cura migliore per lei, per ritornare a vivere come faceva prima del trauma, è proprio quella di farsi ingessare il braccio.
In fondo dopo un mesetto, appena l'osso si è rinsaldato, può farne a meno e tornare per delle visite di controllo e null'altro.
Quello che le posso consigliare è di assicurarsi che il terapeuta scelto abbia esperienza nel trattare il suo problema.
Per i pensieri che lei stessa definisce intrusivi e ossessivi la terapia cognitiva (e comportamentale) è quella che ha studiato in modo molto approfondito il disturbo.
Potrebbe provare a vedere se nel servizio pubblico ci sia nella sua zona qualche terapeuta con una simile specializzazione.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.7k visite dal 31/03/2019.
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